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Ok se prima era
perplesso ora la sua testa non sapeva cosa pensare.... Le domande erano
arrivate a quota diecimila e non sapeva spiegarsi nulla di quello che
stava succedendo, una sua compagna, anzi no LA compagna di scuola per
eccellenza aveva una figlia, una bimba, bellissima dolcissima ma pur
sempre una bimba e pensare che per lui era la verginella isterica come
tutti gli avevano detto!
Stava dietro Anne, la osservava mentre lei guardava con infinita
dolcezza la piccola, era davvero bella e più la vedeva e
più si rendeva conto che quegl'occhi erano davvero capaci di
amare, non erano sempre freddi e ciò gli dimostrò
che anche Anne Musin poteva avere un cuore.
Anne dal canto suo aveva un' enorme paura, paura soprattutto di dire la
verità, di come quella piccola fosse nata, di tutto il male
che aveva passato, delle sue sofferenze, di come il suo cuore piano
piano, se non per la sua piccola, non batteva più, di come i
suoi occhi non sorridevano più.
Aveva fatto una pazzia a dirgli la verità, anzi a
mostrargliela perchè sicuramente se gliel'avesse detto non
ci avrebbe mai creduto e le avrebbe riso in faccia, cosa che
però fece comunque.
Gli stava davanti, con la paura di girarsi e vederlo trafficare con il
telefonino, intento a mandare sms a tutti per avvisarli della bella
novella. Quasi quattro anni erano passati ma mai nessuno lo aveva
scoperto e ora? Per dare delle stupide ripetizioni di fisica e per
salvare la sua reputazione si era messa nei casini.
Mentre osservava la sua piccola si ripeteva nella testa quanto idiota
fosse stata.
- Scusa Anne...Potete rallentare, non riesco a seguire il vostro passo.
- Hai sentito Evie? Abbiamo con noi un ragazzo pappamolla!
- sisi...Mamma che vuol dire pappamolla?
- Piccola vuol dire che non sa fare niente, come la tua mamma!
- La mamma non è pappamolla...La mamma è brava!
- Già Sandber non ti lamentare, la mamma è brava!
Erano ridicoli tutti e tre, sembravano davvero una coppietta felice,
anzi più che felice solo una coppietta con una bimba, forse
troppo giovani ma troppo carini insieme.
La bimba anche se non lo dava a vedere già adorava quel
ragazzino che le stava affianco e in un gesto repentino gli diede la
mano, così si ritrovò in mezzo tra due persone
che, anche se per una era troppo presto, adorava
più della sua stessa vita.
Era una bimba ma credetemi quando vi dico che chi ha quattro
anni a volte è più intelligente di chi invece
è ormai "maturo" e Evie ne era la dimostrazione!
- Piccola come ti chiami?
Domanda idiota, pensò Anne, aveva pronunciato il nome della
figlia più di una volta, forse aveva fatto orecchio da
mercante però.
- Io sono Evie!
- Sai Evie sei proprio bella!
- Tu invece sei strano!
- Evie cosa ti ho detto?
- Ma mamma! I suoi occhi sono diversi è....strano!
- Amore si dice particolare no strano!
- Pardicolare?
- Particolare piccola Evie, comunque piacere io sono Joseph.
Le porse la mano, era la prima volta che la bimba vedeva una cosa
simile e non faceva che osservare quella mano che era tesa verso di
lei. In quel momento Anne desiderava solo scoppiare a ridere
perchè lo sguardo era inimitabile.
- Amore gli devi dare la mano e dire piacere.
- Ah....piacere
Quelle due mani a confronto erano così diverse, l'una grande
l'altra piccina, un contrasto bellisimo ma alquanto particolare.
- Mamma mamma volgio il gelato! Mi prendi il gelato? Daiiiiii
- Amore è impossibile io e Joseph abbiamo da fare,
è già tardi!
- Ma mamma!
- Già, ma mamma! Anch' io sai Musin gradirei un gelato,
ovviamente se offri tu!
- Sandber, se dovessimo comprare un gelato, di certo non lo offrirei a
te!
- Siiii andiamo a prendere il gelato!
- Io non ho detto....
- Grazie mamma!
Si era incastrata da sola, doveva ammettere però che un
gelato non le dispiaceva, faceva caldo e la gelateria che di solito
frequentava faceva gelati da favola.
Si avviarono e in nemmeno cinque minuti entrarono in un locale molto
piccolo dal bacone ristretto dove diversi gelati facevano la loro
"sfilata".
Per la bimba fu una coppa gigantesca al gusto di cioccolato e panna,
mentre Anne preferì fragola e limone. Come era
già stato detto, però, a Joseph non fu dato
nulla, infatti tutto quello che veniva detto da Anne veniva poi
mantenuto.
- Joseph, tu niente gelato?
- No piccola la mamma non me lo ha offerto.
- Peccato.
Si erano seduti su di una panchina nel parco e tutte e due le ragazze
si godevano un sano ed ottimo gelato mentre Joseph osservava la scena
molto invidioso, ma dopotutto se l'era cercata. Evie era in mezzo ai
due, come una piccola e tenerissima famigliola, erano bellissimi,
tenerissimi e adorabili.
- Joseph ti posso fare una domanda?
- Si piccola dimmi!
- Sei tu il mio papà?
Bella domanda! In quel momento il ragazzo non voleva fare altro che
rispondere: "si piccola sono il tuo papà". Peccato
però che non abbia mai saputo mentire.
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Ciau scusate ma ho
molta fretta perchè è tardi e tra un
pò devo spegnere tutto, faccio dei ringraziamenti veloci a
chi ha recensito e davvero GRAZIE di cuore a tutti quelli che mi hanno
fatto i complimenti che per me sono davvero oro colato soprattutto
perchè fatti da persone che davvero stimo molto, non me lo
aspettavo davero, grazie grazie grazie grazie mille. Grazie anche a chi
ha la storia tra i preferiti, e anche chi legge grazie taaanto tanto.
Scusate ma vi saluto spero, anche se è davvero picolo, che
questo chap vi sia piaciuto quindi please recensite...Baci bacioni
baciotti Regina
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