Dedicato
a tutte voi, che siete speciali,
anche se non ve ne rendete conto...
What
Makes You Beautiful
La
sveglia suonò come ogni
mattina, ma a Kaylie sembrò di essere tornata indietro di
cinque
mesi, a quel 19 maggio, quando alzandosi dal letto, aveva sentito il
suo stomaco stringersi come mai prima di allora e suggerirle che
qualcosa di grande sarebbe successo quel giorno. Ma quella mattina,
Kaylie sapeva a che cosa fosse dovuto quel contorcersi così
feroce:
sarebbe salita su un palco tra i più famosi al mondo in meno
di
tredici ore.
Vide
un biglietto appoggiato
sul cuscino accanto al suo e scoprì a malincuore che Liam
era andato
a fare una corsa mattutina con Loki e che poi si sarebbe fermato da
Zayn per il pranzo: in quel momento sentiva un'intollerabile esigenza
di sentire la sua voce dirle che sarebbe andato tutto bene. Ma ormai
gliel'avevano detto così tante persone che sarebbe stata una
stupida
a non crederci.
Con
la casa tutta per sé,
si alzò dal letto e si diresse verso la cucina dove una
tazza di tea
la stava aspettando assieme ad un muffin alle gocce di cioccolato che
quella perfezione di uomo aveva già preparato sul bancone di
marmo
nero. Li prese e si diresse in salotto, sedendosi sul divano candido,
per controllare sul cellulare come stessero andando le cose in giro
per il mondo. Appena entrò su Twitter ebbe la netta
sensazione che
un'ondata incontenibile di affetto l'avesse appena colpita, dato che
le sue interazioni stavano letteralmente esplodendo per tutti i
messaggi di “in bocca al lupo” e di
“buona fortuna” che le
stavano arrivando da ogni parte di quel globo di terra e acqua che
continuava a sorprenderla continuamente.
Fin
dal primo tweet che Liam
le aveva mandato, la sua vita suoi social network era completamente
cambiata, spesso con conseguenze pesanti da sopportare, altre volte
con sorprese molto piacevoli. Non erano stati rari i messaggi
minatori, quelli di una cattiveria inaudita, quelli che sputavano
sentenze su cose di cui non sapevano assolutamente nulla, ma
altrettanto presenti erano stati i pensieri carini, quelli che
contenevano la felicità delle fan per vedere un Liam
più sereno e
gioioso, magari attraverso un disegno o una foto.
Kaylie
aveva imparato a
relazionarsi con tutta quell'attenzione mediatica, anche
perché ben
presto tra i suoi follower erano comparse persone che la seguivano
per le sue doti di ballerina e non perché fosse
“la ragazza
di...”. Le ci era voluto del tempo per entrare nell'ottica
che ci
fosse seriamente della gente interessata alla sua vita, a quello che
faceva tutti i giorni, a quelle che fossero le sue preferenze e le
sue opinioni, che fosse interessata semplicemente a lei. Ma ora
ringraziava ogni giorno la sua buona stella per quelle fantastiche
persone che la sostenevano utilizzando il loro tempo e le loro
energie per lei (teneva nel computer tutti i video con i remix o i
rifacimenti delle sue coreografie che le fan le avevano mandato sul
suo canale di YouTube), e le sembrava il minimo rispondere a quanti
più messaggi le fosse possibile, seguire quanta
più gente
riuscisse, benché le sembrasse di non fare mai abbastanza.
Così,
quella mattina, decise di scrivere un tweet per tutte quelle
meravigliose persone che la facevano sentire apprezzata, che le
mostravano come anche lei avesse qualcosa da donare al mondo, fosse
anche solo un sorriso sincero.
“To
all the amazing people out there: I wanna say thank you for being the
perfect persons you are! Love you all! #Fingerscrossed
#ShowTime”.
(A tutte le fantastiche persone lì fuori: volevo
dirvi grazie per
essere le persone perfette che siete! Vi voglio bene!!
#DitaIncrociate #ShowTime ).
Meno
di tre secondi dopo che
il tweet era stato reso pubblico agli oltre due milioni di persone
che la seguivano, le sue interazioni e le sue menzioni esplosero di
nuovo, facendole sapere quanto la sua frase fosse stata retweettata,
aggiunta ai preferiti o citata con qualche commento. Sorrise a tutta
quella pazzia che le girava attorno, mentre un messaggio lampeggiava
sulla schermata del cellulare: era di Louise.
Le faceva un enorme in bocca al lupo per quella sera e con lei anche
tutto lo staff che lavorava incessantemente per i ragazzi.
Tutto
quell'affetto
l'avrebbe lasciata spiazzata fino ad un anno prima, l'avrebbe quasi
fatta sentire a disagio, perché lei, nonostante tutto, non
amava
stare al centro delle attenzioni, a meno che non stesse ballando,
leggendo un suo racconto o semplicemente dando qualche consiglio.
Mentre ora, tutto sembrava così diverso: era il centro della
vita di
una persona come Liam, aveva gli occhi di migliaia di persone puntati
su di lei, non poteva uscire di casa senza che qualcuno lo sapesse.
Insomma, se avesse voluto Kaylie non sarebbe mai stata capace di
fuggire, di scomparire nel nulla.
Aveva
sempre desiderato
farlo, distesa sul letto della sua tanto fidata camera da letto,
dentro quelle quattro pareti che le erano sempre sembrate l'unico
porto sicuro in cui rifugiarsi quando il mondo attorno a lei la
feriva. E lì sognava di scappare, di andarsene lontano da
tutto e da
tutti, abbandonare qualsiasi cosa la tenesse legata a quel posto per
essere finalmente sé stessa.
“Ed
invece, ora, mi
ritrovo legata ad un posto, a delle persone, a delle emozioni con la
paura di perderle per sempre...”.
Ed
era veramente così.
Kaylie
non voleva più
scappare, perché quella giovane donna che si stava vestendo
davanti
lo specchio, pronta per un'ultima sessione di prove in arena, era
esattamente quello che lei aveva sempre sperato di diventare o,
forse, anche di più. Perché Kaylie non avrebbe
mai pensato di poter
vedere un sorriso di quel genere comparire sul suo volto, non avrebbe
mai nemmeno immaginato che quella sua tanto odiata stretta allo
stomaco potesse comparire per un'esibizione davanti a migliaia di
persone ma, soprattutto, non avrebbe men che meno sperato di poter
essere così tanto fortunata da conoscere la
felicità.
Quando
arrivò alla O2,
Amelia, Kate e Ethan erano già pronti nei camerini e stavano
ripassando alcuni passaggi della coreografia d'apertura. Quando la
videro entrare dalla porta con sopra scritto
“Dancers” per poco
non le saltarono addosso: che cosa si era persa??
Amelia-
Can I tell her?!
(Posso dirglielo?!)
Kate-
No!! We can't... Paul
told us to be quite until he'll arrive... (No!! Non possiamo... Paul
c'ha detto che dobbiamo stare zitti finché non
arriverà lui...)
Ethan-
Oh, c'mon!! I want
her to know the biggest news ever!!! (Oh, ma dai!! Io voglio dirle la
più grande notizia di sempre!!!)
Amelia
e Kate- No!!!
-Guys...
Guys... Guys!!!!
(Ragazzi... Ragazzi... Ragazzi!!!!)
Fu
costretta ad urlare sopra
tutta la confusione del soundceck e degli schiamazzi di quei tre
pazzi che le stavano mettendo un'ansia incredibile addosso: di che
diavolo di grande notizia stavano parlando? E perché Paul
aveva
detto loro di aspettare il suo arrivo per dirgliela?
Non
ebbe modo di fare alcuna
domanda, in quanto la porta si spalancò di nuovo per lasciar
scorgere la figura monumentale di Paul che indossava uno dei sorrisi
più smaglianti che gli avesse mai visto fare. “Va
bene... Ora ho
seriamente paura...”.
Paul-
Hi guys!! Oh, Kay...
You're already here... Great... I have something to tell you... (Ciao
ragazzi!! Oh, Kay... Sei già qui... Bene... Ho qualcosa da
dirti...)
Paura.
Panico. Salivazione
azzerata. “Non posso morire ora... Sono troppo giovane e non
ho
ancora festeggiato un mio compleanno con Liam!”.
Paul-
Kay, I'm proud to tell
you that.... (Kay, sono orgoglioso di annunciarti che...)
Kaylie
aveva sempre odiato
le pause per creare suspance. Odiava proprio la suspance in generale.
Era come una tortura legalizzata, un modo meschino per vedere fino a
che punto il cuore umano potesse reggere.
Paul-
That you and the guys
are going to follow Olly on the European leg of his tour!! (Che tu e
I ragazzi seguirete Olly nel suo tour europeo!!)
Sbam!!
Ecco una notizia che
avrebbe fatto tremare anche le gambe di Arnold Schwarzenegger come un
budino al cioccolato.
Esibizioni
tutte le sere
davanti a folle oceaniche di gente appartenente ai più
svariati
paesi europei... Aerei da prendere con costanza, alle volte senza
riuscire nemmeno a ricordarsi quale sarebbe stata la tappa
successiva... Mesi di distanza da casa... Giorni interi, ore,
infiniti secondi di lontananza da Liam... Eppure perché
stava
saltando dalla gioia per tutto il camerino, abbracciando chiunque le
capitasse a portata di mano? La motivazione ormai se l'era data
così
tante volte che sorse spontanea dal profondo del suo cuore:
perché
finalmente stava realizzando il suo sogno e perché sapeva
che Liam
non sarebbe stato che estremamente felice per lei. Certo, sarebbe
anche stato più difficile vedersi, avrebbero dovuto fare un
piano a
tavolino per poter progettare i loro impegni di modo da potersi
ricavare degli spazi per loro, con ogni probabilità
avrebbero anche
dovuto fare qualche rinuncia e avrebbero sentito spesso la mancanza
dell'altro, ma erano forti loro... Ce l'avrebbero fatta, ormai Kaylie
non aveva più dubbi.
Era
sul palco a provare la
quarta canzone della scaletta, quando Paul le si avvicinò
con il suo
cellulare in mano e le disse che c'era Liam dall'altra parte della
linea.
Decise
che fosse il caso di
dirlo subito, di non aspettare che la manna scendesse dal cielo come
aveva poco saggiamente optato di fare la prima volta che una proposta
di lavoro le era giunta.
-We're
going to follow Olly
on his European leg of the tour!! (Seguiremo Olly nel suo tour
europeo!!)
Silenzio
per uno, due, tre,
quattro, cinque... Per quale dannatissima motivazione non si decideva
ad aprire bocca? Per quale motivo, dopo dieci secondi di nulla
sentì
un urlo traforarle i timpani come se tutte le Directioners
del
mondo si fossero concentrate dentro il suo cellulare?
Liam-
What?!?!
But that amazing babe!!!! Oh my gush!! I'm so happy for you... No,
I'm much more than happy... I'm over the moon, I'm flying on a g6,
I'm... (Cosa?!?! Ma è fantastico babe!!!! Oddio!! Sono
così felice
per te... No, sono molto più che felice... Sono oltre la
luna, sono
al settimo cielo, sono...)
-Okay,
okay, okay... I get
it! You're happier than me! (Okay, okay, okay... Ho capito! Sei
più
felice di me!)
Liam-
I'm not saying this,
but... (Non sto dicendo questo, ma...)
-Liam
I was kidding...
Except for this incredible, shocking breaking news, why did you call
me?? (Stavo scherzando... Eccetto che per questa incredibile,
scioccante notizia dell'utima ora, perché mi hai chiamata??)
Liam-
I wanted to tell that
Nicola and Ruth will be there for lunch... So, what do you think
about going out together and celebrate the great news? (Volevo dirti
che Nicola e Ruth saranno qui per pranzo... Quindi, che ne dici di
andare fuori assieme e festeggiare la grande notizia?)
Kaylie
chiese a Paul
se fosse possibile avere due ore libere per il pranzo ed ottenne
esattamente la risposta che sperava: prima delle cinque di quel
pomeriggio non avrebbero ricominciato.
Si
mise d'accordo con Liam
sull'orario in cui sarebbero andati a prenderla e tornò a
sentire
urlare un Kevin sempre
più agitato,
neanche fossero un branco di persone dotate di soli piedi sinistri.
Stava
sistemando le sue cose
nella borsa quando una voce familiare chiese di poter entrare dalla
porta del camerino e quando si voltò, si ritrovò
ad osservare il
volto raggiante di Ruth.
Andò
ad abbracciarla e
quando sentì le sue braccia ricambiare la stretta si rese
conto di
una cosa: la famiglia Payne era accomunata non solo dall'infinita
dolcezza ma anche dallo stesso particolare modo di abbracciare le
persone. Aveva sempre amato quella maniera strana che Liam aveva di
racchiuderla tra le sue braccia, come se volesse farle capire quanto
ci tenesse a lei, ma senza soffocarla. Sorrise a quel pensiero e,
quando si staccò dal corpo di Ruth, vide sorridere anche
lei. Non
sapeva cosa fosse, ma quelle due ragazze le erano state simpatiche
sin dal primo momento e non poteva fare a meno di pensare che anche
loro la trovassero una persona piacevole.
Ruth-
Liam told us the big
news! I'm so happy for you! And also our mum ask me to congratulate
you! (Liam ci ha detto la grande notizia! Sono così contenta
per te!
E anche nostra mamma mi ha chiesto di congraturlci con te da parte
sua!)
-Wait:
your mum already
knows about the European tour?! (Aspetta: vostra mamma sa
già del
tour europeo?!)
Ruth-
The three of us just
don't hug in the same way... We also speak all the way to much...
(Noi tre non solo abbracciamo allo stesso modo.... Parliamo anche
tutti troppo...)
Risero
entrambe e si
diressero verso la macchina che le stava aspettando con a bordo Liam,
Nicola e Alberto, alla guida. Quando scesero, dovettero farlo
scaglionati, perché altrimenti le fan che erano, non si sa
come, nei
paraggi sarebbero impazzite e il rischio di incidenti era troppo
alto, essendo l'ora di punta. Così, dopo Nicola e Kaylie,
scesero
anche Liam e Ruth, potendo finalmente sedersi al loro tavolo. Non
aveva mai pranzato solo con la parte “giovane”
della famiglia
Payne al completo e la cosa la metteva ora un poco a disagio: loro
erano fratelli e si conoscevano da una vita, avevano un sacco i
ricordi in comune e non si sarebbe stupita se l'avessero esclusa
dalla conversazione per qualche momento, dato che lei era
letteralmente l'ultima arrivata. Ma, come al solito, la mente di
Kaylie viaggiava ad una velocità decisamente sopra quella
consentita
e quindi nessuna delle sue paure si concretizzò durante il
pranzo:
mai, in un singolo istante, ebbe la possibilità di sentirsi
tagliata
fuori da quei tre fratelli connessi da un legame invidiabile che, per
un momento, le fece sentire la mancanza di Alex. “Magari dopo
potrei chiamarla”.
Le
raccontarono un sacco di
fatti buffi che erano accaduti durante la loro infanzia a
Wolverhampton a partire da quella volta in cui, in un momento di
stizza nei confronti del fratello, Nicola gli aveva detto che se
anche Woody fosse stato vero non sarebbe mai diventato suo amico,
perché non sapeva ballare come un vero cowboy. Neanche a
dirlo, il
piccolo Liam James Payne aveva passato la settimana seguente a girare
per casa facendo assurdi passi di danza, fino a quando quella santa
donna di Karen non aveva detto basta dopo che il figlio aveva
rischiato di rompersi una caviglia per fare una piroette. Nemmeno
Liam si tirò indietro dal mettere in imbarazzo le sorelle e
le
imprese semi-epiche che erano narrate a quel tavolo fecero sentire
Kaylie seriamente parte della famiglia.
Dopo
aver brindato alla
nuova ed emozionante notizia sulla carriera lavorativa di Kaylie, si
salutarono, lasciando che Ruth e Nicola andassero a fare un giro per
Londra in completa tranquillità, senza che stormi di fan
potessero
seguirle. Kaylie chiese a Liam se potevano andare a casa,
perché
doveva fare una telefonata importante.
Liam-
Your sister? (Tua
sorella?)
-Yes...
You know... Standing
there, between you and your sisters made me realize that it's ages
that I don't call mine... We never got on well, but she's always my
sister... I don't know... (Sì... Sai... Stare qui, in mezzo
a te e
alle tue sorelle mi ha fatto realizzare che sono secoli che non
chiamo la mia... Non siamo mai andate d'accordo, ma è
comunque
sempre mia sorella... Non so...)
Liam-
I'm sure she's
wondering the same thing at the moment... Call her and talk to her...
You're a different person now... Maybe the new Kay could get along
with her old sister... (Sono sicuro che lei stia pensando la stessa
cosa al momento... Chiamala e parlale... Sei una persona diversa
ora... Forse la nuova Kay potrebbe andare d'accordo con la sua
vecchia sorella...)
-Yes...
I definitely got a
wise boyfriend... (Sì... Ho decisamente un ragazzo saggio...)
Liam-
And I definitely got
an ironic girlfriend... (Ed io ho decisamente una ragazza ironica...)
Si
era avvicinato così
tanto da sentire il suo fiato sulle sue labbra, le mani a sorreggerle
la schiena e una voglia matta di baciarlo, ma erano in pubblico, con
i paparazzi a pochi passi da loro e non era decisamente il momento di
dare spettacolo.
Salirono
in macchina e,
arrivati a casa, Liam decise di dedicarsi un po' alle sue fan e alla
Play-Station, mentre Kaylie uscì nel loro piccolo giardino
personale
e, raccogliendo un coraggio che non pensava nemmeno di avere e che
soprattutto non pensava le sarebbe servito per fare una chiamata del
genere, selezionò il contatto e premette la cornetta verde.
Alex-
Dimmi che è qualcosa
d'importante...
-Buon
pomeriggio anche a te,
Alex... E comunque se parlare con tua sorella che non senti da tre
settimane non è considerabile come importante, allora puoi
pure
riagganciare...
Alex-
Cavolo... L'aria
londinese ti ha reso ancora più acida del solito...
-E
a te l'aria veneziana ha
bruciato le ultime briciole di empatia che erano rimaste nel cuore!
Alex-
Ma sentila! Cos'è,
adesso comincerai anche ad inoltrare le pratiche per diventare santa,
dato che ora predichi pure?!
Liliana-
Finiscila Alex! Ti
ha chiamata perché voleva parlare con te, cerca di fare la
persona
matura per una volta!
Kaylie
ringraziò
mentalmente sua madre per il provvidenziale intervento, mentre
sentiva una porta sbattere all'altro capo del telefono e un peso
cadere su una sedia: sua sorella si era appena rifugiata nello
“studio”, ovvero la sua personale caverna dove
nascondersi quando
anche lei voleva scappare dal mondo. Sì, qualcosa in comune
ce
l'avevano pure loro.
Alex-
Allora: si può sapere
perché mi hai chiamata? Stavo guardando una puntata di
“Criminal
Minds” che non avevo ancora visto...
-Alex,
possiamo parlare
seriamente??
La
sentì trattenere il
respiro per qualche secondo: Kaylie era pienamente cosciente di
averla stupita ed era esattamente ciò che voleva ottenere.
Alex-
Ehm... Certo... Dimmi
tutto...
-Prima
ero a pranzo con Liam
e le sue sorelle... E beh, loro erano così affiatati,
avevano così
tanti ricordi assieme, si vedeva lontano un miglio che avrebbero dato
la vita per l'altro... E noi?... Insomma non ci siamo mandate nemmeno
un messaggio nelle ultime tre settimane! Eccetto per quello in cui mi
dicevi che ero una stronza perché mi ero portata via la
piastra
piccola... Che poi: te ne sei seriamente accorta solo ora?? Comunque
non è questo il punto... Il punto è che, insomma,
tu...
Alex-
Mi stai chiedendo se
ti voglio bene??
Kaylie
non era mai stata
sicura se il fatto che sua sorella fosse estremamente intelligente
potesse essere considerato come un vantaggio o no, ma in quel momento
le sembrò una benedizione.
-Beh...
Sinceramente? Sì,
te lo sto chiedendo...
Ed
ecco di nuovo orde di
silenzio che avanzavano minacciose all'orizzonte, facendole temere
che nel giro di pochi secondi sua sorella si sarebbe messa a ridere
di lei, dicendole che era una stupida... Più o meno come si
sentiva
Kaylie in quel momento: una cretina per aver fatto quella domanda. Ma
questa volta, a sorprenderla, fu proprio Alex.
Alex-
Quel messaggio era per
sapere se eri ancora viva... E sì, anche per dirti che
comunque un
po' a te ci penso... Insomma, il giorno prima saltelli per casa come
una bambina di dieci anni che va al concerto dei suoi idoli tutti
colletti inamidati e faccini sbarbati, ed il giorno dopo vivi a
Londra con il tuo famosissimo e tatuatissimo ragazzo, sei su
qualsiasi sito di gossip del mondo e stai per cominciare un tour come
ballerina per un tipo che a quanto pare è parecchio
famoso... Cosa
avrei dovuto fare io?
Non
ci aveva mai pensato.
Sapeva
quanto quel cambio
radicale di vita per lei, avesse comportato anche per le persone che
le stavano accanto un notevole scombussolamento, le era bastato il
suo arrivo in aeroporto dopo il week-end londinese per tastarlo con
mano. Ed era vero: aveva pensato a sua mamma, a suo padre, a Marta e
Denise, ma mai ad Alex.
Forse
perché credeva che
non le interessasse granché, che non le importasse quasi
nulla della
vita della sua sorellina più piccola ed insicura con cui non
aveva
mai avuto molto in comune. Solo ora si rendeva conto di essersi
terribilmente sbagliata.
-Scusami
Alex...
Sapeva
bene che quelle
parole non potevano in alcun modo rimpiazzare il tempo che avevano
perso, ma forse avrebbero potuto far cambiare le cose da quel momento
in avanti.
Alex-
Non ti devi scusare...
Tu stai facendo diventare il tuo sogno realtà ed
è giusto che non
ti preoccupi per me... Insomma, tra le due sono io quella
più
vecchia... E' solo che mi mancano le nostre litigate, il mio
prenderti in giro per ogni cosa, il farti sentire inadeguata quando
invece ammiro con tutta me stessa il tuo coraggio di essere solo
ciò
che sei veramente...
Aveva
pianto uno svariato
numero di volte a causa delle parole di Alex, ma mai in vita sua per
l'emozione che esse le avevano procurato: per la prima volta, in
vent'anni di vita Kaylie e Alex stavano parlando con il cuore in
mano, senza maschere o pregiudizi, solamente due sorelle che avevano
trovato il coraggio di esporsi.
Ma
Kaylie non era l'unica in
preda ai singhiozzi, dato che dall'altro capo del telefono Alex non
sembrava avere molto più controllo sui suoi condotti
lacrimali.
Alex-
Sappi che tutto questo
è accaduto solo oggi e non succederà mai
più, chiaro??
Sapeva
perfettamente che con
ogni probabilità non avrebbero parlato ancora in quella
maniera per
parecchio tempo, ma Kaylie era altrettanto certa che le cose tra di
loro fossero cambiate per il meglio. Ora sapeva che, qualunque cosa
fosse successa, poteva contare sul supporto, seppur silenzioso, di
sua sorella e questa consapevolezza la fece sentire leggermente
più
tranquilla.
-Va
bene, va bene... Torna
alla tua puntata di “Criminal Minds”, va'... Che
non vorrei
costringerti a guardarla di nuovo perché non hai scoperto
chi è
l'assassino.... Ah, Alex: ti voglio bene...
Lo
aveva detto con un tono
di voce ancora incrinato dalle lacrime appena versate, ma Kaylie era
piuttosto sicura di quella specie di dichiarazione e se non avesse
conosciuto bene sua sorella se la sarebbe anche potuta prendere per
la risposta che ricevette.
Alex-
Prenderò in
considerazione l'idea di dire di nuovo in giro che sei mia sorella...
Ma non sperarci troppo... Tuo moroso fa pur sempre parte di una
boyband!
Kaylie
alzò gli occhi al
cielo, contenta di poter sentire ancora le battute piccate di Alex:
le erano terribilmente mancate.
-Bene,
io vado... Ci
sentiamo allora...
Alex-
Buona fortuna Kay... E
ti voglio bene anch'io...
Non
seppe se rimase più
shoccata per le parole della sorella o per il fatto che, dopo averle
dette, le aveva praticamente sbattuto il telefono in faccia. Si
riprese solo sentendo Liam urlare dal salotto: sicuramente stava
perdendo a Fifa ed il fatto che stesse giocando da solo non gli
faceva di certo onore.
Scrutò
il cielo di Londra e
si rese conto che da quando era andata ad abitarci era stato quasi
sempre estremamente sereno e soleggiato, come se la città le
stesse
facendo un regalo di benvenuto. La cosa la fece sorridere, prima di
decidere di rientrare per impiegare quel poco tempo libero che le era
rimasto per stracciare definitivamente Liam alla Play-Station.
Quando
arrivò l'ora di
tornare in arena, Kaylie preparò il suo borsone e vi mise
dentro
tutto ciò di cui avrebbe avuto bisogno quella sera: dai
vestiti di
scena, alle salviette struccanti, dalle scarpe alle gomme da
masticare per smorzare l'ansia. Si premurò di indossare il
ciondolo
portafortuna che Niall le aveva regalato il giorno prima e,
soprattutto, la catenina che Liam le aveva regalato, quella che
racchiudeva tutta la loro storia.
Salutò
Loki e si diresse in
macchina verso la O2, con Liam al suo fianco. Durante il tragitto le
vennero in mente le immagini del suo primo viaggio in automobile per
le vie londinesi, qualche mese prima, e si rese conto di come tutto
fosse cambiato ma di come ogni cosa, solo in quel momento, le
sembrasse essere andata finalmente al proprio posto.
Liam
guardava fuori dal
finestrino quegli stessi edifici, quelle stesse strade, quelle stesse
vetrine che le erano sembrate semplicemente spettacolari e che ancora
le facevano venire la pelle d'oca al solo vederli. Abbassò
il
finestrino e respirò a fondo: quella era l'aria frizzante e
carica
di energia che le aveva fatto pensare, la prima volta che l'aveva
percepita sulla sua pelle, che tutto fosse perfetto, e Kaylie non
poté darsi torto a distanza di tre mesi, perché
tutto era
assolutamente perfetto. Arrivati a destinazione, Liam le prese una
mano tra le sue e, guardandola negli occhi come se volesse
incatenarla per sempre a lui, non consapevole forse di averlo
già
fatto, le disse:
-Just
remember: you're born
to shine!! Just be yourself and you're gonna light up the world like
nobody else... (Ricordati solo questo: sei nata per brillare!! Sii
solo te stessa ed illuminerai il mondo come nessun altro...)
Voleva
dire così tante
cose, ringraziarlo di nuovo e all'infinito per quello che faceva per
lei, fargli capire quanto ci tenesse a lui, ma ogni pensiero si perse
in quello che, forse, fu il bacio più dolce che Kaylie
avesse mai
ricevuto.
Più
di quello dell'arena.
Più
di quello quando si
erano ritrovati dopo un mese, a Londra.
Più
di quello in limousine.
Più
di quello all'ombra di
un faggio a Hyde Park.
Più
di quello sotto i
fuochi d'artificio a Las Vegas.
Più
di quello sul tramonto
a Los Angeles.
Più
di quello datole dopo
aver visto il regalo di compleanno.
Quel
bacio era più dolce di
tutti gli altri per un semplice ma essenziale motivo: Kaylie e Liam
si appartenevano e avevano la certezza che l'unica cosa a contare
fosse l'amore che provavano per l'altro. Quella voglia di far parte
della vita dell'altra persona per sempre... Quella passione nel
seguire tutti i passi e gli errori che il proprio compagno faceva
lungo il suo cammino di crescita... Quel desiderio di poter ritrovare
ogni mattina la mano dell'altro ad intrecciarsi con la propria...
Quella consapevolezza che in ogni momento di dubbio, di paura, di
smarrimento la propria ragione di vita sia sempre lì, nel
suo
sorriso, nei suoi abbracci, nel suo sussurrare a fior di labbra un
tenero...
-I
love you... (Ti amo...)
Kaylie
lasciò che tutto in
lei si perdesse nelle profondità di quegli occhi accoglienti
che la
stavano scrutando, indagando, accarezzando. Quel ragazzo era tutto
per lei, era la sua vita e capì che un'esistenza senza di
lui
sarebbe stata solo una pallida brutta copia a due dimensioni, come
quella che conduceva fino ad un anno prima.
Scese
dalla macchina, con la
promessa che si sarebbero visti alla fine del concerto, ed
entrò
nell'ampio spazio dell'arena, ora occupato da un imponente palco, con
un desiderio dirompente di ballare.
Fecero
ancora qualche prova
e, quando tutti se ne andarono a mangiare qualcosa prima di
cominciare i preparativi per la serata, Kaylie sentì il nodo
allo
stomaco farsi sempre più presente e optò per
prendersi qualche
attimo di pausa, da sola.
Rimase
nell'arena deserta,
in contemplazione di quell'enorme palcoscenico su cui si sarebbe
esibita in meno di quattro ore.
Lasciò
che lo sguardo
vagasse libero tra tutte quelle poltroncine vuote, su quel vastissimo
parterre che in breve
tempo sarebbe stato
gremito di persone, su quelle luci ora spente, ma che tra poco
l'avrebbero illuminata, mostrandola al mondo intero. Perché
a Kaylie
sembrava proprio che quella sua prima esibizione fosse una sorta di
presentazione della nuova sé stessa al mondo, come se una
crisalide
avesse finalmente deciso di far nascere la meravigliosa farfalla che
aveva tenuta nascosta troppo a lungo.
La
sua attenzione cadde
sopra un foglio per terra: era la scaletta del concerto, con in alto
a destra, stampata in grassetto, la data... Era il tre settembre...
“E'
passato un anno...”.
Era
passato praticamente un
anno da quando tutto era cominciato, da quando quel gruppo di
ragazzine, che all'epoca le erano sembrate delle piccole pazze, le
aveva chiesto di creare una coreografia per una canzone di un gruppo
di cui non sapeva assolutamente nulla... Era passato un anno da
quando aveva digitato sulla barra di YouTube il titolo di quella
canzone ed era rimasta sbalordita da quante visualizzazioni avesse
accumulato... Era passato un anno da quando si era ritrovata a
ballare come una matta per camera sua sulle note di una canzone
cantata da quattro ragazzi inglesi ed un irlandese... Un anno dalla
fatica fatta per nascondere a tutti il suo Ipod con le loro canzoni
messe in perenne ripetizione... Un anno da quella strana e
provvidenziale conversazione con Marta, quando avevano deciso che
sarebbe stata Kaylie ad accompagnare Isabella e Carlotta al concerto
degli One Direction...
Le
vennero i brividi al sol
pensiero di come tutto, la sua vita, le sue relazioni, ma soprattutto
lei, fosse cambiato in un solo anno.
Dodici
mesi ed era passata
dal creare una coreografia per un gruppo di ragazzine a esibirsi come
ballerina professionista per il tour, ora europeo, di uno dei
cantanti più in voga del momento.
Sentì
le mani sudare come
se fosse a quaranta metri d'altezza, le gambe diventare dei
leggerissimi fogli di carta e la stretta allo stomaco farsi quasi
insopportabile...
-It
seams to become bigger
and bigger the more you look at it!! (Più lo guardi,
più sembra che
si ingrandisca sempre di più!!)
Kaylie
sobbalzò al suono di
quella voce acuta, pensando di essere la sola all'interno dell'arena,
ma si aprì immediatamente in un sorriso quando
poté associare un
volto, altrettanto sorridente, a quelle parole.
Louis
William Tomlinson stava camminando verso di lei dal fondo
della vastissima platea, con una delle sue canottiere slabbrate che
facevano vedere i tatuaggi sempre più stravaganti. Non gli
aveva mai
chiesto perché proprio un'alce con un cuore tra le corna,
forse un
giorno l'avrebbe fatto, ma non in quel momento. Anche lui era
indubbiamente cambiato, forse tra tutti e cinque i ragazzi, era
quello che aveva quasi subito una trasformazione, come se tutte le
possibilità che gli erano capitate e che si era sudato
assieme agli
altri, gli avessero dato il privilegio di diventare un'altra persona.
Magari quella che lui aveva sempre desiderato essere.
Louis-
I'm serious... The
more a stared at the Madison Square Garden's capacity, the more I
thought we wouldn't be able to do that... But now we're here and we
have a stadium tour, already with some sold out venue... It's
ridiculous! (Sono serio... Più stavo lì a fissare
la capacità del
Madison Square Garden, più pensavo che non ce l'avremmo mai
fatta...
Ma ora siamo qui e abbiamo un tour negli stadi, con anche qualche
data sold out... E' assurdo!)
Kaylie
si girò per
osservare meglio quella figura che si era piazzata al suo fianco e si
rese conto che stava guardando esattamente lo stesso diciottenne che
si era presentato sul palco di X Factor tre anni prima, per stupire
tutti con la sua dolcissima versione di Hey
There Delilah ,
guadagnandosi,
così, la possibilità di passare dalle recite
scolastiche ai palchi
di mezzo mondo, nonostante continuasse a rinnegare quella
performance. Louis era cambiato solo esteriormente, certo era anche
maturato e le esperienze della vita l'avevano reso ormai un uomo, ma
la genuinità e la bellezza del suo sorriso erano ancora
tutte lì,
pronte a donarsi al prossimo.
-Did
you feel like a Smurf
when you were standing there?? Because it's exactly how I feel now...
Well maybe, I'm not blue but the concept is the same... (Ti sentivi
come un Puffo quando te ne stavi lì?? Perché
è esattamente come mi
sento io,ora... Beh, forse non sono blu ma il concetto è
quello...)
Louis-
If you're interested,
your ears are slowly turn into a strange shade of light-blue... (Se
ti può interessare, le tue orecchie stanno assumendo una
strana
sfumatura di celeste...)
-Tomlinson
you're not
funny... (Tomlinson non sei divertente...)
“Va
bene: ora c'è
decisamente qualcosa che non quadra...” pensò
Kaylie mentre il
braccio destro di Louis le cingeva le spalle, stringendo lievemente,
in quello che era senza ombra di dubbio un abbraccio.
Louis-
You're saying this
just because you are nervous, but you shouldn't... I mean: I saw you
dance and I'm pretty sure you'll be amazing! You got something
special, I told you this the first time we met, at the Gala, and I'm
not going to stop repeating... (Lo stai dicendo solo perché
sei
nervosa, ma non dovresti... Insomma: ti ho vista ballare e sono
piuttosto sicuro che sarai fantastica! Tu hai qualcosa di speciale,
te l'ho detto la prima volta che ci siamo incontrati, al Gala, e non
smetterò di ripetertelo...)
-You
know what? That night,
at the Gala, when you sat down near me and talked to me
“heart to
heart” I remembered a chat I had with the one who was my best
friend, before this massive change of life, and it was just because I
felt as if you were someone I could really trust in... (La sai una
cosa? Quella sera, al Gala, quando ti sei seduto vicino a me e mi hai
parlato “a cuore aperto”, mi sono ricordata di una
conversazione
che avevo avuto con quello che era il mio migliore amico, prima di
questo enorme cambiamento di vita, ed è stato
perché mi sembrava
seriamente che tu fossi qualcuno di cui potessi fidarmi...)
Louis-
Whatever this guys
was, I wasn't good enough if he let you go... But, in return for his
loss, you came to get five of us! (Chiunque fosse questo ragazzo, non
era abbastanza se ti ha lasciata andare... Ma, oin cambio della sua
perdita, hai ottenuto cinque di noi!)
Avrebbe
tanto voluto
rispondergli con una battuta sarcastica e probabilmente Louis se la
stava anche aspettando, perché rimase piacevolmente stupito
da
quelle che invece furono le parole di una sempre più
sorridente
Kaylie.
-I
guess you're right, Mr
Louis!! I'm the one who gain the most... (Credo che tu abbia ragione,
Mr Louis!! Io sono quella che c'ha guadagnato di più...)
Era
confermato: l'intero
gruppo degli One Direction era stato impossessato dallo spirito
dell'Orso-Abbraccia-Tutti, dato che negli ultimi tre giorni aveva
ricevuto espressioni di affetto da tutti e cinque, e dato che ora
pure Louis la stava letteralmente stritolando tra le braccia
immancabilmente muscolose.
“Dovrei
parlare con Mark,
il loro personal trainer, e dirgli di smetterla di pomparli
così
tanto, perché una volta o l'altra stritoleranno una fan... O
magari
la sottoscritta in un altro attacco di affetto compulsivo nei
confronti della “piccola di casa”... Che poi Perrie
ha la mia
età, ma mica la trattano come se fosse una bambina da
proteggere,
cosa che invece fanno con me...”. I comportamenti
iperprotettivi
non le erano mai andati molto a genio, benché dovesse
ammettere che
da quando quei cinque erano entrati a far parte della sua vita, la
sua insofferenza nei confronti di abbracci, domande e attenzioni
particolari era leggermente diminuita. Non c'era niente da fare: le
avevano sconvolto l'esistenza.
Quando
Louis si decise a
liberarla da quella presa d'acciaio, si scambiarono un altro sorriso
complice e, per far tornare tutto alla normalità, Kaylie gli
fece la
domanda più ovvia per una situazione come quella:
-Louis:
what are you doing
here?? I'm sure you didn't come here just to talk to me... (Louis:
che ci fai tu qui?? Sono sicura che tu non sia venuto solo per
parlare con me...)
Louis-
In fact I was here
just because the last time we had a show I forgot one of my favourite
beanie, so I'm looking for it... But it's been a pleasure talking to
you, Mrs Kay!! You looked so lost, standing here, all alone... (A
dire il vero ero qui solo perché l'ultima volta che abbiamo
fatto
uno show ho dimenticato uno dei miei beanie preferiti, così
lo sto
cercando... Ma è stato un piacere parlare con te, Mrs Kay!!
Sembravi
così persa, qui in piedi, tutta da sola...)
-No,
Louis... I'm not
alone... I finally get it... (No, Louis... Non sono da sola...
Finalmente l'ho capito...)
Louis
sorrise di nuovo e scuotendo quella zazzera di capelli che aveva in
testa si avviò dalla parte opposta da dove era entrato, per
poi
voltarsi poco prima di varcare la soglia e urlarle senza ritegno:
-Good
luck, Mrs I got
Payne!!! (Buona fortuna, Mrs Ho Capito Payne!!!)
Kaylie
ruotò gli occhi
esasperata, sapendo che quello sarebbe stato l'ennesimo soprannome
che Mr Sorriso Smagliante e Battuta Pronta le avrebbe affibbiato per
le seguenti settimane.
Sentì
una voce profonda
chiamare il suo nome e si rese conto che Paul le stava facendo cenno
di avviarsi verso i camerini per cominciare a prepararsi: il momento
si stava avvicinando sempre di più e trucco ed acconciatura
non
potevano più aspettare.
Entrando
nella stanza
affollata di gente si sedette su l'unica sedia libera che era
rimasta, in mezzo a Kate ed
Amelia,
posizionata di fronte ad una serie di specchi contornati da accecanti
lucette, come in ogni camerino che si rispetti. Aveva già
affrontato
parecchi spettacoli in vita sua, ma mai nessuno sarebbe stato
paragonabile a quello che l'attendeva in poco più di due
ore.
Sentì
le mani esperte di
Rachel, la loro
parrucchiera e truccatrice,
avvicendarsi sui suoi capelli e sul suo viso, cercando di ottenere il
look che avevano già scelto per le ballerine. A Kaylie
sembrò di
essere tornata indietro nel tempo, a quando
Louise
l'aveva lasciata in mano ai tre angeli della bellezza, come li aveva
soprannominati, per farla risplendere di luce propria nel momento in
cui avrebbe affrontato la tanto temuta scalinata e quel fatidico red
carpet. Solo che questa volta non c'erano Eleanor
e Perrie a tenerle compagnia, ma un Ethan
che continuava a correre da una parte all'altra della stanza in
preda, forse, ad un attacco di panico. Ma soprattutto, quella sera di
qualche mese prima doveva “semplicemente”
presentarsi al mondo
come la nuova ragazza di Liam Payne degli One Direction,
mentre ora si stava per giocare la sua intera reputazione e possibile
carriera: doveva mostrare a chiunque quanto lei valesse, quanto tutti
quegli anni di delusioni, esercizi e passione avessero forgiato una
ballerina capace e comunicativa.
Si
metteva in gioco lei,
senza paracadute questa volta.
Il
camerino era sempre più
affollato e caotico: c'erano Amelia, Kate,
Ethan,
Thomas e Andy che si stavano preparando,
Paul che continuava a parlare al telefono, Rachel
e le altre truccatrici che tentavano di continuare il loro lavoro
nonostante il poco spazio, Kevin
che dava
ordini astrusi a destra e a manca, Olly che entrava ed usciva dalla
stanza in continuazione come se stesse cercando il suo scopo nella
vita, frotte di tecnici del suono e delle luci che correvano da una
parte all'altra tentando di prevedere ogni possibile intoppo, gente
che non aveva mai visto che parlava ad un volume troppo alto per
potersi sentire l'uno con l'altro e, in tutto questo, la testa di
Kaylie cominciò a girare...
Si
era appena infilata il
body che aveva fatto letteralmente impazzire Liam e si
guardò
un'ultima volta allo specchio osservando come fosse diventata
incredibilmente pallida, nonostante il rossetto rosso, le ciglia
raddoppiate di volume e lunghezza a causa del mascara, lo sguardo
allungato dall'eye-liner e il blush che
le
avevano messo sulle guance...
Sapeva
che cosa le stesse
succedendo, non era la prima volta ed era sicura che non sarebbe
stata nemmeno l'ultima: come durante il viaggio in macchina di
ritorno da Verona, come quando era tornata nella sua piccola
cameretta dopo il suo primo week-end a Londra, come dopo aver visto
l'espressione di Liam durante l'intervista con tutte le foto dei suoi
festeggiamenti per il lavoro ottenuto, come quando tutto era
diventato sfocato nel backstage a Los Angeles mentre Ben le parlava
del film... Ma c'era sempre stato qualcuno, c'erano stati sua mamma,
Marta e Denise, Liam e Eleanor, addirittura Zayn... Ed ora era sola
in un corridoio sconosciuto e deserto, con il suono del suo respiro a
riempirle le orecchie e a farle presente quanto il suo cuore stesse
correndo, le gambe che non la riuscivano più a reggere,
tanto da
farla accasciare contro la parete più vicina, sulla moquette
grigia
che ricopriva il pavimento. Appoggiò i gomiti alle ginocchia
che
aveva avvicinato al petto e si prese la testa tra le mani: era sola
con le sue insicurezze, ancora ed ancora.
Le
lacrime stavano per farsi
largo, rovinando tutto il lavoro che era stato fatto per renderla
bella, ma il problema era che lei stessa non si sentiva affatto bella
e non pensava assolutamente di meritarsi tutto quello.
Qualcosa
le colpì il viso e
si rese conto di avere l'Ipod chiuso nella mano destra, con le
cuffiette a penzoloni. Non si era nemmeno resa conto di averlo
afferrato al volo dalla sua borsa, prima di scampare dal caos che
regnava nel camerino.
Cercando
di fare un respiro
profondo, si mise su le cuffiette arancioni e osservò lo
schermo
illuminarsi. Quello era il momento perfetto per affidarsi alla sua
più grande amica, la musica, e sperare che fosse lei ad
aiutarla in
quel momento di totale confusione.
Schiacciò
su “Riproduzione
Casuale” e lasciò che la canzone cominciasse,
lenendo i suoi nervi
a fior di pelle e quell'uragano di incertezze che si stava abbattendo
sul suo cuore, per l'ennesima volta.
...You're
insecure... Don't know what for... You're turning heads... When you
walked through the door...
Non
poteva crederci. Tra
quasi seicento canzoni che c'erano lì dentro, era capitata
proprio
quella... Erano capitati quei versi che per primi l'avevano fatta
innamorare di quel gruppo di cinque ragazzi normali trasformati in
super star internazionali... Era andato in riproduzione esattamente
quel riff che l'aveva fatta balzare su dalla sedia su cui era seduta
per farla ballare come una pazza in mezzo alla stanza, ormai
più di
un anno prima... Quelle prime parole che aveva sentito pronunciate da
Liam e che, per qualcosa che solo dopo aveva capito essere destino,
le avevano fatto provare delle emozioni speciali, come se stesse
cantando proprio per lei... Perché in quel preciso istante
quel
testo parlava di lei, era scritto per lei, serviva a lei come
l'ossigeno.
Liam,
Louis, Niall, Zayn e
Harry stavano cantando per lei, per
aiutarla
ancora come avevano fatto in ogni singolo secondo dell'ultimo anno e
Kaylie si sentì esattamente come una qualsiasi ragazza che
abitava
quel pianeta e che doveva una buona parte dei propri sorrisi ad un
gruppo musicale. Sì, si sentiva una Directioner
e non se ne vergognava, perché questo voleva dire non essere
mai
soli: una volta entrati nella stravagante e meravigliosa 1D family
non se ne poteva più uscire, Liam l'aveva avvertita. Ma
soprattutto
non c'erano spazio per insicurezze, incertezze, dubbi,
perché la
vita andava vissuta, ma vissuta veramente, fino all'ultima goccia,
fino all'ultimo respiro...
...Baby
you light up my world like nobody else... The way that you flip your
hair gets me overwhelmed... But when you smile at the ground it ain't
hard to tell... You don't know... Oh oh... You don't know you're
beautiful... If only you saw what I can see... You'll understand why
I want you so desperately... Right now I'm looking at you and I can't
believe you don't know... Oh oh... You don't know you're beautiful...
Oh oh... That's what makes you beautiful...
“Ma
cosa diavolo sto
pensando?! Come ho potuto permettere che tutte queste stupide
insicurezze prendessero il sopravvento anche solo per un secondo? Io
non sono come loro credono... Io posso fare qualcosa... Io ho
qualcosa da dare agli altri, al mondo... Io ho delle persone che mi
vogliono bene, che mi amano per quello che sono... Ed ora so anche io
cosa sono: una bella persona!”.
Kaylie
si sentiva forte,
come mai prima in vita sua, come mai si sarebbe aspettata di poter
essere e decise di alzarsi da quel pavimento, e le sembrò di
alzarsi
dalle macerie che aveva sempre visto attorno a lei per dirigersi
verso la sua vita, quella che era cominciata proprio un anno prima
con quella canzone.
Rientrò
nel camerino dove
la situazione sembrava essersi calmata, un po' come la sua mente, e
trovò Amelia davanti ad un enorme mazzo di girasoli e
orchidee
bianche, che troneggiava al centro del tavolo in mezzo alla stanza.
-Who's
the lucky girls whom
receives these wonderful flowers?? (Chi è la fortunata
ragazza che
ha ricevuto quei fiori meravigliosi??)
Ethan-
Darling they're
waiting for you! (Carissima, stanno aspettando solo te!)
Kaylie
si voltò a guardare
con un'espressione confusa un Ethan decisamente euforico, e
riuscì a
darsi una spiegazione a tutti quei cuoricini che gli vedeva
svolazzare attorno, solo quando Amelia si decise a parlare.
Amelia-
Paul just brought
them in... He said they're from Liam... (Paul li ha appena portati
dentro... Ha detto che sono da parte di Liam...)
Cos'era
quel pizzicore che
sentiva agli occhi? Non potevano essere lacrime, si era impegnata
così tanto per trattenerle negli ultimi venti minuti, non
poteva
cedere proprio in quel momento.
Prese
il bigliettino che
campeggiava sulla stoffa arancione che li conteneva e lo lesse a
mente, facendo parecchia fatica a causa del tremore incontrollabile
delle sue mani.
“The
Sunflowers symbolize
an adoring love and for me also happiness... The Orchids represent
elegance, passion and sensuality... I found these five things with
you... With my Last First Kiss... Good luck, babeee!!! I love U
<3
Liam”. (“I Girasoli simboleggiano un amore adorante
e per me
anche la felicità... Le Orchidee rappresentano l'eleganza,
la
passione e la sensualità... I ho trovato queste cinque cose
con
te... Con il mio Ultimo Primo Bacio... Buona fortuna, babeee!!! Ti
amo <3 Liam”.)
Rachel
l'avrebbe sicuramente uccisa, ma le lacrime non volevano sentire
ragioni e stavano rigando le sue guance. Ringraziò la
saggezza della
truccatrice che aveva optato per un mascara waterproof
e cercò di limitare i danni con un fazzolettino
che Kate le
stava gentilmente passando. Finito lo show avrebbe sicuramente
pensato ad un modo per far pagare a quella perfezione di ragazzo
tutte quelle lacrime di gioia che le aveva fatto versare, intanto
però doveva concentrarsi sulla voce metallica che, dagli
altoparlanti della stanza, stava comunicando loro che il gruppo di
supporto avrebbe cominciato ad esibirsi tra cinque minuti.
Kaylie
posò il biglietto
dentro la borsa e si accorse che il cellulare stava segnando un
messaggio non letto.
“Chi
potrebbe essere ora??
Harry mi ha scritto prima,
dicendomi che
avrei spaccato tutto e che dovevo stare attenta alle macchine del
fumo “per esperienza personale”... Mamma e Alex le
ho sentite sta
mattina... Denise e Marta sono già sedute con El,
Louis, Zayn e Niall... Chissà se Denise
riuscirà ancora a
respirare con l'irlandese al suo fianco??... Perrie mi ha mandato un
tweet... Chi diavolo
potrebbe essere?”.
Quando
vide il nome affianco
alla busta che indicava il messaggio per poco il cuore non smise di
pompare sangue nelle vene. Come poteva essere? Quanto tempo era
passato? Sei mesi, o forse anche di più? Per quale assurda
motivazione Daniel le aveva mandato un messaggio, proprio in uno dei
giorni più importanti della sua vita? Dove era finito per
tutto quel
tempo, quando lei aveva avuto bisogno del suo migliore amico e al
posto suo aveva trovato solo un vuoto nel suo cuore, lasciato da
qualcuno che aveva deciso di non ascoltare nemmeno quello che aveva
da dire?...
Avrebbe
voluto e forse anche
preferito non leggere quello che le aveva scritto, ma si era appena
detta di essere una donna forte, conscia di quello che era e che
poteva fare e non sarebbe stato di certo un messaggio, seppur di
quella determinata persona, a far cadere quello che con fatica aveva
costruito.
Aprì
il messaggio e lo
lesse, lasciando che quei caratteri penetrassero nella sua pelle
arrivando dritti fino al cuore, come la canzone dei ragazzi aveva
fatto poco prima.
“Sono
Daniel (in caso
tu abbia giustamente cancellato il mio numero)... Ho sbagliato e lo
riconosco... Ti ho detto di volerti bene, che ci tenevo a te, quella
che c'è sempre stata per me nonostante tutto, quella che ha
messo da
parte anche sé stessa per la mia felicità e poi,
quando era il tuo
turno di prenderti ciò che ti spettava, sono sparito... Ho
fatto una
cazzata e se non mi perdonerai, ti capirò, io farei lo
stesso... Ti
avrei dovuto ascoltare e capire che quel ragazzo era la tua
felicità... Ma ero geloso, lo ammetto, perché tu
stavi vivendo
tutto quello senza di me, sembravi felice anche se io non ero con
te... E mi sono allontanato, sbagliando... Ti scrivo oggi
perché so
che per te è una giornata importante e volevo farne parte:
io voglio
ancora far parte della tua vita! Buona fortuna Kay, splendi come solo
tu sai fare... Ti voglio bene...”.
Era
esattamente quello di
cui era sempre stata terrorizzata: affezionarsi alle persone e poi
rimanere scottata irrimediabilmente. Ma solo ora si rendeva conto che
quello era l'inevitabile pedaggio che bisognava pagare per poter
avere accesso alla giostra che aveva capito essere la vita.
Per
vivere appieno era
necessario lasciarsi andare, alle gioie, alle sofferenze, alla
sorpresa, alle ammissioni di colpevolezza... Bisognava vivere tutto,
senza avere rimorsi per non aver sviscerato un'emozione fino
all'osso. Kaylie l'aveva cominciato a fare assecondando il suo
istinto e seguendo Liam lungo quel corridoio deserto e lo avrebbe
fatto anche finito il concerto rispondendo a quel messaggio di
Daniel. Tutti meritavano una seconda possibilità: lei se
l'era
concessa sei mesi prima e non se ne sarebbe mai pentita.
-C'mon
guys!! Come here and
make a circle!! (Forza ragazzi!! Venite qui e fate un cerchio!!)
La
voce di Olly la raggiunse
nella bolla di sapone in cui si era rinchiusa e, rimesso in borsa il
cellulare, andò a stringersi tra Amelia e Ethan, in un
cerchio fatto
di corpi, anime e cuori pronti a dare il meglio di loro per
intrattenere la platea che li stava attendendo oltre le mura di quel
camerino.
Olly-
I'm not gonna say too
much... I just wanna thank you every single one of you for putting
all your heart and your energies in this project... I really
appreciate it, whatever the result will be... So let's go out there
and take the roof down of this amazing place!!! At my three: Right
Place Right Time! One... Two... Three... (Non
dirò molto...
Voglio solo ringraziare ognuno di voi per aver messo tutto il vostro
cuore e le vostre energie in questo progetto... Lo apprezzo tanto,
qualsiasi sarà il risultato... Quindi andiamo lì
fuori e facciamo
cadere il tetto di questo incredibile posto!!! Al mio tre: Right
Place Right Time! Uno... Due... Tre...)
-Right
Place Right
Time!!!
Le
mani si alzarono tutte
assieme e cominciò una sequela di abbracci e pacche sulle
spalle di
incoraggiamento, con la voce metallica di sottofondo ad informarli
che mancavano cinque minuti all'inizio dello show. Mai come in quel
momento il titolo dell'album e del tour di Olly le sembrò
provvidenziale: si sentiva esattamente nel posto giusto al momento
giusto.
Si
spostarono verso il retro
del palco e tutti loro si scambiarono uno sguardo più che
eloquente:
le urla della folla che li stava attendendo erano assolutamente
straordinarie, avrebbero potuto facilmente far crollare il soffitto
della O2 senza esitazione.
Una
scarica di adrenalina
percorse Kaylie da capo a piedi, riempiendo ogni vena del suo corpo
non più di ossigeno ma di eccitazione, ansia e impazienza.
Poteva
vedere i tecnici
preparare tutto il necessario su un palco in penombra, che ora le
sembrava essersi fatto decisamente più grande... Le tribune
e la
platea non erano più vuote e silenziose, ma rilucevano di
tanti
piccoli punti di luce dovuti a cellulari, macchinette fotografiche,
telecamere che le facevano sembrare un cielo stellato. Un cielo verso
cui lei stava per volare.
Vide
la band posizionarsi,
le prime note farsi materia, vibrando nell'arena come se fossero un
rischiamo ancestrale e la folla esplodere in un boato assordante.
Ci
sono momenti in cui ci si
accorge che quello per cui si è lottato una vita intera
è
finalmente arrivato... Ci sono momenti in cui si capisce che in tre
anni o solo in dodici mesi la propria vita è cambiata... Ci
sono
momenti in cui ogni lacrima versata viene ripagata con una goccia di
felicità... Ci sono momenti, come quello che Kaylie stava
vivendo,
in cui si hanno i riflettori di un'intera arena puntati addosso, gli
sguardi di ventimila spettatori ad osservare ogni singolo passo,
l'attenzione delle persone per cui daresti la vita ad accompagnarti,
l'amore della propria anima gemella a riempirti il cuore... E non si
può far altro che lanciarsi, lasciando che la vita possa
continuare
a stupire...
Solo
sei mesi prima pensava
a quanto sarebbe stato terrificante e magnifico potersi esibire
davanti ad una platea di quelle proporzioni ed ora stava per
affrontarla con tutta la determinazione di cui era capace... Solo un
anno prima sognava nella sua camera, in un anonimo paesino italiano,
di poter trovare una persona da amare con tutta sé stessa e
di poter
diventare una ballerina professionista ed ora stava per far decollare
la propria carriera, avendo al suo fianco Liam James Payne, ovvero il
ragazzo più perfetto che avrebbe mai potuto incontrare...
Almeno per
lei e per altri indefiniti milioni di fan in giro per il globo
terrestre.
Amelia
e Kate erano appena
entrate in scena...
“Ora
tocca a me!” pensò
Kaylie.
Percepì
il calore dei
riflettori infiammarle il volto, le luci far brillare la pelle
lasciata scoperta dal body che indossava, i capelli svolazzare
leggeri per l'impeto del suo passo e la musica trasportare il suo
cuore su un altra dimensione.
Kaylie
ne ebbe la certezza:
c'era anche per lei un pezzetto di felicità e la stava
attendendo
proprio su quel palco. E sorrise.
The
End
(or
the Beginning)
Hi
sweethearts!!!
*cambia
il secchio con cui sta raccogliendo le lacrime che continua a versare
incessantemente *
Vi
avverto che sarà una cosa lunga e dolorosa, quindi meglio
che
cominci subito ^^
Per
prima cosa voglio ringraziare queste persone (cercatevi pure,
perché
ci siete sicuramente =]): April94,
Ari_F99,
Camy_99,
carotina98,
Dany_Payne,
darkfly,
elelelina88,
elenafiore,
GiuliaArca,
HeleneOneD69,
Iki2087,
I_
love_ This_is_ us,
kikka_93,
learntoyourmistake,
marialaura
carannante,
MRS
HORAN PAYNE,
Pink4321,
sandy_oned,
Sharon13,
tecmessa,
toffola97,
tottynasmolder,
Ve
C,
AcquaMarina_Horan,
Aeryn,
Alexi_xx,
Annina
P,
antigonesofos,
BeMe,
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sonotrasgry,
WeLove_always1D,
_RuannaDela,
_sofy1D_,
LauLife,
reby_mar_dami,
_Elisewin_ siete
state assolutamente SPECIALI, non solo per essere le persone
meravigliose che sicuramente sarete, ma anche per essere arrivate a
leggere fino alla fine di questa storia, sbucata fuori da un sogno e
diventata uno dei pochi motivi per cui arrivare a fine giornata.
Ho
cominciato a scriverla per mettere su carta quello che la mia
fantasia iperattiva aveva immaginato durante un infinito tragitto
verso l'università, ormai quasi un anno e mezzo fa, poi,
però, si è
trasformata in qualcosa di più. Una roccia a cui ancorarsi.
Una
speranza da curare e far crescere.
Quando
poi ho iniziato a postarla, speravo solo di poter regalare anche
dieci banali minuti di serenità e di emozioni a chiunque si
ritrovasse a leggere le mie righe, quindi non posso che essere grata
a MRS HORAN PAYNE, Camy_99, heartstyles, tottynasmolder, Sharon13 e
I_Love_This_is_us per avermi fatto sapere se fossi riuscita o meno
nel mio intento: le vostre recensioni sono state importantissime per
me, non potete nemmeno immaginare quanto ** Vi abbraccio fortissimo
<3 *cambia stanza, perché sta annegando nelle lacrime
*
Un
ringraziamento specialissimo va a kikka_93, che ha letto tutta la
storia mentre ancora era in fase di stesura e che mi ha iniziato a
questo sito, facendomi perdere quel poco di sanità mentale
che mi
era rimasta: grazie per ogni singolo parere e per ogni preziosissima
parola di incoraggiamento <3
Vorrei
dirvi solo un'ultima cosa: credete in voi stesse. Sempre.
Kay,
con il passare del tempo, è diventata una donna forte,
indipendente,
conscia di quello che è capace di fare ed orgogliosa di
quello che
è. Non dimenticatevi mai di essere esattamente come siete e
di dare
tutte voi stesse per essere la vostra “versione
migliore”, perché
solo così potrete essere felici e trovare chi vi ami e vi
rispetti,
come Liam ha fatto con Kay. E non abbiate mai paura di chiedere aiuto
e consiglio a chi vi sta attorno: in questo modo non vi sentirete mai
sole, perché non lo siete.
Basta,
mi sono dilungata anche troppo. Vi chiedo solo un ultimo,
piccolissimo favore: sarei felicissima, emozionatissima e decisamente
euforica se mi lasciaste anche solo un messaggio per dirmi che cosa
ne pensiate della storia, se vi abbia lasciato qualcosa, se vorreste
leggere altro, se avreste cambiato qualcosa o tutto... Aspetto di
sentire la vostra voce <3
P.S.
Se volete, la raccolta di One Shot è sempre a
disposizione... Si
intitola Midnight Cup Of Tea =)
Per
l'ultima volta, da Kay & Liam, mentre ascoltano Last First Kiss,
Lots
Of Love <3
Rebecca_Daniels
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