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CAPITOLO 43. LA FINE DI
TUTTO
Era una fresca giornata primaverile, e una giovane donna incinta se ne
stava seduta su un soffice divano, tenendo gli occhi chiusi per
contemplare meglio cosa la circondava e il suono degli uccellini che
cinguettavano allegramente fuori dalla finestra.
Accarezzò dolcemente il suo pancione, con dentro il suo
bambino: la data del parto era molto vicina e la ragazza ancora non ci
credeva.
Chi avrebbe mai pensato che lei, un giorno, sarebbe rimasta incinta?
Che avrebbe avuto dei bambini!
Era strano perchè quello che stava vivendo era vero, lei lo
sapeva bene, ma ancora non riusciva ad accettarla.
L'aveva desiderato così a lungo..
I suoi pensieri vennero interrotti dal telefono che iniziò a
squillare: la donna si alzò e si diresse verso l'oggetto e
afferrò la cornetta.
"Pronto?"
"Boom boom boom!" mormorò scherzosamente l'uomo che l'aveva
chiamata.
La ragazza sorrise.
Quella voce.
L'avrebbe riconosciuta ovunque.
"Harvey!"
"Ciao, Henny."
La ragazza sorrise nuovamente.
Non lo sentiva da tanto tempo e gli mancava.
Da quando tutto era finito, lui e Danny erano partiti per non si seppe
mai dove.
Francia, Inghilterra, Italia, Spagna, Marocco,...
Non facevano altro che viaggiare e viaggiare, e scoprire il mondo.
La ragazza era tranquilla nel sapere che Danny era con Harvey: anche se
era cieco, nessuno lo avrebbe mai potuto toccare, visto che Harvey era
un serial killer psicopatico, e anche se erano anni che aveva smesso di
uccidere, avrebbe ricominciato facilmente se qualcuno avesse sfiorato
anche solo per sbaglio il suo uomo.
"Come va la gravidanza?"
"Entro questo mese dovrebbe nascere."
"Salutalo da parte mia quando accadrà!"
"Salutala..."
"Come?"
"E' una femmina. Me lo sento."
"Il mondo ha bisogno di un'altra piccola Henny Dekker."
"Fatevi sentire ogni tanto. Tu e Danny."
"Lo faremo. Tanti auguri."
"Anche a te."
Non appena la conversazione si concluse, Henny si alzò e
guardò fuori dalla finestra.
Parlare con Harvey le aveva fatto ricordare quel fantomatico giorno, in
cui tutto finì.
In cui ebbe tanta paura da sentire un dolore lancinante al petto.
E tutto le apparì davanti alla mente, come se fosse successo
ieri.
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Boom.
Boom.
Boom.
Carson, Colton e Harvey combattevano rischiando la vita per lei.
Erano i bersagli dei nemici, più numerosi, ma meno abili.
Henny se ne stava rannicchiata dietro un muretto, coprendosi le
orecchie con le mani.
Avrebbe dato qualsiasi
cosa per non sentire quei rumori che istintivamente le ricordavano la
morte, il dolore e la sofferenza.
Non riusciva più a stare lì, senza far nulla.
Si alzò e, senza essere vista, salì le scale
ancora e ancora, fino a quando non arrivò all'ultimo piano.
Scaffali, scaffali ovunque.
Iniziò a guardare ogni documento, ogni dannato foglio,
buttando per terra ciò che non serviva: sembrava un
poliziotto che controlla un luogo dopo un ordinamento del giudice.
Si sentì il respiro mancare.
"Cercavi forse... questa?"
La ragazza si voltò e vide, in un angolo della grande
stanza, uno di quelli che la voleva morta tenere in mano la lista.
LA LISTA.
Era lei.
"Troppo tardi." mormorò lui, puntando la pistola verso la
ragazza.
Henny chiuse gli occhi, attendendo la sua morte.
Non poteva scappare: era pietrificata dalla paura.
Però le cose le andarono bene ancora una volta.
Sentì un colpo, e aprì gli occhi.
Colton, il suo Colton, l'aveva colpito alla testa facendolo svenire,
poi aveva raccolto la sua arma e preso la lista.
Non appena fatto, corse verso la ragazza, stringendola forte.
"Va tutto bene, tesoro. Va tutto bene."
La ragazza alzò lo sguardo e vide un altro uomo avvicinarsi.
"Attento!" urlò al compagno.
Partì uno sparo.
Colton era a terra, e teneva la mano destra sul fianco sinistro, dove
era stato ferito.
L'uomo stava per sparare anche ad Henny, ma fortunatamente arrivatono
Carson e Harvey, che lo sistemarono per bene.
La giovane si buttò su Colton, che stava sanguinando
parecchio.
Il poliziotto stava a poco a poco chiudendo gli occhi.
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Henny si scosse improvvisamente.
Doveva smetterla di immergersi nei pensieri.
Sentì dei passi.
Sorrise.
Li riconobbe subito.
"Mamma!" esclamarono due bambini, spalancando la porta e correndo verso
Henny.
Henny li abbracciò e loro anche.
Non dovevano essere molto grandi: il maggiore aveva all'incirca 7 anni
e il più piccolo 5.
Uno era fisicamente uguale a Henny, mentre l'altro aveva i lineamenti,
i capelli e gli occhi del padre, chiari e splendenti, anche se nei suoi
occhi si leggeva lo sguardo della ragazza.
La porta la chiuse l'uomo di casa, Colton Butler, che si tolse
l'immancabile giacca e sciolse la cravatta, accomodandosi e sedendosi
vicino alla moglie.
"Lasciate stare la mamma. E soprattutto non fatele male alla pancia."
si raccomandò.
"Sono incinta Colton, non malata." mormorò lei, pur sapendo
che il marito avrebbe continuato a preoccuparsi.
Già.
Quella dannata sera temeva di perderlo.
Temeva che quel colpo fosse stato decisivo.
Eppure eccolo lì.
Era diventato suo marito, e il padre dei suoi figli.
Ed era lo stesso uomo che le stava toccando il pancione cercando un
contatto con il figlio, o meglio, figlia, che sarebbe arrivata presto.
EEEEECCOCI ALLA FINE :D
VOLEVO RINGRAZIARE TUTTI QUELLI CHE MI HANNO SEGUITO E CHE HANNO
RECENSITO QUESTA STORIA :) SPERO CHE VI SIA PIACIUTO, IO, PERLOMENO, HO
DATO IL MASSIMO :D
GRAZIE ANCORA :D
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