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Autore: LockiPayne    02/03/2014    2 recensioni
Diana viene incaricata di diventare la fotografa personale di un gruppo a lei quasi sconosciuto, i One Direction.
Ma, per fare questo lavoro, sarà obbligata a "convivere" con i ragazzi, il che la porterà a conoscerli meglio.
Questa convivenza riuscirà a eliminare i suoi pregiudizi verso la band?
“Ma sono loro?” chiesi. Li avevo già visti, ma non li conoscevo bene.
“Proprio loro” confermò Nick.
“Sono quelli con le fan schizzate in piena crisi ormonale, giusto?” domandai sconsolata, sperando che la risposta fosse ‘No, non sono loro’.
“Esattamente” disse annuendo.
“Posso fucilarmi?” piagnucolai. Io quelli là davvero non li sopportavo.
“No, se puoi evita, visto che devi partire dopodomani”
“Quanto sei simpatico” dissi ironicamente.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 3

“Che palle, siamo già qui” sbottai non appena arrivammo davanti alla mia nuova ‘casa’.
“Dai, Londra è stupenda” mi assicurò John.
“Non ho dubbi su questo, sono i brutti soggetti che ci vivono che mi preoccupano” sbuffai.
“Ma un po’ di positività? No eh?”
“La positività te la metto su per il culo, cazzo tu mi dovresti sostenere nella mia sofferenza, non devi consolarmi, perché tanto ho ragione io”
“Questo ragionamento è piuttosto contorto, ma vabbè, come vuoi tu. Io devo proprio andare adesso, devo lavorare al contrario di te che fai stupide fotografie”
“Non prendermi per il culo. Le ‘stupide fotografie’ mi fanno guadagnare soldi, amico.”
“Mi tocca ammettere che hai ragione, amica.”
“E avevi dubbi sul fatto che avessi ragione?”
“Vedo che sei pure molto modesta Diana. Comunque ora devo proprio andare, vedrai che Londra ti piacerà, che quei tipi non saranno poi così male e bla bla bla… ho detto tutte le cose che si dicono di solito, giusto?”
“Il bla bla bla era la parte migliore, ma avresti fatto più bella figura se ti fossi fatto scappare una lacrima, non ho visto l’emozione nei tuoi occhi insomma”
“Te non stai bene, davvero”
“Sì, non sei il primo a dirmelo, comunque adesso vai o ti licenziano”
“Quanto sei carina, ti preoccupi per me. Ma adesso devo DAVVERO andare.”
“Ciao John, stammi bene. Magari un giorno mi darai un passaggio quando mi perderò per Londra”
“Ciao Diana, mi mancherai. Io lavoro qui a Londra, magari un giorno ci rivedremo”
“Sì ma cazzo, così sembra che stai partendo per una fottuta guerra. Ora vai, che il tassametro gira e poi mi tocca pagare di più”
“Non sei mica così deficiente allora”
“Già, sono piena di sorprese”

A malincuore salutai il mio caro John, che dopo essere stato pagato dalla sottoscritta partì di nuovo percorrendo le strade londinesi.
Cazzo che linguaggio.
Di nuovo qui a rompere i coglioni tu? Evapora.
Sì sì, ciao.


- - -


Stavo entrando nella mia casa, che più che altro faceva parte di un complesso residenziale, quando un deficiente mi venne addosso.

“Ehm… ‘scusi signorina, va tutto bene? Ho per caso urtato la sua sensibilità?’ non si usa più scusarsi? Oltre che deficiente sei pure maleducato, ma vattene a fanculo va” sbottai quando mi accorsi che il tipo se ne stava lì fermo e non aveva intenzione di scusarsi.

“Scusi signorina, va tutto bene? Ho per caso urtato la sua sensibilità?” mi fece il verso.

Hai voglia di prendermi per il culo bello? Non sai contro chi ti sei messo.

“La mia sensibilità sta bene, per fortuna. Quello che hai urtato sono stati i miei coglioni, tu tutto bene caro?” risposi con la mia solita gentilezza e, soprattutto, finezza.

“Sto benissimo, mi spiace di aver urtato i suoi coglioni signorina, anche se sinceramente avrei sperato che lei non ce li avesse così avrei…” iniziò a parlare.

Cazzo ma sto qua è pervertito peggio di me. Meglio stargli alla larga.

“Ehm… ascoltami bene coso tu non sai chi sono e non sai nemmeno che se finisci la frase come credo tu stessi per finirla i coglioni li stacco a te e te li faccio ingoiare, capito?”

“Ok, ma calmati. Stavo scherzando eh.”

“Beh, lasciatelo dire che se continui a scherzare così non la troverai mai la ragazza”

“Davvero tu credi che io abbia problemi con le donne?”

Alla faccia della modestia. Ok, era un bel ragazzo, aveva un bel faccino, i capelli ricci e gli occhi chiari, ma in quanto a carattere era una schifezza. Però aveva qualcosa di familiare.

“Se questo e il tuo solito carattere, direi di sì. Come hai detto che ti chiami, scusa?”

“Mi chiamo Harry Styles, ma tu probabilmente già mi conosci. Tu sei?”

“Stocazzo, ecco chi sono. E poi scusami, Henry, ma perché cazzo dovrei conoscerti? Penso che mi ricorderei di un testa di minchia come te.”

“Cioè tu davvero non mi conosci?” chiese. Sembrava quasi… deluso?

“Perché dovrei?”

“Perché io sono un cantante, di solito quando vado in giro mi riconoscono”

“Ah, ecco perché avevi una faccia familiare. Tu sei quello dei One… One Street, One Way, insomma quel cazzo che è”

“Ehm… sarebbe One Direction, comunque sì, sono io”

“Ok, adesso ti aspetti che cada ai tuoi piedi piangendo perché ti ho incontrato o qualcosa del genere?”

“Ehm… no”

“Ok, ora se permetti, dovrei andarmene. Ciao Henry.”

“È Harry. Non Henry”

“Mamma mia non iniziare a rompere i coglioni di nuovo”

“Ma se io non ho fatto niente”

“Certo, come no. Ora me ne vado”

“Qualcuno qui è acido eh?”

“Dove lo preferisci il calcio?”

“Che?”

“Dove lo preferisci il calcio?” ripetei. Intanto il riccio mi fissava confuso, quanto mi stavo divertendo.

“Non capisco…”

“Dove lo preferisci il calcio? Nelle palle o nel culo? Insomma, ho capito che al posto del cervello hai un criceto in prognosi riservata, ma non mi pare una domanda così difficile”

“Non iniziare a offendere, cosa

“Allora, uno: il mio nome non è cosa; due: non stavo offendendo, è un dato di fatto”

“Oh, e sentiamo, quale sarebbe il tuo nome?” chiese con un sorrisetto strafottente.

“Non sono cazzi tuoi, ora se te ne vai a fanculo mi fai un gran piacere, ciao”

“Se c’è qualcuno che deve andare a fanculo, quella sei tu, che hai subito iniziato a prendermi a parole”

“Se tu ti fossi scusato subito, non ti avrei detto proprio un cazzo. Ora vado, ho molte cose da fare” dissi liquidandolo.

“So io cosa hai da fare tu” borbottò Henry, Harry o come cazzo si chiamava, pensando che non l’avessi sentito.

“Ripeti che cazzo hai detto? Sempre che tu abbia le palle per farlo”

“Ma vai a fanculo, spero di non vederti più” sbottò allontanandosi.


Stronzo di merda testa di cazzo.

- - -

Dopo la simpatica conversazione con il simpatico riccio, entrai in casa.
Avevo appena iniziato a sistemare le cose che avevo portato, quando realizzai il motivo per cui ero a Londra.
Avrei dovuto lavorare per i One Direction.
Lo stronzo di merda testa di cazzo faceva parte dei One Direction.
Morale: avrei dovuto lavorare per lo stronzo.
Che sfiga del cazzo, vaffanculo.

Calmati D., magari un lato buono in tutta questa faccenda c’è.
E sarebbe?
Puoi vendicarti. Puoi fargli scherzi, prenderlo in giro…
Coscienza furbetta. Mi piaci.
Non iniziare a fare la demente.
Mi piaci già meno.
Però ho avuto un’idea geniale.
Ok, hai ragione. Ora vattene, questa conversazione è durata fin troppo.
Non sclerare eh.
Sì sì, ciao cara.


- - -

“Chi cazzo è che rompe i coglioni?” urlai dopo la quinta volta che il campanello suonava.
Mi alzai dal mio comodo divano ed andai ad aprire alla porta.

“Chiunque tu sia spero abbia un buon motivo per essere venuto a disturbarmi altrimenti giuro che…” iniziai a dire aprendo la porta “oh, lei sarebbe?” domandai allo sconosciuto che aveva bussato alla mia porta.

Ma chi cazzo era sto qui?










Salvee<3 come va plebeii?(?)
No ok, avete visto che veloce che sono stata ad aggiornare? Voi dovete
AMARMI.
Vabbè, ditemi che ne pensate, sinceramente a me questo capitolo non convince tanto ma voglio sapere cosa ne pensate voi, sia critiche positive che negative. Grazie mille a chi segue la mia storia, mi fa davvero piacere :)
Se vi va lasciatemi una recensione, le apprezzo tuuuutte <3

per qualsiasi cosa:
-TWITTER: @elecovre
-ASK: @eleonora_covre

un bacione,
El<3


  
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