Premessa: questa
“storia” finge spudoratamente che
Neal non sia mai morto.
Collage
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Dopo la sconfitta di Zelena, Regina
aveva trovato il modo di separare
Neal e Tremotino senza uccidere nessuno dei due.
Quando
Belle vide l’uomo che amava e suo figlio scindersi e
poi rimanere immobili l’uno di fronte all’altro,
sorrise tra le lacrime – lacrime che, dopo tanto tempo, non
erano più di dolore o di paura, ma di gioia.
Tremotino
fissava suo figlio con lo shock negli occhi.
«Bae…» esalò, non appena si
fu ripreso, e gli toccò il viso come per assicurarsi che
fosse davvero lì. Vivo e al sicuro.
«Papà»
rispose Neal, chiudendo una mano
su quella tremante dell’uomo.
«Non
c’è di ché»
commentò Regina, cinicamente, senza però riuscire
a suonare acida come di consueto.
Belle
non si trattenne più, e corse incontro a padre e
figlio, agguantando un braccio a ciascuno e attirandoli più
vicini a sé.
Dopo
un istante di sorpresa, Neal rise piano, mentre Tremotino
appoggiò il viso contro il suo e chiuse brevemente gli
occhi. «Belle».
Lei
aveva il sospetto che il cuore stesse per scoppiarle di gioia.
Aveva ritrovato la sua famiglia.
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Lo scontro con la Strega Malvagia
aveva demolito numerosi edifici, e le
strade erano ingombre di mattonelle, tegole e calcinacci.
Come
effetto collaterale, metà della popolazione di
Storybrooke si era trasferita da Granny, occupando tutte le stanze e
lasciando Neal senza un tetto.
«Puoi
venire a stare da noi» suggerì
Belle, sapendo che Tremotino fremeva dalla voglia di fargli quella
proposta.
Neal
sbatté le palpebre. «Sei sicura?»
«Certo!»
esclamò lei, e strinse
beatamente la mano di Tremotino. «Non lascerò il
mio compagno di caccia per strada».
Neal
le sorrise, capendo al volo cosa intendeva.
«Caccia?»
chiese Tremotino, con la fronte
aggrottata. «È questo che avete fatto nella
Foresta Incantata?»
«Esatto»
rispose Belle, scambiando
un’occhiata complice con Neal. «Eravamo alla
ricerca di un certo coccodrillo…»
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Vestita con una camicia da notte
chiara, Belle si mise a cavalcioni di
Tremotino, per poi abbassarsi a baciare le sue labbra.
Lui
sorrise contro la sua bocca, posandole le mani sui fianchi.
Quando
la trasse più vicina a sé, Belle si
staccò un attimo per guardarlo in faccia. «Sai che
Neal è nella stanza accanto, vero?»
Le
labbra di lui s’incurvarono in un sorriso.
«Faremo piano» le assicurò, facendo
aderire per un attimo il corpo al suo.
E
Belle cedette, abbandonandosi al suo tocco e alle sue carezze.
D’altro canto, cos’avrebbe dovuto fare? Lui le era
mancato così tanto…
Cercarono
di essere silenziosi, ma la mattina successiva, quando Neal
chiese com’era andata la nottata e poi tossì nel
proprio bicchiere per dissimulare una risata, capirono di non esserci
riusciti.
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«Allora? Come va con
Henry?»
Neal
scrollò le spalle con un sospiro. «Non ha
ancora recuperato i suoi ricordi, ma almeno sto facendo di nuovo la sua
conoscenza».
Belle
gli posò una mano sulla spalla, comprensiva.
«Almeno
io posso presentarmi come suo padre»
aggiunse Neal, dopo un momento. «Per Regina è
più dura. Lei non può andar da lui e dire
“sono la madre adottiva che non ricordi”, ed Henry
la vede soltanto come una specie di amica».
«Capisco»
mormorò Belle.
Tra
Neal e Regina si stava stabilendo un rapporto…
interessante. Da parte della donna, sembrava molto in stile
ti-tollero-soltanto-perché-sei-importante-per-Henry…
Eppure, quando Neal aveva scoperto che lei aveva tenuto Belle segregata
per anni e l’aveva affrontata in proposito, Regina aveva
finito per rivolgere le proprie scuse alla ragazza.
A
quanto pareva, talvolta i miracoli accadevano.
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Un pomeriggio, mentre cercava di
capire come preparare un dolce che le
aveva consigliato Ruby, Belle venne raggiunta da Tremotino, che le
chiese senza preamboli: «Come vanno le cose tra Baelfire ed
Emma?»
Belle
lo fissò con un guscio d’uovo in mano.
«Perché non lo chiedi a lui?»
«Lo
sto chiedendo a te».
La
ragazza decise di essere magnanima – l’uomo
sembrava essere sulle spine, ed era adorabile. «Hanno delle
cose da risolvere» gli disse, «ma ce la
faranno».
«Come
fai a dirlo?» le domandò lui.
Belle
lasciò le uova e gli andò di fronte.
«Vero amore» rispose, quasi sillabando.
Per
tutta risposta, Tremotino la guardò con una sorta di
affettuoso divertimento. Distolse per un istante gli occhi dai suoi e
le chiese: «Lo sai? Hai della farina su una
guancia».
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Lentamente, erano cominciati i lavori
di ricostruzione.
«Uff»
sospirò Neal un giorno,
rientrando, «il parco è l’unico posto
dove non si sentono quei maledetti trapani».
«Sei
stato con Henry al parco?»
«Sì,
e indovina un po’? Dopo una
mezz’oretta è arrivato Killian».
«Uncino?»
indagò Belle, inarcando un
sopracciglio.
«Già.
Lui…» Neal
alzò su di lei uno sguardo accigliato, come se ancora non si
capacitasse della cosa. «Lui mi ha portato una
ciambella».
«Una
ciambella» ripeté Belle. Non era
sicura di nutrire una gran simpatia per l’uomo che aveva
cercato di ucciderla per ben due volte, ma doveva ammettere che i suoi
goffi gesti d’affetto verso Neal erano quasi…
teneri.
«Una
ciambella».
Segretamente,
la ragazza sperava che da Granny non si liberasse mai una
camera per Neal, perché le conversazioni con lui le
sarebbero mancate tantissimo.
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Tremotino e Belle erano stesi insieme
sul divano, quando Neal
entrò di corsa.
«Ce
l’ha fatta!» esclamò.
«La Fata Turchina ha preparato dell’altra pozione
perché Henry recuperi la memoria! Emma è
d’accordo a somministragliela!»
Belle
sollevò la testa dal petto di Tremotino.
«È meraviglioso, Neal».
«Già»
confermò lui,
sorridendo, per poi precipitarsi nuovamente fuori dalla stanza.
Ci
fu un istante di silenzio.
«Anche
me ha fatto piacere vederti, figliolo»
commentò poi Tremotino.
Belle
ridacchiò. «Non dirmi che sei geloso di
Henry».
L’uomo
non rispose. «Per lo meno»
constatò invece, intrecciando le dita sui capelli di Belle,
«non ci ha di nuovo sorpreso a baciarci».
«Neal
è adulto e vaccinato, certe cose non lo
scandalizzano» osservò Belle. Si chinò
a sfiorargli le labbra con le proprie. «Vogliamo parlare di
questo, o del fatto che Henry riavrà indietro i suoi
ricordi?»
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Poco dopo aver recuperato la memoria,
il piccolo Mills – che
ormai era quasi alto quanto Belle – venne a trovare suo nonno.
«Lo
sa?» chiese. «Sono contento che lei
sia vivo».
Poi
si rivolse a Belle: «Non ci avevo mai pensato, ma
è forte avere una nonna così giovane».
Siccome
Neal ed Emma erano impegnati, venne Regina a recuperare suo
figlio. Ed era così palesemente felice del fatto che Henry
la chiamasse di nuovo «mamma» che Belle non
sentì nemmeno una punta del consueto risentimento.
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A differenza di Tremotino, Neal non
era affatto un tipo mattiniero.
Un
giorno, siccome erano le dodici e lui non si era ancora fatto
vedere, Belle decise di andare a svegliarlo.
«Neal?»
chiamò, aprendo la porta della
sua stanza. «Credo sia meglio se ti alzi».
Lui,
a pancia in giù sul letto, biascicò un
«mmmno»
contro il guanciale.
«È
mezzogiorno» lo informò la
ragazza.
Per
tutta risposta, Neal affondò il viso nel cuscino.
«’ncora cinque minuti, mamma».
Belle
sbatté le palpebre, interdetta. O Neal era
più addormentato di quanto lei credesse, o quella doveva
essere una battuta.
In
preda a strani sentimenti, la giovane uscì dalla stanza,
recandosi in sala da pranzo.
Tremotino
aveva già iniziato ad apparecchiare, e lei si
unì a lui senza dire una parola.
«Perché quell’espressione?» le
chiese l’uomo, dopo un po’.
Belle
scrollò le spalle. «Quale?»
domandò, con estrema nonchalance.
Sarebbe
stata molto più convincente, se solo fosse riuscita
a smettere di sorridere.
Note:
*abbraccia Neal, Belle e Tremotino e guarda Adam ed Eddie in cagnesco*
Non distruggerete mai la mia famiglia perfetta! MAI!
…Okay, perdonatemi, ma non posso proprio rinunciare ai miei
Crocodile Hunters (© Emilie e MRJ), né alla mia
amicizia QueenFire, né tantomeno a Killian che cerca di
riconquistare l’affetto del suo Bae.
Quindi sì, sono tornata al primo stadio del lutto, la
negazione.
Spero di non aver fatto danni ^^”
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