No fear
Pov: Paul
Nota #1: avevo avuto l'ispirazione guardando una bellissima foto di
John, credo scattata intorno alla metà degli anni '70, ma non
riesco a linkarla sulla storia :( Se dovessi riuscirci,
modificherò la nota :D Per qualunque cosa, è presente
sulla pagina facebook Two of Us :3
“Penso di aver paura di essere felice
perché, ogni volta che lo sono, succede qualcosa di
brutto.” (Charlie Brown dai “Peanuts” di C.Schultz)
Odio il sole.
Odio il mattino.
Odio quei raggi che raggiungono i miei occhi e mi costringono a svegliarmi.
Odio qualsiasi cosa possa portarmi di nuovo lontano da lui.
Il giorno è così crudele. Ci costringe a dirci addio, ci
costringe a fuggire da un letto sconosciuto e a sperare che il nostro
prossimo incontro possa giungere presto.
E non capisco davvero cosa ci spinga a vederci ancora, e ancora, e ancora.
Eccolo, John. Appena uscito dal bagno di questa camera d’albergo
che a malapena ci conosce, ma che ha già potuto avere un
assaggio di noi.
Ha ancora il viso bagnato, credo sia un vizio che porterà con
sé per sempre. Adora tornare in camera con l’acqua a
bagnare la sua pelle per poter sentire su di sé la brezza che
proviene dal balcone.
Sono tante le cose che non capisco.
Innanzitutto, non capisco lui.
Non so come le sue abitudini siano potute cambiare. Una volta, quando
ancora i Beatles erano un qualcosa di concreto, preferiva restare a
letto e riposarsi mentre io mi preparavo per una nuova giornata alla
luce del sole.
Mi sento quasi stupido, adesso, ancora tra le coperte mentre lui cerca i suoi vestiti canticchiando una delle sue nuove canzoni.
Lo osservo, trascorro i miei momenti con gli occhi posati sul suo
corpo. Perché i suoi gesti sono così preziosi,
soprattutto dopo una notte simile.
Soltanto ora comprendo ciò che lui sentiva, quando studiava ogni
singolo centimetro della mia pelle e mi faceva sentire leggermente in
imbarazzo. Forse sbagliavo a provare quei sentimenti, forse sbagliavo a
coprirmi rapidamente con i miei vestiti per non essere guardato con
quel desiderio che sembrava afferrarmi e consumarmi.
Ma ora no. Ora lascerei persino che le sue mani mi spogliassero
nuovamente, dopo un’ora trascorsa a vestirmi per poter tornare
dalla mia famiglia.
Non sto di certo peccando, vero?
Sì, ho una famiglia, e sì, lui è un uomo. Ma credetemi quando vi dico che lo amo.
Direi che lo amo e lo odio.
Lo amo perché, innanzitutto, è lui. John Lennon. Il mio cuore, il mio sorriso, la mia vita.
Come si può vivere senza un cuore? Come si può vivere senza un sorriso?
Come si può vivere senza John Lennon?
Non si può, semplicemente.
Lo osservo, mentre velocemente fa risalire quegli aderenti jeans neri
lungo le proprie gambe, fino a coprirle del tutto, per la mia
delusione. Devo ammetterlo, avevo sperato in un secondo round.
Si muove per la stanza, si abbassa per raccogliere quella camicia che
questa notte, appena giunto qui, ancora indossava. Credo sia una delle
camicie più belle che abbia mai avuto. La indossava anche ieri,
durante le prove per la registrazione del suo nuovo album. Ne è
testimone la foto che mi ha mostrato, appena giunti in hotel, e che in
qualche secondo mi ha fatto desiderare ancora di più di essere
avvinghiato al suo corpo.
Lo odio, perché in questo momento la sta indossando di nuovo,
facendomi capire che l’ora di andare è quasi arrivata. Ma
vedete, allo stesso tempo so di amarlo, perché mi sta regalando
una nuova, stupenda visione di sé.
“Hai intenzione di guardarmi ancora per molto?”
Ride come uno sciocco, senza neanche spostare gli occhi su di me. È troppo concentrato sui suoi bottoni per farlo.
“E tu hai intenzione di fuggire ancora per molto?”
So qual è l’unico modo di farlo voltare. So qual è l’unico modo per farmi riservare delle attenzioni.
“Come?”
La sua maledetta camicia è ancora aperta, soltanto due bottoni
hanno raggiunto l’asola alla quale erano destinati. Vedo ancora
il suo petto scoperto, vedo quella pelle che fino ad una mezzora fa era
felice di accogliere le mie dita bisognose e abbandonate nel sonno
più profondo.
“Sai benissimo di cosa parlo.”
Il nostro sguardo dura delle ore, penso quasi che non possa più
terminare. Ma subito dopo, i suoi occhi si spostano sul mio corpo,
ancora totalmente immerso nella morbidezza di queste lenzuola.
Rabbrividisco, non per il freddo, ma perché questo è
l’effetto che lui ha su di me, nel momento in cui mi guarda.
“Che cosa dovrei fare?”
Si avvicina, sedendosi sul bordo del letto, ancora troppo lontano da me.
“Smettere di mentire.”
Sorride, ma non ha senso farlo. Sposta lo sguardo a terra, non riesce a
mantenerlo su di me, quando si rende conto di essere nel torto. O
meglio, quando si rende conto di non sapere come comportarsi.
“Non posso fare altrimenti.”
Capisco che, se non sarò io a fare la prima mossa, lui non si avvicinerà nuovamente a me.
Mi distendo verso di lui, lasciando che le coperte abbandonino il mio
corpo e permettano di intravedere anche il mio fondoschiena. John si
è accorto di questo particolare, John ha sentito che qualcosa di
troppo si stava mostrando ai suoi occhi.
Ora, il suo sguardo è tornato su di me. Ha analizzato ogni
tratto del mio corpo, quasi uguale a quello che proprio lui aveva
imparato a conoscere, quando ancora avevamo soltanto vent’anni.
Sono cambiato, sì, e anche lui è cambiato molto, ma ai
miei occhi sarà sempre la stessa persona.
Ha quei capelli mossi e per niente sistemati. I suoi occhiali da sole,
che lo rendono ancora più attraente, sono ora posati sul
comodino. E ha quello stile irresistibile, quello che mi fa cedere come
quando ero un ragazzino ingenuo ed innamorato.
Ora sono un uomo, ma credo che questa sia l’unica cosa che è cambiata.
Perché sì, sono cresciuto, ma sono ancora innamorato di lui.
Sposta la mano, portandola su di me e accarezzando la curva del mio
fondoschiena. Un nuovo stimolo si impossessa di me, un nuovo desiderio
sembra avvolgermi totalmente. E nonostante la mia pancia sia totalmente
posata sul letto, anch’essa avverte qualcosa cercare di farsi
spazio.
“Possiamo fare altrimenti.”
Cerco di parlare, ma John ha di nuovo il controllo sul mio corpo.
Scivola con le sue lunghe dita sulla mia pelle, seguito da una scia di
brividi che mi lasciano sospirare.
Chiudo gli occhi, ma sento ancora il suo sguardo su di me. Non lo hai
mai distaccato, non lo ha mai saputo spostare. Perché se davvero
con un solo, misero contatto può farmi impazzire, lo stesso vale
per lui. Potrà negarlo quanto vorrà, ma la verità
sarà sempre questa.
“Non possiamo fare tutto ciò che vorremmo.”
Accarezza il mio fianco, facendomi sussultare, e non soltanto per quel
gesto. Sono le sue parole a non piacermi, sono le sue convinzioni a
farmi stare male.
“Dov’è finita la tua voglia di trasgredire?”
Si è bloccato. Sapevo che l‘avrebbe fatto. Cerca di
calmarmi attraverso queste carezze, ma quando si rende conto di non
potermi più controllare, interrompe persino questi deboli
movimenti. E ora, i suoi occhi hanno incrociato di nuovo i miei. E fa
male.
“Come, scusami?”
Non credo sia arrabbiato per ciò che ho detto. Il suo tono sembra quasi divertito.
“Quando eravamo Beatles, non avevi paura. Non avevi paura delle
persone, non avevi paura dei giudizi, non avevi paura di
innamorarti.”
Forse ho esagerato, questa volta. Forse avrei dovuto restare in
silenzio, o almeno dire una parola in meno. Perché il suo volto,
adesso, sembra quasi non essere lo stesso.
Ha continuato a tenere gli occhi fissi su di me, ma sono cambiati
davvero. Esprimono sentimenti totalmente diversi, esprimono solitudine,
esprimono quasi tristezza. Non c’è più un sorriso
ad incorniciare quel viso che dopo anni ancora riesco ad amare.
Ma quasi a voler rendere vana la mia ipotesi, John agisce in un modo che mai avrei immaginato.
Si avvicina maggiormente, inginocchiandosi sul letto e portando una
mano fino a quella camicia che, poco fa, aveva cercato di utilizzare
per coprire il proprio corpo. Lascia che quei due bottoni si riaprano
davanti al mio sguardo, sfilando l’indumento e lasciandolo cadere
debolmente sul proprio comodino.
Spinge la mia spalla, facendomi voltare totalmente e spostando le
lenzuola che stanno ancora tentando di coprire ciò che lui vuole
tornare a vedere.
E poi accade. Accade una volta, un’altra, e credo che non potrebbe mai bastarmi.
Le sue labbra si posano sulle mie, facendo una leggera pressione e
rompendo ogni mia difesa senza neanche il bisogno di insistere.
Sale su di me, mentre le mie mani si avvicinano alla cerniera dei suoi pantaloni e la lasciano scivolare nuovamente giù.
“Ho paura.”
Ma il mio cuore perde un battito, nel momento in cui sto cercando di
sfilare quell’inutile indumento. Ha parlato nuovamente. Ha
parlato per confessare il suo stato d’animo. E questo mi dimostra
che John è realmente cambiato.
Fissa i propri occhi su di me, quasi cercando di capire cosa passi per
la mia mente. Ma in fondo, anche lui lo sa alla perfezione. E questo
sarà il momento migliore per poter parlare.
“Di cosa?”
Un momento di silenzio precede la sua voce, ma io so che risponderà.
“Penso di aver paura di essere felice perché, ogni volta che lo sono, succede qualcosa di brutto.”
Sposta lo sguardo su un altro punto della stanza, so perfettamente come
si sente, dopo aver detto qualcosa di simile. Non è facile per
lui aprirsi in questo modo, non è facile parlare di ciò
che sente dentro.
Eppure l’ha fatto. E in questo modo, è riuscito a farmi
sorridere ancora, nonostante la situazione richiedesse una reazione
più seria.
“Ma di che cosa stai parlando?”
Incontro le sue mani, intrecciandole con le mie e lasciandolo riavvicinare.
“Lo sai benissimo. Sono stato felice nella mia vita, ma quella
felicità è sempre stata spezzata. Ero felice con mia
madre, e lei è andata via. Ero felice con.. Insomma, con-”
“Con Stuart, non serve dirlo. Lo so.”
Il mio sorriso è scomparso, la mia voce è diventata
più severa. Ma non dovrei essere così duro con lui. In
fondo, sono passati anni e anni dalla morte di Stuart. Non posso ancora
sentirmi geloso del loro rapporto.
“Ero felice con voi, e il nostro gruppo si è sciolto.”
Dovrei sostenerlo, non farlo abbattere ancora di più. Ma che
razza di persona sono? Riesco a pensare soltanto alla mia stupida
gelosia, al mio stupido passato.
“Non credo di essere destinato alla felicità.”
Resto in silenzio, osservo i suoi occhi ancora intenti a fissarmi.
Non so come possa essere così insicuro, dopo la notte passata insieme.
Dopo lo scioglimento dei Beatles, pensavamo che mai saremmo riusciti a
tornare insieme. Invece, una forza più grande
dell’orgoglio ci ha fatti incontrare nuovamente. E ora, è
tutto come prima. Forse un po’ più difficile, forse un
po’ più impegnativo.
Ma noi siamo ancora qui.
“Tu credi che io ti renda felice, John?”
Torno a sorridere, pronunciando quelle parole che spero possano fargli capire.
“Certo. Sei l’unico che può farlo.”
Mi sollevo leggermente, sedendomi sul letto e avvicinandomi a lui,
ancora posizionato a cavalcioni su di me. Continuo a stringere le sue
mani, portandole fin dietro la mia schiena calda e lasciando che mi
abbracci dolcemente, nel modo che solo lui conosce.
“Allora non dovrai preoccuparti. Potrai sempre essere felice, perché tu sei destinato a me.”
Come potrei abbandonarlo?
Come potrei pensare che l’aver smesso di essere un Beatle possa avere qualcosa a che fare con lui?
Lui non c’entra.
Lui è molto di più.
A qualunque età, in qualunque luogo.
Non abbiamo bisogno di un hotel a cinque stelle, non abbiamo bisogno di avere vent’anni.
Abbiamo solo bisogno l’uno dell’altro.
Niente paura.
Ciao a tutti :D Eccomi, sono tornata
:D Questa volta non con la long, ma con la raccolta ^^ Ho avuto
l’ispirazione per una nuova citazione, ed ecco qui la storia ^^
Diciamo che questa citazione è
una delle più facili e delle più difficili allo stesso
tempo. Si sa perfettamente a chi si riferisce, John ;) Però
creare una situazione particolare non è facile >.< Spero
di essere almeno riuscita a farlo in parte ;)
E per la felicità di Kia85,
è uscita una specie di fluff :D Benissimo, almeno non
dovrò più sentire le sue lamentele :P Ovviamente scherzo,
e la ringrazio per aver corretto il capitolo :D
Grazie a tutti coloro che seguono e, come sempre, grazie alla mia Vita.
Domani finalmente andrò a
vedere A Hard Day’s Night (come se non l’abbia mai visto)
:D Spero di avere qualche nuova ispirazione!
A presto!
Peace&Love,
ringostarrismybeatle
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