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6 - Siamo un bellissimo disastro
Con gli occhi
ancora chiusi,
Kate comincia a riprendere contatto con la realtà.
Non ha la minima
idea di che
ore possano essere, non sente ancora l’odore del
caffè provenire dalla cucina,
ma sa che Castle la sta fissando.
“Smettila”
sussurra con la voce
ancora impastata dal sonno.
Lo avverte
sorridere “Non ti
sto fissando”.
“Si
invece, lo sento” ribatte
Kate.
“Beh,
mia cara sensitiva,
questa mattina senti sbagliato” già
alla parola ‘sensitiva’ Castle la vede aprire un
occhio. Un occhio verde molto
infastidito.
“Stai
guardando il comodino?”
domanda allora, svegliandosi del tutto e sistemando meglio il cuscino.
Castle le
picchietta
leggermente l’indice sul naso ben sapendo che lei non lo
sopporta “No” le
risponde, mentre la mano di Kate si muove veloce cercando di
afferrargli il
dito per farlo smettere.
“E
allora...” la lotta per
impedirgli di continuare a toccarle il naso ha inizio
“...cosa...” gli afferra
il polso ma lui riesce a liberarsi “...stavi....”
Castle le blocca entrambe le
braccia e non potendo usare le mani senza correre il rischio di
liberarla,
sfrega più volte il loro nasi
“...guardando...” conclude la frase Kate,
ridendo.
Castle la libera
e si rimettono
comodamente sdraiati “Guardavo Bobby” risponde come
se fosse una cosa ovvia.
Kate sbatte gli
occhi più
volte, cercando di capire “Bobby?”.
Rick annuisce
tutto sorridente
ma lei continua a non capire.
“Aspetta...”
forse Kate ha
avuto un’illuminazione “...hai dato un nome al mio
naso?”.
Castle scoppia a
ridere “Cosa?
Non sono così fuori di testa, Kate. Non ho affatto dato un
nome al tuo naso!”
poi torna serio “Ho dato un nome al tuo neo”
esclama con estrema naturalezza.
Kate affonda la
testa nel
cuscino per qualche secondo, poi riemerge “Hai dato un nome
al mio neo?!”
domanda incredula.
Dopo sei anni
dovrebbe essere
preparata a tutto, invece ogni giorno Castle riesce a stupirla.
“Certamente,
io e Bobby ci
facciamo delle lunghe chiacchierate mentre tu dormi”.
Lo adora.
È da
manicomio parlare con i
nei, ma lo adora comunque.
“Ma
è sulla mia guancia,
Castle. Deve avere un nome femminile!” come si dice? Se non
riesci a
combatterli, unisciti a loro? Bene, che preparino una stanza doppia in
manicomio.
“Neo
è un sostantivo maschile”
ribatte Castle, con tono esperto.
“Ma
Bobby non è un nome adatto
al mio neo! Non posso sceglierlo io?” Kate cerca di spuntarla
anche se sa che è
tutta fatica sprecata.
Castle scuote la
testa “No,
ormai si chiama Bobby da quasi un anno, non puoi sconvolgerlo ora
cambiandogli
nome. Gli causeresti una profonda crisi
d’identità”.
No, a questa
uscita Kate
proprio non riesce a controbattere.
Decide di
zittirlo baciandolo.
Poi, lentamente
si separano.
“Scusa
ancora per ieri” gli
sussurra Kate.
Castle le
sorride “Ormai è
acqua passata, anche se...” le dà un ultimo
colpetto sul naso con l’indice
“...il primo amore non si scorda mai, giusto?”.
“Forse.
Ma è l’ultimo quello
che voglio avere sempre al mio fianco” risponde Kate con un
altro bacio “E se
ci tieni al tuo indice vedi di smetterla!” esclama poi,
più agguerrita,
ricominciando la lotta.
***
Mathieu scende
con cautela le
scale, cercando di non inciampare mentre tiene il trolley sollevato
dagli
scalini.
In cucina trova
i due padroni
di casa alle prese con la colazione.
Quando Castle lo
vede gli si
avvicina immediatamente “Come ti senti?”.
“Molto
meglio” risponde
lasciando a terra la valigia.
Beckett e Castle
notano il
trolley e si scambiano un’occhiata eloquente.
Evidentemente
non c’è bisogno
di dire altro, ha capito da solo che è meglio se si trova
un’altra
sistemazione.
“Sono
davvero dispiaciuto per
ieri sera” ribadisce Rick.
Il francese
sorride “Lo so. Va
tutto bene” vede i due padroni di casa osservarlo ancora un
po’ incerti
“Davvero” aggiunge infine.
“Ti
dobbiamo almeno un’ultima
colazione” esclama Kate, posizionando tre tovagliette sul
tavolo.
Castle, da
dietro il bancone,
annuisce “Niente papaya, giuro”.
Matt sorride
lievemente.
Sinceramente,
non vede l’ora di
andarsene ma li vede così desiderosi di farsi perdonare che
lascia la piccola
valigia accanto al bancone e con un sorriso tirato si avvicina al
tavolo, dove
Kate gli sta indicando di sedersi.
La accontenta
mentre sente il
profumo del caffè infondersi nella stanza.
“È
pronto! Prima dose di caffeina
della giornata, in arrivo!!” con slancio, Castle afferra il
bricco e aggira il
bancone per raggiungere il tavolo.
Ma è
solo il liquido nero bollente
ad arrivare a destinazione, quando Castle inciampa nel trolley di
Mathieu.
Kate si
allontana istintivamente
riuscendo ad evitare di essere colpita.
Matt invece non
ha avuto la
stessa prontezza di riflessi.
Fortunatamente
il getto di
caffè è finito quasi totalmente sul tavolo.
Quasi.
Castle e Beckett
lo vedono
vacillare, aprire la bocca ma senza emettere suono.
“Oh
mio Dio” riesce appena a
dire Kate.
Castle posa la
caffettiera e si
precipita da Matt “Mi dispiace tantissimo! Scotta?”
il francese boccheggia
agitando la mano che si sta arrossando sempre di più
“Si, scotta. Decisamente.
Vieni!!” lo scrittore lo tira per il braccio fino al lavello
della cucina e apre
immediatamente l’acqua fredda.
Kate
è subito al loro fianco,
ancora incredula “Come ti senti? Va meglio?”.
Matt apre e
chiude la mano per
controllare e finalmente riesce a parlare “Fa un
po’ male ma direi che sta già
passando”.
“Non
so cosa dire, sono
inciampato... io... sono mortificato”
si
scusa ancora una volta, Castle.
“Lo
so...che non l’hai fatto
apposta” Mathieu sta cercando con tutto sé stesso
di crederci ma i fatti
cominciano a dire tutto il contrario.
“Ti
prendo una crema lenitiva e
ci rimettiamo a fare colazione” Kate prova a sistemare le
cose mentre asciuga
il tavolo.
“No
Kay, grazie, non credo sia
il caso” Mathieu arretra lentamente verso la porta
d’ingresso.
Pertanto, Castle
avanza “Mi sento
tremendamente in colpa, ti prego, almeno mangia qualcosa”.
Matt scuote la testa
“Sono abbastanza sicuro che
sia arrivato il momento di andarmene”.
Kate prende il
suo trolley
“Lascia almeno che ti aiuti”.
“No
davvero, non ce n’è
bisogno” Matt cerca di riprendersi la valigia con la mano
sana mentre Kate
insiste per rendersi utile almeno in quel modo.
“Ti
accompagno di sotto mentre
Rick ti chiama un taxi” esclama mantenendo la presa sulla
piccola maniglia di plastica.
“Sul
serio Kay, ce la faccio” controbatte
invece Matt, desideroso di andarsene il prima possibile.
Beckett tira la
valigia dalla
sua parte.
Mathieu la tira
dalla sua.
Ad entrambi
viene meno la
presa, quando con un tonfo il trolley cade pesantemente sul piede di
Mathieu.
“Merde! Ce n'est pas possible!
C'est un complot!” urla
saltellando
sull’altro piede.
“Oh
mio Dio, mi dispiace
tantissimo Matt!” si scusa Kate “Non so come sia
potuto succedere!”.
Matt si
ricompone e afferra con
stizza il suo trolley “Addio Kay, non penso che
tornerò a trovarti”.
“S-si...
lo capisco” ammette
lei con voce flebile.
Mathieu apre la
porta, li
guarda un’ultima volta e poi esce sbattendo la porta.
“Posso
ridere o devo aspettare
almeno che sia in ascensore?” le chiede Castle, mentre cerca
di trattenere una
sonora risata.
Kate si porta le
mani al volto
accompagnando il gesto con un lungo sospiro “Non
c’è niente da ridere, Castle.
Siamo un disastro!”.
Lui si avvicina
e le circonda
la vita “Ti sbagli. Siamo un bellissimo
disastro”.
A quelle parole
Beckett sposta
le mani dal suo viso sulle guance del suo uomo.
Si solleva sulle
punte con
l’intento di baciarlo.
La porta del
loft però si
spalanca poco prima di riuscire ad unire le loro labbra.
“Non
che siano affari vostri,
comunque, ma tutta questa gelosia è davvero mal
riposta” Mathieu
è di nuovo sull’uscio con le mani sui
fianchi “Sono gay!” esclama fiero per poi
scomparire nuovamente.
“Oh
mon dieu!!” urla Castle.
Kate
è esterrefatta “Questa
proprio non me l’aspettavo”.
Castle lascia la
presa dalla
vita di Kate e sbatte con forza le braccia contro i propri fianchi
“Beh ma
poteva dirlo subito, però!”.
Kate
roteò gli occhi “Castle...
ti prego, facciamo colazione e andiamo al distretto”.
Senza
protestare, lo scrittore
rifà il caffè e di tanto in tanto lancia delle
occhiatine a Kate.
La cosa non
passa inosservata
“Cosa c’è?”.
“Mmm...
niente...”.
Portano
marmellata e succo di
frutta in tavola, assieme alla nuova dose di caffeina.
Castle insiste
nel guardarla di
sottecchi.
“Andiamo,
muori dalla voglia di
dire qualcosa. Dilla e basta” lo ammonisce la detective.
Lui
si stringe nelle spalle “Mi stavo solo
domandando se Mathieu sia diventato gay subito dopo essere stato con
te”.
“Ah.
Ah. Ah. Castle, che
ridere, l’ho reso gay. Contento?” risponde con
noncuranza mentre finalmente si
gode il suo caffè.
“È
solo che... ultimamente vedo
Esposito sotto tutta un’altra luce...” il
tovagliolo di Kate lo colpisce in
pieno volto.
“Sento
l’irrefrenabile bisogno
di comprarmi una camicia rosa” insiste Castle.
Per quanti
giorni dovrà
sopportare queste battutine?
Molti. Ormai lo
conosce bene.
Ma sa con
certezza che presto
capiterà loro qualcos’altro per cui ridere a
crepapelle, preoccuparsi o
spaventarsi.
Loro sono una
coppia che non
teme la noia.
Come ha ben
detto Castle: sono
un bellissimo disastro.
Fine
Gli uomini
vorrebbero essere sempre il
primo amore di una donna.
Questa
è la loro sciocca vanità. Le donne
hanno un istinto più sottile per le cose:
a
loro
piace essere l'ultimo amore di un uomo.
Oscar
Wilde
Ivi’s corner:
E anche questa piccola avventura
è giunta al
termine.
Alcune di voi avevano fiutato bene:
Matt è gay, ma...
poteva dirlo subito, insomma!!!
Grazie di cuore a chi ha intrapreso
questo piccolo
viaggio con me!
Al prossimo! (sì,
è una minaccia! xD )
Special thanks: Rachi nocciolina
betatrice e Potti MagicBannerGirl
(nuovo termine da coniare u.u)
Au revoir mes amis :-*
Ivi87
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