A penny for your thoughts
Capitolo 5
Rachel Berry aveva passato così
tanto tempo ad aspettare il vero amore, ad attendere le farfalle nello
stomaco e il fiato rotto dalla passione, che, dopo averne testato una
scialba riproduzione, aveva iniziato a credere che avrebbe
semplicemente bussato alla sua porta e lei non si sarebbe dovuta
preoccupare se non di aprire in tempo con uno sguardo abbastanza carico
di emozione.
Alla fine la sua faccia era
finita sui cartelloni pubblicitari di tutta New York.
Alla fine il volto di Rachel
Berry era diventato il volto di Fanny Brice.
Niente più via vai... Beh,
perlomeno niente più mezzi pubblici.
Le avevano messo a
disposizione un autista. Non si trattava di una limousine, di “un'auto
di lusso” piuttosto, ci teneva a precisarlo.
Non amava ammetterlo, ma le
piaceva da matti essere una privilegiata. Se, però, avesse dovuto
trovare un aspetto negativo, l'altra faccia della medaglia, quella
faccia avrebbe avuto i lineamenti delicati, gli occhi di un colore
indefinibile e un sopracciglio davvero, davvero impertinente.
Se ne era scoperta
ossessionata.
E si sentiva ridicola
quando, ogni volta che il sipario si alzava, sfidava la luce dei
riflettori, pretendendo una risposta alle domande che si insinuavano in
lei ogni qualvolta abbassava le difese che si ergevano intorno alla sua
mente.
L'aveva vista su quei
cartelloni?
Si era ricordata di quella
donna che aveva giudicato estremamente insolente? Non era sicura che
avesse usato quella parola, ma era certa che l'avesse perlomeno pensata.
Era più salita su quella
metro? E se sì, si era mai guardata intorno alla ricerca di una figura,
di un volto, di lei?
A dirla tutta, non si era
nemmeno mai riuscita a spiegare cosa avesse scatenato la sua indole
invadente, quel giorno. Ne aveva attribuito la colpa a due labbra
troppo rosa per passare inosservate e ad un profumo di camomilla che le
era entrato dentro e non era uscito più.
Nemmeno dopo giorni.
Nemmeno dopo settimane.
Nemmeno quando aveva smesso
di tormentare la sua coscienza e aveva iniziato ad attribuire la
responsabilità di quel breve, stringato, confuso, strano, ma magnifico
dialogo allo stesso destino che Quinn aveva menzionato.
D'altra parte, non aveva
smesso di cercare.
Non aveva smesso di sperare
di essere ricordata.
Non aveva smesso di sperare
di essere trovata.
Perché come si può togliere
la speranza a qualcuno che ha lottato per i suoi sogni ancor prima di
iniziare a parlare?
Sì, Rachel Berry era
egocentrica, petulante, talvolta egoista e spesso sgradevole, ma era
armata di fede e caparbietà e già troppe volte aveva vinto le sue
battaglie per fallire proprio in quel caso.
Se c'era una cosa che non le
era mai mancata, era uno scopo.
E amava quell'agrodolce
sapore di sfida.
Amava la sensazione
dell'adrenalina che le pervadeva il corpo.
Amava prepararsi per quel
nuovo viaggio, per quella nuova, instabile meta.
Aveva la valigia pronta da
così tanto tempo che aveva persino dimenticato cosa ci fosse dentro.
E quell'incertezza le
piaceva.
E quell'incertezza la
logorava.
Ma non la uccideva.
Perché come si può togliere
la vita a qualcuno che l'ha appena abbracciata?
Terminò di struccarsi e si
guardò allo specchio, lasciandosi andare ad un sospiro. Stanco, eppure
felice, eppure vivo.
Si chiuse la porta del
camerino alle spalle e si strinse nel lungo cappotto mentre percorreva
il corridoio che l'avrebbe nuovamente sputata nel caos di quelle strade
grigie.
Non aveva programmato di
scontrarsi con del verde... e con dell'oro... e con quella tonalità di
rosa troppo particolare per passare inosservata.
Aveva programmato di sentire
il rumore di nocche che bussavano alla sua porta, aveva programmato di
aprire con il migliore dei suoi sorrisi, uno di quelli che a Lima
avevano lasciato interdetta più di una persona.
Ciò che non si aspettava era
di dover attraversare la soglia di quella porta, uscire, e con davvero
poca grazia capitolare tra le braccia di quell'amore che la guardava
con un sopracciglio alzato ed un ghigno pronto ad esplodere in
un'armoniosa risatina di scherno.
«Credo che tu mi debba un
penny, Miss Berry.»
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Note:
Anche se dopo un secolo e
mezzo, ecco a voi il capitolo conclusivo di questa mini, mini, ma
veramente mini long.
Come il secondo capitolo era
strettamente legato al primo da analogie e contrasti, anche questo lo è
con il capitolo precedente, ma se qualcosa vi ha lasciati perplessi, vi
ha fatto storcere il naso o semplicemente non vi è piaciuta, vi invito
a farmelo sapere: ogni commento, che si tratti di una critica o di un
complimento, è ben accetto.
Alla prossima!
- BB
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