Heart Burst Into Fire_Episode 3
Titolo: Strano
regalo (Follia d'età)
Autore: My
Pride
Fandom: FullMetal
Alchemist
Tipologia: Flash
Fiction
[ 800 parole ]
Personaggi: Roy
Mustang, Edward Elric
Genere: Slice
of life, Sentimentale, Commedia
Rating: Giallo
Avvertimenti: Shounen
ai, What if?
FULLMETAL ALCHEMIST © 2002Hiromu Arakawa/SQUARE ENIX. All
Rights Reserved.
EPISODIO 3: STRANO REGALO
(FOLLIA D'ETA')
Odiavo il 27 giugno. Mi ricordava gli anni che, purtroppo,
passavano anche per me... compivo 44 anni.
Affondai di peso sul divano, reclinando
la testa all'indietro e
fissando con sguardo vacuo il soffitto, sbuffando di continuo. Avevo
sempre avuto il terrore di invecchiare e, anno dopo anno, quando si
avvicinava l'estate, venivo colto da uno
strano senso d'ansia, tanto forte che, nelle prime settimane del mese
di giugno che anticipavano quella data, cercavo di tenermi ben lontano
dal mio letto... e, in linea più ristretta, da Edward.
Temevo un
calo di prestazioni, che potevo farci?
Afferrai un bicchiere e lo
riempì di quel poco whisky
rimasto nella bottiglia, lasciando che quel bruciante
liquido dorato mi scendesse giù per la gola, con quel suo
piacevole tepore ad invadermi lo stomaco. Poi, barcollando un po',
tornai al mobile bar per recuperare
un'altra bottiglia, ma
fui
bloccato dall'insistente suono del campanello e, seppur di malavoglia,
andai ad aprire. Lì, accanto al postino che reggeva tra le
mani
un
blocchetto, c'era un enorme pacco regalo che fissai allibito.
«Il Signor Mustang?»
mi chiese, masticando una
gomma. Annuii svogliato, e lui mi passò il blocchetto e la
penna. «Firmi qui, grazie».
Una volta firmato glielo restituii e,
salutando, il postino se
ne
andò, lasciandomi il pacco fuori alla porta. Perfetto,
adesso mi
sarebbe toccato portarlo in casa da solo, dato che
Edward era
ancora fuori a fare la spesa. Con un po' di sforzo lo spinsi dentro,
riuscendo a trascinarlo fino al
salotto tra borbottii vari ed epiteti ben poco cordiali rivolti a
chiunque. Ma che diavolo c'era lì dentro?! Pesava un
accidente!
E di certo non mi faceva bene trascinare oggetti pesanti.
Restai ad osservarlo per svariati
minuti, poi, sbadigliando, senza
avere alcuna voglia di sapere chi me lo mandava o ad aprirlo, presi
quella cara bottiglia di whisky che mi aspettava nel mobiletto,
riempiendomi un bel bicchiere fino all'orlo. Scolatomelo subito, mi
apprestai a riempirne un altro quando con la
coda dell'occhio vidi il pacco muoversi un po'. Sussultai, guardando
meglio. Che fossi già ubriaco?
Mi riavvicinai, inclinando la testa di
lato. Feci
per allungare un braccio e toccarlo, quando il pacco si mosse di
nuovo e si scoperchiò, mostrandomi la figura di Edward.
«Ta-dan!
Sorpresa!» esclamò a braccia alzate. Indossava a
coprirlo appena, parti intime comprese, un enorme
nastro rosso che terminava in un piccolo fiocco dietro alla schiena. I
capelli tirati all'indietro erano raccolti nella solita coda
alta, e gli occhi ambrati mi osservavano maliziosi.
Lo guardai allibito. «M-Ma...
ma che hai combinato?!» esclamai sconvolto. Che cavolo di
idee strane gli venivano in mente?! Trent'anni ed era già
uscito
di senno? Il mondo stava andando davvero a rotoli, ai miei tempi mica
ci si comportava così! Lo vidi
gonfiare le guance e appoggiarsi con i gomiti al bordo del
pacco.
«Visto che ad ogni tuo
compleanno sei giù di
morale», borbottò, mettendo su un broncio
adorabile che
lo fece sembrare un bambino. «Isabella mi ha dato
involontariamente un'idea per farti riprendere»,
mi
rivolse poi un timido sorriso, girando su se stesso. «Ti
piace?»
Non potei fare a meno di ridere, a
quella sua dimostrazione. Certo che
mia sorella... una ne pensava, e cento ne faceva! Per far fare una cosa
del genere ad Edward, chissà che gli
aveva detto. «Non ti vergogni?» sghignazzai,
scuotendo la
testa
per poi osservarlo in tutte le sue forme, compiaciuto a dir poco. Uhm,
in fondo non era male...
«Certo che
mi vergogno, cosa credi! Non si dovrebbero fare certe cose a trent'anni!»
sventolò una mano in aria, grattandosi la testa con l'altra.
«Ma
una sorpresa è una sorpresa, e se serve a strapparti un
sorriso almeno stavolta...»
Infatti sorrisi. Io non avrei mai avuto
il coraggio di conciarmi
in quel modo! «Sarò sincero, allora»,
sussurrai,
chinandomi sulle
sue labbra. «La sorpresa è ben gradita».
Lui ridacchiò, un po'
impacciato. Si diede poi
un'occhiata, riportando la sua attenzione su di me, con
quel suo sorrisino squisitamente imbarazzato che mi piaceva tanto,
alludendo al proprio corpo prima di scavalcare il bordo del pacco per
uscire dalla scatola; mi poggiò entrambe le mani sulle
spalle,
baciandomi di sfuggita uno zigomo.
«Muoviti a scartare il
regalo»,
sussurrò rauco al
mio orecchio, mentre la mano scivolava un po' più
giù. «Questo nastro fa un po' male, non so se
mi
sono spiegato».
Mi trascinò lui stesso fino
alla camera da letto, gettandomi
sul
materasso e mettendosi carponi su di me prima di prendermi le mani per
portandosele dietro alla schiena, esattamente sul fiocco. Lo tirai
delicatamente, stando al gioco, sciogliendolo per
liberarlo in un batter di ciglia da quell'ingombro, così da
ritrovarlo
completamente nudo davanti ai miei occhi. Le sue labbra si chinarono
sul mio collo, saggiandolo languidamente,
per poi accarezzarmi con piccoli colpetti vogliosi della lingua la
mascella.
«Buon compleanno, Colonnello».
Avevo detto che odiavo il 27 giugno? Beh, dopo
questo avrei dovuto ricredermi.
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