Tieni duro
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La Foresta Incantata non è
cambiata, e Belle ne riconosce i
colori e i profumi.
Forse
ne ha sentito un po’ nostalgia – gli alberi
verdeggianti e il cinguettio degli uccelli le sono mancati di certo
– ma non riesce ancora a sentirsi a casa.
Non
col macigno che le pesa sul cuore.
Di
fianco a lei, Neal è taciturno e pensieroso.
«Che
effetto ti fa?» gli domanda Belle, dopo un
po’. «Essere di nuovo qui, intendo».
Neal
la guarda con un istante di disorientamento – con la
pura e semplice sorpresa di chi non è abituato ad avere
qualcuno che s’interessi del suo stato d’animo.
Per
Belle è una stilettata al cuore.
«È
difficile da dire» dice lui, infine.
«Non volevo tornare in questo posto. Non è che
abbia avuto una gran bella infanzia, sai… Cioè,
ci sono stati anche momenti belli, è
vero…» Tace un istante, si guarda attorno.
«Ma quelli brutti sono molto più facili da
ricordare».
Belle
gli sorride, un sorriso malinconico e comprensivo che diventa
incoraggiante. «Facciamo un esercizio di memoria,
allora» propone, prendendolo sotto braccio.
«Parlami dei momenti belli».
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È difficile spingere Neal
ad aprirsi.
Belle
non si arrende, ma allo stesso tempo cerca di non pressarlo
troppo. E pian piano, dalla ruvida corteccia costruita da anni e anni
di abbandono e solitudine, iniziano a stillare le gocce ambrate di
ricordi preziosissimi.
Seppur
in modo conciso, Neal le racconta del giorno in cui suo padre
l’aveva aiutato a costruire un aquilone… Belle
chiude gli occhi per un istante, e può quasi vederlo:
Tremotino, fermo e aggrappato al suo bastone, che guarda suo figlio
correre e ridere col nuovo gioco.
Ad
una sosta, lei va a cogliere una manciata di bacche rosso pallido da
un cespuglio, e ne offre a Neal.
Lui
ne prende una sola, come colpito, e mormora: «Queste
piacevano a mia madre».
Belle
sbatte le palpebre. «Tua…» In un
istante, le tornano in mente tutte le parole di Tremotino a proposito
di Milah. «Ti ricordi molto di lei?» azzarda.
Neal
non alza lo sguardo dalla bacca. «Mi ricordo molto
poco» risponde, automaticamente. «Ricordo queste
bacche. Ricordo i giorni in cui mi lasciava solo per andarsene alla
taverna. E… Guance morbide. Aveva le guance molto
morbide».
C’è
un momento di silenzio, durante il quale Belle
lo scruta e, con una stretta al cuore, si domanda quanto lui sappia. Se
sappia che suo padre ha ucciso sua madre.
Poi
Neal si schiarisce la gola, e solleva lo sguardo.
«Grazie, Belle» le dice, sinceramente, prima di
lanciarsi in bocca la bacca.
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Belle è sempre brava a
capire il cuore delle persone, e la
meraviglia quanta speranza ci sia in quello di Neal.
Ogni
volta che lei gli parla di Tremotino, lui sembra guardingo,
sull’attenti, ma ha anche gli occhi di un cucciolo affamato.
È come un tiro alla fune: da una parte ha paura di avere
troppa fiducia, dall’altra pende disperatamente dalle sue
labbra.
Nonostante
tutto, continua a credere che riporterà indietro
suo padre, e che tornerà da suo figlio e dalla donna che ama.
Belle
sente che la propria speranza nutre la sua, e viceversa, ed
è quasi come avere una famiglia – rimane un buco,
però, ed è il vuoto che solo Tremotino
può riempire.
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Una notte, lei sogna la strada
deserta di Storybrooke.
Sogna
i motteggi di Peter Pan, un quieto addio, il pugnale del Signore
Oscuro. E luce, luce che inonda Tremotino, che lo porta via, mentre lei
non può fare niente, non può muoversi, non
può parlare, e nemmeno…
«Belle?
Belle, stai bene?»
La
giovane si sveglia di soprassalto, con gli occhi pieni di lacrime.
Neal,
inginocchiato di fianco al suo giaciglio, la guarda con
apprensione.
Lei
si asciuga le guance e trae un respiro tremulo dal naso.
«Sì» risponde, cercando di tener ferma
la voce. «Sì, va… va tutto
bene».
A parte il fatto che Tremotino non
è lì con lei.
Belle
cerca di riscuotersi, poi scruta Neal e gli domanda: «E
tu? Perché sei ancora sveglio?»
Lui
dà una scrollata di spalle. «Non dormo molto,
ultimamente» dice, come se non fosse importante.
E
Belle vorrebbe tanto fargli capire che è
importante.
Mentre il suo cuore inizia a calmarsi, lei si siede più
dritta. «Vuoi parlarne?»
«Non
c’è molto da dire»
risponde Neal, anche se le sue occhiaie dichiarano il contrario.
«Allora
posso prepararti una tisana». Belle non
demorde. «Ti scioglierà la lingua,
vedrai».
Sul
momento, lui sembra sorpreso, poi ride sommessamente.
«Stiamo parlando di una tisana o di una bottiglia di
rum?»
«Qualunque
cosa serva, Neal» risponde prontamente
Belle. «Qualunque cosa serva».
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«Ti piace
leggere?»
Glielo
domanda un giorno, d’impulso, quasi per caso.
Neal
non dice né di sì né di no.
«Quand’ero intrappolato
sull’Isola-Che-Non-C’è»
risponde invece, «avrei dato qualsiasi cosa per un buon libro
con cui passare il tempo».
Belle
lo guarda incuriosita.
Come
ogni lettrice che si rispetti, capisce immediatamente che dietro
alle parole di Neal c’è una lunga storia
– una storia dolorosa, forse, ma una storia che di certo vale
la pena di ascoltare.
Lui
non è pronto a raccontarla, ma Belle sa essere paziente.
Quando
sarà pronto, lei sarà qui ad ascoltare.
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Talvolta, Neal le ricorda Tremotino.
Sono
piccoli gesti, sguardi, frasi a metà.
Belle
coglie quelle somiglianze con una certa fascinazione, e si
sorprende a chiedersi se è questo che si prova di fronte a
un figlio. La meraviglia nel ritrovare in lui i tratti della persona
che si ama.
Tremotino
si è sacrificato per loro, e Belle sa che non
c’è niente che lui abbia desiderato di
più della felicità di suo figlio.
Il
sentirsi in dovere di prendersi cura di Neal, perciò, non
l’ha sorpresa minimamente. Il desiderio di farlo,
invece,
è più inaspettato… ma certamente
benvenuto.
“Una
cosa è certa” riflette tra
sé e sé, con ironia, “non sono
né l’età né il sangue a
farti sentire madre”.
E
poi ride sottovoce, perché è tutto
così assurdo, ma tanto bello da riempirle il cuore.
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Alla fine, succede troppo, e troppo
in fretta.
Belle
non credeva che fosse possibile provare una tale gamma di
emozioni – non in una successione così rapida.
Trepidazione,
paura, sospetto, ansietà, impotenza, angoscia,
speranza… Gioia, persino, quando i suoi occhi trovano quelli
di Tremotino e lui pronuncia il suo nome.
«Belle».
La
ragazza sorride tra le lacrime, mentre Neal ansima nel suo abbraccio
e gli echi delle parole di lei riempiono l’aria fredda. Neal!
Neal, cosa c’è che non va? Stai bene? Neal! Tieni
duro, va bene?
È
un attimo: lo sguardo di Tremotino slitta su suo figlio, e
l’orrore irrompe dalle sue labbra. «Bae!»
L’uomo
si avvicina a passi rapidi, mentre la neve continua a
fioccare su di loro.
Belle
abbassa lo sguardo su Neal. Non sa cosa stia succedendo, non sa
perché lui giaccia inerte contro di lei, non sa
perché il suo respiro sia così debole…
ma mette da parte le proprie angosce e la propria confusione, e gli
accarezza il braccio e la spalla nel tentativo di rassicurarlo.
Per
un istante, quando Tremotino si china e attira suo figlio verso di
sé, le mani di Belle si rifiutano di lasciarlo andare.
Come
se lei, in modo istintivo e irrazionale, volesse tenerlo al sicuro
nel proprio abbraccio.
Note:
Vi presento la mia nuova ossessione, vale a dire il rapporto tra Belle e Neal.
E no, non ho apprezzato minimamente la decisione di ammazzare Baelfire
(forse la prossima settimana l’avrò superato.
Forse).
Spero di non aver scritto una cavolata.
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