There's no sense.

di Camomilla1408
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Lei mi vide e scosse i capelli per salutarmi, per essere sicura che la vedessi.
Si avvicinò con il suo incedere sgraziato e mi chiese se sarei andata da lei per San Valentino. Ci consoliamo a vicenda, sue parole testuali. E nei suoi occhi non c’era alcuna consapevolezza di quanto volessi che le sue parole fossero serie.
Anzi, quanto desiderassi avessero il senso che assumevano ogni notte, in ogni mio cuscino, in ogni fottuta fibra delle mie lenzuola.
Ora inizia il countdown: 14 febbraio, here we come.
For what it’s worth, it was worth all the while, le parole mi arrivavano da un solo auricolare. Stavo ascoltando lei, con i suoi vaneggiamenti, le sue idee deliranti.
“Giada, allora, ho miriadi di cose da fare. Intanto dobbiamo trovare Rosso per farci dare un po’ di roba*, poi dobbiamo comprare le cibarie e tanto, tanto, tantissimo Estathè. E preparati, ti faccio la manicure.”
“Sì, con quali unghie?!”-le risposi. Le mie povere mani sono distrutte ormai. Mi mangio le unghie da quando ho cinque anni, e sono in giro da sedici.
“Te le ricostruisco. Eh.”
Con quel cipiglio da donna vissuta mi uccideva. La cosa peggiore è che non se ne rendeva minimamente conto. Non si rendeva minimamente conto di nulla che la riguardasse. Il mondo fuori non aveva segreti per lei, ogni dettaglio era fondamentale e raccontava qualcosa.
Ma il resto..beh, il resto non contava.
Non contava che io arrivassi la mattina con le guance rosse di ansia e paura di non trovarla lì ad aspettarmi, non contava che la prendessi per mano sempre, in ogni momento. Non contava, eravamo come sorelle. Era normale.
 
La campanella ci gridò di andare in classe, mi abbracciò e se ne andò. La gonna a fiori che fluttuava, le borchie ai polsi tintinnanti, le parigine a righe senza arte né parte. Ogni atomo ruotò perfettamente intorno alle luci dei suoi occhi spalancati, tutto era sensato.

*Mary Jane lalala




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