Non buttiamoci giù

di i suoi occhi verdi
(/viewuser.php?uid=582427)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


NON BUTTIAMOCI GIU’

Capitolo 6

Londra, 2 Gennaio 2015

Sono in macchina da ore e non ho la più pallida idea di dove stiamo andando.

Con una mano giocherello nervosamente con i miei capelli biondi, mentre guardo verso il basso.
La mano di Federico prende all’improvviso la mia, trasmettendomi sicurezza.
Alzo lo sguardo un po’ perplessa, come per domandargli il motivo di quel gesto.

“Andrà tutto bene, vedrai.” Dice per poi abbracciarmi.

“Con me sei al sicuro” dice stringendo ancora di più le sue braccia intorno al mio esile corpo.

Sono alquanto confusa, la situazione che mi si presenta davanti è assai preoccupante, ma il moro mi trasmette serenità. Non so più cosa pensare.

L’auto si ferma bruscamente e un uomo apre la portiera di fianco a me.
Scendo un po’  titubante per poi osservare l’edificio.
Mio padre non è per niente cambiato, a precederlo c’è sempre il suo esibizionismo.
 
 
 
 
Sono accoccolata tra le braccia di Leon e da un po’ alcuni pensieri mi turbano.
“Violetta?”
“hmn, si?” dico rispondendo sbadigliando vistosamente.
“A cosa stai pensando?”
Cavoli, non pensavo che oltre ad un ragazzo stupendo fosse anche un veggente. Ok Violetta, cerca di essere sicura e ferma.
“Ehm, si, ehm, a n-niente!”
Come non detto.
“Violetta… A cosa stai pensando?”
Ma diamine! Come avrà fatto a scoprirmi?
Boh, forse per il fatto che hai dato una risposta degna di un balbuziente che si rispetti?
Zitta coscienza!
“Devo trovare un posto per dormire stanotte. Da Diego non se ne parla e nemmeno in strada. Sono piena di problemi.”
Oh, eccome.
“Beh, se vuoi puoi dormire da me” dice Leon
“Davvero?”
“Si, insomma, ho la camera di mia sorella e sono sicura che mia mamma non si farà problemi ad ospitarti”
“Grazie mille” dico per poi buttarmi tra le sue braccia.
“di niente” mi risponde lui con uno splendido sorriso.
No, aspetta, cosa?! No Violetta, tu non puoi assolutamente permetterti di innamorarti.
Peccato, che io lo sia già.
 
 
 
“Che vuole, signore?” dico rivolgendomi a quello che non si può definire un padre.
“Ludmilla, non mi dai un abbraccio, stellina mia?” dice con un tono di dolcezza.
“cosa vuoi, papà?” dico ancora più infastidita dal suo comportamento e tengo ben stretta mano di Federico.
“Ho bisogno di parlare con te, da sola.” Dice fermo per poi puntare i suoi occhi freddi sul moro.
“Ludmilla, io ti aspetto fuori.”
“No, no, tranquillo. Resta qua.” Disse speranzosa guardandolo negli occhi.
Lui di risposta mi prese la mano.
“Ludmilla.. tua madre..”
Girai la testa di scatto riducendo gli occhi ad una fessura.
“è morta”
Il silenzio che ne seguì, fu spezzato da un mio grido, un urlo disperato, come se volessi scomparire e non tornare mai più.
 

HOLA CHICAS!
Lo so scusatemi tantissimo, ma oltre a non avere ispirazione e tempo, la mia connessione in questi giorni è andata a farsi fottere, yeeh.
Comunque questo capitolo è cortissimo, ma vi prometto che d’ora in poi continuerò a scrivere capitoli più lunghi.
Recensite, Recensite, Recensite.
XOXO I SUOI OCCHI VERDI.
 

 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2682556