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Autore: Kuro_rin    09/03/2014    3 recensioni
salve gente, eccomi con una nuova long, nonostante una già incorso!( sono la vecchia Safe)...Levy è decisa più che mai a prendere sul serio le parole di Gajeel e, per riuscire nel suo intento, ha bisogno di aiuto, ma questo è solo l'inizio! con la creazione di un nuovo, straordinario Team, anche le missioni saranno allo stesso livello...spero di avervi incuriositi con questa mini storia che conterà al massimo 7 capitoli! grazie a tutti quelli che leggeranno!
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gajil Redfox, Levy McGarden, Pantherlily, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Basket

Visto che la prima missione era stata scelta da Levy e la seconda da Gajeel, Lily si sentiva in diritto, come ultimo rimasto, di scegliere la terza missione per il team.

Rimase a fissare la bacheca delle richieste per quasi mezzora, sondando ogni singola parola, riga, paragrafo e nome, prima di trovare quella che, secondo il suo parere, sarebbe stata quella giusta.

Svolazzando in tutta fretta verso i compagni, intenti a sorseggiare una bevanda ad un tavolo ai piedi del palco, atterrato precipitosamente in mezzo ai due, con aria ammiccante mostrò loro il foglio della missione: aiutare il villaggio di Kona a liberarsi di una tribù di predoni.

Il viaggio in treno durò meno del previsto anche perché, a circa dieci kilometri dalla loro destinazione, tutti i passeggeri furono costretti a scendere: “ Ma che diavolo state facendo?!” sbraitò il moro rivolto al conducente, affacciato al finestrino.

“ Vi chiedo scusa, ma non mi è permesso procedere oltre” si scusò grattandosi la testa, “ Purtroppo due giorni fa dei predoni ci hanno assalito, quindi la corsa si ferma qui!”.

“ Forse sono gli stessi che si trovano a Kona!” disse la Scripter rivolta ai compagni. “ Mi scusi,” prese l’attenzione del conducente, “ questi predoni portavano per caso un braccialetto argentato con una gemma azzurra?” chiese impaziente.

L’uomo ci penso su per qualche secondo:“ Si,” urlò, “ ce lo avevano tutti!”. La blu ringraziò con un inchino e, preso in spalla il suo zainetto, fece cenno ai due compagni di seguirla: avrebbero continuato a piedi.

“ Senti Levy,” fece Lily, “ come mai hai fatto quella domanda al conducente?”

“ Bhe vedi, ho fatto delle ricerche,” cominciò estasiata la maga, “ e ho scoperto che questi predoni sono originari del deserto di Maah, non lontano da qui, e ogni anno, più meno in questo periodo, vanno di città in città facendo razzie, fino a quando non hanno le scorte sufficienti per sopravvivere un altro anno nel deserto!” concluse sogghignando, fiera del suo lavoro.

“ E il braccialetto che c’entra?” chiese il moro.

“ Al compimento della maggiore età, i ragazzi di Maah vengono sottoposti ad una prova: se la superano sono ufficialmente uomini e viene dato loro il braccialetto, segno di appartenenza alla tribù; altrimenti vengono cacciati via, costretti a morire da soli nel deserto!” la ragazza sospirò, “ Orribile!”

L’Exceed si accoccolò sulla spalla della ragazza: “ Quindi ora sono qui al villaggio di Kona!”

“ Non perdiamo altro tempo,” sentenziò Gajeel stringendosi ancora di più la sacca attorno alla spalla, “ muoviamoci!” detto questo, aumentò il passo distaccando gli altri, incitandoli a fare lo stesso.

Dopo un buon quarto d’ora di camminata, ecco pararsi davanti a loro il piccolo, ma fortificato villaggio di Kona: la loro accoglienza non fu delle migliori, infatti vennero fermati e braccati a vista da quattro cecchini, due per ognuna delle due torri che troneggiavano ai lati del cancello d’ingresso.

Levy, atterrita, si affrettò a mostrare il volantino della missione e il tatuaggio che li definiva membri della gilda: le guardie sembrarono convinte così aprirono il portone.

“ Che razza di stronzi!” si affrettò a commentare a brucia pelo il ragazzo, “ fortuna che erano rintanati li in alto, perché altrimenti gliene avrei date così tante…”

La maga si volto a guardarlo: “ Non puoi certo biasimarli, Gajeel; quei predoni sono famosi per la loro violenza e tenacia: quando decidono che vogliono qualcosa, faranno di tutto per averla!” il suo volto ora era diventato improvvisamente triste, tanto che abbasso rapida lo sguardo e tornò a guardare la strada.

Ancora una volta il Dragon Slayer non aveva la più pallida idea di che cosa volesse dire: come al solito i pensiero che affioravano alla mente della ragazza erano un totale taboo per lui.

Il team comunque raggiunse in breve il comune della città, dove vennero accolti dal sindaco e dai suoi consiglieri: l’uomo aveva affermato con orgoglio che fino a quel momento erano riusciti a difendersi bene, in un modo o nell’altro, ma l’assedio da parte del popolo di Maah stava durando troppo e la città non ce la faceva più. “ Vi prego di aiutarci!” concluse, chinando il capo, seguito poi da tutti gli altri presenti.

“ Scusate un attimo,” fece Lily, “ ma venendo qui non abbiamo visto nessuno!”

“ Ora che mi ci fai pensare è vero!” incalzò la blu, portandosi un dito sul mento, “ com’è possibile signore?” chiese, rivolta questa volta al re.

“ Mi pare ovvio: il popolo di Maah sa esattamente quali sono le tecniche per sopravvivere a lungo nel deserto con pochi viveri e acqua; questa non è altro che una guerra di logoramento. Si riposano per poi riattaccare chissà quando, mentre noi pensiamo di essere al sicuro!” disse, mentre una mano ossuta e tremante si posata sul suo petto. “ Voi siete la nostra unica speranza!”

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I tre erano usciti dalle mura della città e si stavano incamminando verso le distese erbose che coprivano tutto l’orizzonte circostante; in fondo, un fiume scorreva placido e silenzioso e più in là, misterioso e lontano, il deserto di Maah.

“ Chissà dove si saranno nascosti!” sbuffo l’Exceed, posandosi stanco sulla testa del suo compagno.

Levy scrutò la mappa del territorio, “Non troppo lontani credo, in fondo se devono depredare questa città, non si saranno certo allontanati di miglia e miglia!”

Il cammino proseguì in silenzio, con la Scripter che, messa via la mappa, ora fissava i ciottoli sotto i suoi piedi, il moro perso in chissà quale mondo, e Lily che dormicchiava accoccolato tra i capelli del ragazzo.

Fu allora che Gajeel, voltatosi a spiare la blu, rallentò il passo in modo da poterle essere di fianco: “ A cosa stai pensando?”

Levy alzò di poco lo sguardo per incontrare quello del compagno; arrossì un poco nel vederlo così serio e concentrato su di lei: “ Stavo pensando a quanto devono essere spaventati gli abitanti di Kona, rinchiusi nella propria città, incerti sul proprio futuro; stavo pensando a cosa voglia dire vivere sempre nel terrore!”

Il suo sguardo era di nuovo triste. “ Non preoccuparti,” il moro guardava le terre davanti a sé, “ farò tutto ciò che è in mio potere per aiutarli, te lo prometto!”

La blu lo guardò da prima sorpresa, ma subito si dipinse sulle sue labbra un dolcissimo sorriso, “ Grazie!”

E fu così che arrivarono ad una radura incolta, che si stendeva per qualche decina di kilometri, seguita da una fitta foresta di abeti: li, proprio al centro, si ergeva l’accampamento dei predoni di Maah.

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Il team di Fairy Tail si era appostato su una piccola collinetta poco lontana dalla radura e osservavano dall’alto i movimenti del loto target.

“ Dovremmo semplicemente andare e picchiarli uno dopo l’altro!” ringhiò Gajeel a denti stretti, per poi ricevere uno scappellotto dalla ragazza. “ non essere schiocco, ci saranno almeno ottocento persone accampate laggiù: non avremmo alcuna possibilità se attacchiamo subito come dei forsennati!”

“ Allora che proponi?” chiese Lily, mentre il moro si massaggiava la testa, senza mai staccare lo sguardo dall’accampamento.

La Scripter ci pensò su. Cosa avrebbero potuto fare solo loro tre contro centinaia di uomini? Certo Lily e Gajeel erano forti, e avrebbero benissimo potuto tenerne a bada cento alla volta, ma degli altri seicento? Ci voleva un piano.

“ Ho trovato!” saltò in piedi la maga dopo minuti passati a fissare l’erba pensierosa. I due, che nel frattempo stavano distesi tranquilli, si misero sull’attenti, colti di sorpresa da quell’improvviso urlo; certo è che dovettero trascinarla giù a forza e tapparle la bocca, onde evitare di essere visti o sentiti.

“ Shhh,” le fece segno l’Exceed, “ che cosa hai trovato?”

“ Ashia!” disse. I suoi compagni rimasero parecchio straniti. “ Ashia?” chiese il moro, seduto davanti alla ragazza, “ e cosa sarebbe?”

“ Un gioco! Bhe non proprio un gioco come lo intendiamo noi, ma più come…” la ragazza si fermo a soppesare le parole, “ una sfida!”

“ Una sfida?” le fece eco Lily, “ tipo un torneo?”

“ Non esattamente: vedete, tra le ricerche che ho fatto c’era anche questa usanza del popolo di Maah. In pratica quando due membri della tribù hanno dei conti in sospeso, o delle faccende da sistemare, dicono Ashia, che sarebbe tipo Ti sfido! tradotto molto alla lettera: chi ha lanciato la sfida decide in cosa i due dovranno competere e quali saranno i danni che lo sconfitto dovrà subire!” fece, colpendosi il palmo della mano con il dorso dell’altra.

“ Come da noi in pratica!” ridacchio il Dragon Slayer, ripensando ai disastri lasciati dalle enormi risse, che nascevano alla gilda.

“ In un certo senso” rispose la blu, per poi riprendere il discorso, “ Comunque sia, ecco cosa faremo…”

Il piano era pronto, i maghi carichi fino alla punta dei capelli; l’unica incognita era se il popolo di Maah avrebbe acconsentito e accettato la loro assurda strategia.

I tre avanzavano in silenzio, con i cuori che battevano a mille, i nervi a fior di pelle: gli uomini iniziavano ad uscire dalle tende per vedere chi erano quegli stranieri che si stavano avvicinando.

Prima che potessero anche solo muovere un passo nella loro direzione per attaccarli, Gajeel li additò, lo sguardo serio, deciso, di sfida: “ ASHIA!” urlò con tutto il fiato che aveva in corpo e, tutto in torno a loro, il tempo sembrò come fermarsi.

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“ Chi siete voi, stranieri, che conoscete questa parola?” fu un uomo anziano a prendere parola, dalla barba bianca e incolta, il fisico nerboruto ricoperto da tatuaggi neri come la pece; gli occhi erano piccoli e nascosto dai lunghi capelli, che gli ricadevano sulle spalle. Si fece avanti rispetto agli altri, rimasti in silenzio ad osservare i tre appena sopraggiunti.

Levy prese parola: “ Siamo maghi di Fairy Tail e siamo qui per sfidarvi!”

“ Sfidarci?” disse uno più giovane, “ Come potete pensare di riuscire a batterci in solo tre persone, di cui una delle quali è un gatto!” concluse, ammiccando a Lily il quale, se non fosse stato per Gajeel, gli sarebbe saltato al collo.

“ Le vostri leggi dicono che, chi lancia la sfida, hai il diritto di stabilire le condizioni dello scontro, non è forse vero?” proseguì la maga impettita, portando le mani a poggiarsi sui fianchi.

“ E’ vero, ragazza!” rispose di nuovo il vecchio, “ Vedo che conosci il nostro popolo e le sue tradizioni!” osservò, inarcando un sopracciglio.

“ Diciamo che so quanto basta!”

“ Molto bene allora,” iniziò il vecchio, “ quali sono le vostre condizioni?”

La Scripter si sistemò la voce: “ Noi chiediamo di poter affrontare solamente tre di voi, scelti ovviamente dagli stessi membri della tribù. Chiederemo al re di stillare una lista di sfide/giochi, dalla quale ne saranno poi scelte tre tramite sorteggio. Chi vince almeno due sfide su tre, sarà il vincitore!” concluse.

“ E i danni?” chiese il giovane.

“ Chi perde se ne va!” ghignò il Dragon Slayer, muovendosi verso il ragazzo che aveva appena parlato. I due si fissarono per qualche secondo, fino a che il giovane non fu richiamato dal vecchio.

“ Molto bene,” proseguì l’anziano, “ preparate la lista, noi sorteggeremo i vostri avversari!” detto questo, si ritirò insieme agli altri uomini.

Dopo qualche minuto tutto era pronto e così, i giochi potevano avere inizio.

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Fu fatto venire dalla città uno dei consiglieri del re, addetto al sorteggio delle sfide, accuratamente scelte dal sovrano e chiuse all’interno di una scatola di legno.

“ Presentate i vostro paladini!” aveva detto l’uomo, guardando prima i tre maghi e poi i tre membri del popolo di Maah.

“ Levy McGarden, Fairy Tail, Solid Scripter!” si presentò la blu un po’ impacciata.

“ PantherLily, Fairy Tail, EXCEED!” sottolineò acido, rivolgendo il suo sguardo al giovane dall’altra parte (che era stato scelto tra I tre sfidanti).

“ Gajeel Redfox, Fairy Tail, Dragon Slayer!”

Ora fu il turno dei tre scelti dal popolo di Maah  a presentarsi. Il primo a farsi avanti fu un uomo molto grosso di corporatura, la pelle color nocciola e i capelli rossi e ispidi: “ Feih, tribù di Maah-Teth, cacciatore”.

“ Jhetsu, tribù di Maah-Teth, cacciatore!”parlò questa volta un uomo più minuti, dai lunghi capelli corvini raccolti in una treccia.

L’ultimo a presentarsi fu il giovane, che aveva parlato loro anche prima: era parecchio alto, sebbene non quando Gajeel; aveva lunghi capelli biondi, tirati indietro con un piccolo fermaglio a forma di piuma, occhi scuri e profondi; fissò il Dragon Slayer mentre parlava: “ Enn, tribù di Maah-Teth, cacciatore!” concluse con una smorfia beffarda.

Questa volta fu l’Exceed a dover trattenere il compagno dal compiere un omicidio.

A questo punto,  Lily e Feith si fecero avanti: sarebbero stati i primi a sfidarsi. Il consigliere aprì la scatola e, dopo aver mosso per qualche secondo la mano al suo interno, ne tirò fuori un piccolo pezzo di pergamena arrotolata; lo lesse ad alta voce: “ Gara di bevuta!”

Mascelle si abbassarono tutt’attorno. “ Ma che diavolo aveva in mente quel dannato re!” sbraitò Gajeel serrando schifato la bocca.

“ Non credo il vostro gatto possa bere alcool!” affermò sornione Enn. “ Collasserà al primo bicchiere!”

Fu portato allora un piccolo tavolino ricavato da un tronco d’albero e i due sfidanti ci si sedettero attorno. “ Il re specifica che la bevanda debba essere birra!” aggiunse il consigliere rivolto all’anziano che, immediatamente, ordinò che fosse portato quanto richiesto.

E così, la sfida iniziò.

“ Andrai giù come un sacco di patate, piccoletto!” istigò il rosso. Lily dal canto suo, trattenne una risata prima di cambiare a velocità lampo le sue dimensione, in modo tale che riuscì a sovrastare notevolmente la stazza dell’altro: “ Staremo a vedere!” rispose, prima di bere tutto d’un fiato il primo bicchiere.

Uno, due, tre…otto, nove, dieci. I due avevano bevuto tutti i bicchieri che fino a quel momento erano stati loro portati. Nessuno dei due era ormai più tanto lucido.

“ Ti arrendi?” chiese Feith, ripulendosi la schiuma della birra dalla bocca. “ Ti piacerebbe!” rispose l’Exceed battendo con forza il bicchiere sul tavolino.

Le cose andarono avanti così per un po’: i due iniziarono a entrare nella fase ubriachi marci, insultandosi a vicenda con frasi sconnesse e senza senso. Era questione di tempo prima che uno dei due collassasse a terra.

Lily era ormai tornato alla sua forma originale, tanto che fu costretto a sedersi sul tavolo (o almeno è quello che provò a fare, chiedendo poi l’aiuto di Gajeel!): erano arrivati a trentaquattro bicchieri.

Purtroppo, la sfida si concluse con l’Exceed boccheggiante a terra, le orecchie abbassate e il naso che pareva una piccola ciliegia matura: la prima sfida era stata vista dal popolo di Maah.

“ La sfida e finita,” decretò il consigliere, “ vince Feith!” urla di gioia si propagarono per tutta la vallata.

Nel mentre, Lily si trascinava a fatica verso i suoi compagni. “ Lily come ti senti?” chiese la maga.

“ Bene, grazie Gajeel!” rispose, strizzando gli occhi, “ Comunque dovresti fare attenzione, credo che ci sia un albero dietro di te….ci sta osservando!” concluse sussurrando, ammiccando al vero Gajeel, dietro la ragazza.

“ Ma che cavolo Lily!” lo rimproverò il moro, prima di prenderlo di peso e metterlo disteso sulla sua sacca.

“ Si preparino i prossimi!” si sentì la voce del consigliere da lontano.

“ Vado io questa volta!” disse Levy, prima di incamminarsi verso il luogo dove la sfida sarebbe iniziata.

Il foglietto fu estratto e l’uomo annunziò la sfida: “ Indovinelli!”

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Jhetsu vece segno a Levy di iniziare.

La ragazza ne aveva letti molti nei suoi vari libri, quindi cercò di farsene tonare alla mente uno che fosse difficile: non voleva certo cadere nel pregiudizio, ma confidava molto nel fatto che un semplice cacciatore fosse carente in materia di indovinelli.

“ Bene,” cominciò, “ radici invisibili ha, più in alto degli alberi sta, lassù tra le nuvole va e mai tutta via crescerà!*” concluse, fissando intensamente il giovane davanti a lei.

Il moro ci pensò su un po’: si gratto il mento, il collo, si guardò attorno e poi, all’improvviso, si fermò.

“ E’ la montagna!” disse. Levy rimase per un attivo stranita poi, in silenzio, annuì.

“ Ora tocca a me!” riprese Jhetsu, “ Non ha voce e grida fa, non ha ali e a volo va, non ha denti e morsi dà, non ha bocca e versi fa! Che cos’è?”

Porca miseria, il tipo ci sapeva fare! La blu lo aveva decisamente sottovalutato: non che non sapesse la risposta, ma era rimasta piacevolmente sorpresa nello scoprire che il suo avversario sapesse tenerle testa. “ il vento, la risposta è il vento!” disse.

Il ragazzo corrugò la fronte: era di nuovo il turno di Levy.

“ Vive senza respirare, freddo come morte pare, beve ma non è assetato, non tintinna anche se corazzato!”

Jhetsu spalancò gli occhi: “ Come scusa?”

“ Deve ripetertelo così che il tuo piccolo cervello lo catalizzi, nanerottolo?!” sbraitò Gajeel da lontano, sostenuto dai leggeri gridolini di un Lily ancora ubriaco.

“ Niente affatto!” gli urlò di rimando, “ Solo,” guardò la Scripter, “ ho bisogno di pensare!”

La ragazza annuì leggermente, mentre il moro si chiudeva il mento tra pollice e indice, assorto.

Il tempo passava, ma il ragazzo non aveva ancora risposto: “ Le devo chiedere si rispondere, altrimenti avrà perso!” lo incalzò il consigliere.

“ Certo, certo. Un attimo solo!” rispose. “ Cos’è, cos’è!!” ripeté, perso di nuovo nei suoi ragionamenti.

“ Ti arrendi?” chiese Levy. Lui alzò lo sguardo verso di lei: “ Non ancora!” rispose sogghignando e lei sorrise, perché sapeva che aveva trovato la soluzione.

“ E’ il pesce!” proclamò in fine, senza accorgersi di stare urlando.

Poi rincominciò: “Vedere non si può e neanche sentire, fiutare non si può e neppure udire. Sta sotto i colli, sta dietro le stelle e riempie tutti i vuoti, tutte le celle. Per primo viene, ultimo va, a vita e a riso termine dà!”

La maga ebbe un brivido lungo tutta la schiena: “ Il buio!” sussurrò.

“ Giusto!” rispose secco il giovane, sospirando appena: la ragazza era davvero molto brava! “ Ora è il tuo turno!”

“ Bene, un giorno un occhio in un azzurro viso vede un altr’occhio dentro un verde viso: quell’occhio è come me, però è laggiù, mentre il mio occhio se ne sta quassù!”

Questa volta, il moro spalancò dapprima la bocca come per dire qualcosa poi, lentamente, la richiuse: non aveva la più pallida idea di quale fosse la risposta.

I minuti passarono, ma niente, non riusciva a capire di che cosa parlasse l’indovinello! La blu lo guardava camminare avanti e indietro, borbottando frasi sconnesse e gesticolando vistosamente: ormai era fatta.

Dopo cinque minuti, il consigliere decretò la fine della sfida, dando la vittoria a Levy: ora erano uno pari.

La ragazza stava tornando verso i suoi due compagni quando si sentì chiamare: “ Ragazza!” si voltò, “ Dimmi la risposta all’indovinello!”chiese il moro.

“ E’ il sole che parla, mentre guarda il suo riflesso sulle margherite!” disse.

Lui non rispose subito, ma rimase a guardarla per un po’, poi parlò: “ Io non le ho mai viste le margherite!” e tornò dai suoi compagni. Levy abbassò lo sguardo.

Ora mai mancava solo un’ultima sfida per decretare il vincitore assoluto: erano rimasti solamente Gajeel ed Enn a contendersi la vittoria.

“ Quale onore!” si inchinò il biondo beffardo, mentre si avvicinava al Dragon Slayer, “ Sarà davvero divertente vederti perdere davanti alla tua ragazza!” ridacchiò.

“ Non è la mia ragazza!” sbraitò, rosso come un pomodoro, “ E comunque sarai tu a perdere, damerino!” ringhiò.

Il consigliere estrasse l’ultimo, fatidico rotolo di pergamena, mentre tutti i presenti trattenevano il fiato, aspettando il responso. L’uomo lesse ad alta voce: “ Basket!”

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“ Quando tutto questo sarà finito, tornerò da quello stupido re e lo prenderò a pedate nel sedere!” sbuffò Gajeel, mentre aspettava che gli uomini del deserto montassero un campo da Basket improvvisato.

“ Non preoccuparti Gajeel, sono sicura che andrai alla grande!” gli rispose lei, dandogli un leggero sbuffo sulla spalla. Lui sospirò: sarebbe stato meglio un combattimento.

Comunque sia, il campo era pronto e il moro fu chiamato per iniziare la sfida: il biondo lo aspettava.

“ Aspetta!” la Scripter lo trattenne per un lembo della casacca, “ Non puoi giocare così!” lo rimproverò.

“ Così come, scusa?” chiese stranito. Lei indicò la casacca nera: “ Levatela, altrimenti con tutto quel peso addosso ti stancheresti inutilmente!”

Il moro si guardò, prima di fare quanto detto e rimanere in canottiera (categoricamente nera!): “ Così va meglio!?” chiese sarcastico. Ma per tutta risposta assistette all’incredibile evento di vedere Levy togliersi la bandana: “ Legati i capelli con questa!”

In silenzio, lui la prese in mano, dandole in cambio la pesante casacca: si legò i lunghi capelli corvini in una coda disordinata, ammiccò alla ragazza tirando su il pollice e poi, carico come una mina, si diresse spavaldo vero Enn.

“ Andrà bene, vero Lily?” chiese la maga all’amico.

“ Ciiiierto, basta che riesca a tener fermo il campo mentre gioca!”

Levy lo guardò stranita, prima di tornare a concentrarsi sul Dragon Slayer e il suo sfidante.

“ Sei sicuro che non sia la tua ragazza?” chiese il biondo, non appena Gajeel si fu avvicinato. Il moro si scrocchiò vigorosamente le nocche: “ Ti ho già detto di no!” rispose a metà tra chi vuol far vedere che non gli interessa e chi, invece, se ne interessa da morire.

“ Allora non ti dispiace se la tengo per me, vero?” il tono della sua voce era candido mentre parlava, come di un bambino che chiede alla mamma se può avere un giocattolo.

Il moro rimase spiazzato: “ Cos’ hai detto!?” sibilò.

“ Bhe vedi,” comincio Enn, “ una ragazza del genere è proprio il mio tipo: bella e intelligente. E poi io sono giusto in età da matrimonio quindi, direi che il fato è dalla mia parte!”

“ Te lo puoi scordare!” sbraitò Gajeel furioso ed esasperato da tanta assurdità, “ Levy non ci penserebbe nemmeno a venire con uno come te!”

Il biodo la prese in contro piede: “ Quindi, con uno come te invece si?” chiese.

Il mago non rispose. “ Ah, questo cambia tutto, non è vero ragazzone?” disse ancora, con quel suo tono da gatto sornione.

“ Lei appartiene alla gilda di Fairy Tail!” sentenziò il moro a denti stretti, cercando di trattenersi del prenderlo a sberle.

“ Staremo a vedere!” cominciò, questa volta serio, “ Chi vince la sfida, avrà il diritto di portare Levy con sé!”

“ Ma che diavolo…”

“ Ci stai?” lo interruppe di nuovo il biondo. Gajeel sospirò, poi si voltò a guardare la compagna: stava li, ritta in piedi, con la sua casacca sotto braccio e i capelli arruffati dal vento. Le tornarono in mente le parole che gli aveva detto la mattina: quando decidono che vogliono qualcosa, faranno di tutto per averla!

Il Dragon Slayer si voltò di nuovo verso quel maledetto damerino: “ Ci sto!” E così, al segnale del consigliere, il gioco incominciò, frenetico fin dai primi palleggi.

Entrambi si muovevano velocissimi, inseguendosi, marcandosi, senza mai perdere il ritmo.

Levy rimase piacevolmente sorpresa nel constatare che il Dragon Slayer ci sapeva fare: non avrebbe mai pensato che potesse essere così bravo; purtroppo però, anche il cacciatore di Maah era molto bravo. Come sarebbe potuta finire una partita del genere?

Dribblaggio, tre passi, canestro: i primi due punti andarono a Enn. “ Niente male, eh ragazzone?” lo stuzzicò il biondo, trottando nella sua metà campo.

Il moro riprese la palla, lo guardò torvo per qualche secondo, poi di nuovo spedito verso il canestro opposto.

I minuti passavano e i due continuavano a inseguirsi sui punti: prima segnava uno, poi l’altro lo recuperava; come livello erano praticamente alla pari. I giocatori erano entrambi boccheggianti, sfiniti e fradici come spugne bagnate, in più il sole a picco sulle schiene non aiutava affatto. Il problema era che Enn era decisamente più abituato a sopportare situazioni del genere: Gajeel era piegato sulle ginocchia.

Il biondo gli si avvicinò: “ Cosa c’è ragazzone, non ce la fai più?” ridacchiò.

Gajeel si asciugò il sudore dagli occhi: “ Ti piacerebbe stronzetto!” ringhiò, nonostante le forze si stessero dissipando.

Erano ventiquattro pari: la palla continuava ad andare da una parte all’altra, senza fermarsi, senza mai fare canestro; i minuti passavano e il moro era sempre più sfinito. Era finita, non ce la faceva più.

“ GAJEEL!” si sentì chiamare; il cuore gli batteva a mille, lo sguardo appannato e le orecchie che sibilavano come treni a vapore, ma riconobbe immediatamente quella voce: Levy lo aveva chiamato.

Si voltò nella sua direzione: “ Forza Gajeel!” urlava, “ So che puoi farcela, non mollare!” disse di nuovo, con la voce strozzata e rotta dal pianto, ma comunque forte e chiara.

Già, il Dragon Slayer si era completamente dimenticato che non poteva, non doveva perdere, altrimenti quell’idiota si sarebbe portati via Levy, la SUA Levy.

Si alzò ritto in piedi, la palla pronta a toccare il suolo: “ Col cavolo che mollo!” ghignò beffardo.

Il biondo inarcò un sopracciglio stranito, ma il moro era già partito i quinta verso il canestro: il cacciatore gli si parò davanti, il moro lo schivò spostandosi con il piede perno, piegò le gambe e la schiena, pronto al tiro.

La palla entrò netta, pulita e subito, il consigliere decretò lo scadere dei minuti di gioco: la partita era vinta da Gajeel e la sfida da Fairy Tail.

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Il popolo del deserto se ne andò, rinunciando all’assedio di Kona, come prestabilito dalle regole del gioco.

Il re fu immensamente grato ai quattro maghi per il loro aiuto, cosa che non si poteva dire altrettanto visti i giochi che li aveva costretti a fare: ci mancò poco che Gajeel non saltò addosso al poveretto!

Comunque sia, esausti e sfibrati, si infilarono sul primo treno diretto a Magnolia, diretti finalmente a casa.

“ Penso di non essermi mai stancato tanto in vita mia!” sbuffò il drago, sprofondando nel sedile.

“ Per una partita di Basket!?” chiese divertita la ragazza, Lily accoccolato sulle sue ginocchia, ancora leggermente brillo.

“ E non solo per quello!” rispose un po’ vago.

“ Comunque sia sono contenta sia tutto finito!” sbadigliò, stropicciandosi gli occhi, “ sono davvero a pezzi!”

“ Parli tu, che hai solo dovuto parlottare e indov-.” le parole gli morirono in gola quando sentì qualcosa di morbido toccargli il braccio; Levy si ara accoccolata addosso a lui.

Il moro tremò tutto, rosso fino alla punta del naso: “ Oi, gamberetto, c-che fai?!” sbraitò imbarazzato.

La ragazza non rispose: il respiro era pesante, segno che ora mai era già bella e addormentata. Gajeel deglutì forte, teso come una corda di violino: voltò lo sguardo al finestrino, appoggiandoci il braccio.

Ogni tanto la osservava: i capelli ancora sciolti, arruffati, che scendevano leggeri sulle spalle nude. Le ciglia erano nere come la pece, lunghe; le guance color melograno, un po’ per la stanchezza un po’ per la loro natura. Il ragazzo pensò che fosse molto bella.

Si diede mentalmente dell’idiota, mentre si spalmava una mano sulla faccia: tornò comunque a guardarla.

Chissà perché, si chiese, proprio lei, si era data tanta pena per poter stare con lui; cos’aveva lui da offrirle, cos’aveva lui per poterla rendere felice? Niente.

L’unica cosa che sapeva per certo, era che lui aveva bisogno di Levy: ogni volta che la guardava, si ricordava lo schifo che era stato, ma anche quello che aveva trovato a Fairy Tail, che non aveva mai avuto da nessun’altra parte.

Gajeel le tolse gentilmente una ciocca di capelli dalla guancia, poi la carezzo, facendo attenzione a non svegliarla: “ Mi piaci, Levy!”

“ Che cos’hai detto!?” il moro alzò lo sguardo: Lily si era svegliato!

“ Ah, n-niente!” borbottò, rosso scarlatto. “ No, no, è inutile che neghi: ti ho sentito!” ridacchio l’Exceed.

“ Non so di che parli!” disse di nuovo, grondando come non mai, “ N-Non ho detto nulla!”

Il viaggio proseguì così, con i due che continuavano a borbottare e protestare, mentre Levy, dal canto suo, dormiva tranquilla appoggiata a Gajeel.

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E sono tornataaaaa….dopo un anno credo! Devo chiedervi scusa, ma l’ispirazione mi aveva completamente abbandonata, e la voglia con essa! Spero il capitolo vi sia piaciuto…wow, strano riprendere in mano una storia dopo così tanto! Cmq, a titolo informativo, questo è il penultimo capitolo, il prossimo sarà l’ultimo della serie…eh già! Cmq sappiate che mi siete mancati tutti tanto, vi mando tanti baci, e ve ne manderò ancora di più se lascerete una recensione! Grazie mille!  * gli indovinelli sono presi dal libro " Lo Hobbit" di Tolkien, xkè ho zero fantasia anche su quelli! 

  
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