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Autore: OSUSprinks    15/07/2008    1 recensioni
Pomona Sprout e Filius Flitwick sono stati invitati a trascorrere le vacanze di Natale a casa di un'amica Babbana, che scrive libri polizieschi... riusciranno a mantenere il loro segreto, e a confessarsi i reciproci sentimenti?
Crossover con "La signora in giallo" (Jessica/Seth)
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Filius Vitious, Pomona Sprite
Note: Traduzione, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Pomona e Filius avevano smesso di parlare per qualche minuto, fissando il fuoco del camino, ma la mente di lei era tutt'altro che tranquilla. Lui aveva posato una mano sulla sua, nello spazio che li divideva, e subito si era sentita di nuovo una ragazzina. La cosa triste era che nemmeno quando era giovane ci sapeva fare in queste cose. Se solo avesse saputo che cosa significava il comportamento di lui! Ma l'unico amico a cui avrebbe potuto chiedere un consiglio era proprio lui e non poteva certo parlargliene, ecco, giusto? A meno che... Forse poteva e doveva. Non era solita nascondergli le cose. Forse era arrivato il momento di dire a Filius che non le bastava più essere semplicemente sua amica. Erano adulti, dopotutto, e potevano gestire la situazione, a prescindere da ciò che lui provasse o non provasse per lei.

Con questa intenzione si girò verso di lui, ma non appena incrociò il suo sguardo la sua determinazione si indebolì. Ci vollero ancora un bel po' di battiti accelerati per raccogliere il poco coraggio che aveva e farsi avanti. Dopotutto, erano troppo amici perché accadesse qualcosa di davvero spiacevole.

“Filius, io-“

Ci fu un rumore fortissimo e un grido dalla cucina. Prima che Pomona potesse capire di che si trattasse, Filius era sulla soglia, con la bacchetta sguainata.

“Filius!” gridò mentre correva fuori dalla stanza, ma il danno era già fatto. Il pavimento era completamente coperto di zuppa bianca, cremosa e fumante. Il pentolone giaceva su un fianco dall'altra parte della cucina. Jessica era per metà distesa sul pavimento, di fronte al fornello, e per metà aggrappata a Seth che la circondava con le braccia per proteggerla. Tutti gli occhi erano puntati su Filius, e più in specifico sulla sua bacchetta.

“Oh, Filius,” disse Pomona con un sospiro rassegnato. Sembrava shockato quanto Jessica e Seth.

“Non ho nemmeno pensato a ciò che facevo. Ho reagito come durante la guerra.” Aveva il viso rosso e sudato a causa di quella scarica di adrenalina.

Aiutò Jessica a rialzarsi, mentre Seth faceva da sé. “State bene tutti e due?”

Annuirono, ma non staccavano gli occhi da Filius, che lentamente abbassò la bacchetta.

“Bene, perché non vi sedete e lasciate che io e Fil diamo una ripulita a modo nostro? Potremo parlarne durante la cena.” Fece sedere Jessica al tavolo della cucina mentre tirava fuori la bacchetta.

L'ultima volta che aveva usato la magia davanti a dei Babbani era stato per salvarsi la vita, e ora stava usando semplici incantesimi per pulire. Rimise a nuovo i vestiti di Jessica e poi quelli di Seth, mentre Filius si sbarazzava della zuppa che si era sparsa per tutto il pavimento.

“Jess,” disse finalmente Seth, “sto sognando, o forse ho solo battuto la testa troppo forte quando sono inciampato?”

“No, Seth, penso che…” Pomona riusciva quasi a vedere i suoi pensieri roteare confusi, mentre tentava di fare i conti con quella strana realtà. “Penso che sia vero.”



Pomona si sedette a tavola con gli altri. Pensò che fosse un buon segno il fatto che non mostrassero di avere paura di lei. Filius sembrava ancora sconvolto e capì che ce l'aveva con se stesso, ma lei non era affatto turbata. Francamente era sollevata dal fatto di essere usciti allo scoperto, e poteva smetterla di controllare ogni sua minima mossa mentre erano intrappolati in casa!

“Sono... sono una strega. Filius è un mago. So che suona come una follia, ma è la verità. In effetti insegniamo in un collegio, ma è una scuola per figli di maghi.”

Filius era seduto vicino a lei e le posò una mano sul ginocchio, sotto il tavolo. “Ed è vero che insegno Latino, ma solo per far capire ai miei studenti il significato dei nomi degli incantesimi, durante le lezioni teoriche.”

Jessica continuava a tacere, ma sembrava piuttosto calma. Seth era tutto un altro paio di maniche. Il suo viso si stava facendo violaceo e sembrava arrabbiato.

“Ci stai dicendo che sei davvero una strega? Una di quelle con il cappello a punta, che cavalca una scopa e lancia incantesimi?”

Pomona guardò Filius come a cercare aiuto e lui le diede una strizzata al ginocchio per rassicurarla.

“Come hai visto sappiamo fare magie. Non viaggiamo più su scope domestiche perché il nostro Ministero lo considera pericoloso, ma esistono scope incantate appositamente. E sì, di solito indossiamo cappelli a punta e quel genere di abiti che immagini.”

“Possiamo vederli?” domandò Jessica.

“I nostri vestiti? Non ho portato nulla con me, Jess. Ci sono leggi che ci vietano di rivelare ai Babbani - intendo i non maghi - dell'esistenza della magia. Non ci è consentito farvi notare che siamo diversi da voi, nell'aspetto o in qualsiasi altro modo. Potremmo trovarci in un mare di guai per il fatto di praticare la magia davanti a voi.”

“Va bene, 'Mona, però puoi trasfigurare i vestiti che indossi ora.”

Il problema le sembrò ancora più grave rispetto al pensiero che Seth o Jessica potessero rivelare il loro segreto:
si sentiva in imbarazzo. Era chiaro che Filius stava provando ad alleggerire l'atmosfera, ma questo non aiutava.

“Filius, non mi mettere in difficoltà. Lo sai che non sono mai stata brava in Trasfigurazione.”

“Allora immagino che dovrò farlo per te.” Sorrise ancora, e le fece cenno di alzarsi in piedi.

Per un attimo, fu come se i due fossero soli nella stanza. Lui le sorrideva, un sorriso così ampio che le chiedeva di fidarsi di lui e a cui lei non poteva resistere. Fece spallucce, si alzò e chiuse gli occhi.

Jessica notò come Filius guardava Pomona. Seth aveva ragione; si poteva vedere l'amore che brillava nel suo sguardo. Lei aveva chiuso gli occhi e aspettava che lui... beh, che facesse cosa doveva fare.

Faceva ancora un po' fatica a credere che ciò che le avevano detto fosse vero, anche dopo aver visto Pomona ripulire i suoi vestiti dalle macchie di zuppa. Aveva sempre pensato che Pomona avesse "qualcosa in più", qualcosa di diverso, ma questo andava oltre ogni immaginazione.

Filius alzò la sua... beh, la sua bacchetta magica, supponeva, e la puntò verso la sua amica. La agitò un poco e successe qualcosa di strabiliante. Se non l'avesse visto con i suoi occhi, non avrebbe mai creduto che potesse accadere.

Non ci fu un crescendo di musica, né uccellini o topi, e di sicuro né mulinelli di polvere né fumo. Fu semplicemente come se gli abiti di Pomona si allargassero, cambiassero colore e si rimodellassero nel vestito più stupefacente che Jessica avesse mai visto.

Era color rosa pallido e sembrava quasi brillare alla luce del sole. La scollatura e il corpetto segnavano le sue curve nei punti giusti, mentre la lunga gonna la faceva sembrare più alta e snella. Le maniche ridotte al minimo lasciavano spazio a guanti quasi trasparenti, lunghi, dello stesso colore del vestito. La fascia alla vita, altrettanto diafana, formava uno strascico che sembrava fluttuare dietro di lei. Il cappello alto, a punta, senza tesa, le stava a pennello. I suoi capelli lunghi fino alle spalle erano sciolti - Jessica non li aveva mai visti così - e arricciati in modo perfetto attorno al viso.

Se era così che andava vestita ogni giorno, immaginò Jessica, allora non aveva molta libertà di movimento, ma poi, guardandola, pensò che ne valesse la pena. Si chiese se questa era l'immagine che Filius aveva sempre avuto di lei.

Poi un pensiero un po' più razionale le attraversò la mente. Quella mise mozzafiato non era il risultato di ore passate dietro a una macchina per cucire, ma di pochi colpi di bacchetta. Il fatto che le stesse così bene non era dovuto a spilli e prove e modifiche, ma alla fantasia di un uomo che conosceva fin troppo bene il suo corpo, che non poteva considerarla soltanto un'amica.

“Oh, Pomona.” Jessica vedeva in quel vestito quanto di più simile ci fosse ad una confessione d'amore silenziosa, e non vedeva l'ora di vedere come lei avrebbe reagito.

Pomona aprì gli occhi e sorrise a Filius prima di abbassare lo sguardo. Jessica vide quel sorriso svanire e la sua espressione farsi più seria che mai mentre guardava il suo abito.

“Io... io non so che dire. Non ho mai indossato niente di simile prima. E' troppo bello.”

Jessica fece un gesto per contraddirla, ma Seth fece un gesto per permettere a Filius di parlare per primo.

“Vuoi dire che non è bello abbastanza, spero. Ma allora, penso che nulla possa essere bello abbastanza.” Continuava a guardarla con desiderio e a Jessica venne la pelle d'oca. Si chiese se era così che sembravano lei e Seth: e sperò che lo fosse.

Pomona si voltò verso di lei, con le lacrime agli occhi. Stava cercando disperatamente una via d'uscita, era ovvio, e desiderava che Jessica l'aiutasse.

“Spero che tu non insegni vestita così. I tuoi studenti si distrarrebbero troppo.” Jessica le strizzò l'occhio, sorridendo.

“Di solito, quando sto nelle serre, indosso dei semplicissimi abiti da lavoro di color marrone. Niente di così elegante, ti assicuro.”

Pomona guardò giù ancora una volta, chiedendosi che cosa Filius avesse pensato di fare. Si sentiva una di quelle principesse uscite da una fiaba Babbana e per la prima volta nella sua vita si vide bella e... Guardò Filius negli occhi per avere la conferma di quella sensazione, prima di osare darle un nome. Sì, eccolo, il calore, ecco l'amore che provava dentro.

Nell'istante in cui credette di ardere dalla gioia, si sentì bussare. Tutti sobbalzarono e volsero lo sguardo alla porta. Seth fu il primo a riscuotersi: attraversò l'ingresso e aprì la porta mentre Filius ritrasformava velocemente i vestiti di Pomona.

“Seth, dove sei stato? La signora Seibert mi ha mandato a cercarti per tutto il paese. Era sicura che stessi da qualche parte a morire dal freddo dopo che quell'albero si è schiantato fin dentro casa tua!”

“DENTRO CASA MIA?” Seth impallidì e Jessica gli porse una sedia mentre presentava lo sceriffo a Pomona e Filius.

“Amos, questi sono i miei amici…”



Pomona sprofondò nella sua poltrona preferita, felice di essere di nuovo a casa dopo più di una settimana passata all'estero. Jessica and Seth avevano provato a convincerli a restare per Capodanno, ma lei e Filius avevano già deciso di tornare in tempo per la festa ad Hogwarts e i loro piani non erano cambiati, specialmente dopo essere stati per tre giorni chiusi in casa con una bufera di neve.

Nel Maine si era divertita, ma quella vacanza le aveva dato parecchio da pensare. Una volta che quel momento speciale era stato spezzato da Amos e dalle sue terribili notizie sulla casa di Seth, tutto era tornato come prima. Cioè, lei e Filius erano rimasti come prima, mentre Seth e Jessica si erano trasformati in giovani innamorati, e baciandosi furtivi ogni volta che pensavano di non essere visti. Era felice per Jessica, ma ugualmente non poteva fare a meno di sentirsi presa in giro.

Jessica aveva tentato in tutti i modi di convincere Pomona a rivelare a Filius i suoi sentimenti, ma alla fine lei non era riuscita a farlo. Non era una cosa facile da tirare fuori in una conversazione. Ma adesso non c'era tempo per pensarci, erano tornati a casa e per vari problemi con le passaporte e la dogana, ora aveva poco più di un'ora per darsi una rinfrescata e prepararsi per la festa. Non aveva nessuna intenzione di pensare a Filius anche un solo minuto. Una volta al ricevimento, tutti le avrebbero chiesto del viaggio e lei avrebbe dovuto fingere di non aver rivelato il loro segreto a Jessica e Seth... oltre a far finta che Filius non l'avesse fatta sentire...

“No, non devi pensarci!” si rimproverò.

Si costrinse a lasciare la comoda poltrona e ad entrare nella stanza da bagno, si spogliò e gettò i vestiti nel cesto dei panni sporchi. Entrò nella doccia ed aprì l'acqua calda, con la speranza di placare la tensione che sentiva alle spalle. Mentre si faceva lo shampoo, pensò a cosa indossare - giusto per non lasciar vagare la mente su qualcos'altro.


Il suo abito preferito era color verde chiaro e cioccolato, ma lo indossava spesso e voleva mettere qualcosa di diverso per quella sera. C'era quello giallino che sua madre le aveva regalato per il compleanno l'anno prima di morire... non l'aveva mai indossato, ma non c'entrava nulla col fatto che fosse il suo ultimo regalo: piuttosto era perché aveva la scollatura alta ed era troppo largo, la faceva sembrare più vecchia. Rimaneva quello semplice e nero. Niente di speciale, ma almeno le faceva dimostrare la sua età.

Dopo essersi decisa a quel riguardo, scelse a caso uno dei tanti docciaschiuma sul ripiano. Non appena aprì il flacone, gemette.

Caprifoglio, naturalmente. La fragranza preferita di Filius, naturalmente. Ecco che pensava di nuovo a lui... figurati!

Con un sospiro rassegnato, finì di farsi la doccia. Dopo essersi asciugata indossò la vestaglia ed entrò in camera da letto per vedere se c'era bisogno di una stiratina, e se doveva ricorrere agli elfi domestici finché era in tempo.

“Ma che cosa...” In mezzo al suo letto c'era un grande pacco rivestito di carta natalizia rossa e verde. Provò ad immaginare chi poteva averle lasciato un regalo simile e se si trovasse ancora lì.
L'unica persona che conosceva la parola d'ordine per entrare, oltre al Preside per le emergenze, era Filius, e quando vide che aveva firmato il biglietto, si rilassò un poco.

Pomona,
Consideralo come un regalo di Natale in ritardo. L'ho fatto per te, dopotutto.
tuo,

Filius


Pomona strinse il biglietto al seno per un po'. Non appena l'aveva letto aveva già capito di cosa si trattasse, ma non riusciva a crederci. Appoggiato il biglietto sul comodino, sciolse i nastri e aprì la scatola. Dentro, l'abito che Filius aveva creato per lei era ripiegato con cura, stupendo come lo ricordava.

Pomona passò un dito sul ricamo di perline che impreziosiva il corpetto. Era davvero il vestito più raffinato che avesse mai avuto. Pensare che Filius l'aveva creato per lei -  non una volta, ma due - fu abbastanza per farle venire le lacrime agli occhi mentre lo toglieva dalla scatola e lo appendeva all'armadio.

Si arricciò in fretta i capelli, ricordando come stavano quella sera. Di solito metteva solo un po' di lucidalabbra, ma quella sera ripensò agli anni trascorsi nel dormitorio di Hufflepuff e agli incantesimi per truccarsi che aveva imparato allora. Dopo aver regolato la tinta del fard – né il fucsia né il marrone le si addicevano - si sentì soddisfatta. Non era un trucco acceso, ma considerato che di solito non lo portava affatto, si vide graziosa. Appena un po' di colore sulle guance, del mascara per far risaltare gli occhi e un rossetto neutro. Sorrise al pensiero di quanto sua madre sarebbe stata fiera di lei. La povera donna si era disperata quando si era accorta che la sua bambina era più interessata a zappa e rastrello che ai pennelli per il trucco.

Si sorrise allo specchio prima di prendere il vestito. Lo indossò con cura, assicurandosi di non sgualcirlo o di non staccare le perline. Annodò la fascia in un fiocco. Calzò le sue scarpe preferite, color argento con il tacco basso, e si girò nuovamente verso lo specchio.

Era ancora là, quasi in lacrime, da non sapeva quanto tempo, quando udì bussare alla porta. “Avanti,” disse mentre si asciugava gli occhi, attenta a non rovinarsi il mascara.

Filius attraversò il soggiorno e si fermò sulla soglia della stanza da letto.

“L'hai indossato.” Rimase lì a fissarla.

“Naturalmente. E' veramente il vestito più bello che abbia mai avuto. Grazie,” sorrise lei.

Per un momento, si specchiò nei suoi occhi, e lui sorrideva felice, e di nuovo fu sicura di poter vedere e sentire l'amore, il suo amore per lei. Ma quell'istante si ruppe, ancora una volta, quando lui fece un passo indietro e abbassò lo sguardo.

“Non devi ringraziarmi. Tu meriti cose belle e non ho mai capito perché non te ne accorgi.”

Stava quasi per rimbeccarlo con la consueta leggerezza riguardo al proprio aspetto, ma si fermò. Era innamorata di quell'uomo e da quello che riusciva a capire guardando il vestito, lui, e nel suo cuore... anche lui la amava. In una settimana, per due volte era arrivata vicina a parlargli dei suoi sentimenti. Da quando erano amici, quante altre opportunità si era lasciata sfuggire? E quante altre gliene avrebbe concesse il destino, prima che fosse tardi?

Lentamente iniziò a togliersi i guanti che aveva appena indossato. Si sfilò le scarpe e con pochi colpi di bacchetta cambiò il suo bellissimo vestito nei consueti abiti da lavoro.

“Pomona, cosa stai facendo?” Sapeva che l'avrebbe sentita mormorare gli incantesimi e non fu sorpresa della sua reazione.

“Abbiamo bisogno di parlare, e non posso discutere di certe cose vestita così,” spiegò.

Sorpassandolo, andò nell'angolo cucina. Si versò un bicchiere di sidro e preparò un cherry soda per Filius, poi posò i bicchieri sul tavolino davanti alla grande finestra. Si sedette e fece cenno a lui di accomodarsi a sua volta.

Sorseggiando la bibita, tentò di decidere da dove cominciare il discorso. Filius si schiarì la gola.

“Mi dispiace se quel vestito era... troppo. Non volevo imbarazzarti.”

“Non l'hai fatto, no, ed è davvero stupendo, ma io… Fil, devo sapere che significato ha, prima di indossarlo per la festa questa sera.” Di colpo si sentì di nuovo vicina alle lacrime. Perché era così difficile?

Finalmente lui si sedette. Mosse la mano a cercare quella di lei, ma poi si fermò sul bicchiere. “E' solo un vestito, Pomona. Non vuol dire nulla.”

Lei strinse più forte il suo bicchiere e fissò il liquido ambrato.

“Per me, significa molto” mormorò, “e quando i nostri amici e colleghi lo vedranno, ho il presentimento che anche loro  avranno la stessa impressione che hanno avuto Seth e Jessica.”

Lui taceva, e Pomona si prese il tempo di osservarlo. Non c'era da meravigliarsi di come fosse così difficile per lei, specialmente quella sera. Lui indossava il completo che a lei piaceva di più, quello blu che gli evidenziava le spalle e la schiena, e anche se il suo viso aveva un'espressione agitata, era bello come sempre.

“Sai perché Seth mi ha confidato i suoi sentimenti per Jessica?”

La sua voce la risvegliò bruscamente dai suoi pensieri. Scosse la testa, anche se la domanda di lui non aveva necessariamente bisogno di un sì o un no.

Lui prese un sorso prima di continuare. “Eravamo seduti nel salotto di Jessica e vi ascoltavamo ridere e chiacchierare in cucina. Io pensavo a quanto fossimo fortunati ad avere delle donne così nelle nostre vite, e Seth deve avermi letto il pensiero, perché mi ha detto la stessa cosa.”

Non stava guardando da nessuna parte, e Pomona avrebbe voluto che posasse gli occhi su di lei mentre parlava.

“Non ci è voluto molto prima che ci mettessimo a vantarci, a raccontare storie e storie su quanto fossero meravigliose le nostre ‘ragazze’. Non mi ci è voluto molto per capire che stavo parlando ad un uomo nella mia stessa situazione. Ne abbiamo discusso e abbiamo cercato di incoraggiarci, ma c'è un motivo se sono un Ravenclaw, Mona. Sono sempre stato così.”

Finalmente lui le rivolse lo sguardo, ma lei era troppo emozionata per rispondere.

“Capisci, anche solo tentare una cosa simile, non importa quanto sarebbe meraviglioso in caso di successo, quando è possibile, anzi, probabile che perderai ciò che più conta nella tua vita... non potevo risolvermi... correre il rischio quando avrei potuto pagarla con...”

Tacque e distolse gli occhi. Pomona respirò profondamente e cercò di scacciare le lacrime strizzando le palpebre. Lui era stato onesto con lei; era il suo turno di esserlo.

“Credevo che non l'avrei mai detto né a te né a nessuno, mai, ma poi quella sera a Edimburgo, Jessica l'ha capito. Ancora non so come abbia fatto, ma quella donna ha delle facoltà deduttive incredibili.” Sorrise al ricordo, e più ancora quando vide che lui la stava guardando felice. “Allora, cosa faremo?”

Lui si alzò e allungò la mano per aiutarla a fare altrettanto.
“Beh, per prima cosa penso che dovresti di nuovo cambiarti d'abito, mentre io mi dò un pizzicotto per assicurarmi che sia tutto vero.” Lei alzò gli occhi e ridacchiò, malgrado se stessa, sentendosi ancora una volta, e più che mai, adolescente. “Poi abbiamo una festa a cui partecipare. Dopodiché... chi lo sa?”

Pomona corse in camera e si cambiò in un batter d'occhio, ripensando a quanto era stata gelosa di Seth e Jessica nei giorni successivi alla loro dichiarazione.

Filius poteva non sapere cosa fare dopo la festa, ma lei aveva qualche idea carina su come cominciare...


THE END





NdT

Sprinks sarebbe davvero felice se lasciaste una recensioncina... ^_^
A proposito, se bazzicate nel mio profilo vi sarete accorti che la situazione "lui regala un vestito a lei" ricorra anche in una mia fic (Like A Mother, capitolo 3)... In realtà è assolutamente impossibile che io o Sprinks abbiamo preso ispirazione l'una dall'altra perché:
1) Io ho scritto e pubblicato quel capitolo prima che lei la scrivesse,
2) Lei non sa leggere l'italiano.
Perciò abbiamo, semplicemente, una fantasia molto simile. Anzi, più che altro intendiamo la coppia nello stesso modo!

Alla prossima,

la traduttrice-in-erba Saki


  
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