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Era
tutta la mattina che Luigi girava per le strade con il suo vecchio
catorcio. Mario, anche quel giorno, era con la sicurezza ad
accertarsi che le barriere rimanessero inespugnabili, od almeno che
fossero oltrepassate da pochi. Era passata più di una settimana dal
suo debutto in TV come “Luigi l'Acchiappafantasmi”, ma ancora non
aveva ricevuto richieste di lavoro. Aveva preparato tutto per bene,
impiegandoci un intero pomeriggio, nello scrivere i volantini e a
distribuirli per Fungopoli. E questo era il terzo giorno di seguito
che continuava a gironzolare in auto per la Capitale alla ricerca di
qualcuno che lo chiamasse.
“Forse
le barriere hanno funzionato fin troppo bene. Mario ha ragione, devo
cercare fuori da Fungopoli se voglio trovare qualcuno che abbia
bisogno del mio aiuto!”
Sospirò.
Mentre procedeva sobbalzando sul sedile, lanciò un fugace sguardo al
cielo. Grigio pallido, smorto, come in pieno inverno. Le nuvole, rade
e cupe, trasmettevano un senso di inquietudine. Era diverso tempo che
il cielo si comportava in quel modo. Eppure nella Capitale vantava di
un clima mite e soleggiato in gran parte dell'anno. Che quelle nubi
tardassero così tanto ad andarsene era curioso ma anche un po'
inquietante.
Luigi
diede un'occhiata al suo Polteegust 6001, poggiato con estrema
delicatezza sul sedile lì accanto, fermato addirittura dalla cintura
di sicurezza. Gli diede una pacca amichevole, poi si concentrò
nuovamente sul volante sgangherato.
Proprio
mentre inforcava una stradina sterrata che dava verso la periferia
della Capitale, una musichetta alquanto monotona echeggiò nell'aria.
Il motivetto, inizialmente ritmato e in seguito scocciante,
ripetitivo e quasi nauseante, era esploso in un fragore
insopportabile dalla tasca del verde. Luigi subito accostò vicino ad
una delle casette minute della periferia vicina alla campagna,
afferrando il cellulare e balbettando un “accidenti, mi ero
dimenticato di cambiare suoneria!”.
-Pronto?
Qui Luigi Mario, Acchiappafantasmi a domicilio!-
Aveva
scritto nei volantini sia numero di telefono di casa sia del suo
cellulare. L'emozione di aver ricevuto la prima richiesta di lavoro
iniziò a pulsare nel cuore del baffuto. Un largo sorriso gli si
dipinse sulle labbra, destinato a svanire poco dopo:
-Mi
scusi... ho sbagliato numero...-
Il
volto di Luigi assunse un'aria così comicamente malinconica che
chiunque si sarebbe messo a ridere. Poi sospirò, gettando il
cellulare in tasca. Provò quindi a riaccendere la macchina, ma
questa produsse un suono sgradevole e mai sentito prima d'allora.
Negli
ultimi mesi, la minuta automobile stava dando segni davvero
preoccupanti. Sbuffava in continuazione, dondolava pericolosamente,
talvolta si spegneva senza preavviso... Luigi era certo che la
macchina a due posti non avrebbe avuto ancora lunga vita, ma non
avrebbe mai potuto immaginare che il vecchio macinino avrebbe
abbandonato l'idraulico seduta stante.
-Ehy,
cosa ti prende?-
Commentò
appena il motore ebbe finito di tremolare, lasciando l'auto inerme.
Luigi diede un paio di colpi al volante, cercando inutilmente di
farla ripartire. Girò più volte le chiavi, ma non ottenne risposta.
La fidata compagna era morta.
-Be',
perfetto! Proprio adesso che sono così lontano da casa!-
Osservò
con pessimismo il povero in salopette. Spinse con forza lo sportello
e balzò giù, pronto a spingere l'ammasso di ferraglia fino al primo
distributore, fantasticando l'improbabile possibilità che gli
addetti sapessero aggiustare una cosa tanto vecchia.
E
così prese a premere con tutto se stesso per far avanzare le ruote
sgonfie del catorcio...
Il
negoziante stava finendo di collocare i nuovi snack appena portatigli
dal camionista. Il grosso Toad, dalla barba non ancora rasata, con il
volto stanco e annoiato, si voltò verso il giovinetto, un Paratroopa
dal volto serio, e consegnò lui una misera mancia.
-Tutto
qui? Sai quanto costa la benzina di questi tempi? Eppure sei un
benzinaio, dovresti essere esperto in materia!-
Sbuffò
alquanto insoddisfatto il Koopa alato.
-Be',
cosa ti aspettavi? C'è crisi per tutti!-
-E
con ciò? Io lavoro inesauribilmente dall'alba al tramonto, dirigendo
quel bestione del mio camion, che mangia più benzina in una
settimana di quanto caffè beva io in un anno! Inoltre... – fece un
gesto con il muso appuntito verso gli snack – quelli vengono da
parecchio lontano. Il mio solito rifornitore ha chiuso, ed ora per
soddisfare i tuoi bisogni devo fare più del doppio dei chilometri
che facevo prima!-
Il
grasso Toad produsse un mugolio insoddisfatto, poi estrasse dalla
tasca un malandato portafogli unto e rovinato. Afferrò un'altra
manciata di monete, porgendole a mo' di lancio al camionista, che
però non accennò a cambiare espressione.
-Non
ci siamo ancora...-
-Accontentati!
Non sei l'unico che potrebbe iniziare a patire la fame da un giorno
ad un altro, sai? La gente va sempre di più a piedi o in bicicletta
per risparmiare, ed io potrei perdere facilmente il lavoro!-
Iniziarono
a discutere, litigio che si trasformò da un cupo brontolio ad una
sequenza di urli da un momento ad un altro. Quando i due stettero per
iniziare a darsele di santa ragione per un nonnulla, un rumorino
sinistro fece bloccare le due creature antropomorfe.
-Cos'è
stato?-
Si
chiese il Toad, dimostrando di avere un cuore di coniglio.
-Non
so... pareva provenire da là!-
Rispose
la tartaruga indicando il ripostiglio dove erano conservati i barili
di benzina. Il Toad si avvicinò non convinto. Poggiò una delle mani
grassocce sulla maniglia, e lentamente fece scattare la serratura.
Appena ebbe aperto la porta, diede ad essa un forte colpo, così da
farla spalancare, e nel medesimo istante balzò all'indietro
intimorito. Nulla. Impaziente, il Koopa dalle piume candide scostò
il fungoso fifone da una parte, affacciandosi nel ripostiglio, buio
pesto. I barili erano allineati perfettamente, e non pareva esserci
nulla di strano. Stava per chiudere la porta, quando due occhi
bianchi balenarono in fondo alla stanza. Il Paratroopa balzò
indietro. Gli occhi sparirono.
-Cosa
c'è?-
La
risposta al Toad arrivò immediatamente: un Occultino* sgusciò tra i
barili con l'agilità di un'anguilla in mare, schizzando davanti ai
due e pronunciando, in una lingua buffa e sconosciuta, il suo
“sorpresa!”. I due si abbracciarono ed iniziarono ad urlare.
“è
molto più pesa di quanto ricordassi!”
Luigi
aveva avuto, fortunatamente, poche occasioni di spingere la macchina
versione micro per diversi chilometri, ed era sempre stato assieme a
Mario, più forte e robusto di lui. Ansimando, guardò l'orologio, e
lanciò un sottile lamento quando notò che stava proseguendo 20
minuti e ancora non aveva scorto tracce di officine o distributori.
Si fermò un attimo per riprendere fiato, e proprio in quel momento
il suo orecchio destro captò un acuto grido il lontananza. Subito
voltò il capo, e prima che potesse capire cosa stava succedendo, si
vide travolgere da due tipi mai conosciuti. Finì a terra sbattendo
il naso, ed assieme al dolore montò l'ira:
-Che
succede??? Che vi prende??? Perché non guardate dove andate?-
I
due, anch'essi distesi a terra dallo scontro, si portarono subito
eretti, tremanti e balbettanti. Uno di loro – un grasso Toad
dall'aspetto unto – alzò la mano spasimante per indicare qualcosa
dietro la schiena del verde, ovvero dalla direzione in cui i due
fuggiaschi erano giunti. Luigi, ancora accigliato, dette un'occhiata
nella direzione indicatogli. Ben presto la sua rabbia si trasformò
in fifa: almeno una dozzina di Occultini volavano in massa,
muovendosi come grossi pesci blu in un mare invisibile, con un
sorrisetto compiaciuto sulle labbra. Luigi perse colore, ma poi si
ricordò il suo ruolo. Inspirando profondamente, con la speranza di
assorbire anche un po' di coraggio, l'idraulico afferrò il
Poltergust ancora sul sedile della ferraglia, lo indossò con gesti
lenti ma precisi e, appena l'onda turchina fu abbastanza vicina,
premette il bottone che attivava il “turbo” all'aspiratore (Luigi
lo aveva scoperto pochi giorni addietro, quando per sbaglio vi aveva
premuto sopra e la bocca dell'aspirapolvere aveva iniziato a
risucchiare tutti i volantini appena scritti a mano del verde, che
quindi aveva dovuto passare il resto della serata a cercare di
smontare il Poltergust, ricordandosi poi della seconda bocca di tale
ageggio). L'effetto fu immediato: la bocca si dilatò enormemente,
iniziando ad inghiottire tutto ciò che aveva attorno. Luigi riuscì
a stento a tener saldi i piedi in terra, mentre il tubo cercava di
trascinarlo in una danza scombinata per aria, diretta da quella bocca
impazzita. Il verde vide finir dentro al Poltergust dei sassi, ciuffi
d'erba, gli occhiali del Toad dietro di lui, lo specchietto destro
della ferraglia e per poco non ci si infilò anche il suo cappello.
Ma, stranamente, neanche un fantasmino azzurro parve essere stato
minimamente spostato dal vortice risucchiante. Luigi, incredulo,
vedendo come gli Occultini ignoravano palesemente il suo risucchio,
ed anzi, di come si prendevano gioco di lui con linguacce e versi,
danzandogli attorno scomposti, compiendo capriole perfettamente
sincronizzate sopra la sua testa... perse la concentrazione. Le sue
scarpe non ressero e ben presto il povero idraulico si ritrovò a
cavallo dal tubo estendibile intento a divincolarsi come una serpe
impazzita per aria. Ben presto lo stomaco del soggetto in salopette
iniziò ad accusare, e le mani iniziarono a sudargli. Finì, dopo
pochi secondi, disarcionato dal tubo, che a sua volta si accasciò a
terra dopo poco. Luigi si rialzò, aiutato dal giovane Paratroopa,
che lo aveva osservato stupito fino a quel momento:
-Ma
tu... sei Luigi l'Acchiappafantasmi!-
Esclamò
dopo un breve attimo speso nell'osservare l'Umano dalla testa ai
piedi.
-Be',
si nota solo adesso?-
Chiese
un po' seccato l'altro, facendo cenno con la testa al Poltergust
privo di vita.
-Ma...
non dovresti fermare quei cosi???-
Chiese
con voce ancora tremante il Toad, con il naso all'insù per non
perdere una mossa del clan di Occultini, che avevano preso a
descrivere un grosso cerchio in cielo, ricordando dei grossi condor
celesti.
-Sgrunf!
È quello che cercavo di fare!-
Ribatté
Luigi, ancora infastidito di come i due lo avevano travolto. Poi,
riprendendo il Poltergust 6001, volse anche lui uno sguardo al cielo,
e notò un dettaglio che gli illuminò la mente: tutti i fantasmi si
muovevano nel medesimo modo, senza eccezione di lievi gesti
involontari delle mani o del corpo. Quindi... sotto c'era un trucco!
Osservando meglio, Luigi poté affermare che l'Occultino che chiudeva
la fila aveva una tonalità leggermente più intensa, e sembrava il
primo a muoversi, seguito dopo un nanosecondo da tutti gli altri.
-Che
c'è?-
Domandò
il Paratroopa.
-Forse...
ho capito! Ma certo!-
Senza
preavviso, fece una richiesta piuttosto inusuale al Paratroopa, ed
esso rimase spaesato:
-Portarti...
lassù??? E chi ci va in pasto a quei mostriciattoli?-
-Non
preoccuparti... i fantasmi non mangiano creature viventi!-
“O
almeno spero!”
Il
Paratroopa, intuendo che l'altro aveva un piano, non esitò
ulteriormente ad afferrare sotto le braccia l'uomo, per poi
trascinarlo a fatica verso l'alto. Quando si trovarono nella nube
celeste, l'Occultino più scuro (e di conseguenza tutti gli altri) si
accorsero dell'intrusione, e senza pensarci due volte si dette alla
fuga, seguito dalle sue copie spiccicate.
Con
tono da battaglia, Luigi accese l'aspiratore, dichiarando:
-Segui
quei fantasmi!!!-
La
Principessa Peach sfiorò con un dito il campo di forza ideato da
Strambic qualche mese prima. Questo produsse una scintilla bianca e
subito la giovane donna ritrasse la mano.
-è
stata una vera fortuna che il nostro inventore di fiducia abbia messo
appunto questa protezione pochi mesi fa-
-Già,
puntualissimo. Chissà come avremmo fatto senza!-
Commentò
da dietro Daisy, osservando le imponenti torri metalliche che si
scagliavano in cielo, da cui partiva il campo di forza, una cupola
trasparente in grado di coprire tutta Fungopoli.
Mario,
però, si chiese:
-Ma...
siamo sicuri che funzioni alla perfezione...?-
-Dubitare
delle invenzioni di Strambic è una cosa assurda!-
Rispose
entusiasta da dietro Capitan Toad, fiero di prender parte alle
operazioni di sorveglianza della città.
-Mmm...
però c'è qualcosa che non mi convince... è come se questa volta
fosse diverso. Non so, ho uno strano presentimento-
-Non
preoccuparti, Mario, non credo che questi fantasmi siano così
potenti da spezzare la barriera-
Cercò
di rassicurarlo la principessa in rosa, ma l'altro continuò a farsi
domande:
-Ma
i fantasmi non avevano mai avuto un comportamento così inusuale!
Hanno attaccato molti regni, lavorando come un vero e proprio
esercito. Non vi sembra strano?-
Peach,
Daisy e Capitan Toad guardarono il baffuto con una faccia che
esprimeva tutta la loro disapprovazione.
-Be',
non c'è niente di normale nei fantasmi. Quindi non c'è da restare
stupefatti...-
Concluse
Daisy con un tono che chetò Mario una volta per tutte.
Mentre
squadre di Toad ed altri addetti faceva avanti e indietro sulla
strada che segnava il confine della Capitale, per fare tutti gli
accertamenti, una nuvoletta fece ombra sulla testa di molti, tra cui
lo stesso Mario. Appena questo guardò in alto, rimase letteralmente
shockato dallo spettacolo: una nube di Occultini, seguita a ruota da
un Paratroopa ansimante per lo sforzo di trasportare un
non-peso-piuma come Luigi, armato di aspirapolvere per fantasmi.
-Ecco,
spiegatemi ora se questo è normale!-
Ribatté
con aria piuttosto offesa.
Avere
i piedi penzolanti per aria non era proprio il massimo, e per uno
come il baffuto in verde che soffriva di vertigini la situazione non
era delle migliori. Ma, con un grande sforzo, riuscì a distogliere
lo sguardo dal suolo ed a concentrarsi solo sulle sue prede... o
meglio, sulla sua preda. La sua unica preda. L'Occultino più scuro,
l'unico vero Occultino. Luigi ebbe conferma della sua
intuizione quando lo stormo di fantasmi sfreccianti sbatté contro
l'invisibile campo di forza. Per un attimo, tutte le copie
scomparvero, lasciando intravedere l'unico Occultino confuso dalla
batosta. Di sotto, un pubblico sempre più grande osservava rapito la
scena, inneggiando di tanto in tanto al novellino cacciafantasmi.
Luigi prese di nuovo un gran respiro, poi iniziò a dondolare ed alla
domanda del Paratroopa di quali intenzioni avesse, questo si limitò
a rispondere che “avrebbe dovuto prenderlo al volo appena finito
il lavoro”. Prima che il Koopa dotato di alucce potesse fermarlo,
Luigi si scaraventò con forza verso il fantasma intontito, attivando
per un'altra volta il super-risucchio. L'Occultino non ebbe tempo di
chiedersi cosa stesse accadendo che subito fu trascinato in quel
violento vortice risucchiante, che lo aspirò come una tromba d'aria.
Prima che potesse schiantarsi al suolo, l'eroe fu afferrato dal
Paratroopa, che ancora lo guardava intontito, con la faccia di uno
che deve riordinare i fatti successi troppo rapidamente. Anche 'sta
volta Luigi venne acclamato da una grossa folla di spettatori
entusiasta. Come per magia, apparve ben presto il furgone del TG, e
questa volta Lilly trattenne Luigi per una buona mezz'ora. Mentre
rispondeva nuovamente all'ondata infinita dei quesiti della Koopa,
Luigi si chiese se non fosse davvero portato come cacciafantasmi. Poi
una cosa gli ritornò in mente: l'Occultino si era duplicato. E poi,
come era penetrato nel Regno con il campo di forza. Una certa
inquietudine iniziò ad avanzare nel cuore dell'idraulico: cosa stava
succedendo?
*Gli
Occultini sono un'altra variante di fantasmi, lunghi, celesti e con
la passione di nascondersi. Per chi non conoscesse Luigi's Mansion 2,
su internet si trova una lista di tutti i fantasmi.
Commento
Bene,
bene, bene! Finalmente AGGIORNOOO!!! Scusatemi davvero, non posso
procedere velocemente, e non perché ho tre storie (due se escludiamo
la raccolta) non completate, ma perché DEVO STUDIARE PER SCUOLAAA!!!
Ciò significa che dopo il mese di giugno avrò un sacco di tempo
libero e quindi potrò procedere con tutte le storie ed eventuali
one-shot! Quindi, continuate a seguirmi perché, anche se con un po'
di ritardo, continuerò tutte le storie. Al prossimo capitolo!
PS.
E la macchinina rimase lì, in mezzo alla strada, abbandonata da
tutti... naaa, ovviamente Luigi passerà a prenderla! E, non
volendola rottamare, la aggiungerà nel garage come oggetto in
mostra!
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