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Autore: My Pride    04/08/2008    16 recensioni
«È strano come certe cose cambino le persone.
Prima che tutto questo avvenisse, non avevo mai visto Oka-san comportarsi così
»
[ Missing Moment: Evento RoyEd Marriage del 10/10/10 { 30 } ]
[ Terza classificata al «Flash Contest» indetto da Addison89 { 14 / 20 } ]
[ Sesta classificata al «A contest, a rose and a story!» indetto da Roy Mustung sei uno gnocco { 26 } ]
[ Storia fuori serie: 16 { Dedicata a Red Robin }, 18, 19, 20, 21, 23, 24, 25 { Dedicata a Red Robin }, 26, 27, 28, 29 ]
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Edward Elric, Nuovo personaggio, Roy Mustang, Un po' tutti | Coppie: Roy/Ed
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Shattered Skies ~ Stand by Me' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Heart Burst Into Fire_Episode 3 Titolo: Strano regalo (Follia d'età)
Autore: My Pride
Fandom: FullMetal Alchemist

Tipologia: Flash Fiction [ 800 parole ]
Personaggi: Roy Mustang, Edward Elric
Genere: Slice of life, Sentimentale, Commedia
Rating: Giallo
Avvertimenti: Shounen ai, What if?



FULLMETAL ALCHEMIST © 2002Hiromu Arakawa/SQUARE ENIX. All Rights Reserved.



EPISODIO 3: STRANO REGALO (FOLLIA D'ETA')

    Odiavo il 27 giugno. Mi ricordava gli anni che, purtroppo, passavano anche per me... compivo 44 anni.
    Affondai di peso sul divano, reclinando la testa all'indietro e fissando con sguardo vacuo il soffitto, sbuffando di continuo. Avevo sempre avuto il terrore di invecchiare e, anno dopo anno, quando si avvicinava l'estate, venivo colto da uno strano senso d'ansia, tanto forte che, nelle prime settimane del mese di giugno che anticipavano quella data, cercavo di tenermi ben lontano dal mio letto... e, in linea più ristretta, da Edward. Temevo un calo di prestazioni, che potevo farci?
    Afferrai un bicchiere e lo riempì di quel poco whisky rimasto nella bottiglia, lasciando che quel bruciante liquido dorato mi scendesse giù per la gola, con quel suo piacevole tepore ad invadermi lo stomaco. Poi, barcollando un po', tornai al mobile bar per recuperare un'altra bottiglia, ma fui bloccato dall'insistente suono del campanello e, seppur di malavoglia, andai ad aprire. Lì, accanto al postino che reggeva tra le mani un blocchetto, c'era un enorme pacco regalo che fissai allibito.
    «Il Signor Mustang?» mi chiese, masticando una gomma. Annuii svogliato, e lui mi passò il blocchetto e la penna. «Firmi qui, grazie».
    Una volta firmato glielo restituii e, salutando, il postino se ne andò, lasciandomi il pacco fuori alla porta. Perfetto, adesso mi sarebbe toccato portarlo in casa da solo, dato che Edward era ancora fuori a fare la spesa. Con un po' di sforzo lo spinsi dentro, riuscendo a trascinarlo fino al salotto tra borbottii vari ed epiteti ben poco cordiali rivolti a chiunque. Ma che diavolo c'era lì dentro?! Pesava un accidente! E di certo non mi faceva bene trascinare oggetti pesanti.
    Restai ad osservarlo per svariati minuti, poi, sbadigliando, senza avere alcuna voglia di sapere chi me lo mandava o ad aprirlo, presi quella cara bottiglia di whisky che mi aspettava nel mobiletto, riempiendomi un bel bicchiere fino all'orlo. Scolatomelo subito, mi apprestai a riempirne un altro quando con la coda dell'occhio vidi il pacco muoversi un po'. Sussultai, guardando meglio. Che fossi già ubriaco?
    Mi riavvicinai, inclinando la testa di lato. Feci per allungare un braccio e toccarlo, quando il pacco si mosse di nuovo e si scoperchiò, mostrandomi la figura di Edward. «Ta-dan! Sorpresa!» esclamò a braccia alzate. Indossava a coprirlo appena, parti intime comprese, un enorme nastro rosso che terminava in un piccolo fiocco dietro alla schiena. I capelli tirati all'indietro erano raccolti nella solita coda alta, e gli occhi ambrati mi osservavano maliziosi.
    Lo guardai allibito. «M-Ma... ma che hai combinato?!» esclamai sconvolto. Che cavolo di idee strane gli venivano in mente?! Trent'anni ed era già uscito di senno? Il mondo stava andando davvero a rotoli, ai miei tempi mica ci si comportava così!
Lo vidi gonfiare le guance e appoggiarsi con i gomiti al bordo del pacco.
    «Visto che ad ogni tuo compleanno sei giù di morale», borbottò, mettendo su un broncio adorabile che lo fece sembrare un bambino. «Isabella mi ha dato involontariamente un'idea per farti riprendere», mi rivolse poi un timido sorriso, girando su se stesso. «Ti piace?»
    Non potei fare a meno di ridere, a quella sua dimostrazione. Certo che mia sorella... una ne pensava, e cento ne faceva! Per far fare una cosa del genere ad Edward, chissà che gli aveva detto. «Non ti vergogni?» sghignazzai, scuotendo la testa per poi osservarlo in tutte le sue forme, compiaciuto a dir poco. Uhm, in fondo non era male...
    «Certo che mi vergogno, cosa credi! Non si dovrebbero fare certe cose a trent'anni!» sventolò una mano in aria, grattandosi la testa con l'altra. «Ma una sorpresa è una sorpresa, e se serve a strapparti un sorriso almeno stavolta...»
    Infatti sorrisi. Io non avrei mai avuto il coraggio di conciarmi in quel modo! «Sarò sincero, allora», sussurrai, chinandomi sulle sue labbra. «La sorpresa è ben gradita».
    Lui ridacchiò, un po' impacciato. Si diede poi un'occhiata, riportando la sua attenzione su di me, con quel suo sorrisino squisitamente imbarazzato che mi piaceva tanto, alludendo al proprio corpo prima di scavalcare il bordo del pacco per uscire dalla scatola; mi poggiò entrambe le mani sulle spalle, baciandomi di sfuggita uno zigomo.
    «Muoviti a scartare il regalo», sussurrò rauco al mio orecchio, mentre la mano scivolava un po' più giù. «Questo nastro fa un po' male, non so se mi sono spiegato».
    Mi trascinò lui stesso fino alla camera da letto, gettandomi sul materasso e mettendosi carponi su di me prima di prendermi le mani per portandosele dietro alla schiena, esattamente sul fiocco. Lo tirai delicatamente, stando al gioco, sciogliendolo per liberarlo in un batter di ciglia da quell'ingombro, così da ritrovarlo completamente nudo davanti ai miei occhi. Le sue labbra si chinarono sul mio collo, saggiandolo languidamente, per poi accarezzarmi con piccoli colpetti vogliosi della lingua la mascella.
«Buon compleanno, Colonnello».
    Avevo detto che odiavo il 27 giugno?
Beh, dopo questo avrei dovuto ricredermi.






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