Begin
Again.
*Qualche
giorno dopo*
Guardo
Scott che esce sbattendo la porta e lo sento
imprecare nel discendere le scale. So’ di aver fatto la cosa
giusta, per me,
magari non per lui. Ho appena imposto, al mio produttore, tempi diversi
per
l’uscita del disco. Mugolo disperata, quasi pentendomi delle
mie azioni, ed osservo
dalla finestra il profilo di Scott, sale in macchina e un attimo
più tardi,
dopo aver fatto manovra, sparisce dietro l’angolo.
Con
la fronte contro il vetro freddo cerco di ragionare. Sono
sicura di aver fatto la cosa giusta per me stessa, mi sono data del
tempo, ma
Scott è decisamente contrariato. L’immagine di lui
che mi abbandona, come tutti
gli altri, si fa strada nella mia mente e la caccio allontanandomi
bruscamente
dalla finestra.
“Pensa
Taylor, pensa” borbotto tra me e me camminando nel
salotto.
Vedo
i fogli per terra, scritti, accartocciati, alcuni
ancora vuoti.
Mi
siedo sul pavimento e tamburello con le dita nel
silenzio della casa vuota, in attesa dell’ispirazione.
*TocToc*
Il
rumore del picchio contro la corteccia dell’albero.
*TocToc*
Eppure
sembra arrivare da molto lontano… Salto a sedere e
fisso l’orologio contro la parete
“miseriaccia!” mi alzo scivolando sui fogli
che giacciono immacolati, atterro contro la parete e un attimo dopo
corro nel
corridoio “arrivo”. Non ho la più
pallida idea di chi possa essere: Abigail è
fuori città con il suo ragazzo, mia madre è a
Nashville con papà e mio
fratello. Corrugo la fronte arrivando alla porta e sbircio dallo
spioncino.
Trattengo
il fiato qualche secondo.
Il
cuore accelera improvvisamente, inspiro ed apro la
porta.
“Ciao
Zac!” esalo in un soffio. Il giovane sorride. Noto
che è particolarmente imbellettato; una giacca di pelle e
una maglietta
monocolore blu di quelle aderenti, jeans particolarmente eleganti e
sotto un
normale paio di scarpe ad ginnastica. Lo guardo curiosa mentre gli
faccio
spazio per entrare… “Hai da fare?”.
“Mh?”
lo guardo non avendo capito la domanda, per tutta
risposta lui sbircia in salotto e in cucina. Ora tutto mi sembra
più chiaro,
tranne forse la motivazione che l’ha spinto ad essere
lì a quell’ora del
pomeriggio e senza preavviso. “Oggi si esce, oggi tu
esci” dice puntandomi un
dito contro senza perdere il sorriso “hai bisogno
di… staccare la spina” alza
le spalle in una mossa un po’ elusoria, come se fosse passato
per caso davanti
casa mia, eppure; non mi sembra un’idea cattiva. Negli ultimi
tempi ero uscita
pochissimo, avevo snobbato inviti su inviti e il biancore della mia
pelle ne è un sintomo, quello di Zac è quindi un
arrivo provvidenziale.
“Dovrei
scrivere…” mi fermo guardando la sua espressione,
sembra stranamente simile ad Abigail e capisco che non è
lì per pregarmi e che
nemmeno potrei rifiutare. Alzo gli occhi al cielo, ma non posso
trattenere un
sorriso che però nascondo mentre mi dirigo verso la mia
stanza “arrivo subito!”
dico prima di chiudere la porta per cominciare a prepararmi.
“Eccomi”
non ci ho messo molto e sono pronta ad uscire.
Zac alza gli occhi da Meredith con cui sta giocando e mi sorride. Noto
che si
sofferma sull’abito a stampa floreale, ma è solo
un secondo, poi usciamo nel
silenzio e ci incamminiamo per New York. E’ buffo notare
l’assenza dei
paparazzi; ultimamente, dopo la discesa della mia carriera sembrano
scomparsi
nel nulla. Sono solo avvoltoi che si avventano sulla carcassa
finchè non rimane
niente e poi, vanno via. L’immagine è
raccapricciante, ma senza dubbio vera.
“Uhm,
dove andiamo?” chiedo dopo qualche istante, lui
sembra soppesare la risposta guardando anche il cielo, che per fortuna
è terso
“cominciamo dalla metropolitana” mi stringo nelle
spalle senza la minima idea
di dove andremmo a finire.
“Signorina
Swift eccoci arrivati!” per tutta risposta
comincio a ridere, un po’ si tratta di una risata
liberatoria, un po’ sono
incredula. Lui mi fissa divertito “cosa
c’è? Quante volte ti è capitato di
andare al LunaPark?” scuoto il capo mentre ci avviamo nel
cuore del parco, tra
giostre e carretti di dolci “due volte…”
ma non aggiungo altro, improvvisamente
ricordo che una di quelle volte era stata con Ed, mi si stringe lo
stomaco, ma
non voglio sembrare attaccata al passato e non intavolo la
conversazione.
Vorrei
che il tempo smettesse di scorrere.
Zac
ed io ridiamo, parliamo.
Mangiamo dei dolci pieni di zucchero e, di nuovo, ridiamo.
L’ho
beccato due volte a fissarmi, ma subito ha distolto
lo sguardo.
Comincio
a capire il peso degli amici nella mia vita,
eppure Zac ha qualcosa che…
Lo
stomaco fa una capriola quando il vagoncino delle
montagne russe vola verso il basso, la forza dell’aria mi fa
dimenticare cosa
sto pensando e quando torniamo con i piedi per terra mi sento come
ubriaca.
Sono
felice.
*Blink*
lo schermo del cellulare si illumina *Ed chiamata
in arrivo*, Zac sta parlando di qualcosa che non afferro bene, ma non
sembra
aver notato la chiamata. Il cuore accelera mentre rispondo trattenendo
il
respiro. Ed parla subito “C’è la
possibilità di produrre qualcosa. Dobbiamo
parlare, di un po’ di cose. Tra venti minuti a casa mia. Ciao
Swizzle”, un
click e poi il silenzio, la chiamata è finita.
Improvvisamente
realizzo, posso ancora farcela! Il cuore
è tornato a riempirsi di speranza e non rispondo nemmeno
alla domanda di Zac, lui
mi guarda incuriosito, ma forse è il mio improvviso atto di
euforia che lo
rende consapevole di quello che mi è appena successo. Lancia
un’occhiata al
cellulare che tengo stretto tra le mani, poi torna subito ai miei
occhi; io non
ci faccio caso, prendo la borsa che avevo poggiato per terra e comincio
a
correre “ci vediamo”.
Non
mi giro nemmeno e Zac non risponde.
Casa
di Ed.
Il
rosso apre la porta immediatamente, come se mi stesse
aspettando già da parecchi minuti. E’ teso, ma
sembra più tranquillo dell’altra
volta ed io non voglio rovinare nulla. Mi apro in un sorriso,
falsissimo, ma
che fa sempre la sua figura e cerco di mostrarmi disinteressata e
disinibita
come mai sono stata in tutta la mia esistenza. “Come
stai?” chiedo subito senza
togliermi quel sorriso che a guardarlo bene chiunque capirebbe che
è finto.
“Bene…
Tu?” Ed non mi guarda, mi rendo conto che non ha
fatto altro che guardarmi i piedi o sulle spalle, mai negli occhi, ma
si sforza
in un sorriso e la cosa mi conforta. “Carica di
energie!” esclamo forse in
maniera più entusiasta di quanto non avessi voluto, ma il
giovane di nuovo non
sembra farci caso.
Prendiamo
posto sugli sgabelli in cucina “vuoi qualcosa?
Ho l’aranciata” mi lancia un’occhiata
fugace per vedere il mio assenso con la
testa poi prende due bicchieri e li riempie di succo. “Uhm
allora, non sei
stato molto chiaro con la tua chiamata” dico per intavolare
la conversazione.
Ovviamente mi sento a disagio, ripenso a quello che è
successo pochi giorni prima
e in parte mi sento in colpa, ma io sono così: penso sempre
che sia colpa mia.
Ed
mi fissa, sembra dubbioso e per perdere tempo beve un
po’ d’aranciata “io e Kacey
abbiamo… Parlato. Ne io ne lei vogliamo escluderti
da questa cosa” dice e mi rendo conto che non sembra molto
convinto, come se
stesse recitando un copione, così non parlo, ma stringo il
bicchiere che ho tra
le mani.
“Sei
una grande cantautrice Taylor e… E’ vero che
nell’ultimo anno hai avuto parecchi problemi, ma questo non
cambia chi sei.” Stringo
le labbra mentre lo ascolto parlare, non voglio interromperlo e lui
sembra
prendere un po’ di coraggio, senza contare che non ho ancora
cominciato a
strillargli contro e la cosa sembra tranquillizzarlo.
“So’
che tu e Scott state lavorando al tuo nuovo album,
ma forse prima dovresti… Rilanciarti con una collaborazione.
E noi non vogliamo
dirti di no. Se la canzone avesse un buon successo potremmo poi pensare
a dei
live e via via aiutarti. L’idea di base è questa;
non so’ se può piacerti, ma
sappi che ora come ora possiamo proporti questo. Non voglio rinunciare
alla
nostra amicizia e tu… Swizzle, questo lo sai. Possiamo
lavorare di nuovo
insieme, creare qualcosa di bello che sia una soluzione per me, te e
Kacey” lo
vedo riprendere fiato, bere un sorso di aranciata e prendere coraggio
per
l’ultimo pezzo del monologo “se vuoi poi lei e si,
anche io, abbiamo bisogno di
consigli per i nostri testi. Potresti co-scriverli con noi.”
Si stringe nelle
spalle e crolla nel silenzio. Mi sembra dispiaciuto, ma non capisco
bene da che
cosa, sono troppo presa dal rimuginare sulle sue parole; mi
è stato offerto di
tornare in carreggiata con loro.
Chiudo
gli occhi e già vedo il mio nome nelle loro
collaborazioni. I miei fan che cantano a squarciagola
un’improbabile canzone,
che però piace.
E’
tutto tornato come ai vecchi tempi.
Riapro
gli occhi, può tornare tutto com’era.
Sorrido
e mi getto in avanti abbracciando Ed, tra le
labbra socchiuse sussurro “Grazie”.
ANGOLO PSICOPATICA.
Sono
tornata! Questa volta ci ho messo più tempo
perché
volevo fosse il giusto punto di svolta per la nostra storia e come
avrete
capito ora cominciano a crearsi due situazioni. La Sweeran e la Zaylor.
Adoro
i triangoli amorosi.
Recensite
pure <3 Un bacio e alla prossima!
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