Diana, let me be the one. di LockiPayne (/viewuser.php?uid=541342)
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CAPITOLO
3
“Che
palle, siamo già
qui” sbottai non appena arrivammo davanti alla mia nuova
‘casa’.
“Dai, Londra è stupenda” mi
assicurò John.
“Non ho dubbi su questo, sono i brutti soggetti che ci vivono
che mi
preoccupano” sbuffai.
“Ma un po’ di positività? No
eh?”
“La positività te la metto su per il culo, cazzo
tu mi dovresti sostenere nella
mia sofferenza, non devi consolarmi, perché tanto ho ragione
io”
“Questo ragionamento è piuttosto contorto, ma
vabbè, come vuoi tu. Io devo
proprio andare adesso, devo lavorare al contrario di te che fai stupide
fotografie”
“Non prendermi per il culo. Le ‘stupide
fotografie’ mi fanno guadagnare soldi, amico.”
“Mi tocca ammettere che hai ragione, amica.”
“E avevi dubbi sul fatto che avessi
ragione?”
“Vedo che sei pure molto modesta Diana. Comunque ora devo
proprio andare,
vedrai che Londra ti piacerà, che quei tipi non saranno poi
così male e bla bla
bla… ho detto tutte le cose che si dicono di solito,
giusto?”
“Il bla bla bla era la parte migliore, ma avresti fatto
più bella figura se ti
fossi fatto scappare una lacrima, non ho visto l’emozione nei
tuoi occhi
insomma”
“Te non stai bene, davvero”
“Sì, non sei il primo a dirmelo, comunque adesso
vai o ti licenziano”
“Quanto sei carina, ti preoccupi per me. Ma adesso devo
DAVVERO andare.”
“Ciao John, stammi bene. Magari un giorno mi darai un
passaggio quando mi
perderò per Londra”
“Ciao Diana, mi mancherai. Io lavoro qui a Londra, magari un
giorno ci
rivedremo”
“Sì ma cazzo, così sembra che stai
partendo per una fottuta guerra. Ora vai,
che il tassametro gira e poi mi tocca pagare di
più”
“Non sei mica così deficiente allora”
“Già, sono piena di sorprese”
A malincuore salutai il mio caro John, che dopo essere stato pagato
dalla
sottoscritta partì di nuovo percorrendo le strade londinesi.
Cazzo che linguaggio.
Di nuovo qui a rompere i coglioni tu? Evapora.
Sì sì, ciao.
- - -
Stavo entrando nella mia casa, che più che altro faceva
parte di un complesso
residenziale, quando un deficiente mi venne addosso.
“Ehm… ‘scusi signorina, va tutto bene?
Ho per caso urtato la sua sensibilità?’
non si usa più scusarsi? Oltre che deficiente sei pure
maleducato, ma vattene a
fanculo va” sbottai quando mi accorsi che il tipo se ne stava
lì fermo e non
aveva intenzione di scusarsi.
“Scusi signorina, va tutto bene? Ho per caso urtato la sua
sensibilità?” mi
fece il verso.
Hai voglia di prendermi per il culo
bello? Non sai contro chi ti sei messo.
“La mia sensibilità sta bene, per
fortuna. Quello che hai urtato sono stati
i miei coglioni, tu tutto bene caro?” risposi con la mia
solita gentilezza e,
soprattutto, finezza.
“Sto benissimo, mi spiace di aver urtato i suoi coglioni
signorina, anche se
sinceramente avrei sperato che lei non ce li avesse così
avrei…” iniziò a
parlare.
Cazzo ma sto qua è pervertito
peggio di
me. Meglio
stargli alla larga.
“Ehm… ascoltami bene coso
tu non
sai chi sono e non sai nemmeno che se finisci la frase come credo tu
stessi per
finirla i coglioni li stacco a te e te li faccio ingoiare,
capito?”
“Ok, ma calmati. Stavo scherzando eh.”
“Beh, lasciatelo dire che se continui a scherzare
così non la troverai mai la
ragazza”
“Davvero tu credi che io abbia problemi con le
donne?”
Alla faccia della modestia. Ok, era un bel ragazzo, aveva un bel
faccino, i
capelli ricci e gli occhi chiari, ma in quanto a carattere era una
schifezza.
Però aveva qualcosa di familiare.
“Se questo e il tuo solito carattere, direi di sì.
Come hai detto che ti
chiami, scusa?”
“Mi chiamo Harry Styles, ma tu probabilmente già
mi conosci. Tu sei?”
“Stocazzo, ecco chi sono. E poi scusami, Henry, ma
perché cazzo dovrei
conoscerti? Penso che mi ricorderei di un testa di minchia come
te.”
“Cioè tu davvero non mi conosci?”
chiese. Sembrava quasi… deluso?
“Perché dovrei?”
“Perché io sono un cantante, di solito quando vado
in giro mi riconoscono”
“Ah, ecco perché avevi una faccia familiare. Tu
sei quello dei One… One Street,
One Way, insomma quel cazzo che è”
“Ehm… sarebbe One Direction, comunque
sì, sono io”
“Ok, adesso ti aspetti che cada ai tuoi piedi piangendo
perché ti ho incontrato
o qualcosa del genere?”
“Ehm… no”
“Ok, ora se permetti, dovrei andarmene. Ciao Henry.”
“È Harry. Non Henry”
“Mamma mia non iniziare a rompere i coglioni di
nuovo”
“Ma se io non ho fatto niente”
“Certo, come no. Ora me ne vado”
“Qualcuno qui è acido eh?”
“Dove lo preferisci il calcio?”
“Che?”
“Dove lo preferisci il calcio?” ripetei. Intanto il
riccio mi fissava confuso,
quanto mi stavo divertendo.
“Non capisco…”
“Dove lo preferisci il calcio? Nelle palle o nel culo?
Insomma, ho capito che
al posto del cervello hai un criceto in prognosi riservata, ma non mi
pare una
domanda così difficile”
“Non iniziare a offendere, cosa”
“Allora, uno: il mio nome non è cosa;
due: non stavo offendendo, è un dato di fatto”
“Oh, e sentiamo, quale sarebbe il tuo nome?” chiese
con un sorrisetto
strafottente.
“Non sono cazzi tuoi, ora se te ne vai a fanculo mi fai un
gran piacere, ciao”
“Se c’è qualcuno che deve andare a
fanculo, quella sei tu, che hai subito
iniziato a prendermi a parole”
“Se tu ti fossi scusato subito, non ti avrei detto proprio un
cazzo. Ora vado,
ho molte cose da fare” dissi liquidandolo.
“So io cosa hai da fare tu” borbottò
Henry, Harry o come cazzo si chiamava,
pensando che non l’avessi sentito.
“Ripeti che cazzo hai detto? Sempre che tu abbia le palle per
farlo”
“Ma vai a fanculo, spero di non vederti
più” sbottò allontanandosi.
Stronzo di merda testa di cazzo.
- - -
Dopo la simpatica conversazione
con
il simpatico riccio, entrai in
casa.
Avevo appena iniziato a sistemare le cose che avevo portato, quando
realizzai
il motivo per cui ero a Londra.
Avrei dovuto lavorare per i One Direction.
Lo stronzo di merda testa di cazzo
faceva parte dei One Direction.
Morale: avrei dovuto lavorare per lo
stronzo.
Che sfiga del cazzo, vaffanculo.
Calmati D., magari un lato buono in tutta
questa faccenda c’è.
E sarebbe?
Puoi vendicarti. Puoi fargli scherzi,
prenderlo in giro…
Coscienza furbetta. Mi piaci.
Non iniziare a fare la demente.
Mi piaci già meno.
Però ho avuto un’idea
geniale.
Ok, hai ragione. Ora vattene, questa conversazione
è durata fin troppo.
Non sclerare eh.
Sì sì, ciao cara.
- - -
“Chi cazzo è che rompe i coglioni?”
urlai dopo la quinta volta che il
campanello suonava.
Mi alzai dal mio comodo divano ed andai ad aprire alla porta.
“Chiunque tu sia spero abbia un buon motivo per essere venuto
a disturbarmi
altrimenti giuro che…” iniziai a dire aprendo la
porta “oh, lei sarebbe?”
domandai allo sconosciuto che aveva bussato alla mia porta.
Ma chi cazzo era sto qui?
Salvee<3
come va plebeii?(?)
No ok, avete visto che veloce che sono stata ad aggiornare? Voi dovete AMARMI.
Vabbè,
ditemi che ne pensate, sinceramente a me questo
capitolo non convince tanto ma voglio sapere cosa ne pensate voi, sia
critiche
positive che negative. Grazie mille a chi segue la mia storia, mi fa
davvero
piacere :)
Se vi va lasciatemi una recensione, le apprezzo tuuuutte <3
per qualsiasi cosa:
-TWITTER: @elecovre
-ASK: @eleonora_covre
un bacione,
El<3
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