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Autore: Leannel    27/12/2004    1 recensioni
Fiction ironica su questo film divertentissimo.
Genere: Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giorno 24 maggio, ore 10.30, Port Royal, prigioni



Quando si risvegliò, trovò tutto come lo aveva sognato. Era distesa su di una panca di legno, con una benda bagnata sulla fronte e un gran mal di testa.

“Il governatore ha detto che siete pazza. Che volevate ucciderli. Ma sembrava strano… dovete avergliene dette di cose strane” disse la voce di un vecchio che le sedeva al di là delle sbarre con aria di sufficienza.

“Oh si gliel’ho dette di cose…”

“Dice che non vi processeranno neppure, l’avete fatta grossa per essere una donna”

“E che donna!” disse un balordo lupo di mare nella cella accanto a quella di Carol. Carol rispose lanciandogli il piatto con l’acqua che aveva accanto alla mano destra.

“Avrebbe potuto graziare lei, invece che quel suo amico pirata” disse un altro, nella cella a sinistra

“Amico pirata? Di chi si tratta?” chiese lei, colta alla sprovvista

“Il capitano Sparrew… Sperrew… Sperrow…”

“Jack Sparrow” mormorò lei incredula

“Si, ecco lo avete detto miss..?”

“Caroline dei mari del sud” rispose “Jack Sparrow..” mormorò

“Caroline come?” disse la voce di un giovane uomo nell’ombra

“Caroline Turner, regina dei mari del sud. Signor governatore” era Will a trovarsi nell’ombra

“Sarai giustiziata per le tue calunnie”

“Scommetto che anche il tuo amico Sparrow, ti ha parlato di sputafuoco Bill”

“Lo ha fatto. Ma ha detto molte cose che lo diversificavano da qualunque altro pirata”

“Non era diverso dagli altri. L’unica differenza era che doveva portarsi appresso sua figlia”

“Smettila!”

“Sei stato tu ad attaccarmi. Io ho detto quello che ha detto Sparrow. Ma forse sono passati troppi anni dall’ultima volta che l’hai visto”

“Tu non conosci Jack Sparrow..”

“Si che lo conosco. Meglio di te. Meglio di chiunque altro”

“Menti di nuovo. Se davvero sei mia sorella allora sei diversa da me e da mio padre”

Excusez-moi, mai je pense qui vous as faites en erreur!” una donna pirata. Che parlava francese. Che diceva di essere sua sorella. A Will girava veramente la testa. Uscì dal piccolo tugurio buio tornandosene a casa. Beth lo aspettava sulla loro carrozza.

“Le hai detto quello che dovevi?”

“No, lo farà la guardia”

“Dovresti parlarle più a lungo. E se avesse ragione”

“Non dire stupidaggini Beth.”

“Ha reso dubbioso anche te”

“Se avesse ragione la fortuna l’aiuterà”


Carol stava seduta con la schiena la muro. Sapeva che se la sarebbe cavata. Non aveva idea del come.

“Quando mi ucciderete?”

“Oggi pomeriggio”

Giorno 23 maggio, ore 16.30, Port Royal, padiglione giustiziazioni.



Le legarono le mani dietro la schiena. Le chiesero se avesse voluto portare una benda sugli occhi ma lei rispose di no. Conosceva a memoria quel cerimoniale. Lo aveva fatto migliaia di altre volte. Un uomo dalla stazza non indifferente, le legò una corda ai polsi e si coprì il volto con un sacco nero.

“Che lavoro ingrato” sussurrò Caroline

il giustiziere le tirò un calcio sulla schiena, quasi a buttarla a terra. Carol si rialzò e lo seguì all’aperto, sulla piattaforma.

“Che bella nobiltà” disse. Ai suoi piedi centinaia di nobildonne vestite con abiti virtuosi che non aspettavano alto di assistere all’uccisione di un pirata qualunque

“Sadici” concluse Carol. Il boia l’avvicinò alla testa di Carol il cappio. Glielo infilò attorno al collo, mentre uno stupido militare, giudicava tutte le sue disavventure.


Qualche istante prima un uomo moto bello, ma dall’aspetto consumato dal sole e dal vento, con un bel cappello di pelle di vitellone, scese dalla piccola barca a remi con la quale si era avvicinato alla riva. Chiunque l’avesse incontrato avrebbe capito di cosa si trattasse. Un pirata. Ma nessuno gli avrebbe fatto nulla perché Jack Sparrow era jack Sparrow. Ed era un amico del governatore.

“Sparrow, Gil” disse al custode del porto, porgendogli due penny.

Camminò fino a giungere alla casa di Will.

“Chi è là?” disse la guardia “un pirata?”

“Si, mio caro. Jack Sparrow”

“Oh signor Sparrow!”

“Capitano Sparrow… capitano… proprio io… dov’è il signor Turner?”

“Stanno giustiziando una certa pirata”

“Una donna? Deve aver combinato qualcosa di grosso” disse Jack mentre sorseggiava la sua bottiglia di Rhum

“Dicono sia andata ieri notte nelle stanze del governatore, eludendo la difesa del commodoro”

“Non le vanno fatti i complimenti per questo..”

“Poi sembra che sia entrata nelle stanze del governatore Turner, e che abbia farfugliato cose senza senso… tipo che era sua sorella… Ci pensa? Un pirata!”

“Già, un pirata… Una donna pirata?”

“Si gliel’ho già detto. Poi l’ha sfidato. Sono saliti sul tetto e il governatore l’ha spinta di sotto. Se non altro lei è stata leale”

“Una donna pirata. Che dice di essere la sorella di William. Che combatte lealmente.. Non mi dirai che parla francese?”

“Si! Ma come faceva a saperlo?”

“Dov’è ora?”

“La stanno giustiziando, gliel’ho già detto!”

“Giustiziando… Maledetto ragazzo!” poi il pirata fuggì via facendo grazie con un cenno della mano


Il signor Sparrow era appena giunto vicino alla piazza. Centinaia di nobili assistevano parlottando alla prima giustiziazione di una donna, a Port Royal.

“Grazie” disse sfilando a un grosso uomo che osservava la situazione il suo mantello nero.

Si avvicinò. Ora nessuno lo avrebbe riconosciuto.

Il militare stava elencando i misfatti della donna che portava il cappio al collo. La riconobbe. Carol Turner. Figlia di sputafuoco Turner. Stupido Will. La vecchiaia e l’aristocrazia non gli avevano portato che dubbi. Perché non le aveva creduto? Ma Will era ancora più intriso delle sue ideologie contro i pirati ed era comunque difficile pensare che avrebbe potuto crederle.

“Ora sembra giunto il momento di staccare la testa a questo lurido pirata” disse un uomo nella folla. E così era il boia si preparava ad aprire la botola. Così fece. Sembrava che per Carol fosse giunta la fine. Le sue gambe penzolarono per qualche istante, finché Jack Sparrow lanciò il suo coltellaccio da pirata tagliando la corda che le legava la gola. Carol cadde in piedi, come sempre aveva fatto.

“Io vi saluto” disse fuggendo. Come facile prevedere tutti i soldati di Port Royal le furono presto alle calcagna. Fin quando da un cunicolo un uomo le afferrò il viso, tappandole la bocca.

Carol si dimenò. L’uomo le strinse il braccio destro orinandole di stare in silenzio. I due camminarono all’indietro per qualche metro. Quando l’uomo andò accidentalmente a sbattere contro un passante. La reazione di questi fu oltremodo fuori luogo. Fece un salto all’indietro e, se l’uomo non l’avesse fermato, scostandosi il cappuccio, si sarebbe messo a gridare.

“Mi scusi signor Sparrow” squittì “l’avevo scambiata per un’altra persona”

“C’è trambusto oggi” rispose Jack

“Già” disse l’uomo allontanandosi “maledetto pirata!” mormorò. Jack Sparrow rise sotto i baffi. Quel contadino cicciotello era, in effetti, piuttosto ridicolo. Il salvatore pareva essersi dimenticato della sua salvata.

“Jack Sparrow.. cosa ci fate voi qui?” Jack le si avvicinò,slegò i polsi e la baciò. Carol si allontanò.

“Non l’avete capito? Per salvarvi miss Caroline”

“Mio fratello non mi ha creduto”

“Lo so, ho fatto una chiacchierata col signor militare a casa di Will”

“Higgins… Lo stavo per fregare… Poi è arrivato Norrington”

“Ti aveva già vista”

“Dove hai intenzione di portarmi ora?”

“Ci beviamo un Rhum, ti cambi d’abito, e poi si va dal giovane Turner”

“Come vuoi. Ma come farai con tutta la marina alle calcagna?”

La baciò di nuovo.

“Non sarebbe la prima volta”

“Neanche per me”

“Ci stavi per rimettere le penne prima”

“No, era tutto calcolato”

“Che sarei arrivato io?”

“Ho un coltello… Da qualche parte”

Jack Sparrow rise.

“Dove andiamo a prenderci il nostro Rhum”

“Al porto. ‘La marina’. Hanno un buon Rhum”

“Io direi che è meglio di no” Jack la fissò “Diciamo.. che ora non ha più il Rhum che vorresti” Carol rise. Quell’uomo maledettamente stupido. L’unico uomo che avesse mai amato.


“Come diamine è possibile! Come ha potuto sfuggirvi? Siete un branco di incapaci!” il commodoro gridava contro i suoi sottoposti. Da sempre aveva desiderato uccidere quella donna. E ora aveva commesso un grande errore. Aveva raccontato tutte quelle storie al Governatore Turner. Avere lo stesso cognome non significava affatto essere fratelli. Sciocca pirata.

“Come… Dov’è andata?” Turner era arrivato anche lui sotto il patibolo. Sembrava ancora più teso del commodoro.

Se quella donna fosse morta i suoi dubbi sarebbero svaniti. Ma com’era possibile. Come aveva fatto a liberarsi. Di certo quella era una donna non comune. Ed era palese che portassero davvero lo stesso cognome. E ora era fuggita. I un modo assurdo. Nessuno l’aveva vista. Nessuno capiva. “Com’è dannatamente possibile?” ripetè.

“Dispiace più a me che a voi” rispose Norrington.

“Ne dubito” rispose Turner. Il commodoro continuò a giustificarsi per ancora qualche minuto. Ma Will non ascoltava. Come gli accadeva spesso tutto intorno a lui era divenuto un brusio. Persino Beth non era venuta ad assistere all’esecuzione. Spesso non vi assisteva. Ma questa volta era diverso. Fissò un’altra volta il patibolo. Si stava arrendendo all’idea che la corda del patibolo si fosse spezzata. Poi lo vide. Quanto erano stupidi gli uomini che avrebbero dovuto proteggerlo. Era là, chiaro come il giorno. Nel legno del patibolo era una pugnale dall’elsa di legno scuro. Si avvicinò. Il pugnale era ben conficcato nel legno chiaro del patibolo. William lo afferrò. Era indubbio. Aveva già visto quel pugnale. Quel pugnale apparteneva ad un suo vecchio amico. Quel pugnale era di Jack. Jack, tutto ciò che gli era rimasto di suo padre. Tutto ciò che gli ricordava di più un padre. Cosa c’entrava jack? ‘si che lo conosco. Meglio di te. Meglio di chiunque altro.’ no, non era possibile. Questo avrebbe voluto dire che Caroline era davvero sua sorella. Poi un’altra idea nella sua testa. Non sapeva se preferire la prima oppure la nuova. Non sapeva se preferire che Carol fosse davvero sua sorella o che avesse potuto aver ucciso Jack e rubatogli il pugnale. Si voltò verso la gente che incredula era rimasta nella piazza.

“Ascoltatemi Gente di Port Royal” disse “Questo pugnale è di Jack Sparrow. Questo pugnale ha salvato la vita di Carol Turner. Ora, le possibilità sono tre. La prima è quella che Caroline Turner abbia ucciso Jack sparrow è gli abbia rubato il suo pugnale. La seconda è che davvero Caroline Turner sia mia sorella.” Si udì un mormoglio dalla folla. “E la terza.. la terza non la ricordo” Will rimase in silenzio. La terza possibilità era che Jack lo avesse tradito. No, non era possibile. Will si guardò intorno. In quell’istante era arrivata Elisabeth. A volte lo stupiva la bontà della sua donna. E lo stupiva il ricordo di quale donna forte e dinamica fosse in realtà. La gente aprì un varco alla governatrice.

“Che succede Will?”


“Sei rimasta sempre l’unica donna più irruenta di me” disse Jack sorseggiando il suo bicchiere di Rhum.

“Non ti rendo conto di quello che dici, Jack. Nessuno può essere più irruento di te” i due risero. Jack era l’uomo più strano del mondo.

“Ora Will penserà che lo hai tradito” riprese

“E’ probabile. Tuo fratello è uno che pensa in fretta, anche se pensa male. ma ci troverà presto. O al massimo saremo noi a trovarlo. Spero solo che non faccia..”

“Cose stupide” Carol rise. Jack non ricordava quanto fosse bella.

“Dove sei stata tutto questo tempo” disse Jack richiedendo dell’altro Rhum.

“Al sud. Ho la mia compagnia folta anche io adesso. La mia fama è quasi al livello della tua.”

“E ti hanno lasciato venire da sola? Che uomini fedeli”

“Per lo meno io non sono stata lasciata sola su di un’isola deserta. E poi è stata una mia scelta”

“Oh, i tuoi uomini ti rispettano” Jack gesticolava. Aveva decisamente bevuto troppo.

“Allora adesso parla tu. Che è successo, quattro anni fa, con la Perla?”

“Oh, Carol, te la ricordi, la perla? Era bellissima.. E poi aveva un capitano bellissimo.. ed una donna del capitano bellissima...” Jack le sorrise. Carol sapeva ormai non prenderlo troppo sul serio.

“E poi, tu vai via, Barbossa mi abbandona su di un'isoletta, trovano il tesoro ed ammazzano tuo padre. Io me la sono ripresa. Fine della storia.”

“Quale storia Jack?” Carol rise.

“La perla...” Carol sopsettava che presto il pirata sarebbe caduto a terra e non si sarebbe rialzato più. “prima che io cada addormentato” disse Jack. Era l'unico uomo che Caroline conoscesse in gradodi accorgersi di quando era ubriaco fradicio (chiaramente senza aver mai vomitato prima) “ti volevo chiedere una cosa”

Carol annuì. Rideva.

“Che diavolo chi fai tu qui, corpo di mille balenottere azzurre?”

Carol rise ancora.

“Non parlare così, ti detesto quando lo fai”

“Rispondi Miss Caroline Turner” Sparrow era davvero ubriaco. Un tempo non si sarebbe ubriaco così in fretta. Doveva essere l'età.

“Ci sono una serie di cose. Ma la principale è che” Carol si avvicinò al viso di Jack. Era molto bello dopo tutto. Ma puzzava di ruhm in maniera insopportabile. “al fratellino.. Gli vogliono tagliare la testa!”

Jack emise un gemito. Poi fece una faccia strana. Sembrava che gli avessero spaccato una bottiglia sulla nuca, pensò Carol. Solo Sparrow era in grado di certe espressioni.

“Pensavo di aver ammazzato io il più pazzo dei pirati viventi” rispose Jack

“Non era vivente, Jack”

“Fa lo stesso.”

“Mi hanno detto che hai fatto un gran macello per riuscire a farlo fuori”

“E' stato l'avvicendarsi degli eventi. Stai cambiando discorso”

“Davvero?” Carol rideva. Jack sembrò contrariato.

“Ti prendi gioco di me solo perchè sai che ho alzato il gomito” Jack finse di piangere. Carol gli passò una mano intorno alle spalle.

“Poverino” disse ridendo. Sapeva esattamente dove il pirata avesse intenzione di arrivare.

“Già povero Jack.” riprese il pirata, stretto tra le braccia di Carol “Tutto solo nel suo piccolo albergo modesto, sulla terraferma. Già, tuto solo”

Jack si avvicinò alle labbra di Carol. Carol si trasse all'indietro con la sedia e Jack cadde pancia a sotto. Carol agitò la chiave di una stanza d'albergo con la mano sinistra. Jack borbottò qualcosa.

“Sei troppo ubriaco Jack” disse.

“Non mi vorrai mica lasciare qui, amica mia.. Ci conosciamo da tanti anni.. E' da tanto che non ci vedevamo” carol rise più forte di prima.

“Idiota di un pirata. Sei divertente come al solito, Jack. Ti porterò io alla tua locanda. Ma devi pagare il mio alloggio”

“Visto Carol, che ti dicevo? Ti dicevo o no che saresti diventata più buona col tempo” Jack si alzò, rispondendo come se avesse avuto tutto il denaro che avesse voluto.

“Non pensare male, Carol. Quella gente tuo fartello mel'ha messa ai miei piedi, per la perla” Carol fissò Jack. Quella battuta era di pessimo gusto.

Jack fissò Carol. Era diventata ancora più spocchiosa. L'adorava.


Usciti dal bar, Jack guardò l'orologio. Era impossibile ma si era fatto davvero tardi. Avevano passato più di sette ore in quel pub.

Carol alzò la gonna. In quel momento un vecchio con un piccolo calesse scassato, si fermò. Jack rise. Aveva la bava alla bocca, il vecchio.

Jack aveva davvero un gran mal di testa. Non parlarono durante il tragitto. Jack tentò più volte di avvicinarsi al seno di Carol, ma lei non gliene dide modo.

Arrivati all'albergo Carol prese Jack di peso e scapparono dal calesse. Il vecchio gridò qualche bestemmia verso di loro. Arrivati dietro l'angolo Jack vomitò. Caroline rideva davvero molto. Jack le fece il verso. Lei rise ancora.

“L'albergo è quello” disse Jack. Carol decise che poteva fidarsi.

“Scusi, il signor Sparrow ha bisogno di una nuova camera, sono sua sorella”

Jack annuì. Carol sapeva che non avrebbe potuto fare altro.

“Mi scusi lei bella signorina” in quella città erano tutti uomni, forse?

“ma non abbiamo stanze in più.”

Carol sbuffò. Andò a finire che dormirono tuti e due nella stess stanza. Carol riuscì a farlo addormentare sulla sedia di legno. Avrebbe dormito ovunque, pensò. Ma quando si fu ripreso abbastanza, Jack, non potè fare a meno di intrufolarsi nel letto di Caroline. Quell'idiota di un pirata.

  
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