The boss is back
Erano passati ormai due anni da quel
terribile giorno e
a John non sembrava vero di riavere il suo migliore amico di nuovo
accanto a lui: certo, ormai viveva con Mary ma non pensava che questo
potesse costituire un ostacolo per loro due.
Appena usciti dalla metropolitana Sherlock disse: "vado a casa ora,
buonanotte."
"Lo sai da chi devi andare vero?" replico' lui afferrandolo per un
braccio.
Sherlock lo guardo' senza capire.
"Per l'amor del cielo Sherlock! E' una ragazza di ventidue anni! E poi
prima o poi lo scoprira' no? Credi che sarebbe piu' facile per lei se
ti ritrovasse a casa come se nulla fosse? Dopo tutto quello che ha
passato il minimo che dovresti fare e' parlarle" disse il
medico
esasperato.
Il detective lo guardava con un misto di stupore e di sconcerto cosi'
l'altro si ritrovo' a raccontare di quei terribili due mesi: Rachel non
riusciva a dormire dallo shock e scendeva da lui per un the',
dopodiche' aveva cominciato a darle un leggero calmante...quante volte
erano rimasti li a parlare fino ad addormentarsi sul divano, dopo un
po' lei stette addirittura una settimana dai suoi per potersi
riprendere: ogni cosa in quella casa le ricordava lui.
"Deve averlo fatto per un motivo serio e non intendo quello che
dicevano i giornali" dichiaro' lei dopo che si fu ripresa un
po'
"come ti e' sembrato mentre ci parlavi?"
"Beh un po' strano ma d'altronde stava per buttarsi...non so...era come
se stesse trattenendo le lacrime".
La ragazza ci penso' su e disse: "L'hanno costretto!"
"Che vuoi dire?"
"Ascolta: e se l'avessero minacciato di far del male a qualcuno? A me o
a te per esempio, e lui piuttosto che permetterlo... Questo prova che
non era un impostore, se lo fosse stato l'avrebbe fatto molto prima non
ti pare?"
"Forse...ma che differenza puo' fare ora?" diceva lui
sconsolato.
Sherlock era sconvolto da quelle parole anche se cercava di non darlo a
vedere: gia' lo scoprire che John teneva a lui sul treno era stato uno
shock figuriamoci Rachel...
"Va bene ci vado"
"Vengo anche io" dichiaro' John: conoscendo la sua amica e ricordando
la reazione che ebbe con Mycroft temeva che se li avesse lasciati soli
come minimo sarebbe dovuto andarlo a trovare al pronto soccorso il
giorno dopo.
Gli racconto' che anche se ormai si era trasferito si sentivano e si
vedevano di tanto in tanto, aveva conosciuto Mary ed approvava in pieno
il loro rapporto.
"Rachel? Sono John" disse dopo aver suonato.
"Si, dimmi...." si puo' immaginare la sua faccia nel
ritrovarsi
davanti il detective, per un attimo John temette che gli svenisse li
davanti agli occhi.
"Ciao Rachel" furono le parole di Sherlock.
Pochi secondi dopo un fortissimo schiaffo lo colpi' alla guancia
sinistra lasciando l'impronta delle dita sulla sua pelle di un biancore
perlaceo e prima che potesse replicare, la ragazza l'aveva afferrato
per la sciarpa trascinandolo dentro casa.
"Io..." disse quando si fu divincolato lasciandole in mano la
sciarpa.
"Due anni...."
"Era per una buona ragione..."
"Neanche un messaggio..."
"Non ho potuto..."
"Oh certo! Perche' tu NON sai come mandare messaggi senza farti
scoprire..." era cosi' furiosa che parlava a scatti.
"Era impossibile farlo..."
"SONO VENUTA AL TUO FUNERALE!!!" urlo' prima di avventarglisi
contro come una belva e ricominciare a colpirlo mentre John cercava di
fermarla.
Col senno del poi quella scena sarebbe sembrata parecchio comica visto
che tra i due c'erano almeno venti centimetri di differenza ma
purtroppo per Sherlock la ragazza in quegli anni aveva seguito parecchi
corsi di autodifesa.
"TIENIMI JOHN! TIENIMI O LO MORDO!!!" urlava mentre il medico
cercava di trattenerla.
"Venivo al cimitero. E ti parlavo!"
"Lo so....ti ho sentito"
Ovviamente era la cosa piu' sbagliata che potesse dire in quel momento
e mentre, sgusciata via dalla stretta di John gli si avvicinava
nuovamente minacciosa le porse un mazzo di foglietti.
I biglietti che lei gli aveva lasciato sulla tomba.
Una volta tornato aveva mantenuto la sua promessa e pagato il pranzo al
senzatetto che glieli aveva conservati.
Lei li guardava incredula: erano molto stropicciati e in alcuni punti
c'erano delle piccole macchie rotonde molto somiglianti a...
"Lacrime" mormoro' Rachel mentre Sherlock la guardava.
Quando aveva trovato il primo non poteva crederci e le lacrime erano
scese prima ancora che potesse provare a trattenerle, cosi' era stato
per tutti gli altri.
Poso' i bigliettini sul tavolino del salotto e ando' lentamente verso
di lui guardandolo con severita'.
"Mi sei mancato tanto!" disse scoppiando in lacrime ed
abbracciandolo sotto il cappotto aperto.
Lui non sapeva cosa fare, anche se non lo dava a vedere era
terrorizzato: non tanto dalla sua reazione quanto dall'ulteriore
scoperta di quanto lei ci tenesse a lui, gia' i bigliettini l'avevano
lasciato stranito ma tutto il resto...
Dopo qualche minuto Rachel lo lascio' e salutandolo torno' nel suo
appartamento facendo i gradini a quattro a quattro dalla contentezza.
Circa un'ora dopo si senti' chiamare: "dimmi"
"Credo che mrs Hudson abbia fatto un po' troppa spesa per me solo...ti
andrebbe di mangiare con me?" le chiese in tono cosi' serio
che
la commosse: per troppo tempo era stato solo, poi c'era stato John ma
ora le cose dovevano essere molto piu' difficili considerato che
ovunque fosse stato non era certo per una vacanza.
Scese in pigiama e mentre cenavano lui le racconto' in maniera piu'
particolareggiata di quei due anni pur pentendosene quando le cito' le
torture che aveva subito visto che dalla sua faccia era piuttosto
probabile che gli tirasse dietro le stoviglie come minimo.
Dopo cena Rachel ando' in bagno e Sherlock in camera sua, quando lei
usci' passo' davanti alla sua camera lo vide sdraiato supino con gli
occhi socchiusi.
Gli si sedette a fianco e gli passo' lentamente un dito lungo il fianco
facendolo sobbalzare.
"Non farlo mai piu'" le disse.
"Soffri il solletico Sherlock?" chiese lei con aria innocente.
"Assolutamente no, ho il controllo completo del mio corpo" le rispose
voltandole le spalle.
Allora Rachel comincio' a pizzicargli gentilmente costole e fianchi,
"smettila Rachel, smettila immediatamenthahahahahaaahahah",
che
bella risata aveva! Tenera e molto contagiosa, la ragazza continuo'
arrivandogli anche alle ascelle pur di non farlo smettere gia' era
stupendo riaverlo, farlo ridere poi...
Quanto a Sherlock rideva cosi tanto che quasi non riusciva a pensare
anche se in fondo le era grato: in quei due anni il suo corpo era stato
talmente maltrattato che quei tocchi per quanto fastidiosi erano come
un balsamo.
Poco dopo riusci' a mettersi seduto e afferrandola alla vita comincio'
a ricambiarla punzecchiandole la vita " no, Sherlock io
nohahahahaahahah" Rachel comincio' a divincolarsi ma non troppo per non
fargli male, e si ritrovo' sdraiata con le lacrime agli occhi dal gran
ridere,
"No, stai ferma, stai ferma hahahahaah" disse lui mentre la ragazza
ricominciava a torturargli i fianchi e per farla smettere la strinse a
se', "ferma!"
"Sono ferma Sherlock" disse lei mentre il detective abbassava
gli
occhi: la stava abbracciando ed affondava una mano nei suoi lunghi
capelli biondi e ricci.
"Perche' mi abbracci? Io non sono uno da abbracciare, sono freddo,
scostante..."
"Strano, io non sento alcuna freddezza, anzi..."
Rimasero per un po' in quella posizione fino a quando Rachel lo guardo'
negli occhi e gli disse: "ti voglio bene Sherlock".
Il detective non ebbe il coraggio di ribattere finche' la ragazza non
si alzo' e baciandolo sulla guancia gli disse "Buonanotte",
"anche a te" rispose mentre lei se ne andava nella ex camera di John e
lui s'infilava sotto le coperte.
Verso le due di notte gli venne sete ed ando' in cucina per bere un po'
d'acqua ma prima di ritornare in camera sua passo' accanto a quella
dove dormiva la ragazza, un sonno sereno a quanto pareva ben diverso da
quello quasi inesistente del periodo immediatamente successivo alla sua
"morte".
Le si sedette accanto e le sussurro' "ti voglio bene anche io" in un
orecchio per poi baciarla in fronte.
Il pomeriggio del giorno seguente Rachel (che nel frattempo era tornata
a casa sua) stava uscendo e passando vicino all'appartamento di
Sherlock senti' la voce di Mycroft, in effetti si era chiesta se fosse
al corrente di qualcosa oppure no, conoscendo il suo vicino la seconda
ipotesi era molto probabile.
Solo che sentendoli parlare capi' che non era cosi'.
S'intrufolo' dentro attraverso la porta socchiusa ed entrando senza
salutare nessuno vide che i due fratelli stavano giocando all'Allegro
Chirurgo.
Oh quanto le sarebbe piaciuto giocarci con Mycroft ma sul serio! Con
tanto di accetta, bisturi e coltello e lui immobile sul tavolo
operatorio.
L'uomo la guardo' con la sua solita aria altera e disse: "Spero capira'
signorina che tutto quello che abbiamo fatto e' stato non solo per il
bene di mio fratello ma anche dell'intero Paese".
Certo, Rachel capiva ma se il tutto fosse stato preceduto da un "mi
scusi se non gliel'ho detto" sarebbe stato meglio.
Guardandolo dritto negli occhi lo colpi' con una ginocchiata secca
nelle parti intime che gli fece uscire gli occhi dalle orbite e
chinarsi in avanti, dopodiche' andandogli dietro gli sferro' un gran
calcio nel sedere che lo fece stramazzare al suolo senza fiato e
purtroppo per lui indossava anche gli stivali a punta.
Poi sempre senza salutare nessuno dei due usci' sbattendo la porta
mentre il piu' giovane lottava con tutto se' stesso per non scoppiare a
ridere in faccia all'altro.
angolo autrice: il pigiama di Rachel quando dorme da Sherlock
http://www.dolcecasabiancheria.it/immagini/prodotti/img_minXm3iB4DIBEN%20MAXIMAGLIA%20GABRIELLA.jpg
per lui invece il solito blu ^^
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