7 anni dopo
"Mathias! Dove sei?" Urlai.
Dopo qualche istante apparvero dall’angolo della cucina due occhioni nocciola
enormi ed espressivi. Un bambino aveva posato a terra lo sguardo. Aveva assunto
un’espressione di chi sa di essere colpevole.
Con le mani sui fianchi e con aria di rimprovero mista a tenerezza per quella
creaturina adorabile, lo guardai.
"Allora dov’eri?!"
Nessuna risposta.. solo un’aria ancora più colpevole.
"Che cos’hai nascosto la dietro?"
"Niente mamma…"
"Lo sai che non si dicono le bugie Mathias, quante volte devo dirtelo? Su
dammi qua.."
Con rassegnazione il piccolo mi porse ciò che nascondeva segretamente nella
manina.
"Lo sapevo! Ti ho già detto che non se ne possono mangiare troppi di
questi!"
"Ma papi li mangia sempre gli orcetti gommoci!" Mi disse con sguardo da
cucciolo.
"Ma papi sbaglia e ogni volta che va dal dentista si fa tanta bua! Vuoi che
succeda anche a te?"
" No mamma."
"Bene, ora vai di la che tra poco andiamo da zio Tom!"
Accarezzai dolcemente il bambino e mi diressi verso la camera.
"Amore, mica vorrai farti più bello dello sposo?" Abbracciai da dietro il mio
uomo e gli posai un bacio sul collo.
"Ma io sono già più bello dello sposo…"
"Già giusto, che domande…" Sorrisi. Era bello davvero. Aveva i capelli lisci
che piovevano sulle sue spalle, erano tutti neri, niente più meches bianche e il
trucco che tanto aveva amato da ragazzino non c’era più. I suoi occhi erano nudi
e splendenti, naturali.
"Però sai che ci tengo a fare bella figura! Ancora non riesco a credere che
mio fratello si sposi…"
"Lo so amore, oggi è un giorno speciale per tutti"
"Già… ti amo, te l’ ho mai detto?"
"Mai abbastanza.."
Le nostre labbra si incontrarono in un bacio. Un bacio simbolo di un amore
maturo, consapevole, solido. Un amore indistruttibile. Si perché quando ami
davvero capisci di aver trovato una parte di te che mancava dalla nascita, quel
qualcuno che era destinato a te da sempre, colui che ti completa. E’ quando ami
che inizi a vivere. Vivi perché lui vive, respiri perché lui respira, ridi
perché lui ride, piangi perché lui piange.
Per me era così. Io avevo trovato la parte mancante, io adesso avevo Bill,
avevo la vita.
Entrammo in chiesa e ci avviammo verso i lati dell’ altare. Bill era accanto
a Tom che impaziente aspettava la sua consorte. I rasta erano raccolti in
maniera disciplinata, il piercing non c’era più. Il suo viso era liscio e
pulito. I due gemelli ora erano identici. Tutti e due in abito scuro e nella
stessa posizione. Con la stessa aria ansiosa.
Io ero dall’altra parte dell’ altare, dalla parte della sposa. Ero la sua
testimone.
Ad un tratto partì una musica. La marcia nuziale risuonò in tutta la chiesa.
Mai avrei creduto un giorno di vedere Tom con un vestito elegante, sposarsi in
Chiesa con cerimonia tradizionale. Ma era innamorato e per amore avrebbe fatto
questo ed altro.
Dal portone entrò il mio piccolo Mathias con un cuscinetto in mano sopra il
quale erano posizionate le fedi. Lo osservai. Più cresceva più somigliava al
padre. Stessi occhi, stesse espressioni.
Poi finalmente lei, la sposa.
Anna era bellissima, aveva un vestito semplice, color avorio. Le spalle erano
nude ed i capelli raccolti in un ciuffo dal quale cadeva un velo lungo fino ai
fianchi.
Avanzava lenta, con la camminata sensuale che tanto amava Tom.
Occhi azzurri come il mare, languidi, sinceri, perfetti.
Sorriso smagliante di chi sa che sta per coronare il suo sogno.
Si avvicinò all’altare e mi guardò. Ricambiai il suo sguardo in maniera
complice. Una lacrima apparve sui nostri volti.
Accarezzai il mio collo, sul lato sinistro, lei fece lo stesso. Era in quel
punto che avevo fatto il mio terzo tatuaggio. Avevo tatuato una "A" e lei una
"M" nella stessa posizione. Successe poco dopo il giorno della pace tra di noi.
Quei disegni sulla nostra pelle simboleggiavano la nostra amicizia. Un’amicizia
che non finirà mai.
Anna era diventata l’interprete ufficiale dei Tokio Hotel, li seguiva in
tour. Il loro successo ormai era inarrestabile. Lei e Tom si amarono alla
follia. Le litigate erano all’ordine del giorno, a causa delle bravate del
Rasta, ma poi tutto tornava sempre alla normalità. Due anni dopo il loro
matrimonio nacque Kristian, frutto del loro amore.
Io ero diventata invece una traduttrice di libri, ma traducevo anche le
canzoni dei ragazzi verso l’inglese. Consideravo quell’attività più che un
mestiere, una vera e propria arte. L’arte di capire fino in fondo un messaggio
da trasmettere. Nessuno meglio di me poteva comprendere davvero ciò che voleva
esprimere Bill attraverso le sue parole. La maggior parte di esse erano infatti
dedicate a me e alla nostra storia. Così difficile all’inizio e così semplice
dopo. Quella semplicità che solo un amore concreto come il nostro avrebbe potuto
dare.
Dopo un anno dal matrimonio di Anna e Tom una sorellina arrivò a far
compagnia a Mathias e a riempire di gioia me e Bill.
Il suo nome fu Annarita.
Due nomi fuso in uno. Anna e Margherita…
Anna e Margherita per sempre.
Allora, come avete visto stavolta c'è stato un lieto
fine, contrariamente alle altre mie due FF.
Questa storia che mi ha accompagnato per tanto tempo
è giunta alla fine. La scrittura di essa è stata molto tormentata, all'inizio
non ero neppure sicura di continuarla. Poi però siete arrivate voi, le mie
lettrici!
E' grazie a voi se ho continuato, grazie a voi se
sono felice di aver trasmesso qualcosa, grazie a voi se continuerò a scrivere
ancora. Grazie ai vostri commenti ho riso, mi sono commossa ed ho gioito. Non vi
ringrazierò mai abbastanza...
Adesso stacco per un mese, me ne vado negli Usa. Non
avrò il computer, quindi per me sarà una vera e propria pausa Ff. Ne
approfitterò per farmi venire qualche idea. Al mio ritorno vedrò di scrivere
qualcos' altro e spero che voi sarete di nuovo al mio fianco.
Mi mancherete tantissimo, non dimenticatevi di
me!
Baci dalla vostra Fee17...