Pomona e Filius avevano smesso di
parlare per qualche minuto, fissando il fuoco del camino, ma la mente
di lei era tutt'altro che tranquilla. Lui aveva posato una mano sulla
sua, nello spazio che li divideva, e subito si era sentita di nuovo una
ragazzina. La cosa triste era che nemmeno quando era giovane ci sapeva
fare in queste cose. Se solo avesse saputo che cosa significava il
comportamento di lui! Ma l'unico amico a cui avrebbe potuto chiedere un
consiglio era proprio lui e non poteva certo parlargliene, ecco,
giusto? A meno che... Forse poteva e doveva. Non era
solita
nascondergli le cose. Forse era arrivato il momento di dire a
Filius che non le bastava più essere semplicemente sua
amica.
Erano adulti, dopotutto, e potevano gestire la situazione, a
prescindere da ciò che lui provasse o non provasse per lei.
Con questa intenzione si girò verso di lui, ma
non appena
incrociò il suo sguardo la sua determinazione si
indebolì. Ci vollero ancora un bel po' di battiti accelerati
per
raccogliere il poco coraggio che aveva e farsi avanti. Dopotutto, erano
troppo amici perché accadesse qualcosa di davvero spiacevole.
“Filius, io-“
Ci fu un rumore fortissimo e un grido dalla cucina. Prima
che Pomona
potesse capire di che si trattasse, Filius era sulla soglia, con la
bacchetta sguainata.
“Filius!”
gridò mentre correva fuori dalla stanza, ma il danno era
già fatto. Il pavimento era completamente coperto di zuppa
bianca, cremosa e fumante. Il pentolone giaceva su un fianco dall'altra
parte della cucina. Jessica era per metà distesa sul
pavimento,
di fronte al fornello, e per metà aggrappata a Seth che la
circondava con le braccia per proteggerla. Tutti gli occhi erano
puntati su Filius, e più in specifico sulla sua bacchetta.
“Oh, Filius,” disse Pomona con un
sospiro
rassegnato. Sembrava shockato quanto Jessica e Seth.
“Non ho nemmeno pensato a ciò che
facevo. Ho
reagito come
durante la guerra.” Aveva il viso rosso e sudato a causa di
quella scarica di adrenalina.
Aiutò Jessica a rialzarsi, mentre Seth faceva da
sé. “State bene tutti e due?”
Annuirono, ma non staccavano gli occhi da Filius, che
lentamente
abbassò la bacchetta.
“Bene, perché non vi sedete e lasciate
che io e
Fil diamo
una ripulita a modo nostro? Potremo parlarne durante la
cena.”
Fece sedere Jessica al tavolo della cucina mentre tirava fuori la
bacchetta.
L'ultima volta che aveva usato la magia davanti a dei
Babbani era stato
per salvarsi la vita, e ora stava usando semplici incantesimi per
pulire.
Rimise a nuovo i vestiti di Jessica e poi quelli di Seth, mentre Filius
si sbarazzava della zuppa che si era sparsa per tutto il pavimento.
“Jess,” disse finalmente Seth,
“sto
sognando, o forse
ho solo battuto la testa troppo forte quando sono inciampato?”
“No, Seth, penso che…” Pomona
riusciva
quasi a
vedere i suoi pensieri roteare confusi, mentre tentava di fare i conti
con quella strana
realtà. “Penso che sia vero.”
Pomona si sedette a tavola con gli altri. Pensò
che fosse un
buon segno il fatto che non mostrassero di avere paura di lei. Filius
sembrava ancora sconvolto e capì che ce l'aveva con se
stesso, ma lei non era affatto turbata. Francamente era sollevata dal
fatto di essere usciti allo scoperto, e poteva smetterla di controllare
ogni sua minima mossa mentre erano intrappolati in casa!
“Sono... sono una strega. Filius è un
mago. So che
suona
come una follia, ma è la verità. In effetti
insegniamo in
un collegio, ma è una scuola per figli di maghi.”
Filius era seduto vicino a lei e le posò una mano
sul
ginocchio,
sotto il tavolo. “Ed è vero che insegno Latino, ma
solo
per far capire ai miei studenti il significato dei nomi degli
incantesimi, durante le lezioni teoriche.”
Jessica continuava a tacere, ma sembrava piuttosto calma.
Seth era
tutto un
altro paio di maniche. Il suo viso si stava facendo violaceo e sembrava
arrabbiato.
“Ci stai dicendo che sei davvero una strega? Una
di quelle
con il
cappello a punta, che cavalca una scopa e lancia incantesimi?”
Pomona guardò Filius come a cercare aiuto e lui
le diede una
strizzata al ginocchio per rassicurarla.
“Come hai visto sappiamo fare magie. Non viaggiamo
più su scope
domestiche perché il nostro Ministero lo considera
pericoloso,
ma esistono scope incantate appositamente. E sì, di
solito
indossiamo cappelli a punta e quel genere di abiti che
immagini.”
“Possiamo vederli?” domandò
Jessica.
“I nostri vestiti? Non ho portato nulla con me,
Jess. Ci sono
leggi che ci vietano di rivelare ai Babbani - intendo i non maghi
- dell'esistenza della magia. Non ci è consentito farvi
notare
che siamo diversi da voi, nell'aspetto o in qualsiasi altro modo.
Potremmo trovarci in un mare di guai per il fatto di praticare
la
magia davanti a voi.”
“Va bene, 'Mona, però puoi trasfigurare
i vestiti
che indossi ora.”
Il problema le sembrò ancora più grave
rispetto
al pensiero che Seth o Jessica potessero rivelare il loro segreto:
si sentiva in imbarazzo. Era chiaro che
Filius stava provando ad alleggerire l'atmosfera, ma questo non aiutava.
“Filius, non mi mettere in difficoltà.
Lo sai che
non sono mai stata brava in Trasfigurazione.”
“Allora immagino che dovrò farlo per
te.” Sorrise ancora, e le fece cenno di alzarsi in piedi.
Per un attimo, fu come se i due fossero soli nella stanza.
Lui le
sorrideva, un sorriso così ampio che le chiedeva di fidarsi
di
lui e a cui lei non poteva resistere. Fece spallucce, si
alzò e chiuse gli occhi.
Jessica notò come Filius guardava Pomona. Seth
aveva
ragione; si poteva
vedere l'amore che brillava nel suo sguardo. Lei aveva chiuso gli occhi
e aspettava che lui... beh, che facesse cosa doveva fare.
Faceva ancora un po' fatica a credere che ciò che
le avevano
detto fosse vero, anche dopo aver visto Pomona ripulire i suoi vestiti
dalle macchie di zuppa. Aveva sempre pensato
che Pomona avesse "qualcosa in più", qualcosa di diverso, ma
questo andava oltre ogni immaginazione.
Filius alzò la sua... beh, la sua
bacchetta magica,
supponeva, e la puntò verso la sua amica. La
agitò un
poco e successe qualcosa di strabiliante. Se non l'avesse visto con i
suoi occhi, non avrebbe mai creduto che potesse accadere.
Non ci fu un crescendo di musica, né uccellini o
topi, e di
sicuro né mulinelli di polvere né fumo. Fu
semplicemente
come se gli abiti di
Pomona si allargassero, cambiassero colore e si rimodellassero nel
vestito più stupefacente che Jessica avesse mai visto.
Era color rosa pallido e sembrava quasi brillare alla luce
del sole. La
scollatura e il corpetto segnavano le sue curve nei punti giusti,
mentre la lunga gonna la faceva sembrare più alta e
snella.
Le maniche ridotte al minimo lasciavano spazio a guanti quasi
trasparenti, lunghi, dello stesso colore del vestito. La fascia alla
vita, altrettanto diafana, formava
uno strascico che sembrava fluttuare dietro di lei. Il cappello alto, a
punta, senza tesa, le stava a
pennello. I suoi capelli lunghi fino alle spalle erano sciolti -
Jessica non li aveva mai visti così - e arricciati in modo
perfetto attorno al viso.
Se era così che andava vestita ogni giorno,
immaginò
Jessica, allora non aveva molta libertà di movimento, ma
poi,
guardandola, pensò che ne valesse la pena. Si
chiese se questa era l'immagine che Filius aveva sempre avuto di lei.
Poi un pensiero un po' più razionale le
attraversò la mente. Quella mise mozzafiato non
era il risultato di
ore passate dietro a una macchina per cucire, ma di pochi colpi di
bacchetta. Il fatto che le stesse così bene non era dovuto a
spilli e prove e modifiche, ma alla fantasia di un uomo
che conosceva fin troppo bene il suo corpo, che non poteva considerarla
soltanto un'amica.
“Oh, Pomona.” Jessica vedeva in quel
vestito quanto di più simile
ci fosse ad una confessione d'amore silenziosa, e non vedeva l'ora di
vedere come lei avrebbe reagito.
Pomona
aprì gli occhi e sorrise a Filius prima di abbassare lo
sguardo.
Jessica vide quel sorriso svanire e la sua espressione farsi
più
seria che mai mentre guardava il suo abito.
“Io... io non so che dire. Non ho mai indossato
niente di
simile prima. E' troppo bello.”
Jessica fece un gesto per contraddirla, ma Seth fece un
gesto per
permettere a Filius di parlare per primo.
“Vuoi dire che non è bello abbastanza,
spero. Ma
allora, penso che nulla possa essere bello
abbastanza.”
Continuava a guardarla con desiderio e a Jessica venne la pelle d'oca.
Si chiese se era così che
sembravano lei e Seth: e sperò che lo fosse.
Pomona si voltò verso di lei, con le lacrime agli
occhi.
Stava
cercando disperatamente una via d'uscita, era ovvio, e desiderava che
Jessica l'aiutasse.
“Spero che tu non insegni vestita così.
I tuoi
studenti si
distrarrebbero troppo.” Jessica le strizzò
l'occhio,
sorridendo.
“Di solito, quando sto nelle
serre, indosso dei
semplicissimi abiti da
lavoro di color
marrone. Niente di così elegante, ti
assicuro.”
Pomona
guardò giù ancora una volta,
chiedendosi che cosa Filius
avesse pensato di fare. Si sentiva una di quelle principesse uscite da
una fiaba Babbana e
per la prima volta nella sua vita si vide bella e...
Guardò Filius negli occhi per avere la conferma di quella
sensazione, prima di osare darle un nome. Sì, eccolo, il
calore,
ecco l'amore che provava dentro.
Nell'istante in cui credette di ardere dalla gioia, si
sentì
bussare. Tutti sobbalzarono e volsero
lo sguardo alla porta. Seth fu il primo a riscuotersi:
attraversò l'ingresso e aprì la porta mentre
Filius
ritrasformava velocemente i vestiti di Pomona.
“Seth, dove sei stato? La signora Seibert mi ha
mandato a
cercarti per tutto il paese. Era sicura che stessi da qualche parte a
morire dal freddo dopo che quell'albero si è schiantato fin
dentro casa tua!”
“DENTRO CASA MIA?” Seth
impallidì e
Jessica gli
porse una sedia mentre presentava lo sceriffo a Pomona e Filius.
“Amos, questi sono i miei
amici…”
Pomona sprofondò nella sua poltrona preferita,
felice di
essere
di nuovo a casa dopo più di una settimana passata
all'estero.
Jessica and Seth avevano provato a convincerli a restare per Capodanno,
ma lei e Filius avevano già deciso di tornare in tempo per
la
festa ad Hogwarts e i loro piani non erano cambiati, specialmente dopo
essere stati per tre giorni chiusi in casa con una bufera di neve.
Nel Maine si era divertita, ma quella vacanza le aveva dato
parecchio
da pensare. Una volta che quel momento speciale era stato spezzato da
Amos e dalle sue terribili notizie sulla casa di Seth, tutto
era
tornato come prima. Cioè, lei e Filius erano
rimasti come prima, mentre Seth e Jessica si erano trasformati in
giovani innamorati, e baciandosi furtivi ogni volta che pensavano
di non essere visti. Era felice per Jessica, ma
ugualmente
non poteva
fare a meno di sentirsi presa in giro.
Jessica aveva tentato in tutti i modi di convincere Pomona a
rivelare a
Filius i suoi sentimenti, ma alla fine lei non era riuscita a farlo.
Non era una cosa facile da tirare fuori in una conversazione. Ma adesso
non c'era tempo per pensarci, erano tornati a casa e per vari problemi
con le passaporte e la dogana, ora aveva poco più di un'ora
per
darsi una rinfrescata e prepararsi per la festa. Non aveva nessuna
intenzione di pensare a Filius anche un solo minuto. Una volta al
ricevimento, tutti le avrebbero chiesto del viaggio e lei avrebbe
dovuto fingere di non aver rivelato il loro segreto a Jessica e Seth...
oltre a far finta che Filius non l'avesse fatta sentire...
“No, non devi pensarci!” si
rimproverò.
Si costrinse a lasciare la comoda poltrona e ad entrare
nella stanza da
bagno, si spogliò e gettò i vestiti nel cesto dei
panni
sporchi. Entrò nella doccia ed aprì l'acqua
calda, con la
speranza di placare la tensione che sentiva alle spalle. Mentre si
faceva lo shampoo, pensò a cosa indossare - giusto per non
lasciar vagare la mente su qualcos'altro.
Il suo abito preferito era color verde chiaro e cioccolato,
ma lo
indossava spesso e voleva mettere qualcosa di diverso per quella sera.
C'era quello giallino che sua madre le aveva regalato per il compleanno
l'anno prima di morire... non l'aveva mai indossato, ma non c'entrava
nulla col fatto che fosse il suo ultimo regalo: piuttosto era
perché aveva la scollatura alta ed era troppo
largo, la
faceva sembrare più vecchia. Rimaneva quello
semplice e nero. Niente di speciale, ma almeno le faceva dimostrare la
sua età.
Dopo essersi decisa a quel riguardo, scelse a caso uno dei
tanti
docciaschiuma sul ripiano. Non appena aprì il flacone,
gemette.
Caprifoglio, naturalmente.
La fragranza preferita di Filius, naturalmente.
Ecco che pensava di nuovo a lui... figurati!
Con un sospiro rassegnato, finì di farsi la
doccia. Dopo
essersi
asciugata indossò la vestaglia ed entrò in camera
da
letto per vedere se c'era bisogno di una stiratina, e se doveva
ricorrere agli elfi domestici finché era in tempo.
“Ma che cosa...” In mezzo al suo letto
c'era un
grande pacco rivestito
di carta natalizia rossa e verde. Provò ad immaginare chi
poteva averle
lasciato un regalo simile e se si trovasse ancora lì.
L'unica persona che conosceva la parola d'ordine per
entrare, oltre al
Preside per le emergenze,
era Filius, e quando vide che aveva firmato il biglietto, si
rilassò un poco.
Pomona,
Consideralo come un regalo di Natale in ritardo.
L'ho fatto per te, dopotutto.
tuo,
Filius
Pomona
strinse il biglietto al seno per un po'. Non appena l'aveva letto aveva
già capito di cosa si trattasse, ma non riusciva a crederci.
Appoggiato il biglietto sul comodino, sciolse i nastri e
aprì la
scatola.
Dentro, l'abito che Filius aveva creato per lei era ripiegato con
cura, stupendo come lo ricordava.
Pomona passò un dito sul ricamo di perline che
impreziosiva
il corpetto. Era davvero
il vestito più raffinato che avesse mai avuto. Pensare che
Filius
l'aveva creato per lei - non una volta, ma due - fu
abbastanza per
farle venire le lacrime agli occhi mentre lo toglieva dalla scatola e
lo appendeva all'armadio.
Si arricciò in fretta i capelli, ricordando come
stavano
quella sera.
Di solito metteva solo un po' di
lucidalabbra, ma quella sera ripensò agli anni trascorsi nel
dormitorio di Hufflepuff e agli incantesimi per truccarsi che aveva
imparato allora. Dopo aver regolato la tinta del fard –
né
il fucsia né il marrone le si addicevano - si
sentì
soddisfatta. Non era un trucco acceso, ma
considerato che di solito non lo portava affatto, si vide graziosa.
Appena un po' di colore sulle guance, del mascara per far risaltare gli
occhi e un rossetto neutro.
Sorrise al pensiero di quanto sua madre sarebbe stata fiera di lei. La
povera donna si era disperata quando si era accorta che la sua bambina
era più interessata a zappa e rastrello che ai pennelli per
il trucco.
Si sorrise allo specchio prima di prendere il vestito. Lo
indossò con cura, assicurandosi di non sgualcirlo o di non
staccare le perline. Annodò la fascia in un fiocco.
Calzò le sue scarpe preferite, color argento con il tacco
basso,
e si girò nuovamente verso lo specchio.
Era ancora là, quasi in lacrime, da non sapeva
quanto tempo,
quando udì bussare alla porta. “Avanti,”
disse
mentre si asciugava gli occhi, attenta a non rovinarsi il mascara.
Filius attraversò il soggiorno e si
fermò sulla
soglia della stanza da letto.
“L'hai indossato.” Rimase lì
a fissarla.
“Naturalmente. E' veramente il vestito
più bello
che abbia mai avuto. Grazie,” sorrise lei.
Per un momento, si specchiò nei suoi occhi, e lui
sorrideva
felice,
e di nuovo fu sicura di poter vedere e sentire l'amore, il suo amore
per lei. Ma quell'istante si ruppe, ancora una volta, quando lui fece
un passo indietro e abbassò lo sguardo.
“Non devi ringraziarmi. Tu meriti cose belle e non
ho mai
capito perché non te ne accorgi.”
Stava quasi per rimbeccarlo con la consueta leggerezza
riguardo al
proprio aspetto, ma si fermò. Era innamorata di quell'uomo e
da quello
che riusciva a capire guardando il vestito, lui, e nel suo
cuore...
anche lui la amava. In una settimana, per due volte era
arrivata vicina
a
parlargli dei suoi sentimenti. Da quando erano amici, quante altre
opportunità si era lasciata sfuggire? E quante altre gliene
avrebbe concesse il destino, prima che fosse tardi?
Lentamente iniziò a togliersi i guanti che aveva
appena
indossato. Si sfilò le scarpe e con pochi colpi di bacchetta
cambiò il suo bellissimo vestito nei consueti abiti
da
lavoro.
“Pomona, cosa stai facendo?” Sapeva che
l'avrebbe
sentita
mormorare gli incantesimi e non fu sorpresa della sua reazione.
“Abbiamo bisogno di parlare, e non posso discutere
di certe
cose vestita così,” spiegò.
Sorpassandolo, andò nell'angolo cucina. Si
versò un bicchiere di sidro e preparò un cherry soda
per Filius, poi posò i bicchieri sul tavolino davanti alla
grande finestra. Si sedette e fece cenno a lui di accomodarsi a sua
volta.
Sorseggiando la bibita, tentò di decidere da dove
cominciare
il discorso. Filius si schiarì la gola.
“Mi dispiace se quel vestito era... troppo. Non
volevo
imbarazzarti.”
“Non l'hai fatto, no, ed è davvero
stupendo, ma
io… Fil, devo
sapere che significato ha, prima di indossarlo per la festa questa
sera.” Di colpo si sentì di nuovo vicina alle
lacrime. Perché era così difficile?
Finalmente lui si sedette. Mosse la mano a cercare quella di
lei, ma
poi si fermò sul bicchiere. “E' solo un vestito,
Pomona. Non vuol dire nulla.”
Lei strinse più forte il suo bicchiere e
fissò il
liquido ambrato.
“Per me, significa molto”
mormorò,
“e quando i
nostri amici e colleghi lo vedranno, ho il presentimento che anche
loro avranno la stessa impressione che hanno avuto Seth e
Jessica.”
Lui taceva, e Pomona si prese il tempo di osservarlo. Non
c'era da
meravigliarsi di come fosse così difficile per lei,
specialmente quella
sera. Lui indossava il completo che a lei piaceva di più,
quello blu che gli evidenziava le spalle e la schiena, e anche
se
il suo viso aveva un'espressione agitata, era bello come sempre.
“Sai perché Seth mi ha confidato i suoi
sentimenti
per Jessica?”
La sua voce la risvegliò bruscamente dai suoi
pensieri.
Scosse
la testa, anche se la domanda di lui non aveva necessariamente bisogno
di un sì o un no.
Lui prese un sorso prima di continuare. “Eravamo
seduti nel salotto di Jessica e vi ascoltavamo ridere e chiacchierare
in cucina. Io pensavo a quanto fossimo fortunati ad avere delle donne
così nelle nostre vite, e Seth deve avermi letto il
pensiero,
perché mi ha detto la stessa cosa.”
Non stava guardando da nessuna parte, e Pomona avrebbe
voluto che
posasse gli occhi su di lei mentre parlava.
“Non ci è voluto molto prima che ci
mettessimo a
vantarci, a raccontare storie e storie su quanto
fossero meravigliose le nostre ‘ragazze’. Non mi ci
è voluto molto per capire che stavo parlando ad un uomo
nella
mia stessa situazione. Ne abbiamo discusso e abbiamo cercato di
incoraggiarci, ma c'è un motivo se sono un Ravenclaw, Mona.
Sono
sempre stato così.”
Finalmente lui le rivolse lo sguardo, ma lei era troppo
emozionata per
rispondere.
“Capisci, anche solo tentare una cosa simile, non
importa
quanto sarebbe meraviglioso in caso di successo, quando è
possibile, anzi, probabile che perderai ciò che
più conta
nella tua vita... non potevo risolvermi... correre il rischio quando
avrei potuto pagarla con...”
Tacque e distolse gli occhi. Pomona respirò
profondamente e
cercò di scacciare le lacrime strizzando le palpebre. Lui
era
stato onesto con lei; era il suo turno di esserlo.
“Credevo che non l'avrei mai detto né a
te
né a
nessuno, mai, ma poi quella sera a Edimburgo, Jessica l'ha capito.
Ancora non so come abbia fatto, ma quella donna ha delle
facoltà
deduttive incredibili.” Sorrise al ricordo, e più
ancora
quando vide che lui la stava guardando felice. “Allora, cosa
faremo?”
Lui si alzò e allungò la mano per
aiutarla a fare
altrettanto.
“Beh, per prima cosa penso che
dovresti di nuovo cambiarti d'abito, mentre io mi dò un
pizzicotto per assicurarmi che sia tutto vero.” Lei
alzò
gli occhi e ridacchiò, malgrado se stessa, sentendosi ancora
una
volta, e più che mai, adolescente. “Poi abbiamo
una festa
a cui partecipare. Dopodiché... chi lo sa?”
Pomona
corse in camera e si cambiò in un batter d'occhio,
ripensando a quanto era stata gelosa di
Seth e Jessica nei giorni successivi alla loro dichiarazione.
Filius poteva non sapere cosa fare dopo la festa, ma lei
aveva
qualche idea carina su come cominciare...
THE
END
NdT
Sprinks
sarebbe
davvero felice se lasciaste una recensioncina... ^_^
A
proposito, se
bazzicate nel mio profilo vi sarete accorti che la situazione "lui
regala un vestito a lei" ricorra anche in una mia fic (Like A Mother,
capitolo 3)... In realtà è assolutamente
impossibile che io o Sprinks abbiamo preso ispirazione l'una dall'altra
perché:
1) Io
ho scritto
e pubblicato quel capitolo prima che lei la scrivesse,
2) Lei
non sa
leggere l'italiano.
Perciò
abbiamo, semplicemente, una fantasia molto simile. Anzi, più
che altro intendiamo la coppia nello stesso modo!
Alla
prossima,
la
traduttrice-in-erba Saki
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