Ride
to meet your fate Ragnarök
awaits.
Blood Of Heroes.
Piper.
Più
guardava quelle "uniformi"
e più si sentiva fuori luogo.
Certo,
lei non era mai stata una tipa fissata con la moda, nonostante fosse
figlia di Afrodite, ma era schifata ugualmente da quella grezza lana
pungente. Le ragazze se le infilarono senza dire una parola, ma dalle
loro espressioni si percepiva che nessuna lo stava facendo con piacere.
Quella
piccola capanna naturale formata dalla folta chioma di una salice
contorto e pendente le riparava dal vento e da sguardi indiscreti.
Sembrava un albero davvero vecchio, doveva stare lì da un
bel po' di centinaia di anni.
Mentre
aspettava che le ragazze finissero di cambiarsi si appoggiò
con la schiena al salice mantenendo la torcia che le aveva dato Tyr.
Era ormai notte e tutte le ombre degli alberi cominciavano a diventare
abbastanza inquietanti.
«Siamo
pronte?» Chiese
Annabeth guardando le amiche con un sorriso tirato.
«Si
andiamo, abbiamo già perso abbastanza tempo.» Disse
Clarisse, che era l'unica a sembrare minimamente interressata a tutta
quella situazione.
Piper si fece forza ma c'era qualcosa che non andava.
Cercava
di staccarsi, ma sentiva che qualcosa o qualcuno la tirava impedendosi
di staccarsi dall'albero.
E
quella cosa era proprio l'albero.
La
corteccia si era ricoperta improvvisamente di resina incollando la
casacca al tronco. Le radici avevano bloccato i piedi nel terreno
arrivando a stingere la caviglia, mentre dei rami cominciavano ad
avvolgersi contro la sua mano libera immobilizzandola.
«Ragazze.
Credo di avere un problema.»
***
«Hugin.»
Urlò Tyr un paio di volte rivolgendosi al cielo, come se
stesse chiamando qualcuno. Leo, Jason e Percy si accollarono a Nico
riempiendolo di domande, ma il ragazzo sembrava il più
confuso di tutti su quel'argomento.
«Centra
qualcosa il fatto che sei svenuto e ti sei risvegliato soltanto un'ora
dopo in preda ad incubi?» Chiese
Leo in tono scherzoso, non accorgendosi di aver detto qualcosa di
intelligente.
«Hai avuto
un incubo ragazzino? Cos'hai visto? Ho bisogno di saperlo, le cose
potrebbero essere più complicate di quanto immagino.»
Insistette il dio mettendo sotto pressione il ragazzino.
«Beh si, ma
non è niente di rilevante, ho spesso incubi...» Si
giustificò, vago.
«Dimmi
cos'hai sognato.» La voce
divenne troppo dura, era impossibile non ubidirgli.
«Ero solo,
in una immensa distesa di neve con il vento che infuriava attorno a me.
Sono caduto nella neve, con il corpo congelato, poi una donna
è apparsa nel buio...»
Esitò «... Non
ricordo cosa mi ha detto precisamente, ma mi ha accarezzato sul collo,
proprio in questo punto.» E si
toccò il collo nel punto in cui era comparsa la runa.
«E ti ha
lasciato la runa... Interessante, credo di aver capito di chi parli.
Riesci a descrivermela?»
Incalzò Tyr.
«Lunghi
capelli neri, vestita di nero, pelle bianchissima. Il suo tocco era
freddo e le sue mani erano scheletriche.»
«É
certamente lei. Hell. Complimenti ragazzino, la dea della morte e
Regina degli Inferi ti ha scelto come suo eroe e questa runa, Yr, la
runa della morte, è il segno della sua benedizione...o
meglio maledizione.» Nico ebbe
un attimo di cedimento. Il suo sguardo non era per niente sorpreso,
anzi, era colmo di sconforto e stanchezza, come se già lo
sapesse ma aspettasse una conferma. Strinse le labbra prendendo un
profondo respiro per farsi coraggio. «Hell sta
radunando un esercito di morti, marcerà su Asgard quando il
Ragnarok avrà inizio. Dobbiamo combatterla. E se ti ha
scelto come suo eroe dovremo combattere anche te.» Concluse
deciso, come se l'idea non lo preoccupasse più di tanto.
«Combatterlo?
Lui è nostro amico, non combatterei contro di lui neanche se
me lo ordinasse Zeu--
Odino in persona.» Percy
cominciava ad alterarsi, non sopportava il fatto che un suo amico
venisse trattato come una minaccia. Certo, Nico è sempre
stato un ragazzino strano, nessuno riusciva mai a fidarsi completamente
di lui, ma dopo anni passati combattendo al suo fianco, sapeva che nel
momento del bisogno sarebbe stato il primo a rischiare tutto pur di
difendere le persone che gli stavano a cuore.
«Temo che
dovrai farlo, qui si tratta di salvare le sorti dell'universo.» Lo
zittì Tyr, facendogli pesare tutte le
responsabilità a cui non aveva ancora pensato, si
sentì come se stesse reggendo il cielo per la seconda volta.
«Ragazzi,
state calmi, vi prego. Farò ciò che dev'essere
fatto.» Li
interruppe Nico, notando che l'atmosfera tra il Dio e il figlio di
Poseidone si stava facendo elettrica.
Un enorme corvo gracchiò facendo destare i ragazzi e
planò sulla spalla del dio che non rimase per niente
sorpreso, al contrario dei ragazzi che fecero un passo indietro per lo
spavento. Tyr bisbigliò nell'orecchio del corvo che ogni
tanto piegava la testa di lato confuso, finchè non
gracchiò e sbattè le ali spaventato, doveva aver
sentito qualcosa che non gli era andata molto a genio perchè
continuava a gracchiare e dimenarsi parecchio allarmato. Stava quasi
per spiccare il volo e scappare quando il dio lo prese per una zapa con
la sua unica mano e lo riportò al suo posto. Continuava a
bisbigliare in una lingua sconosciuta e il corvo continuava ad
agitarsi, finchè il dio allentò la presa e lo
lasciò andare.
«Che avete
da guardare? Dovevo informare Odino, questa situazione non va per
niente bene.»
Domandò il monco facendo spallucce.
«Ehi,
vorrei farvi notare che le ragazze non sono ancora tornate.» Disse
Jason, che per tutto il tempo era rimasto a guardare la scena
pensieroso.
Sul volto del Dio apparve un ghigno divertito.
«Oh, forse
ho dimenticato di dirvi che il vostro allenamento è appena
iniziato. Buona fortuna.» Queste
furono le sue parole prima di dissolversi in una nuvola di polvere
rossa che odorava di... carne
alla brace?
«Questo
è pazzo.»
Sbottò Leo grattandosi le spalle, la lana doveva dargli
ancora fastidio.
Improvvisamente la nuvola di polvere rossa si materializzò
nuovamente, facendo ricomparire il Dio.
«Ehi
folletto, non azzardarti a ripeterlo mai più. E la foresta
è infestata e adora confondere chi ci si addentra.» Concluse,
sparendo nello stesso modo di prima.
«Io dico di
andare a controllare, questo posto non mi piace.»
Insistette Jason osservando il margine della foresta cercando di
ricordare da dove erano entrate.
«Sono
andate di là.» Disse
Leo, poggiando una mano sulla spalla dell'amico per tranquillizzarlo.
Camminarono spediti in quella direzione con un paio di torce prese
dalla cassapanca, avevano tutti uno strano presentimento. Leo
udì alcune voci, probabilmente erano le ragazze e lo disse
agli altri. Anche Nico diceva di sentire qualcuno, ma dalla parte
opposte, finchè non videro un fuoco tra
l'oscurità e corsero verso di esso.
La scena che videro era quanto meno raccapricciante. Piper era quasi
diventanta tutt'uno con l'albero, mentre Thalia e Clarisse cercavano in
vano di staccarla.
«Piper!»
Urlò Jason in preda al panico attirando l'attenzione delle
ragazze che non si erano accorte di loro fino a quel momento. Il
ragazzo corse verso di lei, inginocchiandosi all'albero e tenendole la
mano.
«Hey, mi
sono messa nei guai, eh?»
Riuscì a dire, fingendo un sorriso. Nei suoi occhi si
leggeva soltanto terrore. Istante dopo istante l'albero continuava a
stringerla a sè.
«Ecco cosa
intendeva Tyr per "foresta
infestata".»
Esclamò Percy altrettanto preoccupato.
«Dobbiamo
uccidere l'albero! Dobbiamo fare presto.»
Sbraitò Thalia prendendo la torcia e avvicinandola alla
corteccia.
L'urlo di dolore di Piper fu straziante.
«Fermati!
Brucerai anche lei!»
Urlò Jason alla sorella, che terrorizzata si
allontanò di colpo spegnendo la piccola fiamma con gli
scarponi e guardando Piper che inesorabilmente vaniva trascinata sempre
di più dall'albero. Doveva star rivivendo brutti ricordi, in
fondo anche lei era stata un albero per anni.
«Io non ti
lascio, ok? Tieni duro ti tireremo fuori.» Cercava
di tranquillizzarla, ma la sua voce tremante era davvero poco
convincente.
«Dobbiamo
dargli fuoco, almeno le radici!» Disse Leo
mentre le sue mani cominciarono a surriscaldarsi.
«E se
provassi ad annegarlo?» Chiese
Percy, spremendosi le meningi per trovare una soluzione al
più presto.
«Non
c'è una fonte d'acqua qui vicino, Jackson...» Lo
guardò male Clarisse.
«Dobbiamo
abbatterlo.» Propose
Percy.
«Ma ci
vorrebbe troppo tempo, non abbiamo un ascia.» Rispose
la figlia di Ares in modo freddo.
«Io
continuo a proporre di bruciare le radici.»
Riaffermò Leo.
«Se fai
male all'albero, fai male anche a lei idiota!» Lo
zittì Jason, che sudava freddo.
«Zitti
tutti! Non riesco a pensare.» I ragazzi
si zittirono, osservando tutti Annabeth. «Avete
detto che questa foresta è infestata... Quindi probabilmente
ci sarà uno spirito in
quest'albero che si sta divertendo a metterci sotto pressione.»
«Piper!»
Gridò Jason, quano della ragazza era rimasto visibile
soltanto il volto e il braccio destro.
«Nico, tu
riesci a controllare gli spiriti.»
Esclamò Annabeth scuotendolo per una spalla.
«Ma non so
se ci riesco qui. È come se i miei poteri fossero bloccati
da qualcosa.» Rispose,
sentendosi schiacciato da quella situazione.
«Provaci
Nico... Se la nostra ultima speranza.» Lo
pregò il figlio di Poseidone, afferrandolo per l'altra
spalla.
Nico se li scrollò di dosso e prese un respiro profondo,
come per richiamare tutte le sue forze. Poggiò le mani sul
tronco e chiuse gli occhi, cantilenando qualcosa in greco antico.
La resina appiccicosa comparve a contatto con la sua pelle e l'albero
già cominciava ad intrecciarsi attorno alle sue esili mani.
A tutti si fermò il cuore, per un attimo pensarono che anche
Nico sarebbe stato risucchiato nell'albero come Piper.
Ma, improvvisamente, tutto si fermò.
Un aura verdognola e luminescente si intensificava attorno al ragazzo
proiettando ombre sinistre tutt'attorno. Le piante, i fiori e l'erba ai
piedi del ragazzo marcì diventando nera e il terreno si
seccò rendendolo sterile.
Nico affondò la mano nella corteccia, come se fosse liquida
e spalancò gli occhi. Tutti fecero un passo indietro,
terrorizzati. Le sue iridi e la sua pupilla erano coperte da una patina
biancastra, cieca.
Ormai aveva affondato il braccio fino al gomito nell'albero e lo
muoveva lentamente come se stesse cercando di afferrare qualcosa.
«Rivelati.»
Urlò Nico con tono severo.
Tutti avrebbero giurato di aver sentito la voce di Ade, in quel momento
era spaventosamente simile al padre. Cacciò di colpo il
braccio e l'albero tornò a sembrare solido, ma c'era
qualcosa di più inquietante tra le sue mani. Un viso di un
bambino sporgeva dal tronco dell'albero e Nico lo prendeva per il
colletto della casacca.
E come se tutto ciò non fosse abbastanza spaventoso, il
bambino era un fantasma.
Non era fatto di pelle ed ossa ma era formato da una sostanza
lattiginosa, eterea, sembrava che una nuvola densa e bianca, modellata
dal vento, avesse preso una forma umana. Ogni dubbio venne chiarito
quando il bambino cominciò a parlare.
«Ahi,
lasciami, mi fai male.»
«Lascia
stare Piper! Te lo ordino!» Gli
urlò strattonandolo, ancora sotto quella specie di trance.
«Lasciami!»
Squittì il bambino, dimenandosi.
«Nico,
calmo.» Gli
sussurrò Jason. La voce del ragazzo ebbe un effetto positivo
sul figlio di Ade che si risvegliò dalla trance tornando nel
mondo dei vivi.
«Ciao
piccolo, puoi lasciare la nostra amica?» Gli
chiese Annabeth dolcemente, avvicinandosi.
«Lasciami
cattivo! Se non mi lasci non ti dico niente!» Nico
allentò la presa diffidente, temendo che si rintanasse di
nuovo nell'albero. Fortunatamente non lo fece, ma uscì
sistemandosi la casacca.
«Non posso
lasciarla, mio padre vuole un semidio e io voglio giocare. Se lascio
lei qualcun altro deve venire con me.» A questa
affermazione i ragazzi rimasero spiazzati, guardandosi l'un l'altro
quasi per avere la conferma di aver capito bene.
«Non
c'è un altro modo? Ti daremo quello che vuoi.» Chiese
Annabeth con tono gentile.
«Un'anima
in cambio di un'anima. Niente giochetti.»
«Giocherai
con noi, piccolo, te lo prometto, potrai fare quello che vuoi.» Piper
stava tentando di usare la lingua ammaliatrice, nonostante fosse
estremamente sotto pressione era molto convincente. Il bambino si mise
davanti a Piper fissandola incuriosito.
«Magia, eh?
Non funziona su un figlio di Loki.» Disse con
un sorriso innocente. I ragazzi rimasero un attimo interdetti, non si
aspettavano di trovare il figlio fantasma di un Dio nascosto in un
albero, ma in effetti per essere così dispettoso e
indisponente poteva essere soltanto figlio del Dio degli
scherzi. «Sei
carina, quasi quasi prendo proprio te.»
Finì scompigliandole i capelli dispettosamente.
«No! Prendi
me, sono un semidio potente, posso governare l'aria e evocare fulmini!»
Percy
guardava la scena rattristito, fece qualche passo verso il bambino e
stava per dire qualcosa, ma Annabeth lo afferrò per un polso
trascinandolo verso di se.
«Percy non
ti azzardare! Ti ho già perso una volta, non voglio perderti
di nuovo.» Era
un'affermazione un po' egoista, ma ci stava, Annabeth era stata sincera.
«Prendi me.
Lascia stare gli altri, ho già visto morire troppi dei miei
amici l'anno scorso in guerra e non credo di riuscire a sopportare la
perdita di qualcun altro.» Disse
Clarisse mettendosi in mezzo.
«Verrò
io con te.» Disse Leo
cercando di controllare la mano che gli stava andando a fuoco per
l'emozione. «Su,
facciamola finita, dov'è che dobbiamo andare?» Chiese
sorridendo, fin troppo tranquillo.
«No. Tu non
mi piaci, sei troppo furbo. Papà ha qualcosa di diverso in
serbo per te.»
«C-cosa?» Chiese
Leo confuso, ma non ebbe una spiegazione.
«Mio padre
è stato chiaro, ho bisogno di un eroe puro, con una
benedizione nordica.»
Nico,
Percy e Clarisse deglutirono contemporaneamente. Erano tutti e tre eroi
puri, ognuno in modo diverso, ma tutti e tre forti a modo loro. E
soprattutto tutti e tre benedetti da dei nordici. Anche se in cuor loro
sapevano chi sarebbe andato con il bambino.
«Voglio
lei, la prescelta di Tyr. Chi meglio di una che ha la benedizione del
dio del coraggio e del sacrificio? E anche un ottimo sacrificio direi.» Sorrise
furbo, salterellando tra i semidei.
Clarisse affrontò il suo sguardo fantasma e il bambino le
porse la mano. La figlia di Ares la afferrò trovandola
inaspettatamente solida e reale.
Uno squarcio nero formato da ombre e pura oscurità si
aprì sul tronco dell'albero, abbastanza grande per una
persona.
«Clarisse
no!»
Urlò Annabeth trattenendo le lacrime.
«Ti
riporteremo indietro, lo prometto.» Disse
Percy afferrandola per un polso.
«Taci
Jackson, smettila di fare il pappamolle.» Se lo
scorollò di dosso e gli rivolse un sorriso triste. Voleva
credere alle sue parole. Cosa c'era dietro quell'oscurità?
Morte? L'Inferno? Non lo sapeva, ma in quel momento sapeva di star
facendo la cosa giusta.
Si era sempre immaginata la sua morte diversa, magari in battaglia, in
un combattimento all'ultimo sangue con il più temibile
nemico dell'olimpo, di certo non mano nella mano con uno bambino
fantasma.
***
Annabeth e Thalia dovettero trattenere le lacrime, si strinsero in un
abbraccio silenzioso mentre Piper si staccava d'all'albero che intanto
si era trasformato in cenere. Jason la abbracciò con forza e
Leo corse verso di loro con un sorriso triste sul volto.
«Tranquilli,
non è morta.» La voce
gelida di Nico ruppe il silenzio, facendo rabbrividire tutti.
«Ma come» Chiese
Leo, spaventato del ragazzo.
«Lo so, lo
sento.» Rispose
Nico, come se fosse una cosa ovvia e scontata. Il figlio di Ade ebbe un
attimo di cedimento si appoggiò ad un albero impallidendo.
«Nico,
tutto bene?» Si
avvicinò Percy temendo che potesse svenire di nuovo.
«Un po' di
stanchezza, usare i miei poteri qui richiede il doppio della fatica.»
Sospirò il ragazzo sbadigliando.
«Accampiamoci,
la luna è già alta.» Propose
Annabeth.
«Lì
ce n'è un'altra.» Disse
Piper, indicando una piccola luna alle loro spalle.
«Il tempo
passa più in fretta qui, non fidatevi del bosco.»
Consigliò Thalia, esperta ormai dei boschi e dei suoi
pericoli.
«Già,
ma ora dobbiamo tornare alla radura, Tyr ci ha lasciato una cassa, ci
conviene andare a vedere.» Jason si
guardava intorno cercando di capire da dove erano venuti.
«Si, ma
dov'è il sentiero?» Chiese
Leo grattandosi i ricci. «Bene, ci
siamo persi.»
«State
calmi, salgo sull'albero e vi dico dove siamo.» Li
tranquillizzò Thalia sicura di se. «Avete mica
una corda?» Leo si
infilò le mani nella sua cintura magica, sperando vivamente
che funzionasse anche ad Asgard. Pensò intensamente ad una
corda e gli comparve tra le mani.
«Tieni.» La
tirò fuori dalle tasche della cintura e gliela porse.
«Uhm,
grazie.» Rispose
Thalia, sorpresa e divertita. Legò la corda ad un sasso che
aveva trovato ai suoi piedi e la lanciò su un ramo
afferrando le due estremità. Facendo peso sulla corda si
arrampicò su un ramo. Ripetè la stessa operazione
per un paio di volte finchè non raggiunse i rami
più alti.
«Dobbiamo
andare da quella parte.»
Urlò indicando un punto alla loro destra. Scese con un paio
di salti lasciando tutti a bocca aperta.
«Sei una
specie di super scout tipo Lara Croft o cosa?» Chiese
Leo con la bocca spalancata mentre la osservava con gli occhi che gli
brillavano. Thalia lo fulminò con lo sguardo, non era per
niente il momento di scherzare.
Si incamminarono tutti dalla parte che aveva indicato Thalia, mentre
Nico sbadigliava ogni tanto.
Arrivarono finalmente alla radura e Leo si occupò del fuoco.
«Il dio
nordico della guerra che ci lascia campeggiare senza tende ne' sacchi a
pelo. Questa mi mancava.»
Sbottò Leo stendendo il suo mantello sul freddo praticello.
«Ragazzi
stiamo vicini, di notte fa freddo. Tanto freddo.» Disse la
figlia di Zeus.
Attaccarono tutti i mantelli formando un unico grande cerchio. In
ordine c'erano Percy, Annabeth, Thalia, Piper, Jason, Leo e
Nico. Decisero i turni per la notte e si avvolsero nei propri mantelli
riscaldati dal fuoco al centro.
Nowhere
says:
Devo
scusarmi profondamente con tutti voi se non mi sono fatta viva per
settimane, ma tra la scuola e la poca ispirazione ho perso tanto tempo.
Ho riscritto il capito due o tre volte, ma ogni volta non mi convinceva
come fluiva con la storia. Certo, ora neanche mi convince troppo, ma
non ho resistito, dovevo pubblicarlo.
Spero di aver chiarito qualche dubbio che avevo lasciato nello scorso
capitolo e non odiatemi per quello che ho fatto a Clarisse, ma
scoprirete più in là il motivo delle mie azioni,
mhuhahaha.
Come sempre ringrazio di cuore chi legge, chi aggiunge tra le
seguite/preferite/blablabla e soprattutto ringrazio il mio fedele
consigliere.
Con
questo vi saluto, a presto, la vostra folle N O W H E R E.
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