E poi, il silenzio. di MarcoG (/viewuser.php?uid=47873)
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- Ci potrebbero stare due me stessa qua dentro!- scherzò
Asuka osservando quanto era larga la sua camicia.
- A dir la verità, io speravo di toglierti tutto di dosso
appena arrivati in camera...- rispose divertito Ian.
- Ma sentilo! Però effettivamente ti devi scusare per avermi
fatto prendere un simile spavento...-
- Cercherò di farlo nei migliore dei modi, te lo prometto!-
I due si baciarono e poco dopo l'ascensore li portò al loro
piano.
Ian aprì la porta della sua camera e fece entrare Asuka, poi
senza lasciarle il tempo di dire nulla la abbracciò da
dietro e iniziò a baciarle il collo spostandole i suoi
lunghi capelli.
- Se penso a quello che starà succedendo alla NERV...- disse
Asuka cercando di non lasciarsi subito andare.
- Veramente hai voglia di pensare a questo?- le chiese Ian
sbottonandole la sua camicia che le aveva prestato.
- No....- fu in grado di dire Asuka, poi Ian la girò
lentamente e la baciò.
NELLO STESSO MOMENTO, AL COMANDO GENERALE DELLA NERV
- Maggiore Katsuragi, mi vuole spiegare cos'è successo?- la
voce di Gendo era molto irritata.
- Non ne so molto comandante, quello che posso dirle è che
questo Ian è un nuovo professore della scuola di Asuka e che
da un po' di tempo si frequentano.-
- Si frequentano? Quell'uomo avrà trent'anni!- disse
intervenendo Fuyutsuki.
- Sì lo so ma...Asuka era veramente in un brutto momento, lo
avete visto anche voi quanto il suo tasso di sincronia era sceso...in
questi giorni la vedevo finalmente felice e non me la sono sentita di
farle un discorso di quel genere.-
- Voglio sapere il nome e il cognome di quest'uomo, da dove viene e da
quanto insegna nella classe dei children- Gendo sembrava sempre
più seccato.
- Viene dall'America e come le dicevo prima non è uno dei
professori fissi. Il suo nome è Ian Duncan, avrò
un incontro con lui la settimana prossima per i normali colloqui coi
parenti.-
- Ian Duncan...questo nome non mi è nuovo- disse Ritsuko
intervenendo nella discussione.
- Cosa intende dire?- chiese Gendo.
- Non so...è che c'è qualcosa che mi ricordano
queste parole.-
- Dottoressa Akagi, non abbiamo tempo per queste cose!- ma
Fuyutsuki fu subito zittito da Gendo.
- Aspetta Kozo, questo nome non risulta nuovo neanche a me. Dove lo
abbiamo già sentito?-
Misato iniziava a non capirci più niente.
- A cosa vi riferite? Se avete urgenza di parlargli possiamo chiamare
al telefono Asuka, sono sicura che ora sia con lui....-
- Asuka! Ecco dove lo abbiamo già sentito!-
esclamò Ritsuko.
- Asuka? E cosa c'entra lei?-
- Non c'entra lei, ma il suo essere children. Comandante, ricordate
l'account che è stata utilizzato per entrare nel nostro
sistema informatico?-
- Sì- rispose Gendo. - 607dunianNY-
- Esatto. E' da allora che io e Maya cerchiamo di capire se quelle
lettere e quei numeri hanno o no qualche significato e ora è
tutto così chiaro....-
Ma Misato continuava a non capire. - Mi vuoi spiegare di cosa stai
parlando?-
- NY starà sicuramente per NewYork e 607 molto probabilmente
è il loro prefisso di area. dunian a questo punto si
commenta da solo, sono ovviamente le lettere iniziali di nome e
cognome.-
Ora che Misato iniziava a capire sentiva che il battito del suo cuore
iniziava a farsi sempre più rapido.
- Quindi vuoi dire che...è lui che ha fornito la password
alla nostra guardia d'ingresso? E' lui che ha rubato le informazioni
sui children?-
- Esatto.-
Gendo prese in mano il telefono e chiamò immediatamente la
prima squadra speciale della NERV.
- E perchè l'ha fatto? Cosa ne vuole fare?-
- Lo scopo probabilmente era quello di avvicinare i children, o per lo
meno uno di loro. Ora sappiamo su chi ha puntato.-
L'ansia di Misato saliva di secondo in secondo e il sentire le risposte
così fredde di Ritsuko le faceva venire il voltastomaco.
- E cosa vuole farne di Asuka secondo te?-
- Ovviamente ucciderla- rispose Ritsuko.
NELLO STESSO MOMENTO, NELLA CAMERA D'ALBERGO DI IAN DUNCAN
Il cellulare del professore iniziò a squillare dal soggiorno
in cui Ian aveva lasciato la sua giacca.
Asuka era contrariata. - Ma possibile che non possiamo mai stare
insieme per più di dieci minuti che subito squilla quel
maledetto telefono?-
- Questo è il mio telefono privato, devo rispondere.- disse
alzandosi dal letto.
- Eh no dai! Stai qui! Risponderai dopo a chi ti sta chiamando!-
borbottò Asuka tirandosi leggermente su.
- Non posso, devo rispondere.-
Ian si diresse così com'era, nudo, verso il soggiorno della
stanza. Prese in mano il cellulare e vide il nome di chi lo stava
chiamando.
<< Stupido idiota!>> urlò in
giapponese la voce al telefono. << Te lo avevo detto! Sei
giorni! La tua copertura era garantita sei giorni! Cosa diavolo ci fai
ancora in Giappone? Sei stato intercettato dalla NERV! Il comandante
Ikari sta mandando lì da te un intero battaglione del cazzo
per farti fuori!>>
<< Ehy calmati>> rispose Ian senza
scomporsi. << Quanto tempo è passato da quando
hai intercettato la chiamata?>>
<< Neanche due minuti fa, stimiamo che quelli della NERV
irrompano nel tuo appartamento nel giro di circa cinque minuti. Hai
già fatto fuori il second children vero??>>
<< Lo faccio ora, poi sparisco definitivamente. Ci
sentiamo al mio rientro a New York. Addio>>
La voce al telefono tentò una risposta << Come
lo faccio ora? Avresti già dovuto farl..>> ma
Duncan spense il telefono.
Si avviò verso la cassetta di sicurezza del soggiorno,
digitò il codice e ne estrasse una pistola semiautomatica
Beretta e ne controllò il caricatore.
- Iaaan! Vieni o no?- urlò Asuka dalla camera da letto.
- Sto arrivando- rispose lui talmente a bassa voce che
sicuramente Asuka non aveva potuto sentirlo.
Dopo essersi accertato della presenza delle pallottole, chiuse la
cassaforte e tornò in camera.
Appena entrato, puntò la pistola verso Asuka.
- Ehy! Che cos'è?-
- Sei una ragazza molto intelligente, Asuka. Credo che tu ci possa
arrivare senza che io adesso mi dilunghi in interminabili spiegazioni.-
Asuka lo fissò sbalordita.
- Oltretutto ho molto poco tempo prima che quelli della NERV arrivino
qui, quindi ci dobbiamo sbrigare. Hai qualcosa da dire prima che lo
faccia?-
La ragazza si sentì mancare il respiro. Nella sua mente
mille pensieri si accavallarono, ma l'ultimo di loro era proprio quello
che non voleva essere accettato.
- Sei...sei tu che hai rubato le informazioni su me, Rei e Shinji?-
- Ecco...quante soddisfazioni mi dai. Lo sapevo che non ci avresti
messo molto a capire.- rispose con un ghigno Ian.
- Quindi...quindi era vero che qualcuno ci stava spiando? E....sei tu
che stavi spiando...me?-
Come succedeva troppo spesso ultimamente, le lacrime iniziarono a
scendere dagli occhi di Asuka senza che lei lo volesse.
- Quindi...ora mi ucciderai?-
- Sì, certo- rispose Duncan freddamente.
La ragazza si lasciò cadere appoggiandosi al cuscino, con la
voce singhiozzante riuscì a chiedere - Perchè?-
- Io sono solo un sicario, Asuka. A me dicono solo chi ammazzare e
basta. Ho sentito qualcosa a proposito di un angelo che vi vuole
inviare direttamente la SEELE, ma quello che è stato chiesto
a me è che avvicinassi almeno uno dei children e lo facessi
fuori. Probabilmente vogliono che voi della NERV facciate meno
resistenza possibile a questo nuovo angelo che vi invieranno, non
saprei. E sinceramente, neanche mi interessa. Altre domande?-
La ragazza ormai piangeva ininterrottamente, si era portata le mani
sugli occhi abbassando leggermente il volto per cercare di smettere, ma
era più forte di lei.
- Perchè....io?- riuscì a pronunciare fra un
singhiozzo e l'altro.
- Perchè a guardare i rapporti che quell'idiota della NERV
aveva sottratto per me, tu eri quella messa peggio di tutti e tre.
Avvicinare te sarebbe stato molto più facile che non cercare
di farsi amico uno come Shinji, figuriamoci la first children. Eri la
più debole, Asuka.-
Le lacrime continuavano a cadere copiose sul cuscino.
- Però devo ammettere di essermi divertito con te. Figurati
che da programma avrei dovuto ucciderti quel giorno in barca, ma avevo
proprio voglia di scoparti e quindi ho rinunciato. Infatti sono anche
stato sgridato per aver prolungato così tanto la mia
permanenza qui in Giappone. Ma ti ho trovato una compagnia piacevole,
sul serio. Comunque ora mi tocca proprio andare, credo che tu capirai.
Addio.-
Asuka, ormai completamente sdraiata sul letto, piangeva. E non piangeva
perchè stava per morire, no, di quello che non le
interessava. Solo pochi giorni prima aveva pensato al suicidio, quindi
la morte non la spaventava. Non era neanche per via del fatto che lui
avesse scelto lei e non Shinji o Rei, era qualcosa di molto
più grave da accettare.
Il motivo era che aveva capito dove aveva sempre sbagliato nella sua
vita e ormai era troppo tardi per porvi rimedio. Il suo pensiero
andò a Shinji e alla parole che Ian stesso le aveva detto.
Quante volte quel ragazzo aveva dimostrato interesse verso di lei? Ed
erano messaggi del corpo così chiari, non detti a parole ma
talmente diretti che il solo ripensarci era un dolore. La reazione alla
sua storia con il professore, tutti quegli sguardi a scuola e
chissà quante altre occasioni le dovevano aver fatto capire
qualcosa.
E ora ci era arrivata a capire cos'era quel "qualcosa".
Era amore, esattamente quello che Asuka aveva sempre cercato. Un amore
sincero e incondizionato, un amore così come Asuka stava
provando in quei giorni per la persona sbagliata.
E questo le faceva male, il rendersi conto di non essersi accorta di
avere a portata di mano tutto quello che aveva sempre voluto e di aver
cercato il superfluo in un assassino travestito da professore.
Pensò a Shinji e subito dopo a sua madre. "Ora ci
rincontreremo...".
Ian premette il grilletto. Si udì uno sparo.
E poi, il silenzio.
FINE.
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