Basket
Visto che la prima missione era stata scelta da Levy e la
seconda da Gajeel, Lily si sentiva in diritto, come ultimo rimasto, di
scegliere la terza missione per il team.
Rimase a fissare la bacheca delle richieste per quasi
mezzora, sondando ogni singola parola, riga, paragrafo e nome, prima di trovare
quella che, secondo il suo parere, sarebbe stata quella giusta.
Svolazzando in tutta fretta verso i compagni, intenti a
sorseggiare una bevanda ad un tavolo ai piedi del palco, atterrato
precipitosamente in mezzo ai due, con aria ammiccante mostrò loro il foglio
della missione: aiutare il villaggio di Kona a liberarsi di una tribù di
predoni.
Il viaggio in treno durò meno del previsto anche perché, a
circa dieci kilometri dalla loro destinazione, tutti i passeggeri furono
costretti a scendere: “ Ma che diavolo state facendo?!” sbraitò il moro rivolto
al conducente, affacciato al finestrino.
“ Vi chiedo scusa, ma non mi è permesso procedere oltre” si
scusò grattandosi la testa, “ Purtroppo due giorni fa dei predoni ci hanno
assalito, quindi la corsa si ferma qui!”.
“ Forse sono gli stessi che si trovano a Kona!” disse la
Scripter rivolta ai compagni. “ Mi scusi,” prese l’attenzione del conducente, “
questi predoni portavano per caso un braccialetto argentato con una gemma
azzurra?” chiese impaziente.
L’uomo ci penso su per qualche secondo:“ Si,” urlò, “ ce lo
avevano tutti!”. La blu ringraziò con un inchino e, preso in spalla il suo
zainetto, fece cenno ai due compagni di seguirla: avrebbero continuato a piedi.
“ Senti Levy,” fece Lily, “ come mai hai fatto quella
domanda al conducente?”
“ Bhe vedi, ho fatto delle ricerche,” cominciò estasiata la
maga, “ e ho scoperto che questi predoni sono originari del deserto di Maah,
non lontano da qui, e ogni anno, più meno in questo periodo, vanno di città in
città facendo razzie, fino a quando non hanno le scorte sufficienti per
sopravvivere un altro anno nel deserto!” concluse sogghignando, fiera del suo
lavoro.
“ E il braccialetto che c’entra?” chiese il moro.
“ Al compimento della maggiore età, i ragazzi di Maah
vengono sottoposti ad una prova: se la superano sono ufficialmente uomini e
viene dato loro il braccialetto, segno di appartenenza alla tribù; altrimenti
vengono cacciati via, costretti a morire da soli nel deserto!” la ragazza
sospirò, “ Orribile!”
L’Exceed si accoccolò sulla spalla della ragazza: “ Quindi
ora sono qui al villaggio di Kona!”
“ Non perdiamo altro tempo,” sentenziò Gajeel stringendosi
ancora di più la sacca attorno alla spalla, “ muoviamoci!” detto questo,
aumentò il passo distaccando gli altri, incitandoli a fare lo stesso.
Dopo un buon quarto d’ora di camminata, ecco pararsi davanti
a loro il piccolo, ma fortificato villaggio di Kona: la loro accoglienza non fu
delle migliori, infatti vennero fermati e braccati a vista da quattro cecchini,
due per ognuna delle due torri che troneggiavano ai lati del cancello
d’ingresso.
Levy, atterrita, si affrettò a mostrare il volantino della
missione e il tatuaggio che li definiva membri della gilda: le guardie
sembrarono convinte così aprirono il portone.
“ Che razza di stronzi!” si affrettò a commentare a brucia
pelo il ragazzo, “ fortuna che erano rintanati li in alto, perché altrimenti
gliene avrei date così tante…”
La maga si volto a guardarlo: “ Non puoi certo biasimarli,
Gajeel; quei predoni sono famosi per la loro violenza e tenacia: quando
decidono che vogliono qualcosa, faranno di tutto per averla!” il suo volto ora
era diventato improvvisamente triste, tanto che abbasso rapida lo sguardo e
tornò a guardare la strada.
Ancora una volta il Dragon Slayer non aveva la più pallida
idea di che cosa volesse dire: come al solito i pensiero che affioravano alla
mente della ragazza erano un totale taboo per lui.
Il team comunque raggiunse in breve il comune della città,
dove vennero accolti dal sindaco e dai suoi consiglieri: l’uomo aveva affermato
con orgoglio che fino a quel momento erano riusciti a difendersi bene, in un
modo o nell’altro, ma l’assedio da parte del popolo di Maah stava durando
troppo e la città non ce la faceva più. “ Vi prego di aiutarci!” concluse,
chinando il capo, seguito poi da tutti gli altri presenti.
“ Scusate un attimo,” fece Lily, “ ma venendo qui non
abbiamo visto nessuno!”
“ Ora che mi ci fai pensare è vero!” incalzò la blu,
portandosi un dito sul mento, “ com’è possibile signore?” chiese, rivolta questa
volta al re.
“ Mi pare ovvio: il popolo di Maah sa esattamente quali sono
le tecniche per sopravvivere a lungo nel deserto con pochi viveri e acqua;
questa non è altro che una guerra di logoramento. Si riposano per poi
riattaccare chissà quando, mentre noi pensiamo di essere al sicuro!” disse,
mentre una mano ossuta e tremante si posata sul suo petto. “ Voi siete la
nostra unica speranza!”
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I tre erano usciti dalle mura della città e si stavano
incamminando verso le distese erbose che coprivano tutto l’orizzonte
circostante; in fondo, un fiume scorreva placido e silenzioso e più in là,
misterioso e lontano, il deserto di Maah.
“ Chissà dove si saranno nascosti!” sbuffo l’Exceed,
posandosi stanco sulla testa del suo compagno.
Levy scrutò la mappa del territorio, “Non troppo lontani
credo, in fondo se devono depredare questa città, non si saranno certo
allontanati di miglia e miglia!”
Il cammino proseguì in silenzio, con la Scripter che, messa
via la mappa, ora fissava i ciottoli sotto i suoi piedi, il moro perso in
chissà quale mondo, e Lily che dormicchiava accoccolato tra i capelli del
ragazzo.
Fu allora che Gajeel, voltatosi a spiare la blu, rallentò il
passo in modo da poterle essere di fianco: “ A cosa stai pensando?”
Levy alzò di poco lo sguardo per incontrare quello del
compagno; arrossì un poco nel vederlo così serio e concentrato su di lei: “
Stavo pensando a quanto devono essere spaventati gli abitanti di Kona,
rinchiusi nella propria città, incerti sul proprio futuro; stavo pensando a
cosa voglia dire vivere sempre nel terrore!”
Il suo sguardo era di nuovo triste. “ Non preoccuparti,” il
moro guardava le terre davanti a sé, “ farò tutto ciò che è in mio potere per
aiutarli, te lo prometto!”
La blu lo guardò da prima sorpresa, ma subito si dipinse
sulle sue labbra un dolcissimo sorriso, “ Grazie!”
E fu così che arrivarono ad una radura incolta, che si
stendeva per qualche decina di kilometri, seguita da una fitta foresta di
abeti: li, proprio al centro, si ergeva l’accampamento dei predoni di Maah.
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Il team di Fairy Tail si era appostato su una piccola
collinetta poco lontana dalla radura e osservavano dall’alto i movimenti del
loto target.
“ Dovremmo semplicemente andare e picchiarli uno dopo
l’altro!” ringhiò Gajeel a denti stretti, per poi ricevere uno scappellotto
dalla ragazza. “ non essere schiocco, ci saranno almeno ottocento persone
accampate laggiù: non avremmo alcuna possibilità se attacchiamo subito come dei
forsennati!”
“ Allora che proponi?” chiese Lily, mentre il moro si
massaggiava la testa, senza mai staccare lo sguardo dall’accampamento.
La Scripter ci pensò su. Cosa avrebbero potuto fare solo
loro tre contro centinaia di uomini? Certo Lily e Gajeel erano forti, e
avrebbero benissimo potuto tenerne a bada cento alla volta, ma degli altri
seicento? Ci voleva un piano.
“ Ho trovato!” saltò in piedi la maga dopo minuti passati a
fissare l’erba pensierosa. I due, che nel frattempo stavano distesi tranquilli,
si misero sull’attenti, colti di sorpresa da quell’improvviso urlo; certo è che
dovettero trascinarla giù a forza e tapparle la bocca, onde evitare di essere
visti o sentiti.
“ Shhh,” le fece segno l’Exceed, “ che cosa hai trovato?”
“ Ashia!” disse. I suoi compagni rimasero parecchio
straniti. “ Ashia?” chiese il moro, seduto davanti alla ragazza, “ e cosa
sarebbe?”
“ Un gioco! Bhe non proprio un gioco come lo intendiamo noi,
ma più come…” la ragazza si fermo a soppesare le parole, “ una sfida!”
“ Una sfida?” le fece eco Lily, “ tipo un torneo?”
“ Non esattamente: vedete, tra le ricerche che ho fatto
c’era anche questa usanza del popolo di Maah. In pratica quando due membri
della tribù hanno dei conti in sospeso, o delle faccende da sistemare, dicono Ashia, che sarebbe tipo Ti sfido! tradotto molto alla lettera:
chi ha lanciato la sfida decide in cosa i due dovranno competere e quali
saranno i danni che lo sconfitto dovrà subire!” fece, colpendosi il palmo della
mano con il dorso dell’altra.
“ Come da noi in pratica!” ridacchio il Dragon Slayer,
ripensando ai disastri lasciati dalle enormi risse, che nascevano alla gilda.
“ In un certo senso” rispose la blu, per poi riprendere il
discorso, “ Comunque sia, ecco cosa faremo…”
Il piano era pronto, i maghi carichi fino alla punta dei
capelli; l’unica incognita era se il popolo di Maah avrebbe acconsentito e
accettato la loro assurda strategia.
I tre avanzavano in silenzio, con i cuori che battevano a
mille, i nervi a fior di pelle: gli uomini iniziavano ad uscire dalle tende per
vedere chi erano quegli stranieri che si stavano avvicinando.
Prima che potessero anche solo muovere un passo nella loro
direzione per attaccarli, Gajeel li additò, lo sguardo serio, deciso, di sfida:
“ ASHIA!” urlò con tutto il fiato che aveva in corpo e, tutto in torno a loro,
il tempo sembrò come fermarsi.
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“ Chi siete voi, stranieri, che conoscete questa parola?” fu
un uomo anziano a prendere parola, dalla barba bianca e incolta, il fisico
nerboruto ricoperto da tatuaggi neri come la pece; gli occhi erano piccoli e
nascosto dai lunghi capelli, che gli ricadevano sulle spalle. Si fece avanti
rispetto agli altri, rimasti in silenzio ad osservare i tre appena
sopraggiunti.
Levy prese parola: “ Siamo maghi di Fairy Tail e siamo qui
per sfidarvi!”
“ Sfidarci?” disse uno più giovane, “ Come potete pensare di
riuscire a batterci in solo tre persone, di cui una delle quali è un gatto!”
concluse, ammiccando a Lily il quale, se non fosse stato per Gajeel, gli
sarebbe saltato al collo.
“ Le vostri leggi dicono che, chi lancia la sfida, hai il
diritto di stabilire le condizioni dello scontro, non è forse vero?” proseguì
la maga impettita, portando le mani a poggiarsi sui fianchi.
“ E’ vero, ragazza!” rispose di nuovo il vecchio, “ Vedo che
conosci il nostro popolo e le sue tradizioni!” osservò, inarcando un
sopracciglio.
“ Diciamo che so quanto basta!”
“ Molto bene allora,” iniziò il vecchio, “ quali sono le
vostre condizioni?”
La Scripter si sistemò la voce: “ Noi chiediamo di poter affrontare
solamente tre di voi, scelti ovviamente dagli stessi membri della tribù.
Chiederemo al re di stillare una lista di sfide/giochi, dalla quale ne saranno
poi scelte tre tramite sorteggio. Chi vince almeno due sfide su tre, sarà il
vincitore!” concluse.
“ E i danni?” chiese il giovane.
“ Chi perde se ne va!” ghignò il Dragon Slayer, muovendosi
verso il ragazzo che aveva appena parlato. I due si fissarono per qualche
secondo, fino a che il giovane non fu richiamato dal vecchio.
“ Molto bene,” proseguì l’anziano, “ preparate la lista, noi
sorteggeremo i vostri avversari!” detto questo, si ritirò insieme agli altri
uomini.
Dopo qualche minuto tutto era pronto e così, i giochi
potevano avere inizio.
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Fu fatto venire dalla città uno dei consiglieri del re,
addetto al sorteggio delle sfide, accuratamente scelte dal sovrano e chiuse
all’interno di una scatola di legno.
“ Presentate i vostro paladini!” aveva detto l’uomo, guardando
prima i tre maghi e poi i tre membri del popolo di Maah.
“ Levy McGarden, Fairy Tail, Solid Scripter!” si presentò la
blu un po’ impacciata.
“ PantherLily, Fairy Tail, EXCEED!” sottolineò acido,
rivolgendo il suo sguardo al giovane dall’altra parte (che era stato scelto tra
I tre sfidanti).
“ Gajeel
Redfox, Fairy Tail, Dragon Slayer!”
Ora fu il turno dei tre scelti dal popolo di Maah a presentarsi. Il primo a farsi avanti fu un
uomo molto grosso di corporatura, la pelle color nocciola e i capelli rossi e
ispidi: “ Feih, tribù di Maah-Teth, cacciatore”.
“ Jhetsu, tribù di Maah-Teth, cacciatore!”parlò questa volta
un uomo più minuti, dai lunghi capelli corvini raccolti in una treccia.
L’ultimo a presentarsi fu il giovane, che aveva parlato loro
anche prima: era parecchio alto, sebbene non quando Gajeel; aveva lunghi
capelli biondi, tirati indietro con un piccolo fermaglio a forma di piuma,
occhi scuri e profondi; fissò il Dragon Slayer mentre parlava: “ Enn, tribù di
Maah-Teth, cacciatore!” concluse con una smorfia beffarda.
Questa volta fu l’Exceed a dover trattenere il compagno dal
compiere un omicidio.
A questo punto, Lily
e Feith si fecero avanti: sarebbero stati i primi a sfidarsi. Il consigliere
aprì la scatola e, dopo aver mosso per qualche secondo la mano al suo interno,
ne tirò fuori un piccolo pezzo di pergamena arrotolata; lo lesse ad alta voce:
“ Gara di bevuta!”
Mascelle si abbassarono tutt’attorno. “ Ma che diavolo aveva
in mente quel dannato re!” sbraitò Gajeel serrando schifato la bocca.
“ Non credo il vostro gatto possa bere alcool!” affermò
sornione Enn. “ Collasserà al primo bicchiere!”
Fu portato allora un piccolo tavolino ricavato da un tronco
d’albero e i due sfidanti ci si sedettero attorno. “ Il re specifica che la bevanda
debba essere birra!” aggiunse il consigliere rivolto all’anziano che,
immediatamente, ordinò che fosse portato quanto richiesto.
E così, la sfida iniziò.
“ Andrai giù come un sacco di patate, piccoletto!” istigò il
rosso. Lily dal canto suo, trattenne una risata prima di cambiare a velocità
lampo le sue dimensione, in modo tale che riuscì a sovrastare notevolmente la
stazza dell’altro: “ Staremo a vedere!” rispose, prima di bere tutto d’un fiato
il primo bicchiere.
Uno, due, tre…otto, nove, dieci. I due avevano bevuto tutti
i bicchieri che fino a quel momento erano stati loro portati. Nessuno dei due
era ormai più tanto lucido.
“ Ti arrendi?” chiese Feith, ripulendosi la schiuma della
birra dalla bocca. “ Ti piacerebbe!” rispose l’Exceed battendo con forza il
bicchiere sul tavolino.
Le cose andarono avanti così per un po’: i due iniziarono a
entrare nella fase ubriachi marci, insultandosi a vicenda con frasi sconnesse e
senza senso. Era questione di tempo prima che uno dei due collassasse a terra.
Lily era ormai tornato alla sua forma originale, tanto che
fu costretto a sedersi sul tavolo (o almeno è quello che provò a fare,
chiedendo poi l’aiuto di Gajeel!): erano arrivati a trentaquattro bicchieri.
Purtroppo, la sfida si concluse con l’Exceed boccheggiante a
terra, le orecchie abbassate e il naso che pareva una piccola ciliegia matura:
la prima sfida era stata vista dal popolo di Maah.
“ La sfida e finita,” decretò il consigliere, “ vince
Feith!” urla di gioia si propagarono per tutta la vallata.
Nel mentre, Lily si trascinava a fatica verso i suoi
compagni. “ Lily come ti senti?” chiese la maga.
“ Bene, grazie Gajeel!” rispose, strizzando gli occhi, “
Comunque dovresti fare attenzione, credo che ci sia un albero dietro di te….ci
sta osservando!” concluse sussurrando, ammiccando al vero Gajeel, dietro la
ragazza.
“ Ma che cavolo Lily!” lo rimproverò il moro, prima di
prenderlo di peso e metterlo disteso sulla sua sacca.
“ Si preparino i prossimi!” si sentì la voce del consigliere
da lontano.
“ Vado io questa volta!” disse Levy, prima di incamminarsi
verso il luogo dove la sfida sarebbe iniziata.
Il foglietto fu estratto e l’uomo annunziò la sfida: “
Indovinelli!”
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Jhetsu vece segno a Levy di iniziare.
La ragazza ne aveva letti molti nei suoi vari libri, quindi
cercò di farsene tonare alla mente uno che fosse difficile: non voleva certo
cadere nel pregiudizio, ma confidava molto nel fatto che un semplice cacciatore
fosse carente in materia di indovinelli.
“ Bene,” cominciò, “ radici invisibili ha, più in alto degli
alberi sta, lassù tra le nuvole va e mai tutta via crescerà!*” concluse,
fissando intensamente il giovane davanti a lei.
Il moro ci pensò su un po’: si gratto il mento, il collo, si
guardò attorno e poi, all’improvviso, si fermò.
“ E’ la montagna!” disse. Levy rimase per un attivo stranita
poi, in silenzio, annuì.
“ Ora tocca a me!” riprese Jhetsu, “ Non ha voce e grida fa,
non ha ali e a volo va, non ha denti e morsi dà, non ha bocca e versi fa! Che
cos’è?”
Porca miseria, il tipo ci sapeva fare! La blu lo aveva
decisamente sottovalutato: non che non sapesse la risposta, ma era rimasta
piacevolmente sorpresa nello scoprire che il suo avversario sapesse tenerle
testa. “ il vento, la risposta è il vento!” disse.
Il ragazzo corrugò la fronte: era di nuovo il turno di Levy.
“ Vive senza respirare, freddo come morte pare, beve ma non
è assetato, non tintinna anche se corazzato!”
Jhetsu spalancò gli occhi: “ Come scusa?”
“ Deve ripetertelo così che il tuo piccolo cervello lo
catalizzi, nanerottolo?!” sbraitò Gajeel da lontano, sostenuto dai leggeri
gridolini di un Lily ancora ubriaco.
“ Niente affatto!” gli urlò di rimando, “ Solo,” guardò la
Scripter, “ ho bisogno di pensare!”
La ragazza annuì leggermente, mentre il moro si chiudeva il
mento tra pollice e indice, assorto.
Il tempo passava, ma il ragazzo non aveva ancora risposto: “
Le devo chiedere si rispondere, altrimenti avrà perso!” lo incalzò il
consigliere.
“ Certo, certo. Un attimo solo!” rispose. “ Cos’è, cos’è!!”
ripeté, perso di nuovo nei suoi ragionamenti.
“ Ti arrendi?” chiese Levy. Lui alzò lo sguardo verso di
lei: “ Non ancora!” rispose sogghignando e lei sorrise, perché sapeva che aveva
trovato la soluzione.
“ E’ il pesce!” proclamò in fine, senza accorgersi di stare
urlando.
Poi rincominciò: “Vedere non si può e neanche sentire,
fiutare non si può e neppure udire. Sta sotto i colli, sta dietro le stelle e
riempie tutti i vuoti, tutte le celle. Per primo viene, ultimo va, a vita e a
riso termine dà!”
La maga ebbe un brivido lungo tutta la schiena: “ Il buio!”
sussurrò.
“ Giusto!” rispose secco il giovane, sospirando appena: la
ragazza era davvero molto brava! “ Ora è il tuo turno!”
“ Bene, un giorno un occhio in un azzurro viso vede un
altr’occhio dentro un verde viso: quell’occhio
è come me, però è laggiù, mentre il mio occhio se ne sta quassù!”
Questa volta, il moro spalancò dapprima la bocca come per
dire qualcosa poi, lentamente, la richiuse: non aveva la più pallida idea di
quale fosse la risposta.
I minuti passarono, ma niente, non riusciva a capire di che
cosa parlasse l’indovinello! La blu lo guardava camminare avanti e indietro,
borbottando frasi sconnesse e gesticolando vistosamente: ormai era fatta.
Dopo cinque minuti, il consigliere decretò la fine della
sfida, dando la vittoria a Levy: ora erano uno pari.
La ragazza stava tornando verso i suoi due compagni quando
si sentì chiamare: “ Ragazza!” si voltò, “ Dimmi la risposta all’indovinello!”chiese
il moro.
“ E’ il sole che parla, mentre guarda il suo riflesso sulle
margherite!” disse.
Lui non rispose subito, ma rimase a guardarla per un po’,
poi parlò: “ Io non le ho mai viste le margherite!” e tornò dai suoi compagni.
Levy abbassò lo sguardo.
Ora mai mancava solo un’ultima sfida per decretare il
vincitore assoluto: erano rimasti solamente Gajeel ed Enn a contendersi la
vittoria.
“ Quale onore!” si inchinò il biondo beffardo, mentre si
avvicinava al Dragon Slayer, “ Sarà davvero divertente vederti perdere davanti
alla tua ragazza!” ridacchiò.
“ Non è la mia ragazza!” sbraitò, rosso come un pomodoro, “
E comunque sarai tu a perdere, damerino!” ringhiò.
Il consigliere estrasse l’ultimo, fatidico rotolo di
pergamena, mentre tutti i presenti trattenevano il fiato, aspettando il
responso. L’uomo lesse ad alta voce: “ Basket!”
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“ Quando tutto questo sarà finito, tornerò da quello stupido
re e lo prenderò a pedate nel sedere!” sbuffò Gajeel, mentre aspettava che gli
uomini del deserto montassero un campo da Basket improvvisato.
“ Non preoccuparti Gajeel, sono sicura che andrai alla
grande!” gli rispose lei, dandogli un leggero sbuffo sulla spalla. Lui sospirò:
sarebbe stato meglio un combattimento.
Comunque sia, il campo era pronto e il moro fu chiamato per
iniziare la sfida: il biondo lo aspettava.
“ Aspetta!” la Scripter lo trattenne per un lembo della
casacca, “ Non puoi giocare così!” lo rimproverò.
“ Così come, scusa?” chiese stranito. Lei indicò la casacca
nera: “ Levatela, altrimenti con tutto quel peso addosso ti stancheresti
inutilmente!”
Il moro si guardò, prima di fare quanto detto e rimanere in
canottiera (categoricamente nera!): “ Così va meglio!?” chiese sarcastico. Ma
per tutta risposta assistette all’incredibile evento di vedere Levy togliersi
la bandana: “ Legati i capelli con questa!”
In silenzio, lui la prese in mano, dandole in cambio la
pesante casacca: si legò i lunghi capelli corvini in una coda disordinata,
ammiccò alla ragazza tirando su il pollice e poi, carico come una mina, si
diresse spavaldo vero Enn.
“ Andrà bene, vero Lily?” chiese la maga all’amico.
“ Ciiiierto, basta che riesca a tener fermo il campo mentre
gioca!”
Levy lo guardò stranita, prima di tornare a concentrarsi sul
Dragon Slayer e il suo sfidante.
“ Sei sicuro che non sia la tua ragazza?” chiese il biondo,
non appena Gajeel si fu avvicinato. Il moro si scrocchiò vigorosamente le
nocche: “ Ti ho già detto di no!” rispose a metà tra chi vuol far vedere che
non gli interessa e chi, invece, se ne interessa da morire.
“ Allora non ti dispiace se la tengo per me, vero?” il tono
della sua voce era candido mentre parlava, come di un bambino che chiede alla
mamma se può avere un giocattolo.
Il moro rimase spiazzato: “ Cos’ hai detto!?” sibilò.
“ Bhe vedi,” comincio Enn, “ una ragazza del genere è
proprio il mio tipo: bella e intelligente. E poi io sono giusto in età da
matrimonio quindi, direi che il fato è dalla mia parte!”
“ Te lo puoi scordare!” sbraitò Gajeel furioso ed esasperato
da tanta assurdità, “ Levy non ci penserebbe nemmeno a venire con uno come te!”
Il biodo la prese in contro piede: “ Quindi, con uno come te
invece si?” chiese.
Il mago non rispose. “ Ah, questo cambia tutto, non è vero
ragazzone?” disse ancora, con quel suo tono da gatto sornione.
“ Lei appartiene alla gilda di Fairy Tail!” sentenziò il
moro a denti stretti, cercando di trattenersi del prenderlo a sberle.
“ Staremo a vedere!” cominciò, questa volta serio, “ Chi
vince la sfida, avrà il diritto di portare Levy con sé!”
“ Ma che diavolo…”
“ Ci stai?” lo interruppe di nuovo il biondo. Gajeel
sospirò, poi si voltò a guardare la compagna: stava li, ritta in piedi, con la
sua casacca sotto braccio e i capelli arruffati dal vento. Le tornarono in
mente le parole che gli aveva detto la mattina: quando decidono che vogliono qualcosa, faranno di tutto per averla!
Il Dragon Slayer si voltò di nuovo verso quel maledetto
damerino: “ Ci sto!” E così, al segnale del consigliere, il gioco incominciò,
frenetico fin dai primi palleggi.
Entrambi si muovevano velocissimi, inseguendosi, marcandosi,
senza mai perdere il ritmo.
Levy rimase piacevolmente sorpresa nel constatare che il
Dragon Slayer ci sapeva fare: non avrebbe mai pensato che potesse essere così
bravo; purtroppo però, anche il cacciatore di Maah era molto bravo. Come sarebbe
potuta finire una partita del genere?
Dribblaggio, tre passi, canestro: i primi due punti andarono
a Enn. “ Niente male, eh ragazzone?” lo stuzzicò il biondo, trottando nella sua
metà campo.
Il moro riprese la palla, lo guardò torvo per qualche
secondo, poi di nuovo spedito verso il canestro opposto.
I minuti passavano e i due continuavano a inseguirsi sui
punti: prima segnava uno, poi l’altro lo recuperava; come livello erano
praticamente alla pari. I giocatori erano entrambi boccheggianti, sfiniti e
fradici come spugne bagnate, in più il sole a picco sulle schiene non aiutava
affatto. Il problema era che Enn era decisamente più abituato a sopportare
situazioni del genere: Gajeel era piegato sulle ginocchia.
Il biondo gli si avvicinò: “ Cosa c’è ragazzone, non ce la
fai più?” ridacchiò.
Gajeel si asciugò il sudore dagli occhi: “ Ti piacerebbe
stronzetto!” ringhiò, nonostante le forze si stessero dissipando.
Erano ventiquattro pari: la palla continuava ad andare da
una parte all’altra, senza fermarsi, senza mai fare canestro; i minuti
passavano e il moro era sempre più sfinito. Era finita, non ce la faceva più.
“ GAJEEL!” si sentì chiamare; il cuore gli batteva a mille,
lo sguardo appannato e le orecchie che sibilavano come treni a vapore, ma
riconobbe immediatamente quella voce: Levy lo aveva chiamato.
Si voltò nella sua direzione: “ Forza Gajeel!” urlava, “ So
che puoi farcela, non mollare!” disse di nuovo, con la voce strozzata e rotta
dal pianto, ma comunque forte e chiara.
Già, il Dragon Slayer si era completamente dimenticato che
non poteva, non doveva perdere, altrimenti quell’idiota si sarebbe portati via
Levy, la SUA Levy.
Si alzò ritto in piedi, la palla pronta a toccare il suolo: “
Col cavolo che mollo!” ghignò beffardo.
Il biondo inarcò un sopracciglio stranito, ma il moro era
già partito i quinta verso il canestro: il cacciatore gli si parò davanti, il
moro lo schivò spostandosi con il piede perno, piegò le gambe e la schiena,
pronto al tiro.
La palla entrò netta, pulita e subito, il consigliere
decretò lo scadere dei minuti di gioco: la partita era vinta da Gajeel e la
sfida da Fairy Tail.
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Il popolo del deserto se ne andò, rinunciando all’assedio di
Kona, come prestabilito dalle regole del gioco.
Il re fu immensamente grato ai quattro maghi per il loro
aiuto, cosa che non si poteva dire altrettanto visti i giochi che li aveva
costretti a fare: ci mancò poco che Gajeel non saltò addosso al poveretto!
Comunque sia, esausti e sfibrati, si infilarono sul primo
treno diretto a Magnolia, diretti finalmente a casa.
“ Penso di non essermi mai stancato tanto in vita mia!”
sbuffò il drago, sprofondando nel sedile.
“ Per una partita di Basket!?” chiese divertita la ragazza,
Lily accoccolato sulle sue ginocchia, ancora leggermente brillo.
“ E non solo per quello!” rispose un po’ vago.
“ Comunque sia sono contenta sia tutto finito!” sbadigliò,
stropicciandosi gli occhi, “ sono davvero a pezzi!”
“ Parli tu, che hai solo dovuto parlottare e indov-.” le
parole gli morirono in gola quando sentì qualcosa di morbido toccargli il
braccio; Levy si ara accoccolata addosso a lui.
Il moro tremò tutto, rosso fino alla punta del naso: “ Oi,
gamberetto, c-che fai?!” sbraitò imbarazzato.
La ragazza non rispose: il respiro era pesante, segno che
ora mai era già bella e addormentata. Gajeel deglutì forte, teso come una corda
di violino: voltò lo sguardo al finestrino, appoggiandoci il braccio.
Ogni tanto la osservava: i capelli ancora sciolti,
arruffati, che scendevano leggeri sulle spalle nude. Le ciglia erano nere come
la pece, lunghe; le guance color melograno, un po’ per la stanchezza un po’ per
la loro natura. Il ragazzo pensò che fosse molto bella.
Si diede mentalmente dell’idiota, mentre si spalmava una
mano sulla faccia: tornò comunque a guardarla.
Chissà perché, si chiese, proprio lei, si era data tanta
pena per poter stare con lui; cos’aveva lui da offrirle, cos’aveva lui per
poterla rendere felice? Niente.
L’unica cosa che sapeva per certo, era che lui aveva bisogno
di Levy: ogni volta che la guardava, si ricordava lo schifo che era stato, ma
anche quello che aveva trovato a Fairy Tail, che non aveva mai avuto da nessun’altra
parte.
Gajeel le tolse gentilmente una ciocca di capelli dalla
guancia, poi la carezzo, facendo attenzione a non svegliarla: “ Mi piaci, Levy!”
“ Che cos’hai detto!?” il moro alzò lo sguardo: Lily si era
svegliato!
“ Ah, n-niente!” borbottò, rosso scarlatto. “ No, no, è
inutile che neghi: ti ho sentito!” ridacchio l’Exceed.
“ Non so di che parli!” disse di nuovo, grondando come non
mai, “ N-Non ho detto nulla!”
Il viaggio proseguì così, con i due che continuavano a
borbottare e protestare, mentre Levy, dal canto suo, dormiva tranquilla
appoggiata a Gajeel.
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E sono tornataaaaa….dopo un anno credo! Devo chiedervi
scusa, ma l’ispirazione mi aveva completamente abbandonata, e la voglia con
essa! Spero il capitolo vi sia piaciuto…wow, strano riprendere in mano una
storia dopo così tanto! Cmq, a titolo informativo, questo è il penultimo
capitolo, il prossimo sarà l’ultimo della serie…eh già! Cmq sappiate che mi
siete mancati tutti tanto, vi mando tanti baci, e ve ne manderò ancora di più
se lascerete una recensione! Grazie mille! * gli indovinelli sono presi dal libro " Lo Hobbit" di Tolkien, xkè ho zero fantasia anche su quelli!
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