Giorno
24 maggio, ore 10.30, Port Royal, prigioni
Quando
si risvegliò, trovò tutto come lo aveva sognato. Era
distesa su di una panca di legno, con una benda bagnata sulla fronte
e un gran mal di testa.
“Il
governatore ha detto che siete pazza. Che volevate ucciderli. Ma
sembrava strano… dovete avergliene dette di cose strane”
disse la voce di un vecchio che le sedeva al di là delle
sbarre con aria di sufficienza.
“Oh
si gliel’ho dette di cose…”
“Dice
che non vi processeranno neppure, l’avete fatta grossa per
essere una donna”
“E
che donna!” disse un balordo lupo di mare nella cella accanto a
quella di Carol. Carol rispose lanciandogli il piatto con l’acqua
che aveva accanto alla mano destra.
“Avrebbe
potuto graziare lei, invece che quel suo amico pirata” disse un
altro, nella cella a sinistra
“Amico
pirata? Di chi si tratta?” chiese lei, colta alla sprovvista
“Il
capitano Sparrew… Sperrew… Sperrow…”
“Jack
Sparrow” mormorò lei incredula
“Si,
ecco lo avete detto miss..?”
“Caroline
dei mari del sud” rispose “Jack Sparrow..” mormorò
“Caroline
come?” disse la voce di un giovane uomo nell’ombra
“Caroline
Turner, regina dei mari del sud. Signor governatore” era Will a
trovarsi nell’ombra
“Sarai
giustiziata per le tue calunnie”
“Scommetto
che anche il tuo amico Sparrow, ti ha parlato di sputafuoco Bill”
“Lo
ha fatto. Ma ha detto molte cose che lo diversificavano da qualunque
altro pirata”
“Non
era diverso dagli altri. L’unica differenza era che doveva
portarsi appresso sua figlia”
“Smettila!”
“Sei
stato tu ad attaccarmi. Io ho detto quello che ha detto Sparrow. Ma
forse sono passati troppi anni dall’ultima volta che l’hai
visto”
“Tu
non conosci Jack Sparrow..”
“Si
che lo conosco. Meglio di te. Meglio di chiunque altro”
“Menti
di nuovo. Se davvero sei mia sorella allora sei diversa da me e da
mio padre”
“Excusez-moi,
mai je pense qui vous as faites en erreur!”
una donna pirata. Che parlava francese. Che diceva di essere sua
sorella. A Will girava veramente la testa. Uscì dal piccolo
tugurio buio tornandosene a casa. Beth lo aspettava sulla loro
carrozza.
“Le
hai detto quello che dovevi?”
“No,
lo farà la guardia”
“Dovresti
parlarle più a lungo. E se avesse ragione”
“Non
dire stupidaggini Beth.”
“Ha
reso dubbioso anche te”
“Se
avesse ragione la fortuna l’aiuterà”
Carol
stava seduta con la schiena la muro. Sapeva che se la sarebbe cavata.
Non aveva idea del come.
“Quando mi ucciderete?”
“Oggi
pomeriggio”
Giorno
23 maggio, ore 16.30, Port Royal, padiglione giustiziazioni.
Le legarono le
mani dietro la schiena. Le chiesero se avesse voluto portare una
benda sugli occhi ma lei rispose di no. Conosceva a memoria quel
cerimoniale. Lo aveva fatto migliaia di altre volte. Un uomo dalla
stazza non indifferente, le legò una corda ai polsi e si coprì
il volto con un sacco nero.
“Che
lavoro ingrato” sussurrò Caroline
il
giustiziere le tirò un calcio sulla schiena, quasi a buttarla
a terra. Carol si rialzò e lo seguì all’aperto,
sulla piattaforma.
“Che
bella nobiltà” disse. Ai suoi piedi centinaia di
nobildonne vestite con abiti virtuosi che non aspettavano alto di
assistere all’uccisione di un pirata qualunque
“Sadici”
concluse Carol. Il boia l’avvicinò alla testa di Carol
il cappio. Glielo infilò attorno al collo, mentre uno stupido
militare, giudicava tutte le sue disavventure.
Qualche
istante prima un uomo moto bello, ma dall’aspetto consumato dal
sole e dal vento, con un bel cappello di pelle di vitellone, scese
dalla piccola barca a remi con la quale si era avvicinato alla riva.
Chiunque l’avesse incontrato avrebbe capito di cosa si
trattasse. Un pirata. Ma nessuno gli avrebbe fatto nulla perché
Jack Sparrow era jack Sparrow. Ed era un amico del governatore.
“Sparrow,
Gil” disse al custode del porto, porgendogli due penny.
Camminò
fino a giungere alla casa di Will.
“Chi
è là?” disse la guardia “un pirata?”
“Si,
mio caro. Jack Sparrow”
“Oh
signor Sparrow!”
“Capitano
Sparrow… capitano… proprio io… dov’è
il signor Turner?”
“Stanno
giustiziando una certa pirata”
“Una
donna? Deve aver combinato qualcosa di grosso” disse Jack
mentre sorseggiava la sua bottiglia di Rhum
“Dicono
sia andata ieri notte nelle stanze del governatore, eludendo la
difesa del commodoro”
“Non
le vanno fatti i complimenti per questo..”
“Poi
sembra che sia entrata nelle stanze del governatore Turner, e che
abbia farfugliato cose senza senso… tipo che era sua sorella…
Ci pensa? Un pirata!”
“Già,
un pirata… Una donna pirata?”
“Si
gliel’ho già detto. Poi l’ha sfidato. Sono saliti
sul tetto e il governatore l’ha spinta di sotto. Se non altro
lei è stata leale”
“Una
donna pirata. Che dice di essere la sorella di William. Che combatte
lealmente.. Non mi dirai che parla francese?”
“Si!
Ma come faceva a saperlo?”
“Dov’è
ora?”
“La
stanno giustiziando, gliel’ho già detto!”
“Giustiziando…
Maledetto ragazzo!” poi il pirata fuggì via facendo
grazie con un cenno della mano
Il
signor Sparrow era appena giunto vicino alla piazza. Centinaia di
nobili assistevano parlottando alla prima giustiziazione di una
donna, a Port Royal.
“Grazie”
disse sfilando a un grosso uomo che osservava la situazione il suo
mantello nero.
Si
avvicinò. Ora nessuno lo avrebbe riconosciuto.
Il
militare stava elencando i misfatti della donna che portava il cappio
al collo. La riconobbe. Carol Turner. Figlia di sputafuoco Turner.
Stupido Will. La vecchiaia e l’aristocrazia non gli avevano
portato che dubbi. Perché non le aveva creduto? Ma Will era
ancora più intriso delle sue ideologie contro i pirati ed era
comunque difficile pensare che avrebbe potuto crederle.
“Ora
sembra giunto il momento di staccare la testa a questo lurido pirata”
disse un uomo nella folla. E così era il boia si preparava ad
aprire la botola. Così fece. Sembrava che per Carol fosse
giunta la fine. Le sue gambe penzolarono per qualche istante, finché
Jack Sparrow lanciò il suo coltellaccio da pirata tagliando la
corda che le legava la gola. Carol cadde in piedi, come sempre aveva
fatto.
“Io
vi saluto” disse fuggendo. Come facile prevedere tutti i
soldati di Port Royal le furono presto alle calcagna. Fin quando da
un cunicolo un uomo le afferrò il viso, tappandole la bocca.
Carol
si dimenò. L’uomo le strinse il braccio destro
orinandole di stare in silenzio. I due camminarono all’indietro
per qualche metro. Quando l’uomo andò accidentalmente a
sbattere contro un passante. La reazione di questi fu oltremodo fuori
luogo. Fece un salto all’indietro e, se l’uomo non
l’avesse fermato, scostandosi il cappuccio, si sarebbe messo a
gridare.
“Mi
scusi signor Sparrow” squittì “l’avevo
scambiata per un’altra persona”
“C’è
trambusto oggi” rispose Jack
“Già”
disse l’uomo allontanandosi “maledetto pirata!”
mormorò. Jack Sparrow rise sotto i baffi. Quel contadino
cicciotello era, in effetti, piuttosto ridicolo. Il salvatore pareva
essersi dimenticato della sua salvata.
“Jack
Sparrow.. cosa ci fate voi qui?” Jack le si avvicinò,slegò
i polsi e la baciò. Carol si allontanò.
“Non
l’avete capito? Per salvarvi miss Caroline”
“Mio
fratello non mi ha creduto”
“Lo
so, ho fatto una chiacchierata col signor militare a casa di Will”
“Higgins…
Lo stavo per fregare… Poi è arrivato Norrington”
“Ti
aveva già vista”
“Dove
hai intenzione di portarmi ora?”
“Ci
beviamo un Rhum, ti cambi d’abito, e poi si va dal giovane
Turner”
“Come
vuoi. Ma come farai con tutta la marina alle calcagna?”
La
baciò di nuovo.
“Non
sarebbe la prima volta”
“Neanche
per me”
“Ci
stavi per rimettere le penne prima”
“No,
era tutto calcolato”
“Che
sarei arrivato io?”
“Ho
un coltello… Da qualche parte”
Jack
Sparrow rise.
“Dove
andiamo a prenderci il nostro Rhum”
“Al
porto. ‘La marina’. Hanno un buon Rhum”
“Io
direi che è meglio di no” Jack la fissò
“Diciamo.. che ora non ha più il Rhum che vorresti”
Carol rise. Quell’uomo maledettamente stupido. L’unico
uomo che avesse mai amato.
“Come
diamine è possibile! Come ha potuto sfuggirvi? Siete un branco
di incapaci!” il commodoro gridava contro i suoi sottoposti. Da
sempre aveva desiderato uccidere quella donna. E ora aveva commesso
un grande errore. Aveva raccontato tutte quelle storie al Governatore
Turner. Avere lo stesso cognome non significava affatto essere
fratelli. Sciocca pirata.
“Come…
Dov’è andata?” Turner era arrivato anche lui sotto
il patibolo. Sembrava ancora più teso del commodoro.
Se
quella donna fosse morta i suoi dubbi sarebbero svaniti. Ma com’era
possibile. Come aveva fatto a liberarsi. Di certo quella era una
donna non comune. Ed era palese che portassero davvero lo stesso
cognome. E ora era fuggita. I un modo assurdo. Nessuno l’aveva
vista. Nessuno capiva. “Com’è dannatamente
possibile?” ripetè.
“Dispiace
più a me che a voi” rispose Norrington.
“Ne
dubito” rispose Turner. Il commodoro continuò a
giustificarsi per ancora qualche minuto. Ma Will non ascoltava. Come
gli accadeva spesso tutto intorno a lui era divenuto un brusio.
Persino Beth non era venuta ad assistere all’esecuzione. Spesso
non vi assisteva. Ma questa volta era diverso. Fissò un’altra
volta il patibolo. Si stava arrendendo all’idea che la corda
del patibolo si fosse spezzata. Poi lo vide. Quanto erano stupidi gli
uomini che avrebbero dovuto proteggerlo. Era là, chiaro come
il giorno. Nel legno del patibolo era una pugnale dall’elsa di
legno scuro. Si avvicinò. Il pugnale era ben conficcato nel
legno chiaro del patibolo. William lo afferrò. Era indubbio.
Aveva già visto quel pugnale. Quel pugnale apparteneva ad un
suo vecchio amico. Quel pugnale era di Jack. Jack, tutto ciò
che gli era rimasto di suo padre. Tutto ciò che gli ricordava
di più un padre. Cosa c’entrava jack? ‘si che lo
conosco. Meglio di te. Meglio di chiunque altro.’ no, non era
possibile. Questo avrebbe voluto dire che Caroline era davvero sua
sorella. Poi un’altra idea nella sua testa. Non sapeva se
preferire la prima oppure la nuova. Non sapeva se preferire che Carol
fosse davvero sua sorella o che avesse potuto aver ucciso Jack e
rubatogli il pugnale. Si voltò verso la gente che incredula
era rimasta nella piazza.
“Ascoltatemi
Gente di Port Royal” disse “Questo pugnale è di
Jack Sparrow. Questo pugnale ha salvato la vita di Carol Turner. Ora,
le possibilità sono tre. La prima è quella che Caroline
Turner abbia ucciso Jack sparrow è gli abbia rubato il suo
pugnale. La seconda è che davvero Caroline Turner sia mia
sorella.” Si udì un mormoglio dalla folla. “E la
terza.. la terza non la ricordo” Will rimase in silenzio. La
terza possibilità era che Jack lo avesse tradito. No, non era
possibile. Will si guardò intorno. In quell’istante era
arrivata Elisabeth. A volte lo stupiva la bontà della sua
donna. E lo stupiva il ricordo di quale donna forte e dinamica fosse
in realtà. La gente aprì un varco alla governatrice.
“Che
succede Will?”
“Sei
rimasta sempre l’unica donna più irruenta di me”
disse Jack sorseggiando il suo bicchiere di Rhum.
“Non
ti rendo conto di quello che dici, Jack. Nessuno può essere
più irruento di te” i due risero. Jack era l’uomo
più strano del mondo.
“Ora
Will penserà che lo hai tradito” riprese
“E’
probabile. Tuo fratello è uno che pensa in fretta, anche se
pensa male. ma ci troverà presto. O al massimo saremo noi a
trovarlo. Spero solo che non faccia..”
“Cose
stupide” Carol rise. Jack non ricordava quanto fosse bella.
“Dove
sei stata tutto questo tempo” disse Jack richiedendo dell’altro
Rhum.
“Al
sud. Ho la mia compagnia folta anche io adesso. La mia fama è
quasi al livello della tua.”
“E
ti hanno lasciato venire da sola? Che uomini fedeli”
“Per
lo meno io non sono stata lasciata sola su di un’isola deserta.
E poi è stata una mia scelta”
“Oh,
i tuoi uomini ti rispettano” Jack gesticolava. Aveva
decisamente bevuto troppo.
“Allora
adesso parla tu. Che è successo, quattro anni fa, con la
Perla?”
“Oh,
Carol, te la ricordi, la perla? Era bellissima.. E poi aveva un
capitano bellissimo.. ed una donna del capitano bellissima...”
Jack le sorrise. Carol sapeva ormai non prenderlo troppo sul serio.
“E
poi, tu vai via, Barbossa mi abbandona su di un'isoletta, trovano il
tesoro ed ammazzano tuo padre. Io me la sono ripresa. Fine della
storia.”
“Quale
storia Jack?” Carol rise.
“La
perla...” Carol sopsettava che presto il pirata sarebbe caduto
a terra e non si sarebbe rialzato più. “prima che io
cada addormentato” disse Jack. Era l'unico uomo che Caroline
conoscesse in gradodi accorgersi di quando era ubriaco fradicio
(chiaramente senza aver mai vomitato prima) “ti volevo chiedere
una cosa”
Carol
annuì. Rideva.
“Che
diavolo chi fai tu qui, corpo di mille balenottere azzurre?”
Carol
rise ancora.
“Non
parlare così, ti detesto quando lo fai”
“Rispondi
Miss Caroline Turner” Sparrow era davvero ubriaco. Un tempo non
si sarebbe ubriaco così in fretta. Doveva essere l'età.
“Ci
sono una serie di cose. Ma la principale è che” Carol si
avvicinò al viso di Jack. Era molto bello dopo tutto. Ma
puzzava di ruhm in maniera insopportabile. “al fratellino.. Gli
vogliono tagliare la testa!”
Jack
emise un gemito. Poi fece una faccia strana. Sembrava che gli
avessero spaccato una bottiglia sulla nuca, pensò Carol. Solo
Sparrow era in grado di certe espressioni.
“Pensavo
di aver ammazzato io il più pazzo dei pirati viventi”
rispose Jack
“Non
era vivente, Jack”
“Fa
lo stesso.”
“Mi
hanno detto che hai fatto un gran macello per riuscire a farlo fuori”
“E'
stato l'avvicendarsi degli eventi. Stai cambiando discorso”
“Davvero?”
Carol rideva. Jack sembrò contrariato.
“Ti
prendi gioco di me solo perchè sai che ho alzato il gomito”
Jack finse di piangere. Carol gli passò una mano intorno alle
spalle.
“Poverino”
disse ridendo. Sapeva esattamente dove il pirata avesse intenzione di
arrivare.
“Già
povero Jack.” riprese il pirata, stretto tra le braccia di
Carol “Tutto solo nel suo piccolo albergo modesto, sulla
terraferma. Già, tuto solo”
Jack
si avvicinò alle labbra di Carol. Carol si trasse all'indietro
con la sedia e Jack cadde pancia a sotto. Carol agitò la
chiave di una stanza d'albergo con la mano sinistra. Jack borbottò
qualcosa.
“Sei
troppo ubriaco Jack” disse.
“Non
mi vorrai mica lasciare qui, amica mia.. Ci conosciamo da tanti
anni.. E' da tanto che non ci vedevamo” carol rise più
forte di prima.
“Idiota
di un pirata. Sei divertente come al solito, Jack. Ti porterò
io alla tua locanda. Ma devi pagare il mio alloggio”
“Visto
Carol, che ti dicevo? Ti dicevo o no che saresti diventata più
buona col tempo” Jack si alzò, rispondendo come se
avesse avuto tutto il denaro che avesse voluto.
“Non
pensare male, Carol. Quella gente tuo fartello mel'ha messa ai miei
piedi, per la perla” Carol fissò Jack. Quella battuta
era di pessimo gusto.
Jack
fissò Carol. Era diventata ancora più spocchiosa.
L'adorava.
Usciti
dal bar, Jack guardò l'orologio. Era impossibile ma si era
fatto davvero tardi. Avevano passato più di sette ore in quel
pub.
Carol
alzò la gonna. In quel momento un vecchio con un piccolo
calesse scassato, si fermò. Jack rise. Aveva la bava alla
bocca, il vecchio.
Jack
aveva davvero un gran mal di testa. Non parlarono durante il
tragitto. Jack tentò più volte di avvicinarsi al seno
di Carol, ma lei non gliene dide modo.
Arrivati
all'albergo Carol prese Jack di peso e scapparono dal calesse. Il
vecchio gridò qualche bestemmia verso di loro. Arrivati dietro
l'angolo Jack vomitò. Caroline rideva davvero molto. Jack le
fece il verso. Lei rise ancora.
“L'albergo
è quello” disse Jack. Carol decise che poteva fidarsi.
“Scusi,
il signor Sparrow ha bisogno di una nuova camera, sono sua sorella”
Jack
annuì. Carol sapeva che non avrebbe potuto fare altro.
“Mi
scusi lei bella signorina” in quella città erano tutti
uomni, forse?
“ma
non abbiamo stanze in più.”
Carol
sbuffò. Andò a finire che dormirono tuti e due nella
stess stanza. Carol riuscì a farlo addormentare sulla sedia di
legno. Avrebbe dormito ovunque, pensò. Ma quando si fu ripreso
abbastanza, Jack, non potè fare a meno di intrufolarsi nel
letto di Caroline. Quell'idiota di un pirata.
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