There is need of the Winchesters - CAPITOLO 9
Titolo: There is need of the Winchesters
Beta: Luthien (si ringrazia anche Gellie per alcuni consigli, tra cui il titolo - grazie mille ad entrambe per il vostro lavoro)
Fandom: Teen Wolf/Supernatural
Personaggi: da Supernatural (Sam e Dean)
da Teen Wolf (Stiles, Derek e Scott principalmente, ma un po' tutti, insomma)
Pairing: Stiles/Derek
Rating: Giallo
Genere: Mistero, Sentimentale, Comico
Note e avvertimenti:
- Crossover
- What if? (Ci sono delle discrepanze con la serie, alcune cose che ho
preferito ignorare o su cui non concentrarmi: ho tralasciato
l'oscurità di cui parlava Deaton, si sa che Lydia è una
Banshee, ma non ho voluto approfondire. Comunque, in linea di massima,
seguo il canon).
Note dell'autrice:
- Capitolo: 9/16 (2214 words)
- Ambientato a Beacon Hills, circa sei mesi dopo la fine della 3x12
There is need of the Winchesters
9
Ogni
volta che entrava in quella casa, qualsiasi motel che avesse mai
frequentato gli sembrava improvvisamente un hotel di lusso.
Non
conosceva la storia del lupo mannaro che ci abitava, né ci
teneva a conoscerla, ma quali motivi potevano spingere qualcuno a
vivere in un posto del genere?
Era
come se si stesse punendo per qualcosa o non riuscisse a dimenticare il
passato. Era una cosa che poteva capire, in qualche modo.
Dean
aprì la porta, che non era chiusa a chiave, e attraversò
l'ingresso, seguito più lentamente da Sam, il quale consultava
una cartina. La casa era silenziosa, Derek doveva essere assente.
Ormai conoscevano bene quella catapecchia e si comportavano un po' come se fosse casa loro.
Erano
trascorsi quattro giorni da quando avevano stretto un'alleanza con il
branco di Scott e da allora passavano spesso da quel luogo, per
aggiornarsi a vicenda delle nuove scoperte.
Non
c'erano stati nuovi omicidi o attacchi di qualsiasi genere da parte del
lupo mannaro o del cacciatore, erano stati giorni tranquilli, quasi
noiosi. Dean avrebbe voluto un po' d'azione e riuscire a chiudere in
fretta quella storia, ma sembrava non fosse possibile, visto che non
avevano scoperto nulla di utile.
L'assassino
era un lupo mannaro? D'accordo, ma nemmeno i loro aiutanti con le zanne
si rivelavano utili, con le loro doti, visto che non riuscivano a
sentire l'odore.
“Perché è un Alpha”,
aveva spiegato Scott. Sembrava che a Beacon Hills gli Alpha potessero
nascondere il loro odore e apparire come innocui umani. Ecco, anche
questa cosa di specie diverse stava complicando il loro lavoro.
Non erano preparati per questo, lui e Sam avevano conoscenze diverse.
Sam posò la cartina sul tavolo, prese un pennarello rosso e fece dei cerchi su alcuni punti della mappa.
«Gli
attacchi sono avvenuti in questi punti» disse, indicando quattro
punti della mappa: la scuola, il cortile della scuola, un vicolo e
fuori dallo studio del veterinario. Poi segnò dove abitavano le
vittime o le famiglie delle stesse e dove Isaac era stato rapito.
«Punti in comune?» chiese Dean, piegandosi anche lui sulla mappa.
«Nemmeno uno» replicò Sam, quasi spazientito. «Lo sai.»
«Ci deve essere. Gli assassini compiono sempre un passo falso, qualcosa ci è sfuggito.»
«Aspetta!» esclamò Sam. «La scuola!»
«Era
proprio un bel posto, un volta, per le cheerleader.» Era Sam il
genio della famiglia, lui non andava altrettanto bene e aveva sempre
arrancato. Non gli interessava studiare, non faceva per lui. Doveva
pensare a Sammy, a diventare un bravo cacciatore come suo padre, non
aveva mai avuto tempo per la scuola. Non che gli interessasse averne.
“Sì,
Dean, ora piantala di fare il coglione.” Ecco, non aveva bisogno
che Sam parlasse, per sapere cosa stesse pensando. Era lampante come il
sole, comunque.
«Il
biglietto che è stato trovato nell'armadietto di Allison. Lo
ricordi? Come ci sarà finito lì?»
Pensare
alla scuola doveva avergli dato alla testa, a Sam. Ora si divertiva a
fargli domande nemmeno fosse un professore e lui un alunno. «Non
lo so, un altro studente, un professore?»
«Sicuramente qualcuno che ne ha accesso. Uno che può passare inosservato.»
«E
questo come può aiutarci? In una scuola ci sono centinaia di
studenti, decine d'insegnanti, bidelli... persone!»
«Potremo
fare una ricerca. Vedere chi a scuola ha a che fare con questa storia e
chiedere ai ragazzi se sanno qualcosa.»
Dean
fece una smorfia. «Sarà un lavoro lunghissimo...» si
lamentò. Aveva bisogno di una birra, non poteva affrontare un
simile lavoro senza nemmeno una goccia d'alcool in corpo.
«Chiederò allo sceriffo di avere accesso all'incartamento scolastico. Tu parla con i ragazzi.»
Era
primo pomeriggio e Scott e Stiles sarebbero venuti senz'altro
lì, a casa di Derek. Soprattutto Stiles, gli sembrava fosse
sempre intorno, come una calamita.
Per
quanto riguardava lo sceriffo, con lui continuavano la sceneggiata
degli agenti dell'F.B.I., visto che Stiles non voleva che suo padre
avesse a che fare con loro come cacciatori o l'assassino che attaccava
il branco di Scott. Stiles era certo che, se avesse saputo, avrebbe
fatto di tutto per tenerlo lontano dall'azione e lasciar fare agli adulti. Si proteggevano l'un l'altro, lo sceriffo e suo figlio avevano proprio un bel rapporto.
«Va
bene» assentì. Sammy era più bravo di lui a
spingere gli altri a fare quello che voleva. Non che fosse più
carismatico, ma gli occhi da cucciolo innocente aiutavano molto a
spingere le persone a fidarsi di lui.
Dean
si avvicinò al sacchetto che aveva portato, che conteneva un
paio di hamburger incartati e qualche birra. Ne prese una e la
indicò mentre parlava: «Già che vai, compra
qualcuna di queste, che sono quasi finite.» Posò la birra
sul tavolo e l'aprì con il cavatappi.
Sam annuì e Dean gli lanciò le chiavi dell'Impala, che l'altro acchiappò al volo con una mano.
«Trattala bene» si raccomandò, pensando che stava abbandonando la sua piccola, anche se solo per qualche ora.
Riportò
l'attenzione sulla cartina. Se non avesse funzionato neanche quel
metodo per trovare il o i colpevoli, cosa avrebbero potuto fare?
Avrebbero finito per fare irruzione in ogni casa di Beacon Hills per
trovare il ragazzo scomparso? Sarebbe stato un bello spettacolo!
Sentì dei rumori all'esterno e sollevò il capo. Sam stava parlando con qualcuno.
Pensò
che fossero arrivati i ragazzi, ma, poco dopo, Derek entrò in
casa. Si era tolto la giacca di pelle a causa dell'elevata temperatura
esterna e l'aveva posata su un braccio, mentre con l'estremità
dell'altro sosteneva un sacchetto, forse proveniente da un
supermercato. Aveva la faccia scura, ma, in realtà, non che
l'avesse visto sorridere così spesso, e lo fissava con
diffidenza.
Derek era un lupo mannaro, sarebbe dovuto essere lui ad essere diffidente! Ricambiò l'occhiata e bevve un sorso di birra.
Se fosse risultato che aveva avuto ragione e non
c'era da fidarsi di nessuna specie di lupi mannari, nemmeno di quella
più innocente, non sarebbe stato piacevole vedersi staccare la
testa dal collo a favore di un'alleanza. Oh, ma avrebbe portato il bastardo con sé, a colpi di Colt o qualsiasi arma gli fosse capitata in mano.
«Novità?»
chiese, evitando di concentrarsi su quale sarebbe potuto essere il modo
più veloce e semplice per uccidere un lupo mannaro che non
poteva morire come un uomo qualsiasi.
Derek chinò il capo. «No.»
«Nemmeno noi, ma forse abbiamo una pista.»
Derek
si appoggiò sul bordo del tavolo, vicino alla cartina, ma a
debita distanza da lui. «Sam me l'ha accennato. Avete pensato
alla scuola, a chi avrebbe potuto accedervi in pieno giorno per
lasciare il biglietto.»
Dean
trovava irritante l'apatia di Derek. Aveva sentito dire dai ragazzi che
Derek era tornato per loro, per dare una mano, perché ci teneva,
ma in quel momento non sembrava proprio. «Dobbiamo trovare Isaac,
presto. Potrebbe già essere morto» disse brutalmente.
«Lo
so.» Derek strinse un pugno tanto forte da rendere le nocchie
bianche. Era come un leone in gabbia, pensò Dean, ed era fin
troppo ironico anche per lui.
«Troveremo
lui e il licantropo.» Non specificò che avrebbero
riportato Isaac a casa vivo, era una promessa che non poteva fare.
Erano trascorsi dei giorni e ogni minuto era una speranza in meno. Il
suo lavoro, la sua intera esistenza, era caratterizzata dalle vite che salvava ogni giorno, ma a volte non arrivava in tempo.
Dean
si sedette di fianco a Derek, sul bordo del tavolo. «Ne
vuoi?» chiese, porgendogli una bottiglia di birra, la penultima
rimasta nel sacchetto. «Sei l'unico in mezzo a questo branco di
mocciosi che può bere.»
«No.»
«Come
vuoi» disse Dean, portandosi alla bocca la sua bottiglia e
posando quella che aveva offerto all'altro sul tavolo, alle sue
spalle.
«A noi l'alcool non fa nessun effetto» spiegò Derek dopo un po', distogliendolo dai suoi pensieri.
«Davvero?»
Dean era senza parole. Lui usava l'alcool per tirare avanti, anche se
doveva ammettere che nemmeno lui provava più il senso di oblio,
quando lo assumeva. «Che situazione di merda!»
esclamò, ma l'altro non sembrò trovare divertente la sua
battuta. Ehi, lui era divertente! Se Derek non capiva, non era un
problema suo.
Dean girò su se stesso e sporse la cartina in direzione di Derek. «Ti fa venire in mente qualcosa?»
Derek
appoggiò le mani sulla superficie di legno e si piegò in
avanti per prestarle attenzione. «Sembra girare tutto intorno
alla scuola, ma forse è solo perché Scott è
l'obiettivo ed è uno studente.» Si voltò a
guardarlo. «Ci avete pensato anche voi.»
«E
voi conoscete meglio il posto. Speravo in qualcosa di
più.» Un'idea convincente, magari. Diede un'occhiata
all'orologio. Di solito a quell'ora Scott e Stiles si erano già
fatti vedere, spesso accompagnati anche da Allison. Sarebbe dovuto
andare con suo fratello, anche se si trattava di recuperare una
semplice documentazione. «I ragazzi non arrivano, oggi?»
«Non
lo so. Come faccio a saperlo?» Improvvisamente sollevò il
capo e voltò la testa in direzione della porta.
Anche
Dean seguì il suo movimento e portò la mano dietro la
schiena, in direzione della pistola che nascondeva. Con le sue orecchie bioniche, il lupo mannaro poteva aver sentito qualsiasi cosa, anche un pericolo.
«Forse
perché ti girano sempre intorno, soprattutto quello più
sveglio. Devo dire che Scott mi sorprende sempre di più,
ultimamente. È passato dal ragazzo che avevo morso quasi per
sbaglio ad un True Alpha. Sono un po' geloso» disse una voce maschile.
Anche
se non l'aveva ancora estratta, Dean intensificò la presa
intorno alla pistola. Era la prima volta praticamente, da quando era
cominciata quella storia, che aveva a che fare con un adulto. Non era
certo che fosse una svolta positiva. A prima vista, il nuovo arrivato
sembrava un uomo comune, più o meno della sua età, in
forma e anche affascinante, se non fosse stato per lo sguardo; aveva un
non so ché di malvagio, non c'erano termini migliori per
definirlo. Uno sguardo che aveva visto fin troppe volte e che avevano
puntato tutte ad un'unica conclusione: lui che premeva il grilletto.
Frenò l'istinto che gli suggeriva di sparare, prima voleva almeno scoprire chi era. Cos'era, ci era già arrivato da solo.
«Chi
è? E cosa vuol dire che ha morso Scott?» chiese a Derek.
Poi ricordò le strane parole che aveva pronunciato. «True Alpha?» Non aveva mai sentito nulla del genere.
L'uomo
sogghignò. «Storia lunga, cacciatore. Sicuro di volerla
sentire?» Era arrogante, ma a Dean non era sfuggito che
continuasse a tenersi ad un passo dalla porta, a debita distanza da
lui. «Sono qui in pace, per aiutare mio nipote e i suoi compagni
di merenda. Mi chiamo Peter Hale.»
«È tuo zio?!» replicò sorpreso, continuando a rivolgersi a Derek.
Derek annuì. «Sì» disse e non sembrava contento della cosa.
«Troppo
giovane, troppo bello, lo so. E con del senso dell'umorismo in
più, non che ci volesse molto.» Peter incrociò le
braccia al petto e lo fissò con sguardo truce. «Lasceresti
andare la presa intorno a quella pistola? Mi rendi nervoso.»
Dean sorrise e la estrasse con fare provocatorio, giocherellandoci. «Attento a non fartela addosso dalla paura.»
«Cos'hai scoperto?» chiese Derek a Peter, interrompendo il loro scambio.
«Credo di aver scovato il vostro arciere.»
Poteva non fidarsi, ma ogni possibile aiuto utile era il benvenuto.
«Chi è?» chiese Derek, togliendogli le parole di bocca.
«Indovinate chi lavora come bidella alla Beacon High School, che ha anche un passato da cacciatore?»
Dean
rimase sorpreso. Come poteva lui saperlo? Poi, ricordò la morte
del cacciatore, amico di suo padre. Effettivamente, lei conosceva le
tecniche di caccia e lavorava dov'erano avvenuti gli attacchi. Sarebbe
stato così facile. «Annette, la figlia di Timothy.»
«Proprio lei.»
Dean
era rimasto deluso dal genere umano più volte, ma rimase male
nel sapere che una donna così tranquilla, con tre figli a carico
si abbassasse ad ammazzare persone, addirittura il suo stesso padre.
Era sbagliato, non bisognava mai toccare la propria famiglia.
«Come hai fatto a saperlo?»
«Lavora
anche nel mio palazzo. Per arrotondare. Mentre le proponevo un galante
invito a pranzo, ho scoperto che lavora anche a scuola. E sapevo
già che era figlia di un cacciatore, visto che mi informo sempre
sui possibili nemici che arrivano in città.» Fece una
smorfia teatrale. «Chi l'avrebbe mai detto che mi sarei trovato
di fronte un'assassina?»
Sembrava avere una risposta per tutto, Dean lo trovava sospetto.
«Annette, chi?» chiese Derek, a cui mancavano gli elementi per arrivare alla verità.
«Ora non importa, andiamo.»
«Senza un piano?» chiese Derek, contrariato.
Dean
scrollò le spalle. Non aveva bisogno di un piano, doveva agire.
Si avviò verso l'uscita, facendo per tirare fuori le chiavi
della sua macchina, prima di ricordarsi che l'aveva presa Sam. Avrebbe
dovuto utilizzare quella di Derek.
«Ve ne andate così, senza nemmeno un grazie?» chiese Peter ironico, spostandosi dall'arcata della porta.
«Ringrazia
che non ti abbia sparato, uomo lupo.» Almeno per ora. Si disse
che avrebbe potuto cambiare idea in ogni momento. Uhm, forse si stava
addolcendo o si sta rammollendo.
«Spero riusciate a catturare il cattivo!» si augurò Peter, mentre loro lasciavano la casa degli Hale.
«Prendiamo
la tua macchina» disse Dean con autorità. La guardò
con malcelato disgusto. Era un bel modello, ma poteva sognarsi di
raggiungere il livello della sua adorata Baby. Non ne esisteva un'altra
come lei.
Istintivamente,
si diresse verso il lato del guidatore, ma l'occhiata che gli rivolse
Derek lo convinse a desistere. Era strano non essere lui il guidatore,
anche quando viaggiava per lunghe distanza con Sam era abituato ad
essere lui quello più spesso al volante. Quasi sempre.
«Spero che tuo zio non ci abbia raccontato balle.»
«Sono
stato io a chiedergli aiuto, forse ha davvero trovato la pista
giusta.» Mise in moto l'auto. «Dove abita Annette?»
Dean
gli diede le indicazioni. Se Annette si fosse rivelata il loro
cacciatore, sarebbe stato un bel passo avanti. Era proprio curioso di
sapere cosa avrebbero scoperto.
[to be continued...]
Spazio Autrice: Salve
a tutti! Capitolo un po' più breve, ma spero vi sia piaciuto. Mi
dispiace di non aver inserito Stiles (nel prossimo ritorna, giuro), ma
mi auguro che la presenza di Peter sia stata comunque interessante.
Si è scoperto chi è l'arciere e spero abbiate apprezzato le varie interazioni.
Scrivere di Peter è sempre molto divertente. Tornerà di nuovo, ovviamente!
Nel prossimo capitolo: Sam&Stiles, Derek&Dean e un po' di Sterek!
Alla prossima settimana!
Ilaria
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