3.
Valary
Sanders, capelli platino, nasetto all'insù, sgomberava
velocemente
il cortile dai vestiti lasciati ad asciugare, mentre l'auto del
marito sembrava imboccare lì per lì il viale per
rincasare. Era
molto rincuorante per lei in quel momento visto la piega che sembrava
aver preso il tempo, ma forse, sotto sotto, era quell'aria di
tensione che si avvertiva anche in casa, spessa come la lama di un
rasoio, che in quei giorni le avevano lasciato non pochi grattacapi
per la testa. Non poteva negare a se stessa la convinzione che i
ragazzi del gruppo stessero cercando di rimettersi in gioco con un
entusiasmo che in realtà non esisteva. Ma quello che Matthew
riusciva a fare meglio, aihmè, era sempre negare l'evidenza
con un
gran bel sorriso. Ma infondo lei lo sapeva che incidere questo nuovo
disco era un errore. Era rientrata nell'argomento molte volte, eppure
mai era riucita a concludere con un suo pensiero. In casa Sanders il
discorso veniva abolito ed era vietato riprenderlo, per il semplice
fatto che lui odiasse non avere ragione. Tipo come ammettere che nel
vortice di questa sua redenzione stava trascinando i suoi grandi
amici.
-Mio
Dio! - sentì urlare in modo grottesco, incitandolo con una
mano a
sbrigarsi a raggiungerla sotto la tettoia di casa quando gli
sentì
sbattere la portiera del fuoristrada. Valary lo vide arrivare
correndo verso di lei a grandi passi, slittando fra le pozzanghere
del giardino e tenendo su il cappotto semiaperto fino alla testa per
ripararsi dalla pioggia.
-Hai
visto che acquazzone improvviso? Per strada non si vedeva
più nulla!
- la donna lo aiutò a togliersi la giacca fradicia e sorrise
per la
sua faccia impallidita, interrompendo il rumore della pioggia che
scrosciava alle spalle chiudendo la porta.
-Come
è andata oggi in sala? - raggruppò di nuovo gli
abiti fra le
braccia e si diressero in cucina mentre smetteva di guardarlo.
-Stiamo
sistemando gli strumenti, ma proprio stamattina si sono presi tutti
una pausa. C'è dell'altro caffè? ... - Gliene
versò in tazza
vedendolo aprire il frigorifero per cercare qualcosa da mettere sotto
i denti, riposando poi il termos al suo posto.
-
... A parte Brian. E' rimasto con me fino a poco fa. -
Sorseggiò del
caffé e si passò una mano fra i capelli un po'
umidi poggiandosi
alla cucina. Valary alzò lo sguardo verso Matt e si
accomodò alla
penisola della tavola.
-Davvero?
E perché lui era lì allora? - Il giovane fece
spallucce.
-E
dov'è adesso? -
-Ha
detto che aveva un appuntamento. -
***
-CORRI!!
- Jillian corse più veloce che potè, stringendo i
pugni e
mozzandosi il fiato. Ansimando, tossendo e slanciandosi quanto
più
fosse possibile per lei ed il suo corpo esile. Si strinse il
più
possibile alle mura del palazzo, si appiattì,
sentì il freddo del
granito entrarle nelle osse, rabbrividì vergogniosamente
evitando di
scoprire la testa dal cappuccio della giacca poi vide Brian imboccare
in tutta fretta una stradina e lo seguì a ruota, tenendo la
testa
bassa per impedire ancora i freddi schizzi d'acqua sulla faccia
freddi come schegge di ferro. Da quanto stessero correndo era
difficile da stabilire, ma sicuramente sembrava da molto, molto
tempo. Brian era stato premuroso e quando il cielo aveva incominciato
a scatenarsi su di loro l'aveva guidata per dirigersi in tutta fretta
altrove. Almeno per raggiungere il centro abitato. Dall'altra parte
della strada il fruscio degli alberi era assai meno chiaro e con
velocità sentiva anche affievolirsi il forte odore di
terriccio ed
erba bagnata, che si era comunque invece infangata sulla punta degli
stivaletti prepotentemente. I fanali delle macchine si piantarono su
di loro e Jillian sussultò per i suoni assordanti dei
clacson, con
la forza obliqua di una pioggia battente sul loro capo e del rumore
scrosciante sull'asfalto. Qualche luce cominciò a farsi
nitida ed i
suoi occhi si strizzarono per lo sforzo, quando dalla punta del suo
piccolo naso una goccia cominciò a scivolarle
giù, distratta dallo
spavento.
-Togliti
di lì! - Jillian zittì alle imprecazioni di un
uomo della quale non
scorse i lineamenti dall'altra parte del parabrezza e rinvenne
sentendo le dita di Brian che si intrecciavano alle sue senza
essersene accorta.
-Vieni
via dalla strada. - la trascinò con sè e si
spostarono in gran
fretta appena il cappuccio le ricadde sulle spalle, lasciandola in
balia di forti brividi, brividi che avvertì solo dopo, lungo
la
schiena e fra le labbra. Quando lo vide fermarsi in un punto al
riparo si rilassò appena, rantolò semipiegata
sulle ginocchia per
riprendere fiato e si strinse nelle spalle per il freddo, tossendo.
-Wow,
tutto questo non ci voleva proprio. E' stato imprevedibile. - Lo
sentì e rise.
-I-io
non sopporto la pioggia. - Tremò per il freddo, poi
sospirò
guardando il fiato addensarsi davanti al viso.
-Sì,
lo so. Spero solo non ne avrà per molto, altrimenti
sarà un
problema tornare a casa. - Tirò fuori dalla giacca di pelle
un
pacchetto di Marlboro e ne sfilò una sigaretta per
portarsela alla
bocca.
-Ne
vuoi una? Ti scalderà. - Jillian diniegò e
sentì solo il rumore
dello zippo accendersi e poi chiudersi. Il moro aspirò una
boccata
di fumo e la gettò via dischiudendo le labbra che Jill
continuò a
tenere d'occhio.
-Che
ti è preso prima? Sei rimasta impalata per strada. - Jillian
dall'imbarazzo negò, non sapendo neanche cosa rispondere ad
una cosa
così stupida che era accaduta.
-Sì,
io, cercavo di riprendere del fiato! Che cosa stupida! - Si
passò
una mano sulla faccia e passò qualche tempo.
-Se
non sbaglio eravamo rimasti al fatto che abitavi poco lontano da qui,
o sbaglio..? - La giovane dai capelli ramati annuì e lo vide
poggiarsi al muro con un piede issato. Brian la notò: con
quei
capelli arruffati dalla pioggia e le lentiggini sopra al naso le
ricordava benissimo la ragazza che riviveva la sua adolescenza,
nessuna nuova donna tornata dal passato.
-Sì.
Un paio di isolati. E' un quartiere ben abitato, molto traquillo e
per la prima volta ho un vialetto abbastanza largo per la macchina. -
Rise e abbassò gli occhi. Il giovane annuì e fece
lo stesso.
-Hai
trovato lavoro? -
-Sono
andata a qualche colloquio, spero che richiameranno. -
-Stai
ancora pensando di fare la giornalista? - La vide alzare le spalle
con riluttanza.
-Davvero
ricordi che volevo fare la giornalista? - rimase sopresa e per un
attimo scoppiò a ridere per la meraviglia. -Penso che ora
come ora
non valga poi tanto. - Zittì qualche minuto poi riprese.
Magari non
era idea migliore insistere.
-Non
vale la pena rinunciare, magari l'occasione la trovi. - Quando si
voltò a guardarlo lo vide aspirare un'altra boccata di
sigaretta.
-Sei
rimasto il solito sognatore. - Gli vide fare una faccia buffa e
sorridere.
-Non
si cambia mai. - Quando lei ricambiò il sorriso
tornò serio e con
qualche minuto ad ammortizzare la sua tensione risprese a parlare.
-Come
sta Mark? - Jillian batté le ciglia più volte e
si guardò intorno
sospirando. Quanto poteva essere premuntuoso in quel momento? Cosa
voleva fare? Vide fra le sue sopracciglia una ruga di disappunto,
nonostante volesse comportarsi tranquillamente lei sapeva che aveva
qualche cosa da nascondere e che stava covando.
-Bene.
Credo che il Connecticut
gli andasse stretto per il suo carattere aperto, adesso sta meglio. -
Brian inserì la sigaretta a rovescio nel palmo e
tirò un paio di
volte poi annuì.
-E
Michelle? Come sta? - Lo sentì deglutire poi
asserì di nuovo. Era
diventato automatico adesso sventolare quella testa.
-Stanno
tutti bene. Hanno tutti voglia di vederti. - La vide a disagio e si
diede una regolata dal fissarla troppo intensamente.
-Sono
contenta, credo di aver già dato troppo scalpore. - Non puoi
tornare
indietro e sconvolgere la vita di tutti appena ti fa comodo. Non puoi
lasciare che otto anni si possano colmare da soli. Con due dita
gettò
lontano il mozzicone e un'ultima nuvola di fumo soffiò via
dalle
labbra del ragazzo. Solo adesso Jillian si era accorta dei capelli
neri che gli si erano attaccati ai lati del viso e vide mentre se li
spostava distrattamente con le lunghe dita callose. Dita da
musicista.
-Non
pensavi mica di passare inosservata dopo tanto tempo? -
Riecheggiò
una risata un po' amara, facile da interpretare per Jillian. Il moro
si sporse verso il vialotto per osservare l'andare del tempo, che
sembrava scatenarsi alquanto, poi alzò le spalle
distrattamente.
-Almeno
sembra che avremo altro tempo per parlare. Spero che ti faccia
piacere. - Sorrise e si sedette sul bordo dei vasi di terracotta che
dividevano due stradine al coperto da tendoni; molto probabilmente
era lo spazietto esterno di un bar. E dall'altro lato due divisorie
in legno con dei rampicanti ornamentali, molto orientale. Jillian gli
fece compagnia e scostò la chioma di capelli impiastricciata
ed
irrecuperabile.
-Non
penso che mi avresti lasciata andare finché non ti avessi
raccontato
tutto comunque, no? - Qualche auto faceva il suo ingresso in strada
puntando i fanali contro di loro, poi slittava lungo il viale
incurante.
-Già,
non hai tutti i torti, ma penso ci siano cose alla quale non sapresti
rispondere neanche tu. - La vide umettarsi le labbra, bastonata dalle
sue parole probabilmente, quindi con un lungo respiro
continuò.
-Tipo,
come fai ad avere comunque capelli così indecenti? -
esclamò
ridendo, afferrando una ciocca fra le dita con delicatezza vedendo
come cominciò a fissarlo con sorpresa.
-Cosa?
- Il suo sguardo era meravigliato ma non poteva rinunciare a
sorridere.
-No,
davvero, non ho mai visto capigliature più strane! Ogni
volta sembra
che abbiano vita propria, dovresti perdere più tempo ad
occupartene
la mattina. - Jillian scosse il capo e rise.
-Non
posso credere, da che pulpito una predica del genere! - Brian si
drizzò sulla schiena puntandosi il pollice con convinzione.
-Magari
prima potevo darti ragione, ma quei tempi sono finiti, dolcezza. -
Quei tempi. Quei tempi erano il culmine della spensieratezza. Erano
grida, brindisi ed incontri. I ragazzini di adesso probabilmente non
sapevano neanche divertirsi come facevano loro prima. Oramai, volente
o meno, tutto era passato e molto lontano. Trentuno anni erano il
traguardo dell'essere adulti e responsabili. Jillian notò
solo la
differenza fra le loro vite; fra un uomo realizzato in tutto e per
tutto e fra una donna, scrittrice fallita, che ha cambiato mondo per
inseguire false speranze e false aspettative.
-Bei
tempi. - Dalla sua bocca uscì un soffio, e Brian, senza
esitazione,
come se neanche un giorno li avesse mai divisi, le passò un
braccio
intorno alle spalle per confortarla.
-Hei,
adesso sei qui, ti farò vedere come noi continuiamo a
divertirci
anche ora. -
-Non
so se avrò la faccia di vedere tutti, non subito almeno.-
-Cosa?
Dai Jillian, vuoi aspettare altri otto anni per prepararci a stare di
nuovo insieme? - Jillian avvertì un tono spazientito ma non
poté
biasimarlo. Non poté. Quando si alzò per fare
qualche passo Brian
la seguì con gli occhi aspettando che prendesse una
decisione,
vedendola stralunare gli occhi in giro.
-Perché
hai voluto vedere me allora? - La ragazza deglutì e
scontrò il suo
sguardo, vedendolo cercare delle risposte, sentendo coinvolgenti le
sue parole. Jillian poté giurare di sentire il cuore battere
troppo
forte, se per la tensione o se per qualcos'altro non seppe
ammetterlo. Fatto stava che si trovava faccia a faccia con un muro di
cemento che cercava con cupidigia molte risposte. Ammortizzò
l'aria
sorridendogli, ma Brian non cedette, allora lei deglutì.
-Non
fare il finto tonto, Brian. - Brian afferrò tutte le
sfumature del
suo tono delicato e ne fece oro. Si lasciò coccolare e
fremere da
lei e dal suo sguardo. Ebbe un sussulto e non poté negarlo,
non poté
fermarlo, non poté disubbidirgli.
-Sono
tornata proprio per te.. -
Allora,
direi che la fortuna non è proprio a mio favore se proprio
nel
periodo di ispirazione e feste Pasquali mi abbandona in modo
inevitabile la linea di internet, lasciandomi solo possibilitata a
navigare sul sito dal cell come una spiona inopportuna. Adesso,
passato il peggio sembra che il 3 capitolo sia alla nostra
mercé,
ringraziando qualcuno da lassù!
Ringrazio
chi ha recensito la fanfiction, chi l'ha aggiunta fra i preferiti,
seguiti, ricordate e chi legge e sta dietro le lunghe date degli
aggiornamenti.
Non diamoci
appuntamento a presto altrimenti potrà succedere anche di
peggio!!
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