Timeless 21
Nel capitolo precedente...
L'Inferno
non è sicuramente migliore di come Dante l'aveva descritto,
di questo Jay se ne rende conto subito: vi sono arpie, demoni, ruote
delle torture, armi di tutti i tipi, e sangue sparso un po' ovunque.
Il caldo è insopportabile, e il terreno è
incandescente. Le urla dei dannati lacerano il silenzio. L'immagine di
un demone di fumo li fissa dal cielo.
Come se ciò non fosse abbastanza, lui e Felix devono anche
mantenere un profilo basso per non farsi scoprire dagli altri angeli.
Felix utilizza il sangue di Jay per disegnare un sigillo, col quale
rintraccia l'ubicazione della chiave: le rovine del tempio.
Si incamminano allora a quell'indirizzo, ma vengono fermati da
qualcuno...
«Eih, voi
due laggiù, dove pensate di
andare?!»
Now...
Capitolo
21
Jay
sussultò, riaprendo gli occhi, e quasi inciampò
sui suoi stessi piedi.
Di fronte a lui si ergeva un demone che lo superava di almeno una
spanna in altezza, coi capelli lunghi e neri, gli occhi fiammeggianti,
ed un sorriso munito di denti aguzzi. Indossava un'armatura nera
cosparsa di borchie, reggeva in mano uno di quegli spadoni medievali
che Jay aveva visto tante volte nei film, dentellato da un lato, e
aveva tutta l'aria di non volerli lì.
A donargli un'espressione minacciosa non erano solo i denti e i
muscoli... qualcosa nel suo viso deturpato, nella sua figura schizzata
di sangue, nella sua pelle raggrinzita e nelle ombre violacee sotto gli
occhi, incuteva un timore reverenziale.
Forse era lo sguardo.
Non perché gli occhi fossero rossi, non perché
all'interno vi guizzasse una luce come di una fiamma, no. Ma c'era
un'oscurità, una freddezza, una profondità come
di un abisso.
«Allora? Parlo con voi due!» continuò il
demone facendosi più vicino. Il suo alito era fetido.
Solo in quel frangente Jay si accorse che aveva ripreso a respirare. Ma
i suoi muscoli erano ancora congelati.
«Sto portando un prigioniero da Lucifer»
intervenì Felix come da copione, avanzando di qualche passo
in modo da mettersi in mezzo ai due, e deviare l'attenzione del demone
verso di sé.
La reazione del mostro fu immediata: spalancò gli occhi e
sbiancò, per quanto fosse possibile considerando il colorito
già smorto della sua pelle.
Poi si affannò in un buffo inchino, con tanto di capo
abbassato.
«Mi scusi signore, non l'avevo riconosciuta!»
Jay sollevò un sopracciglio, spostando lo sguardo su Felix,
che tuttavia lo ignorò.
Forse ha capito solo ora
che si stava rivolgendo ad un angelo? Si chiese il
maggiore dei Denver mentre il demone si rimetteva in piedi.
«Dalla stella del mattino?» si aprì in
un sorriso entusiasta, in modo che i denti aguzzi facessero bella
mostra di sé. Si voltò verso Jay, che trattenne
nuovamente il respiro.
Il demone gli faceva lo stesso effetto di Medusa a Perseo: trasformarlo
in pietra.
«Deve essere un pezzo grosso, allora»
considerò il demone analizzandolo come se fosse un taglio di
carne particolarmente appetitoso.
«Siete sicuro, signore, che non volete che gli dia una
ripassatina, prima? Ho appena finito il mio turno...» con un
pollice coperto dalla manopola di ferro nero indicò la
propria ruota delle torture, in legno, con quattro ganci per polsi e
caviglie, quasi interamente ricoperta di sangue fresco.
Accanto ad essa vi era un tavolo cosparso di armi, lame, chiodi e ganci
di tutti i tipi.
Jay, se possibile, divenne ancora più cinereo.
«Oh no» obiettò nuovamente Felix,
così improvvisamente che a Jay sembrò uno scoppio
e sobbalzò.
Il demone corrugò la fronte.
«Mmm.»
Jay emise una risatina nervosa, sollevando le mani all'altezza delle
spalle.
«Sarà per un'altra volta, amico» si
scusò, ironico, ma la voce gli uscì
più spezzata del previsto.
Il demone strinse la mascella.
«Peccato. Davvero un peccato» scosse la testa
«Quegli occhi verdi sarebbero stati perfetti per la mia
collezione.»
Ogni tentativo di replica morì nella gola di Jay.
Felix gli afferrò il braccio e lo trascinò in
avanti, lontano dal demone.
«Ci penserò, per la prossima anima.»
«D'accordo, come preferisce» fece il demone,
servile, con un altro inchino di congedo. «Per qualsiasi cosa
chieda di me, signore. Il mio nome è Furcas*. Mi trova
sempre qui, in ogni caso. Buon viaggio, e a te, umano...»
Jay si costrinse a guardarlo, mentre quello sorrideva e lo salutava con
la mano.
«Buona morte. Oh no, scusa, dimenticavo: sei già
morto.»
Jay sforzò una risatina, annuendo, poi tornò sui
suoi passi al fianco di Felix.
«Ma che simpatico. Qui il senso dell'umorismo lo vincono alla
lotteria?»
«Avremmo dovuto stare più attenti» si
rimproverò invece Felix. «Ci è mancato
pochissimo, se ci avesse scoperto...» sospirò.
«E io che credevo che il nostro problema principale fossero
gli altri angeli» replicò Jay, sarcastico.
«Oh, non sottovalutarli» Felix schioccò
le dita e attorno ai polsi di Jay si costituì un paio di
manette.
«Ma che...»
«Precauzione, Jay. In questo modo sembriamo più
carnefice e vittima.»
Alzò il capo guardandosi intorno, oltre la spalla di Jay.
Quando si assicurò che nessuno li stesse osservando, si
accostò all'umano.
«Ho controllato: più avanti c'è una
schiera di demoni, quindi dovremo mantenere la massima concentrazione
per passare inosservati. Fortunatamente sono occupati nelle loro
mansioni, quindi è più probabile che non ci
notino.»
«Con mansioni intendi torture,
vero?»
«Non è il momento di fare dello spirito,
Jay.»
«Non stavo facendo dello spirito, Spock!» Jay
sbuffò quando Felix inclinò la testa senza capire
il riferimento. «D'accordo, ti ascolto. Massima
concentrazione. Focalizzarsi sull'obiettivo. Ci sono. C'è
altro?»
«Sì» rispose Felix, che evidentemente
non vedeva l'ora di dirlo. «Riguarda gli angeli. Prima avevo
dato un'occhiata ma dalla postazione in cui siamo adesso ho avuto una
percezione più chiara delle loro posizioni. Vi sono tre
angeli guardiani. Due si trovano agli angoli, poco lontani dalla porta.
Non si muovono da lì, a meno che qualcosa non attiri la loro
attenzione. Il terzo, invece, gira tra i demoni per controllare che le
mansioni vengano svolte come Dio... o chi per lui» si
corresse poco dopo, con una nota di frustrazione «ha
ordinato. E ho ragione di credere che potremmo incontrarne un altro
più avanti, e altri due ai limiti dell'Inferno. Dubito,
tuttavia, che arriveremo così lontano.»
«Perché ci uccidono prima?»
«Perché la nostra meta sono le rovine, non i
confini dell'Inferno» rettificò Felix, asciutto.
«O perché ci uccidono prima» insistette
Jay.
«Quello che è» Felix si
allontanò da lui, assumendo nuovamente la sua posa da
creatura soprannaturale altezzosa.
Jay suppose che lo facesse per non attirare sguardi indiscreti.
Intanto, guardando davanti a sé notò un fiume
aprirsi la sua strada attraverso il terreno bruciato. La superficie del
fiume era rossa, ribolliva e fumava in più punti,
così ad un primo sguardo superficiale Jay lo
identificò come lava.
Quando tuttavia fu a distanza sufficiente per analizzarlo, si rese
conto che il colore era fin troppo rosso, e sembrava anche viscoso.
«Oh porca...» fece istintivamente un passo
indietro, con un rimescolio delle viscere. «Ma dannazione,
non potevano avere la fissa del cioccolato, questi? No, il sangue.
Sempre il sangue.»
«Che ti aspettavi? Sei all'Inferno» lo riprese
Felix, con sufficienza, ma con un tono che sembrava in parte divertito.
Che il pennuto stia
imparando a scherzare?
Jay stette al gioco.
«Farò presenti le mie lamentele al diavolo,
affinché prenda provvedimenti sull'arredamento
scadente.»
Felix sbuffò una risata, stringendo le labbra, poi
però l'allegria evaporò veloce com'era arrivata.
«Come la attraversiamo questa arteria vivente?»
domandò Jay, mentre scrutava timoroso i demoni dall'altra
parte della riva, alcuni di loro intenti a frustrare un paio di anime
appena arrivate.
«Ci dovrebbe essere una barca.»
«Non ci credo...!»
«Perché?» chiese Felix, poi
individuò una barca, abbandonata sull'altra sponda, e
allungò una mano verso di essa.
I suoi occhi si illuminarono di viola e un attimo dopo la barca venne
trainata verso di lui come da una corda invisibile.
«Wow, telecinesi. Figo.»
La barca avanzò placida, producendo onde concentriche sulla
superficie del sangue. Traballando li raggiunse, con un piccolo tonfo
contro la riva.
«Per fortuna ho avuto l'accortezza di creare le manette,
altrimenti ci avrebbero fermato già dieci demoni»
si vantò Felix. Poi, senza aspettare che Jay allungasse un
piede per salire sulla barca, lo spinse in avanti.
Jay perse l'equilibrio e sbatté il naso contro il bordo
dell'imbarcazione.
«Vaffanculo!» imprecò a denti stretti
mentre si portava una mano alla zona offesa, che aveva iniziato a
sanguinare.
«Ma ti si è ammattito il cervello?»
«Dobbiamo mantenere un profilo basso, e tu sei il mio
prigioniero. Meno sembriamo strani meglio è.»
«Oh certo, e quindi spaccare il naso al prigioniero rientra
nel piano?»
«Sì.»
Felix non si curò nemmeno di afferrare i remi. Con un
movimento agile della mano essi presero vita e li condussero attraverso
il fiume ribollente.
«E adesso, goditi il viaggio.»
Jay si limitò a rivolgergli lo sguardo più torvo
del suo repertorio.
«Era una battuta?»
Felix scrollò le spalle. «Ha importanza?»
Jay tramontò gli occhi al cielo, poi ancora imbronciato e
dolorante si sporse appena per vedere il sangue sbattere contro la
pareti della barca di legno. Si arrampicava per un po', per poi
rifluire come schiuma attorno al loro passaggio.
Ogni tanto una bolla si espandeva sulla superficie, per poi esplodere
quando il remo la sfiorava, imbrattandolo di sangue.
Jay represse un conato di vomito e decise che osservare i demoni
torturare le anime era meno disgustoso.
Ma forse si sbagliava.
Perché in quella fila di anime innocenti riconobbe quelle
che avevano accompagnato prima lui e Felix, quando attendevano di
passare attraverso il velo.
Sentì piangere il bambino, ma non riuscì a
vederlo da nessuna parte.
A quanto pareva il piccolo era bravo a nascondersi.
Stava giusto analizzando anche gli altri volti, quando la punta della
barca toccò l'altra sponda, con un leggero tramestio di
acque e un sobbalzo che rischiò di farlo cadere nel fiume.
Fortunatamente si aggrappò in tempo e si ritrovò
semplicemente ad urtare un fianco, con un piede in aria.
«Atterraggio turbolento, eh?»
«Più avanti c'è un percorso lastricato.
Dobbiamo seguirlo, ci porterà al tempio. Superati questi
demoni non dovremmo incontrarne altri almeno per un po'.»
«Davve-» stava dicendo Jay ma poi Felix
mutò atteggiamento di colpo, si alzò e lo
tirò in piedi con una forza eccezionale.
Dopo lo gettò bruscamente sulla riva, e senza nemmeno
aspettare le sue repliche, saltò agilmente a terra e
afferrò nuovamente le manette, trascinandolo su.
«Potresti smetterla di sbattermi da una parte all'altra come
se fossi una tovaglia coperta di briciole?» lo
aggredì Jay tra i denti, dando uno strattone alle manette
per sfuggire alla presa dell'angelo. «Mi fai male,
idiota!»
«Niente in confronto al male che ti farebbero questi demoni
se ti prendessero» lo rassicurò, spingendolo in
avanti senza tante cerimonie.
«Vai avanti e non ti fermare» sibilò poi
e Jay annuì, cercando ancora una volta di focalizzarsi
sull'obiettivo -cioè il percorso lastricato- e non sui
demoni che infuriavano attorno.
Tuttavia fu impossibile non alzare lo sguardo, nel riconoscere quei
volti familiari.
Vide un uomo pingue, di cui riconobbe il neo sotto il naso, e poi quel
vecchietto tutto azzimato, col vestito ormai stracciato e sporco di
fango e sangue, a terra mentre due demoni sopra di lui lo prendevano a
colpi di frusta.
Ad ogni sferzata e conseguente urlo di dolore Jay percepiva rizzarsi i
peli della nuca e un brivido attraversargli il corpo.
Ad un tratto sentì distintamente il suono di un osso rotto e
della carne lacerata, e una ventata di sangue gli bagnò la
guancia.
«Non fermarti» gli intimò Felix da
qualche parte dietro di lui, e come risposta al suo silenzio gli mise
una mano sulla spalla.
O meglio, gliela strinse con forza, guidandolo in avanti.
«Non guardare, ti ho detto.»
Sembrava furioso.
Jay deglutì.
Sì, doveva calmarsi.
No, okay, calmarsi non era contemplato.
Impossibile, si trovava all'Inferno.
Va bene, Jay, pensa ad
una strategia. Chiuse gli occhi e provò ad
andare alla cieca, ma così rischiava di investire un demone
come era successo prima, e farsi strappare gli occhi dalle orbite per
una qualche malata ossessione non era certo in cima alla lista dei suoi
desideri.
Ora, estrarsi i timpani per non sentire, non era fattibile.
O meglio, se non poteva evitarsi di sentire, almeno
poteva tentare di non ascoltare.
Allora decise per la mossa più semplice: abbassare
gli occhi e guardare il terreno, spegnendo il cervello per un attimo.
E si rivelò anche la mossa più efficace... se non
fosse che ad un tratto nel suo campo visivo apparve una donna.
E più precisamente, la donna in trench in fila con lui per
parlare con Dante e Virgilio.
Jay dovette arrestarsi improvvisamente per non calpestarla, rischiando
di provocare un effetto domino, infatti Felix non riuscì ad
imitarlo in tempo e gli finì addosso.
«Jay...» stava iniziando ma il ragazzo non lo
ascoltò.
La donna non aveva la forza di rimettersi in piedi.
Era tremante, imperlata di sudore, macchiata di fango e sangue, coi
vestiti sporchi e stracciati e i capelli stravolti e pieni di polvere.
Il trench beige aveva ormai assunto una sfumatura bordeaux.
Il demone che l'aveva fatta cadere rise di gusto, ad un paio di metri
da lei, mulinando la frusta.
Jay stava per aggirarla e continuare il cammino, con un peso sul cuore,
quando la donna lo guardò.
E accadde tutto in pochi secondi.
Lo riconobbe e gli afferrò la caviglia.
«Ti prego... aiutami...»
Jay aprì la bocca, senza sapere cosa dire.
«Dovremmo andarcene, e in fre-» lo
avvertì Felix, ma Jay non poteva lasciarla lì.
La donna provò ad alzarsi ma aveva una profonda ferita al
fianco e quindi ricadde giù con un gemito strozzato, mentre
sul pavimento si allargava una pozza di sangue.
Jay non realizzò nemmeno che si era accucciato per
soccorrerla.
Il suo corpo smise di rispondere; agì d'istinto.
Le afferrò le braccia, nonostante l'impedimento delle
manette, e la aiutò ad alzarsi.
«Ecco» concluse, apprensivo, mentre quella
sorrideva tra le lacrime.
«Grazie, grazie davvero, sei...»
E poi il demone arrivò.
«Sta' indietro!» abbaiò, imponente,
avanzando a grandi falcate con la frusta che lasciava un segno sulla
sabbia dietro di lui.
Jay lasciò andare la donna, e Felix provò di
nuovo a mettersi in mezzo.
«Noi non volevamo intervenire, infatti ce ne stavamo
andan-»
Il demone sbuffò tra i denti, raggiungendoli.
«Ecco, allora andatevene!» e separò Jay
dalla donna, allontanandolo con una mano sul petto.
Ma poi qualcosa cambiò.
Cambiò nello sguardo del demone, e in quello di Felix.
Il primo di apprensione, il secondo di paura.
Jay sfuggì al tocco del demone, col fiato corto e il cuore a
mille, mentre quello voltava il palmo e lo osservava come se non lo
riconoscesse.
Il tempo parve fermarsi, cristallizzarsi in quell'attimo.
Jay aveva commesso l'errore più madornale della sua vita, e
non poteva più rimediare.
«Andiamo» esortò Felix con una voce
stranamente acuta.
Jay non se lo fece ripetere due volte, e si mise a correre.
Ciò non gli impedì di sentire le urla del demone,
e l'appressarsi di passi frettolosi al loro inseguimento.
«E' VIVO!» si stava sgolando il demone intanto
«Ho sentito il cuore. QUEL DANNATO E' ANCORA VIVO!»
«Prendetelo!» ordinò qualcun altro, e
Jay sentì l'ansia divorargli la gabbia toracica.
Si voltò un attimo per assicurarsi che i demoni fossero ad
una certa distanza, ed ebbe un tuffo al cuore quando vide i suoi
inseguitori sguinzagliare i cerberi.
I cani a tre teste velocizzarono la corsa con un latrato eccitato,
sollevando una nuvola di polvere ad ogni passo, sollecitati dalle
fruste e dai ringhi dei demoni dietro di loro.
«Non ce la faremo mai!» urlò Jay in modo
che Felix sentisse.
Dio, siamo morti, siamo
morti, SIAMO MORTI!
Felix si voltò forse per averne conferma, e ciò
che vide dovette convincerlo dell'evidenza, perché
deglutì a vuoto.
«Corri più veloce che puoi, e non
voltarti!» lo avvertì poco dopo, i capelli che gli
finivano in bocca. «La vedi quella strada là
davanti?»
Jay la vedeva, eccome se la vedeva.
Non aveva altro in mente che quella al momento: raggiungerla avrebbe
rappresentato la salvezza.
Meglio qualche graffio da urto che i canini dei cerberi tra i tessuti
della pelle.
Il percorso continuava, ergendosi verso una specie di montagna -che
aveva l'aspetto di un vulcano considerando la lava che eruttava-, ma
restringendosi sempre di più. Ad entrambi i lati vi era il
precipizio... e in fondo, il magma.
Jay ruotò di nuovo il collo per registrare l'approssimarsi
dei cerberi, ma quel movimento gli fu fatale perché non vide
la roccia sporgente di fronte a sé e perse l'equilibrio.
Dopo un salto di qualche metro, in cui registrò con lo
sguardo la propria ombra scorrere sul pavimento incartapecorito,
rotolò un paio di volte, gemendo.
«JAY!» lo chiamò Felix, spaventato.
Quando finalmente la scivolata si arrestò, Jay si
ritrovò a tossire senza sosta.
Alzò gli occhi e vide il cerbero. Le tre teste ringhianti,
con una ragnatela di saliva ad unire le tre bocche, e gli occhi gialli,
come se avessero un fuoco all'interno delle orbite e nessuna pupilla.
Era troppo tardi.
Perfino per alzarsi.
Era Archie il secchione della famiglia, ma non aveva bisogno di lui per
calcolare che il tempo di mettersi in piedi e fuggire dal mostro, non
era matematicamente
abbastanza.
In preda al panico iniziò ad indietreggiare restando a
terra, tentando disperatamente di toccare con la mano qualcosa di
appuntito da usare contro il Cerbero.
Ma non trovò che le spaccature del terreno e il calore che
ne fuoriusciva.
«JAY!» Felix stava correndo indietro verso di lui.
Ma non sarebbe arrivato in tempo.
Il cerbero si abbassò leggermente, e senza nemmeno smettere
di correre spiccò il salto.
«FEEEL» urlò Jay coprendosi il volto con
le braccia.
Si aspettò di essere dilaniato da un paio di canini affilati
e inciso da una serie di artigli, e invece sentì solo un
guaito.
Nessun peso sul suo corpo.
Riaprì gli occhi confuso, abbassando piano il braccio e
ciò che vide fu semplicemente qualcuno combattere contro il
Cerbero.
«Fel...?» tentò, poi la punta di una
spada emerse dal petto del cerbero, che sussultò con un
rivolo di sangue che scivolava tra i denti, e stramazzò a
terra sollevando del vapore.
Il fumo investì Jay in pieno, e il ragazzo si
ritrovò col ventre a terra, tossendo.
Si trascinò senza fiato dietro una roccia, con gli occhi
lucidi per il calore. Poi rialzò lo sguardo.
Dal fumo si delinearono i contorni di una figura che impugnava una
spada.
«Felix...?» chiamò ancora, con la voce
rauca per la tosse.
La figura avanzò, in modo da rendersi visibile.
«Prova ancora, straniero.»
Non era Felix.
To be continued
~
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Jay non seppe cosa successe.
Semplicemente all'improvviso si sentì strattonato verso
l'alto, l'ossigeno gli sfuggì dai polmoni, e i demoni, i
cerberi e il terreno si rimpicciolirono sotto di lui.
Prima ancora che si rendesse conto che stava volando, si
ritrovò avvolto dalla foschia, e vide proiettata la sua
ombra su una nuvola.
Tuttavia, vi erano dietro anche due immense ali.
[...]
«FAMMI SCENDERE!» implorò Jay agitando i
piedi nel vuoto.
Okay, stava probabilmente
per morire.
*Furcas:
è davvero il nome di un demone che, nella demonologia cristiana,
è descritto come "barbuto e con i capelli lunghi" ;)
~ Angolo
Autrice { ovvero quella
folle di Lady Holmes } ~
Vegonunmed
a tutti, lettori! :D [--> per chi si
stesse chiedendo che
diavolo
significa questa parola, sappiate che è il corrispettivo
Enochiano di "Ciao" *-*]
Come avrete notato, o forse no (lol), questo capitolo l'ho scritto da
sola (senza la mia collega ç_ç) e così
anche i prossimi. Spero che apprezzerete lo stesso :D
Mi spiace per il ritardo, ma ho preferito portarmi avanti coi capitoli.
Il prossimo lo avrete tra circa una settimana, non preoccupatevi :D
E nooo come avete visto questo non è un pesce d'aprile!!
Finalmente ho pubblicato, eh sì... comunque non so cosa dire...
le cose si complicano sempre di più, finalmente c'è
più azione, le cose iniziano a smuoversi, conosceremo presto un
nuovo membro del nostro team, e in più nei prossimi due capitoli
scopriremo qualcosa in più su Felix...
A parte questo, vi dico di preparare i fazzoletti BWAHAH :P
Alla prossima, carissimi! <3
E ricordate: la
musica è la voce dell'anima!
*^*
†††
1. Hell:
2. La stradina per le rovine:
3. Jay:
† R.u.b.r.i.c.a: GIF A RANDOM †
1. Il demone di fumo:
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