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… A Precious Star… Arrivederci, amica mia!
CAPITOLO 11
- BILL -
Oggi è il
giorno del matrimonio di Tom, in casa c’è un clima di fibrillazione un po’
ovunque: durante il pranzo, mamma e Gordon sono esagitati, io sto andando fuori
di testa dall’ansia, mio fratello continua a saltare sulla sedia, come se avesse
del pepe nel sedere, Victoria ogni quattro secondi o scoppia a piangere o si
mette a ridere come un’isterica, servi e soldati corrono a destra e a manca per
sistemare Dio solo sa cosa, quella più calma e controllata è Marissa, la quale
comunque mostra anche lei segni di cedimento, è un po’ nervosa, si capisce. Il
pomeriggio si terrà la celebrazione, nel boschetto dietro il palazzo, dove sono
stati istallati tendoni e gazebo e dove regnano sovrani i fiori, scommetto che
c’è lo zampino di Marissa per tenerli vivi e lucenti con la sua magia. I
festeggiamenti continueranno fino a notte fonda e io ho organizzato una
sorpresa per Marissa, è questo che mi carica d’ansia, perché, per me, lei è
un’incognita!
Dopo
pranzo schizziamo a prepararci, Marissa si cambia e si veste in un batter
d’occhi, poi si trucca un po’ davanti alla toeletta che ho fatto portare per
lei qualche tempo fa, quando si è decisa a passare tutte le notti da me, per
pochi minuti, poi schizza via, deve andare a far indossare l’abito da sposa a
Victoria, Tom non la può vedere prima del matrimonio perché porta sfortuna,
motivo per cui, appena se ne va Marissa, che è anche la damigella d’onore e
testimone della sposa, arriva mio fratello nella mia stanza per cambiarsi e
prepararsi. Oddio, è davvero andato fuori di matto, continua a saltellare di
qua e di la, si è allacciato i gemelli d’oro al contrario e stava per infilarsi
i pantaloni senza boxer, insomma con questo livello di nervosismo sta facendo
impazzire anche me, che proprio non ne ho bisogno! Finalmente siamo entrambi pronti,
con i nostri elegantissimi smoking dai panciotti oro per lui e rame per me, il
suo testimone. Ci dirigiamo nel luogo dove si terranno le nozze e ci mettiamo
ai nostri posti. Mamma e Gordon arrivano in quell’istante e si siedono nei
primi due posti a sinistra, delle due file separate da una magnifica quanto
improvvisata navata con tappeto panna a segnarne il percorso, mi guardo un po’
intorno, è davvero un luogo magico, Marissa è riuscita a renderlo un angolo di
paradiso, anche mamma è estasiata dalla visione idilliaca e celestiale che c’è
qui; fiori bianco latte, panna e gialli sono sparsi un po’ ovunque in bouquet
incantevoli e sono troppo brillanti per essere solo dovuto ai brillantini oro
che li tempestano, ripeto, centra la magia di Marissa, sedie eleganti bianche,
imbottite e rivestite di broccato panna compongono due lunghe file di posti a
sedere, sotto i tendoni bianchi, da cui pendono tendine svolazzanti di
impalpabile seta per delimitare il confine laterale dei posti, dietro alle
quali girano continuamente servi per mettere in ordine o per organizzare la
cena successiva in un altro gazebo.
Molti
invitati hanno già preso posto, ci sono nobili e soldati, con mogli e figli,
consiglieri e amministratori, con le loro famiglie. Vedo Marissa correre
attraverso la navata verso di noi, con una rosa bianca a bocciolo semiaperto, i
capelli rosso fuoco acconciati solo in cima al capo svolazzanti al vento, che si
intonano perfettamente con quel vestito color ruggine, la gente si gira a guardarla
emettendo stupiti sussulti di meraviglia e cominciando a fare commentini tra di
loro su di lei, soprattutto le donne, che avevano sperato di far sposare una delle
loro nobili figlie con me: spiacente, sono già occupato! Marissa arriva da Tom
e senza dire una parola appunta la rosa nella tasca della sua giacca, dando un
colpetto di assestamento al suo pettorale sinistro, poi appoggia incoraggiante
una mano sulla sua spalla e gli sussurra, non abbastanza piano perché la gente
e io non sentiamo: “Sta per arrivare, buona fortuna!”, lei fa per andarsene, ma
io ho bisogno di lei, e diciamolo, mi da fastidio che non mi abbia degnato di
uno sguardo: “Marissa!”, la chiamo, lei si gira e viene da me, io appoggio le
mani sui suoi fianchi snelli fasciati dal vestito stretto e lungo fino a terra
e le stampo un bacio sulle labbra, casto e dolce, giusto per mettere in chiaro
che lei è mia! Dio, quanto sono geloso! Ma la amo, quindi è normale, no? “Sei
bellissima!”, le sussurro e poi la lascio andare, lei, dopo essersi alzata in
punta di piedi per arrivare a darmi un rapido bacetto sulla guancia, scappa via
e torna da Victoria. Mamma mi guarda con un sorriso complice sulle labbra: sa
che cosa ho in mente per dopo, è stata lei ad aiutarmi ad organizzare tutto. Io
le rispondo con uno nervoso e ansioso.
Dal fondo
i musicisti iniziano ad intonare la marcia nuziale e Marissa entra in scena:
percorre la navata con sguardo fiero e sereno, seguita a ruota da un nostro
cugino di secondo o terzo grado, di otto anni che porta gli anelli su un
cuscinetto di velluto bianco, e viene a posizionarsi al mio fianco. Poi è il
turno di Victoria, splendida e sorridente, commossa e felice, che si porta con
disinvoltura, nonostante il vestito tanto scomodo quanto magnifico, davanti a
mio fratello. Il suo bouquet a cascata finisce nella mani di Marissa che lo
custodiranno per lei durante la cerimonia. Il funzionario incaricato della
cerimonia comincia a parlare e riferire con tono pomposo e altisonante
dell’essere tutti riuniti per celebrare l’unione di quest’uomo, mio fratello, e
di questa donna, Victoria, nel sacro e indissolubile vincolo del matrimonio.
Finalmente giunge il momento delle domande: “Tom Kaulitz, vuoi accogliere la
qui presente Victoria Mayer come tua legittima sposa e futura regina,
promettendo di esserle fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e
nella malattia, e di amarla e onorarla tutti i giorni della tua vita?”, mio
fratello risponde sicuro e fiero, fissando negli occhi la sua sposa: “Sì, lo
voglio!”, Victoria è alle stelle e sorride felice e commossa fino alle lacrime,
poi il funzionario si rivolge a lei: “Victoria Mayer, vuoi accogliere il qui
presente Tom Kaulitz come tuo legittimo sposo e futuro re, promettendo di
essergli fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella
malattia, e di amarlo e onorarlo tutti i giorni della tua vita?”, “Sì, lo
voglio!”, risponde Victoria con voce strozzata dall’emozione.
Dopo altri
discorsi dell’uomo arriva il tanto atteso scambio degli anelli, il piccolo cede
il cuscino al funzionario che lo appoggia all’altare e slega i nastrini che
tiene fermi gli anelli. Tom prende il suo e comincia: “ Prometto di unire la
tua vita alla mia e di sostenerti ora e sempre, per tutti i giorni della nostra
vita insieme.”, poi lo infila al dito di Victoria, sopra all’anello reale del
loro fidanzamento, lei combatte con le lacrime con due respiri profondi poi
prende parola e con voce tremante, dopo aver prelevato il suo anello, recita la
sua promessa: “Prometto di amarti fedelmente e di prendermi cura di te e dei
nostri bambini a venire ora e sempre, per tutti i giorni della nostra vita
insieme.”, anche l’anello per Tom finisce al suo posto e il funzionario
finalmente termina la cerimonia: “Con i poteri conferitomi, vi dichiaro marito
e moglie. Può baciare la sposa!”, Tom impaziente prende il viso di Victoria tra
le sue mani e si avventa sulle sue labbra come un assetato che ha bisogno del
suo nettare per vivere. Esplode un boato e la gente piange, urla e applaude,
Marissa ormai non è più padrona delle sue emozioni, l’hanno completamente
sopraffatta e piange come una fontana. Hai visto, piccola, quanto è bello
questo momento? Sarà anche nostro se tu questa sera mi dirai di sì!
Marissa si
avvicina e ridà il bouquet a Victoria, la quale, per mano al suo neo marito,
viene condotta attraverso la navata per la prima apparizione davanti ai
testimoni come coppia sposata, il mio sguardo cade su mamma che piange come una
bambina, commossa e felice, ma con una vena di tristezza nello sguardo, starà
forse pensando a nostro padre? Non lo so, ma è il momento di seguire il corteo
nuziale, prendo per mano la damigella, Marissa, e seguiamo gli sposi a pochi
passi di distanza lungo la navata. Lentamente tutta la gente si alza e segue
mia madre e Gordon dietro di noi. Ci rechiamo al tendone del banchetto e dei
festeggiamenti, so che la cena sarà servita tra qualche ora, prima ci saranno
danze, aperitivi, scambio di auguri e felicitazioni per gli sposi, complimenti
alla regina, al re e allo splendido matrimonio. Dunque è il momento di fare la
mia mossa. Prendo Marissa per mano e mi defilo dalla gente, ritornando a
palazzo: “Bill, che succede? Che cosa c’è che non va? Oddio, ho dimenticato
qualcosa di importante per i festeggiamenti?”, mi domanda Marissa, mentre in
tutta fretta la conduco in casa, su per le scale e fuori sul terrazzino
panoramico. Non le rispondo perché non ce n’è bisogno: lei sa già qual è la
risposta alle sue domande quando arriva qui, lo leggo nei suoi occhi
positivamente stupiti ma un po’ confusi che vagano incantati per il pergolato
intorno a noi e sopra le nostre teste che è pieno di fiori di mille colori, i
suoi preferiti: le orchidee. Sa già che il matrimonio di Tom non centra niente
e che questo è un momento per noi. “Mi scuso, questi fiori non sono belli
quanto quelli che hai procurato tu per il matrimonio, ma speravo che potessero
piacerti lo stesso!”, lei li osserva estasiata ancora per qualche attimo poi
dice in un soffio: “Sono bellissimi! Ma, Bill, perché siamo qui?”, la mia
risposta arriva dal mio mettermi in ginocchio di fronte a lei e prelevare una
scatolina di tessuto rosso dalla mia tasca. Lei sgrana gli occhi ma non dice
nulla: “Marissa, piccola, ti amo, e lo sai, e credo che anche tu mi ami! Tutte
le tue remore sono cadute tempo fa, quando ti ho dimostrato quanto sei
venerata, ora, ti prego, concedimi l’onore di diventare la mia straordinaria,
meravigliosa e adorata moglie!”, apro la scatolina, che contiene il mio anello
reale, quello che è stato per anni al mio mignolo, porgendogliela, e aspetto la
sua risposta fissando con ansia i suoi occhi. Marissa, ti prego, non dirmi di
no questa volta! Marissa, piccola, ti prego, rispondimi di sì! Lei continua a
stare zitta e io comincio a scoraggiarmi, abbasso lo sguardo demoralizzato e mi
sento un emerito cretino per essere stato tanto stupido da credere che questa
volta sarebbe stato diverso, poi quando non ci spero più e sto meditando di
rialzarmi lei dice un flebile “Sì!”, i miei occhi scattano di nuovo ai suoi e
le domando insicuro: “Sì?”, lei annuisce con veloci e furiosi movimenti della
testa e ripete: “Sì!”, io sono al settimo cielo, mi alzo in piedi e la prendo
tra le braccia facendola volteggiare e piroettare con me, lei si aggrappa alle
mie braccia per non cadere e ride con lacrime di gioia che le rigano le guance:
“Oddio, hai detto sì! Hai detto sì!”, continuo ad urlarle, “Bill, sì, ho detto
così, mettimi giù, mi gira a testa!”, mi dice lei con simulata urgenza. La
rimetto a terra e lei mi getta le braccia al collo, poi mi bacia, con gioia,
amore, condivisione, passione e desiderio: non mi ha mai baciato così prima
d’ora! Si stacca da me e mi porge la mano sinistra, con le dita larghe, e
attende che io le infili l’anello all’anulare.
Con somma
gioia e soddisfazione lo prendo dalla scatolina che stringo tra le mani e
faccio per metterglielo: “Spero che vada bene, l’ho fatto stringere per te!”,
per fortuna le calza a pennello, benedetto gioielliere! “Bene, è perfetto!”,
sussurro tutto contento, lei mi prende le mani tra le sue e mi chiede
guardandomi: “Sapevi che ti avrei detto sì? Eri tanto sicuro della mia risposta
da andare a far stringere il tuo anello per me?”, ops! Dove vuole arrivare?
“Ehm, no! Non ero affatto sicuro della tua risposta, ma ci speravo, ecco!”, lei
scuote la testa divertita e mi abbraccia, poi mi sussurra in un orecchio: “Sei
proprio uno che non molla mai, eh?”, “Infatti!”, le rispondo anch’io divertito.
Dopo un
po’ di tempo passato a coccolarci e baciarci sotto quel pergolato di orchidee decidiamo
di ritornare ai festeggiamenti per il matrimonio di Tom. Marissa preleva un’orchidea
gialla e porpora e se la appunta al vestito, infilandola nella scollatura non
molto generosa, per la mia sanità mentale, e ritorna tutta felice al gazebo
della cena. Appena incrocia lo sguardo di Victoria solleva la mano sinistra da
cui luccica il mio anello e la sventola in aria con aria di trionfo! Victoria
caccia un urlo entusiasta, al quale tutti ammutoliscono e si girano a guardarla
per cercare di capire che succede, e corre ad abbracciare stretta Marissa. Come
faccia a non inciampare in quei metri di pizzo è ignoto! “Ti sposi, ti sposi
anche tu!”, urla e la gente resta basita. Poco dopo si separano e Victoria
ritorna da suo marito e io prendo sottobraccio la mia fidanzata e la accompagno
a prendere un calice di champagne. I festeggiamenti continuano, la cena è
divina, le danze spensierate e divertenti e spesso la gente viene a
congratularsi anche con me e Marissa per il nostro lieto evento.
- TOM -
Sono
passati due anni esatti da quando Victoria e Marissa sono arrivate a noi, ed è
di nuovo il compleanno mio e di Bill! Ora siamo tutti e quattro felicemente
sposati e io non sto più nella pelle! Mi sembra di essere ritornato al giorno
del mio matrimonio, o anche a quello di Bill, quando temevo di impazzire dal
nervosismo. Oggi si terrà la nostra incoronazione: è la prima volta nella
storia che si celebra l’inizio di un governo a quattro, ma d’altra parte è
anche la prima volta che nascono due gemelli all’interno della famiglia reale
che sopravvivono entrambi fino al venticinquesimo anno di età! Dio, che paura!
Sono solo,
siedo nel salottino di famiglia a bere litri di camomilla per placare i nervi.
Ad aggravare il mio stato ansioso c’è la notizia che mi ha comunicato ieri notte
Victoria, tempismo perfetto quella ragazza, devo dire! Già sono abbastanza
fuori di testa per la storia del passaggio di trono, ci mancava anche che ci si
mettesse anche lei! Ma è anche vero che l’ho costretta io a confessare, quindi
è solo colpa mia se sto per sclerare! È incinta! Incinta, cazzo! Merda, sto per
diventare padre! Ho una strizza del diavolo! Sarò capace di essere un buon
padre come Bill lo è per il suo bambino? Non lo so, ma spero proprio di sì!
Parlando
del bambino di mio fratello, eccolo che spunta, tallonato da Electra, diventata
una cagnolona grande e spaventosa tanto quanto la sua padrona, colpa degli
occhi troppo simili a quelli di Marissa, dico sempre io! Il mio nipotino fa il
suo ingresso con il suo passo malfermo da bimbo di un anno che ha cominciato
precocemente a camminare, ma stiamo pur sempre parlando del figlio di una
strega, chissà cosa sarà già in grado di fare a due?! Sinceramente a volte mi
spaventa, ma almeno non ha preso gli occhi di sua madre! Il piccolo è un
biondino vivace con gli occhi vispi del colore di suo padre e Marissa dice che
fra qualche mese comincerà a combinare casini perché si svilupperanno le sue
doti magiche, se le avrà ereditate! Dio, spero tanto di no! Non ho niente
contro il potere magico, ma ritengo che una strega basti e avanzi in famiglia,
non c’è bisogno anche di un piccolo stregone! “Ehi, ciao, piccolo! Vieni qua
dallo zio!”, gli dico e gli tendo le mani per prenderlo in braccio. Lui si
tuffa ridendo su di me e io me lo siedo sulle ginocchia: “Allora ometto! Dove
hai lasciato la mamma e il papà?”, “Camea!”, mi risponde con la sua vocettina
fine e squillante, “Stanno ancora dormendo?”, domando, scuote la testa
convinto, Dio, è precoce anche nell’apprendere le cose e nella capacità di
rispondere con un senso logico alle domande che gli vengono fatte, l’ho detto
che è inquietante? Sì, penso di aver già detto qualcosa di simile!
Ed ecco
che arrivano anche i suoi genitori: un Bill scarmigliato e con le occhiaie nere
come la pece entra in sala sbadigliando con il dorso di una mano davanti alla
bocca, Marissa, bella come il sole e pericolosa come il fuoco, avanza a passo
sicuro fino al tavolo dove sediamo io e il loro piccolo Alexander, tenendo le
mani sul ventre come a proteggerlo dal mondo. Eh, sì! È incinta anche lei, di
nuovo, di due mesi! Il mio fratellino si è dato da fare parecchio! Beh, anch’io
mi sono dato da fare, ma per Vichy è stato più difficile rimanere incinta:
quando lo ha cercato non è venuto e quando si è rassegnata è arrivato in un
attimo. Le ho detto che era tutto lo stress e l’ansia dall’averlo per forza che
l’ha bloccata ma lei mi guarda storto tutte le volte che lo dico, come se fossi
io il problema! Ehi, baby! Io non ho nessun problema, là sotto, infatti vedi:
il piccolo è arrivato anche per noi! Oddio, sarà maschio o femmina?
Mio
fratello con la compostezza e la grazia di un elefante si getta su una
sedia e
appoggia i gomiti alla tavola per tenersi la testa cadente, Marissa si
accomoda
accanto a lui, guardandolo con divertita commiserazione.
“Papà!”, urla il
piccoletto tra le mie braccia e scivola giù dalla sedia per
correre dal suo
papà, la prima parola in assoluto che Alexander ha pronunciato
in vita sua, per
somma soddisfazione di Bill! “Ehi, vieni qui, campione!”,
gli dice Bill con voce
stanca, prendendolo in braccio, i piccolo si mette in piedi sulle cosce
di Bill
che lo tiene in equilibrio, stringendo le manine del bambino tra le
sue, la
mamma si china a dargli un buffetto sul naso, facendolo ridere, poi gli
domanda,
con l’apprensione di una madre: “Vuoi mangiare?”,
Alex testardo scuote la testa
e si gira dall’altra parte, stringendo suo padre al collo,
“Va bene, dopo,
allora!”, Marissa comincia a servirsi e mi domanda:
“Victoria?”, le rispondo
con un sospiro: “L’ho lasciata dormire stamattina, ho
pensato che le facesse
bene un po’ di sonno, soprattutto adesso che è
incinta!”, a Marissa scappa la
forchetta di mano che atterra sul piatto di ceramica facendo un gran
casino, “È
incinta?!”, mi domanda tra l’euforico e lo stupito,
“Sì, me lo ha detto ieri
notte, dopo che l’ho beccata china sulla tavola del gabinetto a
dare di
stomaco… è normale che vomiti anche di notte? Comunque
non sa se di due, tre
mesi, non è sicura…”, “Oddio, perché
non te l’ha detto prima? Comunque sì, può
capitare qualche nausea anche di notte i primi tempi!”, mi dice
sconvolta,
“Dice che aspettava che questa storia dell’incoronazione
fosse finita per
risparmiarmi altra ansia e ancora più stress.”, Marissa
caccia un urletto
fastidioso battendo le mani: “Ah! Tom, potrebbero nascere nello
stesso periodo
i nostri figli perché anch’io sono incinta dallo stesso
tempo!”, ah, già! A
questo non avevo pensato!
Cerco di
cambiare discorso: “Ehm, fratellino, come mai quest’aria sbattuta stamattina?
Preoccupato per la cerimonia, eh?”, lui mi guarda, distogliendo lo sguardo dal
figlio che sta pasticciando con una fetta di toast nel piatto del padre, e mi
risponde: “No, più per le nausee mattutine di Marissa!”, quest’ultima sbuffa con
aria davvero poco signorile e ricomincia a mangiare, Bill continua: “Sono
cominciate insolitamente presto questa mattina, e non ho chiuso occhio tutta
notte per via di questa peste indemoniata che non ne voleva sapere di dormire e
lasciarci dormire! Vero, Alex?”, mio nipote ignora bellamente suo padre e continua
la sua opera di sbriciolamento cibo. Bill alza gli occhi al cielo e sorride al
figlio come solo un padre può fare e gli scompiglia i capelli biondi.
Victoria
arriva poco dopo, radiosa e splendente, con un sorriso felice sulle labbra, un
sorriso di madre che ho visto spesso sulle labbra di Marissa da un anno e mezzo
a questa parte. Mi alzo in piedi e le vado incontro, la bacio leggermente sulle
labbra e le domando con preoccupazione: “Come stai? Ti senti male? Nausea?”,
lei sghignazza e mi risponde divertita: “Oddio, Tom, sono incinta, non
moribonda!”, mi da una pacca sul fianco con il dorso della mano e mi guarda con
malizia, Dio, questa donna è diabolica! Ma io la amo lo stesso, o forse la amo
proprio per questo! Bah, l’uno e l’altro, forse! Lei mi schiva e va da
Alexander, gli da un bacino sulla guancia e gli dice: “Ciao, piccolo! Che fai,
non saluti la zia?”, Alex le lancia un bacino con la mano, al quale ricambia
anche Vichy con tenerezza, poi alza lo sguardo verso Marissa, la quale le sussurra
complice: “E così anche tu, eh?”, Victoria fa un sorriso radioso e risponde:
“Sì, non ero sicura, ormai credevo di non poterne avere!”, Marissa fa un
sorriso enigmatico del tipo: “Io sono a conoscenza di un segreto scottante, ma
non te lo dirò mai, nemmeno sotto tortura!”, mia moglie capisce al volo e le
punta un dito contro: “Centri tu, vero? È grazie a te se sono rimasta
incinta!”, Marissa ha la compiacenza di mostrarsi ferita e sconvolta: “Certo
che no! Tu mi avevi detto di non intromettermi e io non l’ho fatto! Ho solo acceso
un cero per te nel bosco e pregato per la tua fertilità i quattro elementi,
tutto qui! Niente magia!”, Vichy la guarda storta e le dice: “La magia l’hai
fatta, bella mia! L’hai appena detto di aver invocato i quattro elementi!”,
Marissa si finge imbarazzata: “Ops!”, sussurra per niente dispiaciuta.
Victoria scuote
la testa e la va ad abbracciare, “Grazie mille, è un bellissimo regalo quello
che mi hai fatto! Mi sono sempre domandata perché in tutti quegli anni di
schiava non fossi mai rimasta incinta non facendo niente per proteggermi più di
tanto! Ora mi è chiaro: senza di te, non posso averne!”, Marissa la stringe per
un attimo più forte e poi la lascia andare: “Ehi, ehi, io non ho fatto niente!
È Tom che ti ha messa incinta, mica io, eh!”, io divento rosso come un
peperone, Victoria ride di gusto poi sussurra di nuovo: “Grazie!”, “Di nulla!”,
risponde Marissa con lo stesso tono! Eccole lì, due future mamme, una per la
seconda volta e l’altra per la prima agognata volta, e sono magnifiche,
sprizzano gioia da tutti i pori ed irradiano luminosa serenità materna, io e
Bill ne siamo quasi sopraffatti! E così è un po’ grazie alla magia della moglie
di mio fratello se la mia Vichy è rimasta incinta, eh?! Ok, allora forse non
era lo stress e aveva ragione lei a guardarmi strano, ma lei è felice di
aspettare il nostro bambino, nonostante il piccolo aiuto extra, e lo sono
anch’io! Immensamente! Bene, forse posso rivedere la storia di una sola persona
con poteri magici per casa, se Alex avrà anche lui poteri magici come la mamma
non mi lamenterò e se li avranno anche i loro futuri bambini non dirò una
parola! Promesso!
Fisso la
mia famiglia, quasi tutta riunita qua, in salotto: Vichy e Marissa, ancora
abbracciate, il mio amato fratellino con il suo bimbo in braccio, e i piccoli
in arrivo, ancora al sicuro nelle pance delle loro mamme, mancano solo Simone e
Gordon e saremmo al completo. Cosa un uomo potrebbe volere di più dalla vita? Io
e Bill abbiamo ottenuto tutto quello che potevamo sperare dalle nostre vite: ci
siamo innamorati di due bellissime, carismatiche e intelligentissime donne, le
abbiamo sposate e ora ci stanno regalando dei figli, infine questa sera
diventeremo re e regine! È una giornata splendida e in cuor mio so che ce ne
saranno molte altre come questa perché siamo circondati dall’affetto e
dall’amore dei nostri cari! Guardo il mio gemello e gli sorrido, finalmente
siamo completi e lo saremo per tutta la vita che ci resta da vivere, e forse
anche oltre!
My space: ed
ecco che siamo giunti alla fine anche di questo viaggio… devo ammettere che
questa è la storia di Precious che a
me è piaciuta di più (e anche a voi, sembra, dal numero di recensioni che mi
avete lasciato nel corso della storia… non smetterò mai di ringraziarvi per
questo…)… Ora vi devo chiedere l’ultimo sforzo… commentate il finale! Mi piacerebbe
davvero molto sentire che avete da dire di questa conclusione e se per caso vi
aspettavate un proseguo…
Ad ogni modo, ringrazio Alice Varn per aver inserito la storia
tra le preferite e Silents_words per
averla messa tra le ricordate, un enorme grazie poi a _Vesper_ e Alice Varn
per essere state così costanti nel recensire tutti i capitoli di questa storia
e Lia483 per aver lasciato il suo
commento al precedente, infine un grazie a tutte le lettrici silenziose
numerosissime!
Ricordo la
mia pagina facebook per avere news sulle mie storie (quelle scritte da me) e conoscere
qualcosa in più su di me, su Debby e sulla ragazza che gestisce la pagina con
me, nonché mia amica, non che _Vesper_, ecco a voi il link:
Dark Blue Horizon
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