Capitolo
6: 'La primavera nei
suoi occhi'
-Vi do la mia parola che non permetterò mai a
quella donna di avvicinarsi a me-promise Harry afferrando la mano della
giovane Clarissa. Erano soli, nella loro camera ed erano nel bel mezzo
di un acceso dibattito riguardo quell'importante appuntamento che
avrebbero dovuto avere Harry e la regina da lì ad una
settimana all'incirca. Ovviamente questo non fece piacere alla giovane,
che credeva avrebbe di certo preferito la regina d'Inghilterra ad una
semplice contadina proveniente da un paesino d'Italia.
-Vostro padre sta già pensando al matrimonio, non potete
contraddirlo-
-E da quando ci interessa quel che dice mio padre?-sbottò
con tono esasperato. Era vero, fin a quel giorno, entrambi se ne erano
infischiati della volontà di Christopher, ma Clarissa
iniziava a credere che fosse un male continuare a trasgredire in quel
modo.
-Ma ora non pensiamoci, e concedetemi piuttosto il premio che mi
spetta-sorrise accarezzando il volto della ragazza, che si
scostò con sguardo pietrificato. In mezzo a tutto quel
baccano di pensieri, dedicati ad un possibile futuro per Harry e la
regina Vitoria, si era totalmente scordata della promessa che fece ad
Harry quel pomeriggio. Oh, come avrebbe voluto infrangerla.
-Non è il caso-fece sempre passi più veloci,
indietreggiando.
-Ma come? Lo avete detto voi, una promessa è una
promessa-Harry non sembrava afferrare il concetto che Clarissa, era
terrorizzata all'idea di dover passare una notte con lui. Sicuramente
lo avrebbe desiderato con tutta sé stessa, e ogni singola
parte del suo corpo se lo sentiva tutte le volte che le veniva rivolto
quel meraviglioso sorriso con tanto di fossette. Ma era troppo
spaventata per affrontare quest'emozione così presto. Troppo
presto.
Harry afferrò il bacino della giovane ed iniziò a
percorrere una lunga scia di baci lungo tutto il suo collo. Assaporava
ogni singolo secondo passato a sfiorare la sua pelle, e ad ascoltare i
loro respiri farsi sempre più pesanti.
-Vi prego, no..-Clarissa prese tutto il coraggio che aveva dentro di
sé e scostò Harry con una spinta. Non aveva
alcuna intenzione di apparire scortese, ma il disagio che provava in
quel momento la fece apparire tutt'altro che disponibile ai servigi del
figlio del suo padrone.
-Clarissa, che voi lo vogliate o no, siete la mia accompagnatrice per
questo viaggio e dovrete soddisfare le mie richieste-impose con tono
severo. Clarissa quasi non lo riconobbe più, o meglio,
riconobbe in pieno quello sguardo furioso e quella voce forte e chiara.
Harry era identico a suo padre, e la giovane non aveva intenzione di
cadere di nuovo nelle grinfie di un pretenzioso ed impertinente Styles.
-No, mi muoverò solamente sotto comando del mio
padrone-suonava molto come scusa, ma non aveva tutti i torti. Avrebbe
dovuto compiere tutto quello che le veniva richiesto da Christopher
Styles, e non dal suo maleducato e lussurioso figlio.
-Io sono il vostro padrone durante questa settimana, perciò
abbiate la decenza di darmi retta!-
-Ho paura-sbottò finalmente la ragazza, abbassando il tono
di voce e sentendo gli occhi pizzicarle come fossero sul punto di
perdere centinaia e centinaia di lacrime. Anche Harry sembrò
calmarsi, e provare pena nei confronti della giovane che ora lo
osservava con sguardo affranto.
-Di cosa avete paura? Pensavo che mio padre vi costringesse ogni notte
a servirlo-
-Ma io non provo interesse per vostro padre-
Eccola, la prima lacrima che percorse il volto della piccola Clarissa.
Era la prima di altre cento. Aveva sputato l'enorme rospo che si teneva
dentro dal primo giorno in cui posò gli occhi sul giovane
Styles. Aveva rivelato la cotta che credeva fosse una semplice idiozia
che sarebbe passata con il tempo.
-Io vi piaccio-non era una domanda, ma un'affermazione. Un'affermazione
con tanto di sorriso smagliante, sorpreso ed orgoglioso.
-Voglio che sappiate che è da quasi un mese che provo lo
stesso per voi, mia cara-le allungò una mano,
incoraggiandola ad afferrarla e concedergli di stringerla in un
abbraccio. La sua richiesta fu accolta senza nessun minimo
ripensamento. Avevano già confessato i loro sentimenti, ma
ora aveva la certezza che quel che le faceva sentire nel suo corpo da
adolescente, era comparabile a quel che lui provava nel suo da giovane
adulto.
-E proprio perché tengo a voi, rispetto ogni vostra
decisione..-sorrise, come se fosse consapevole che il sole non potesse
competere con la luce che produceva con il suo smagliante sorriso.
-Davvero?-ricambiò con occhi speranzosi. Harry
annuì e fece passare una mano fra i miei capelli, per poi
baciarle in modo delicato la fronte.
Clarissa
pov's.
-Ditemi, Clarissa, come passate il vostro tempo alla tenuta degli
Styles?-
Quella mattina fui stata costretta a passarla giocando a cricket in
compagnia della regina e di altre due dame. Ovviamente la proposta
principale era stata posta alla madre di Harry, ma aveva rifiutato
ritenendo che aveva un altro impegno. Sporca bugiarda, nemmeno lei
sopporta la regina Vittoria.
Non sapevo nemmeno come tenere la mazza fra le mani, mentre la
signorina Vittoria ne era esperta e sentivo quasi che godeva tutte le
volte che sbagliavo un colpo.
-Uhm, di solito leggo oppure..parlo con le cameriere-risposi in tutta
onestà. La donna annuì e sospirò, per
poi fare un impeccabile tiro da tre punti. Quante arie che si da,
sbuffai mentalmente.
-Il signorino Styles usufruisce di voi solo la sera?-rimasi imbambolata
separando a malapena le labbra. Ero decisamente sbigottita dalla sua
domanda così..così..immediata. Non credo fosse il
caso di domandarmi a che ora fosse il mio turno da prostituta, o
meglio, donna a cavallo fra l'amante e la prostituta. Già,
sono talmente in basso da non avere nemmeno un titolo. E poi, certe
volte dimenticavo che quella gente credeva che fosse Harry ad usufruire
del mio corpo, e non suo padre che, vigliacco com'è, si
è nascosto dietro un capriccio falso del figlio.
-Non mi è permesso parlarne-contadinella italiana uno,
regina d'Inghilterra zero. Pensai nascondendo un ghigno.
-Scusatemi, ma siccome Harold è in lista per i miei promessi
sposi, mi sarebbe piaciuto sapere le sue abitudini..-sorrise. Da quando
aveva raggiunto quel patto con il padre di Harry, non faceva altro che
ricordarmi che un giorno sarebbe diventata sua moglie. Non era ancora
certo, perché oltre ad Harry c'erano molti altri
pretendenti, ma era chiaro che lei volesse il mio.
-E voi sembravate la persona più adatta. Siete la sua dama
da compagnia, no?-schiusi le labbra per rispondere, ma mi precedette.-E
poi siete sempre così affiatati da sembrare amici
d'infanzia..-sospirò permettendo ad una sua dama di
ripararla dal sole con un ombrellino di seta. Ora le tiro la mazza in
testa, pensai osservando il suo sguardo da superiore.
-Sì, ehm..-balbettai.
-Clarissa! Clarissa!-ci voltammo entrambe verso la terrazza, oltre la
fontana al centro dell'enorme piazza bianca. Harry percorse tutti i
gradini in fretta, fermandosi poi a metà strada ed in attesa
che lo raggiungessi. Ero così felice di vederlo che avrei
voluto correre fra le sue braccia, ma non dovevo scordare di essere in
presenza di una reale ed anche stronza.
-Con vostro permesso..-mi inchinai iniziando poi ad accelerare il passo
verso il riccio che mi sorrideva tenendo saldamente fra le mani un
pacco di fogli scarabocchiati.
-Ecco, ho finito!-esclamò mostrandomi gli spartiti segnati
da una calligrafia appuntita e storta, ma comunque elegante.
-Finito cosa?-chiesi sbigottita. Harry sorrise.
-'La primavera nei suoi occhi'-rispose.
-Oh, una nuova opera?-domandò con voce stridula la regina,
che ci raggiunse alle mie spalle e s'impadronì dei fogli
mantenendo un sorriso radioso. Harry sembrò prendersela per
quel gesto; toccategli tutto ma non la sua musica. L'immagine del
castello in fiamme mi invase la mente.
-Già.-sbottò.
-Di cosa parla?-
-L'ho preso da un libretto che parla di una storia d'amore fra un uomo
ed una ragazza, in Francia-
-La trama?-
-Lei è considerata pazza da tutta la popolazione,
perché crede di aver incontrato un angelo nel bosco. Questo
ragazzo le crede però, ed insieme organizzano escursioni nel
posto allo scopo di ritrovare l'angelo. Durante tutta la storia nasce
qualcosa fra di loro, e alla fine ricompare l'angelo che aspettavano da
tanto; cupido-rispose mantenendo quel tono freddo.
-E quante melodie avete composto per questo libretto?-
-Ventisette-
Ci furono istanti di silenzio, finché un'esclamazione della
regina non fece sobbalzare sia me che Harry.
-Mi piace, la voglio per il mio compleanno!-
-Ma..avete intenzione di finanziarla?-
-Certo-
-Ma il vostro compleanno è fra pochi giorni ed io non ero
nemmeno certo che potessi metterla in atto-
-Farete prove in questi tre giorni, e avverrà al posto della
triste opera che avrebbero voluto eseguire.- fece un'uscita trionfale
seguita da quelle due continuamente zitte e a testa china. Io mi voltai
poi verso Harry ed attesi che qualcuno di noi spiaccicasse parola.
-Io..ero venuto a dirvelo perché l'ho scritta per voi-sospirò
finalmente, porgendomi di nuovo i fogli. Il mio sorriso si dipinse di
nuovo sul mio volto, rivolgendo il mio sguardo verso le note che
immaginavo quale incredibile melodia avrebbero composto una volta messa
in atto.
-Quando avete iniziato a scriverla?-
-Il giorno dopo avervi conosciuta-
-Se solo potessi stringervi..-non feci in tempo a finire la frase,
perché ritrovai le braccia di Harold avvolte attorno al mio
bacino. Per una frazione di secondo mi preoccupai per tutti gli occhi
indiscreti che ci avrebbero potuto notare, ma non mi importava
più. Lui mi aveva stretto sussurrandomi quanto fosse
orgoglioso del suo lavoro, e felice del fatto che potesse mettere
l'opera in atto, per mostrarmi quanto impegno ci aveva messo in tutto
quel tempo. Non vedevo l'ora di sentire che incredibile intreccio di
note avesse scritto.
***
-No! No! L'acuto deve essere più lungo, e voi
dovreste sollevarla in questo modo..-Harry prese fra le sue braccia la
giovane ballerina sollevandola a braccia tese.-..chiaro?-scese
velocemente dal palco ed ordinò di ricominciare da capo la
scena. Erano dodici ore che provava senza mai fermarsi. Quei poveri
ballerini ed attori dovevano essere esausti, ma lui voleva che tutto
quanto fosse impeccabile.
Talvolta assistevo alle prove, standomene seduta sulle poltrone alle
spella di Harry, che sudava raccogliendosi spesso i ciuffi ribelli e
dirigendo con insistenza ogni singolo movimento degli attori. Diceva
che doveva essere tutto quanto impeccabile. Nessuno avrebbe dovuto
commettere anche un piccolo ed invisibile errore. Percuoteva irrequieto
quella bacchetta su e giù, a destra e a sinistra urlando
ovunque i ballerini sbagliavano.
-Non dovresti riposarti? E' molto tardi..-domandai sporgendomi in
avanti, abbandonando la comoda posizione che avevo assunto stando a
schiena appoggiata su quella morbida poltrona.
-No, non finché quei due non saranno in grado di compiere un
perfetto duetto e quello non farà volteggiare la ragazza in
modo aggraziato..-sbottò facendosi chiaramente sentire dagli
attori in questione. -Dov'è andato a finire lo scenario
notturno?-sbraitò mettendo fine alla musica che suonava nel
sottofondo.
-L'hanno sostituito per la scena..s-signore-una minuta ragazza dalla
chioma corvina si fece avanti, rispondendo in un sussurro. Harry era
talmente nervoso da non essersi reso conto che quella scena, non
serviva il cielo di notte come sfondo.
Sospirò sedendosi e prendendosi il volto fra le mani,
esausto. Scavalcai la poltrona ignorando gli occhi indiscreti degli
attori e le damigelle alle mie spalle, sedendomi di fianco ad Harry.
-Vai a riposare, domani mattina riprenderai..hai ancora due giorni e ti
mancano solamente i costumi e sei scene-cercai di consolarlo.
Alzò lo sguardo sfinito ed annuì sbuffando.
-Hai ragione..-
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