Dannatamente sbagliato, dannatamente desiderato

di NadyJ
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Per tutto il resto dell’anno in cui l’ho conosciuto, non l’ho più rivisto dopo l’estate e sinceramente, non l’ho neanche pensato. Non che lo facessi con cattiveria, solo che era una persona che a cui mi ero affezionata, ma non così tanto da occupare la mia testa e i miei pensieri anche dopo l’estate. 

E poi venne la proposta dei miei genitori: “ Ti va di scendere a Camporeale per le vacanze di Pasqua?”. La mia felicità quando ho sentito questa frase era tantissima. Ora sembra solo un lontano ricordo, e mi chiedo come potevo essere tanto felice. Ma alla fine, quando me l’hanno detto non sapevo a cosa andavo incontro… E probabilmente se lo avessi saputo avrei fatto in modo di non farlo realizzare. Me l’avevano proposto verso metà febbraio, e io avevo subito accettato. Quando era stato deciso il tutto, con le richieste di ferie dei miei genitori per i giorni 23/24 Aprile già accettate, avevo cominciato a fare il countdown ed era già l’inizio di Marzo. - 41 giorni, - 40 giorni, - 35 giorni, - 25 giorni, - 15 giorni… Lentamente si stava avvicinando il periodo delle vacanze pasquali e la mia felicità cresceva di giorno in giorno. Meno giorni mancavano alla partenze, fissata al 17 Aprile, più diventavo felice ed allegra. 
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Il giorno della tanto attesa partenza era arrivato,  e io nonostante avessi dormito… 3 ore e mezza, ero più sveglia che mai. Appena avevo sentito che i miei si stavano svegliando e cominciando a vestirsi, non c’è stato neanche bisogno che venissero da me per dirmi di alzarmi, perché l’avevo già fatto. Cosa assai strana, se ci penso ora, dato che sono davvero pigra e AMO dormire.
 
    Ore 05.22
Partiti da casa. Come faccio a sapere l’ora esatta? Beh, me l’ero segnata sul cellulare. Ogni volta che faccio qualcosa che è importante per me scrivo sul calendario del cellulare il promemoria e nel caso sia un viaggio, scrivo anche l’orario di partenza, arrivo e luogo di destinazione. Sono fatta così. 

    Ore 22.50
Arrivo a Camporeale. Finalmente. Dopo ben 17 ore e 28 minuti di viaggio, due delle quali ad aspettare un cavolo di traghetto di cui c’è n’erano ben cinque in giro, a detta di quelli che lavoravano nella società, ma erano tutti e cinque bloccati dall’altra parte dello stretto perché aspettavano che ci fossero abbastanza macchine dato che non volevano fare viaggi a vuoto, finalmente ero arrivata alla cittadina della mia felicità. Camporeale, finalmente. 


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Hello again, guys! 
Grazie per aver letto anche questo capitolo e come sempre, ricordo che le critiche sono ben accette. Spero vi stia piacendo, anche se sono abbastanza scarsa nello scrivere ancora :)
In ogni caso, spero di rivedervi a leggere anche il prossimo capitolo! Byee :)




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