Buon
qualcosa a voi, impervi lettori che con coraggio avete aperto il link
di questa storia dalle fattezze che potrebbero sembrar grottesche, ma
che invero, vi dirò, corrispondono alla realtà
odierna.
Scherzi
a parte e linguaggio elaborato mandato a quel paese, vi presento la
mia nuova fan fiction.
Metto
le mani avanti dicendo che è una parodia di storie che
spesso si
trovano su questo fandom.
Signori
e signore, siete stufi/e di vedere un L che arrossisce quando viene
osservato da Light? Allora questa fan fiction non fa a caso vostro...
o forse sì?
Dov'è
finito l'ic?
Quando
L verginello...
“Lasciami!”
L'urlo
del detective si diffuse per l'intero edificio e attirò
l'attenzione
di tutti i poliziotti del quartier generale presenti nella stanza.
Light
osservò L confuso: aveva soltanto allungato una mano a
sfiorargli la
spalla e ora Ryuzaki si era spinto sulla sedia girevole oltre la sua
portata, vicino alla porta, e lo osservava con il respiro affannato e
gli occhioni da cucciolo indifeso.
“S...
smettila di... guardarmi in quel modo Light-kun, sembra che tu... che
tu mi voglia mangiare”. Un conato di vomito risalì
lungo l'esofago
del castano – e anche di Soichiro, se vogliamo dirla tutta
–
tuttavia Light non si scompose e rimase a fissare L, cercando di
capire di cosa si fosse fatto.
Dal
canto suo, il detective non aveva idea del perché Light si
stesse
comportando a quel modo.
Per
l'amor di Dio! Il detective aveva una certa età, con essa
aveva
imparato molte cose ed era diventato molto bravo a cogliere i segnali
che gli altri mandavano.
Arrossì
di più quando scambiò l'occhiata accigliata che
Light gli rivolse
con uno sguardo carico di lussuriose promesse e boccheggiò
in cerca
d'aria, sventolandosi con la mano per concedersi un po' di sollievo.
Oh!
Se solo avesse creduto ad un Dio avrebbe invocato il suo aiuto.
Light,
intanto, visibilmente più sconvolto e senza parole,
cercò un punto
di contatto con quel che gli sembrava essere il corpo del detective,
perché per il cervello, beh, quello sembrava fosse stato
appena
cambiato con quello di Misa.
Cosa
diamine gli era preso?
Fino
a pochi minuti prima stavano lavorando fianco a fianco, come tutti i
giorni d'altronde, e ora lui faceva la verginella bisognosa d'aiuto
contro il crudele maniaco che di crudele non aveva fatto proprio
nulla.
“L,
scusami, ma credo che tu abbia frainteso. Ti stavo solo
chiaman...”
ma non gli fu concesso di finire la frase che si ritrovò con
un
cuscino ficcato in bocca.
“Non
parlarmi con quelle tue labbra angeliche e sporche, mi fai sentire
infetto. Specie dopo la violenza carnale che hai osato imporre su di
me l'altro ieri. Ti sei approfittato del mio sonno e della mia
innocenza!”
Soichiro
ormai era a terra, in un angolo della stanza, più morto che
vivo, il
suo cuore sembrava essere stato preso di mira da infarti che si
susseguivano a distanza di un secondo l'uno dall'altro, mentre Light
trattenne l'ennesimo conato di vomito quando vide L accarezzarsi la
guancia e facendo poi scorrere la mano lungo il petto, carezzando un
seno che ovviamente non esisteva.
Matsuda
era... confuso e guardava Ukita come se lui avesse tutte le risposte,
ma questi sembrava soltanto più sconvolto! Aizawa invece
continuava
ad allentarsi il nodo della cravatta, studiando gli insoliti
avvenimenti.
Light
cercò d'avvicinarsi ulteriormente al detective, tentando di
rassicurarlo e dirgli che no, non gli avrebbe fatto nulla, di
smettere di fare il bambino e di tornare a sedersi.
“Ho
capito di che si tratta!” Annunciò Aizawa,
attirando le attenzioni
dei poliziotti, un po' meno quelle dei due geni, “siamo nel
giorno
che va dal ventotto febbraio al primo marzo e si sa, in questa sua
particolare fase, la luna ha influenze strane sui protagonisti degli
anime”.
“Cosa
vorresti dire?” Chiese ad un tratto Light che, dopo aver
evitato
una scarpa, una lampada, un altro cuscino, un vassoio di dolci, una
sedia, un tavolino e un cellulare, aveva rinunciato ad avvicinare L.
Aizawa
continuò la sua teoria con voce profonda e coinvolgente.
“Si dice
che in questo periodo ogni personaggio protagonista del proprio anime
perda momentaneamente la propria caratterizzazione e si comporti in
modo strano, a volte persino le capacità intellettive
vengono
diminuite”.
E
mentre L iniziava a ripetere la percentuale esatta della perdita,
Light si mise a ridere: era una risata folle, demoniaca, proveniente
dai più profondi inferi.
“Approfitterò di questa situazione
allora...” disse nella sua mente e la sua espressione
dichiarava il
pensiero, però, essendo in un anime, nessuno notò
le dolci e
fanciullesche fattezze del viso di Light farsi non dissimili da
quelle del più terrificante tra i demoni.
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