There is need of the Winchesters - CAPITOLO 16
Titolo: There is need of the Winchesters
Beta: Luthien (si ringrazia anche Gellie per alcuni consigli, tra cui il titolo - grazie mille ad entrambe per il vostro lavoro)
Fandom: Teen Wolf/Supernatural
Personaggi: da Supernatural (Sam e Dean)
da Teen Wolf (Stiles, Derek e Scott principalmente, ma un po' tutti, insomma)
Pairing: Stiles/Derek
Rating: Giallo
Genere: Mistero, Sentimentale, Comico
Note e avvertimenti:
- Crossover
- What if? (Ci sono delle discrepanze con la serie, alcune cose che ho
preferito ignorare o su cui non concentrarmi: ho tralasciato
l'oscurità di cui parlava Deaton, si sa che Lydia è una
Banshee, ma non ho voluto approfondire. Comunque, in linea di massima,
seguo il canon).
Note dell'autrice:
- Capitolo: 16/16 (3315 words)
- Ambientato a Beacon Hills, circa sei mesi dopo la fine della 3x12
There is need of the Winchesters
16
Si
erano presentati poco prima del tramonto, proprio come riferiva il
messaggio lasciato sulla porta della sua casa. Era ancora lì,
vergato con vernice rossa.
Derek
e l'intero branco si erano divisi, coprendo una superficie più
grande del territorio circostante, ma non abbastanza per non riuscire
ad accorrere in caso qualcuno necessitasse di aiuto.
Una
leggera brezza si alzò e il cielo si coprì rapidamente di
nuvoloni scuri, grondanti di pioggia. Questo non avrebbe aiutato la
visibilità.
Sam
e Dean si presentarono, anche se in ritardo, ma Derek aveva temuto che
nemmeno si sarebbero fatti vedere, quindi era già qualcosa.
«Scusate, abbiamo avuto qualche problema» disse Sam.
Dean
si guardò in giro, soffermando i propri occhi sui punti dove il
branco aveva preso posizione. «Vedo che non ci siamo persi
molto.»
Era un cerotto quello che aveva sul suo collo? Si chiese Derek, osservandolo.
Non aveva idea di cosa i due cacciatori avessero combinato prima di raggiungerli, ma nemmeno gli interessava.
«Tutto bene?» chiese Scott, invece.
«Sì, un piccolo problema con un demone, ma abbiamo risolto» spiegò Sam.
Esistevano
anche cose come quelle? Non ne aveva mai sentito parlare. Si
domandò se Peter, che, doveva ammettere, era più
informato di lui, ne fosse a conoscenza.
Scott
pose qualche altra domanda, sinceramente interessato, che Derek
ascoltò distrattamente. Poi Dean e Sam vennero aggiornati
riguardo il messaggio e su come si fossero disposti.
Ora si trattava solo di aspettare.
L'attesa
fu abbastanza lunga, l'aria diventava sempre più tesa e pesante
ogni minuto che passava. Tutti si aspettavano che stesse per succedere
qualcosa, ma non si aveva idea di quanto sarebbe stato difficile
affrontare qualunque cosa si fosse presentata.
Quando
il sole scomparve completamente, il cielo era ormai scuro e
cominciavano a cadere gocce di pioggia e Derek pensò che l'Alpha
li stesse solo prendendo in giro.
Infine, la trappola scattò, cogliendoli di sorpresa e fu doloroso.
La
terra esplose in più punti, all'improvviso e tutti insieme; il
giardino di proprietà della sua famiglia fu sconvolto da fuoco e
fumo.
Derek
fu fortunato e quella prima ondata lo mancò, ma non tutti lo
furono altrettanto. Quando il fumo si diradò, vide che Isaac
aveva tratto in salvo Allison, ma si era ustionato la parte sinistra
del corpo e una porzione della schiena. Poi sentì i gemiti di
dolore dei gemelli. Non li avrebbe mai perdonati per il ruolo che
avevano avuto nella morte di Boyd, ma non voleva che morissero. Non
poteva vederli, però, perché fuori dalla visuale del
punto in cui si trovava e non osava ancora muoversi, in attesa di un
secondo attacco.
Scott
dov'era? Si guardò intorno, alla sua ricerca. Qualcosa gli
diceva che non era ancora finita. Lo vide poco più lontano, in
compagnia dei due cacciatori, trasformato e furioso. Anche gli altri
due erano in difficoltà, visto che avevano un nemico non
presente fisicamente e che agiva con mezzucci quali bombe esplosive.
E
frecce, si corresse, quando una di esse si conficcò nel suo
fianco, per metà. La strappò via immediatamente, con un
gemito, mentre il sangue cominciava a fuoriuscire dalla ferita.
«Attenzione!» gridò e le sue parole servirono a
qualcosa, perché Scott riuscì a frenare una freccia
diretta alla testa di Sam.
«Allontaniamoci da qui» fece Dean e gli illesi aiutarono gli altri a spostarsi dalla zona pericolosa.
Derek
rimase immobile e, alla terza freccia scoccata, capì da che
punto provenivano - un albero cavo – e disinnescò la
trappola, frantumando la balestra ai suoi piedi.
Era chiaro che nessun Alpha si sarebbe presentato quel giorno ed era evidente che non volesse giocare pulito.
Improvvisamente,
sentì il telefono squillare. Rispose con un po' d'affanno,
mentre sentiva la ferita al fianco bruciare. «Stiles?» Il
suo nome era comparso sullo schermo.
«È Peter! È lui l'Al...» La telefonata s'interruppe bruscamente.
«Stiles!»
gridò, sebbene l'altro non potesse più sentirlo.
Provò a richiamarlo, ma rispose la segreteria telefonica.
Peter,
dannazione! Si sentiva furioso, tradito da suo zio, il poco che
rimaneva della sua famiglia, un'altra volta. Non è che avesse
esattamente cominciato a fidarsi di lui, ma aveva pensato si fosse
calmato, dopo aver chiuso con la vendetta contro Kate Argent e i suoi
complici. Era stato un errore permettergli di circolare, ora Stiles e
tutte le persone che Peter aveva ucciso ne stavano pagando le
conseguenze.
Erano stati degli stupidi ed era arrivato il momento di rimediare.
Stiles era in pericolo,
si rese conto in quel momento e il pensiero lo spaventò. Doveva
fare qualcosa, non c'era tempo da perdere, ogni secondo era prezioso.
Ignorò il dolore al fianco, i richiami delle persone presenti
che avevano notato che qualcosa non andava e si precipitò alla
sua Camaro.
Guidò
più velocemente che poté, ignorando la pioggia e il
traffico, mentre intanto metteva gli altri al corrente di cosa stesse
succedendo e chiedendo rinforzi. Non ne aveva la certezza, ma sapeva
dove andare: a casa di Peter. Se conosceva abbastanza Stiles – e,
dannazione, avrebbe legato quell'idiota al letto se avesse saputo che
sarebbe andato da Peter per farsi uccidere – immaginava che
dovesse aver capito qualcosa e aver cercato qualche prova, mettendosi
poi in pericolo.
Sperava solo di arrivare in tempo. Non poteva permettere che anche lui si facesse del male – che morisse –, sarebbe stata la goccia, non si sarebbe più ripreso.
Sospirò ed accelerò ancora. Doveva solo fare in tempo.
***
Si erano spostati in soggiorno, ma la spaziosa stanza sembrava lo stesso piccola, priva di fuga.
«Sai,
Stiles, avrei voluto fosse qualcun altro, magari Allison, o Isaac, o
l'adorabile Melissa. Questa volta, la tua intelligenza ti si è
rivolta contro.»
Stiles
deglutì e si ritrasse, mentre si guardava con discrezione
intorno alla ricerca di qualcosa che potesse funzionare contro un lupo
mannaro.
«Sarei
ancora disposto a concederti i benefici del morso, sai, Stiles? Ti
farei partecipare alla mia crociata e non sarei costretto a vedere
tutto questo potenziale sprecato.» Le zanne di Peter vennero
sguainate e lo sguardo luccicò di rosso, rosso come il sangue.
Aveva visto prima gli occhi di un Alpha, ma quelli di Peter erano
diversi, più minacciosi, più crudeli.
«Tu
sei pazzo!» esclamò Stiles. Una piccola parte di
sé, però, la stessa che non comprendeva se l'offerta
fosse seria o no, era anche sorprendentemente attratta e lusingata
dalle parole di Peter. Non che avrebbe mai accettato, ovviamente.
Peter
scrollò le spalle. «Così dicono.» Si
avvicinò di un altro passo, apparendo ancora più
minaccioso. «Non sono uno di quei cattivi idioti che perde tempo
a raccontare la propria storia strappalacrime, mentre la damigella in
pericolo attende la cavalleria.»
Stiles tentò di mantenere la calma, Peter poteva fiutare la sua paura. «Non sono la damigella in pericolo.»
Peter sorrise. «No, è vero. Vali più di così.»
Derek
aveva ricevuto la sua telefonata, sarebbe arrivato prima o poi, doveva
solo guadagnare tempo, magari cercare e trovare una via di fuga, nel
frattempo.
«Tu
non avrai bisogno di raccontare, ma io voglio capire. Annette era una
cacciatrice, perché lavorava con te? E perché poi l'hai
uccisa?» chiese, ponendo le prime domande che gli venivano in
mente.
«Sei intelligente, Stiles, te l'ho già detto – sei a caccia di complimenti, oggi? -, arrivaci da solo.»
In
realtà, era vero, lo immaginava, proprio come Peter aveva detto.
Mentre era alla ricerca della prova finale, aveva riflettuto e messo
insieme i vari pezzi.
Il
piano lo avevano avuto chiaro fin dall'inizio ed era arrivare a Scott.
Peter, dopo la sua resurrezione, si era avvicinato a loro lentamente.
Continuava ad essere se stesso ed erano a conoscenza che agisse solo
per il suo interesse, ma avevano abbassato la guardia, non vedendolo
più come una minaccia. Stiles si chiese se avesse complottato
contro di loro fin dall'inizio, lui pensava di sì. Aveva
organizzato tutto nei minimi dettagli, manovrato Annette, sfruttando il
fatto che fosse in collera con il padre e facendo leva sul suo passato
da cacciatrice. Secondo Stiles, era probabile che lei avesse qualche
potere speciale – la nebbia doveva averla causata lei – e
il padre cacciatore non doveva averle dato la sua approvazione. In ogni
caso, non era tanto importanti i motivi per cui Annette si era alleata
a Peter, ma il fatto che lui l'aveva usata e poi uccisa quando non
serviva più o era diventata un problema. Poi, aveva finto di
aiutarli, depistandoli, dando loro falsi indizi e fingendo per tutto il
tempo. Non esisteva il piano perfetto e nemmeno questo lo era stato.
Erano riusciti a liberare Isaac e il branco era stato più unito
di quanto Peter dovesse aver sperato, che era stato vicino a Scott
anche nel momento difficile. Stiles si sentì in colpa per essere
ora praticamente d'intralcio. Se avesse capito tutto questo prima, non
si sarebbe fatto catturare, mettendo gli altri in una posizione di
svantaggio.
Peter
guardò l'orologio con fare nervoso. «Ma non qui»
precisò e si avvicinò ancora, agguantando Stiles per un
braccio.
Lui fece resistenza, ma la presa di un lupo mannaro, un Alpha, era nettamente più salda e forte della sua.
«Vuoi parlare? Parla, ma intanto cammina.»
«Non
mi uccidi subito?» chiese Stiles, deglutendo, mentre Peter lo
trascinava fuori dall'appartamento. «Non che lo stia
suggerendo.»
«Alla
fine... sì. Al momento, ti userò come garanzia, in caso
il tuo richiamo abbia sortito qualche effetto, ma poi... sei l'arma
perfetta per sconfiggere Scott, la tua morte lo distruggerebbe.»
«Perché?
Perché lo vuoi distruggere?» Ne aveva un'idea, ma voleva
davvero uscire vivo da lì e distrarlo era la sua opzione
migliore, al momento.
«Per
il potere! Perché siete tutti così sorpresi? Derek,
Scott, Laura. Tutti che lo hanno ottenuto senza goderne appieno, senza
meritarselo. Mi sono liberato di Laura e Derek ha dato via la sua forza
per salvare Cora, ma Scott... Scott è un'altra storia. Il mio
primo beta si è rivelato il True Alpha, non trovi quanto questo
sia ingiusto? È il caso di rimettere a posto le cose.»
Stiles
non sapeva che cosa avesse innescato la miccia, forse l'incendio, forse
molto prima o non c'era mai stata speranza, ma l'invidia, la gelosia e
la rabbia avevano definitivamente distrutto quell'uomo. Per ottenere
quello che voleva, sapeva che non si sarebbe fermato davanti a niente e
questa era la cosa più spaventosa: non aveva rimpianti.
Uscirono
dall'elegante edificio in cui si trovava l'appartamento di Peter e
giunsero in strada. Notò che nel tempo che era trascorso da
quando era arrivato all'appartamento, aveva cominciato a piovere.
«La
tua macchina?» chiese Peter con impazienza. Guardava nervosamente
a destra e a sinistra, temendo l'arrivo di Scott e gli altri, magari
anche i cacciatori.
In
effetti, se non era riuscito a sconfiggere il solo Scott in uno scontro
aperto, non poteva avere possibilità con un gruppo più
numeroso.
Approfittando
del fatto che gli stesse prestando attenzione, Stiles prese il taser
che si era portato appresso. Non era molto, ma ora che si trovavano in
uno spazio aperto, benché poco frequentato, sperava fosse
sufficiente a fargli guadagnare qualche minuto.
Rivolse il taser contro il collo di Peter, il quale ringhiò e si accasciò a terra.
Stiles non perse altro tempo e si allontanò correndo.
La
sua fuga ebbe vita breve. Dopo meno di cinquanta metri, venne raggiunto
di nuovo e Peter riuscì a fargli perdere l'equilibrio e farlo
cadere riverso sul terreno.
I
suoi jeans si riempirono di polvere e fango, si sbucciò i palmi
delle mani e avrebbe potuto giurare che l'indomani avrebbe trovato
lividi viola in più punti.
Se fosse stato vivo, il giorno dopo.
Provò
ad usare di nuovo il taser, ma Peter non glielo permise,
scaraventandoglielo di lato, un po' come aveva fatto per il suo
cellulare.
Peter
non poté fare altro, perché Derek arrivò in quel
momento, allontanando il lupo mannaro da Stiles. Derek gli rivolse
un'occhiata. «Stai bene, Stiles?»
«La
mia testa è ancora attaccata al collo, quindi direi di
sì.» C'era solo Derek. Perché c'era solo lui?
«Un
unico cavaliere sul cavallo bianco? Così è troppo facile.
Gli altri sono saltati in aria?» Peter sembrò sollevato e
nemmeno troppo sorpreso di vedere solo Derek.
Stiles si preoccupò, chiedendosi cosa avessero trovato all'appuntamento a casa Hale, al posto di Peter.
«Non contarci» disse Derek e si avventò minaccioso su Peter.
Stiles
arretrò di un paio di metri, muovendosi come un gambero, non
riuscendo a staccare lo sguardo dalla lotta che stava avvenendo a poca
distanza da lui.
Peter
si trasformò in lupo e assistere alla procedura fu più
impressionante del vedere il lupo deformato come risultato finale.
Non
era l'unico problema. Derek pareva in difficoltà e Peter
insisteva a concentrarsi a colpire un punto sul fianco, un punto sul
quale andava ad allargarsi una macchia di sangue.
Eppure, Derek non cedeva, continuando a combattere senza fermarsi o arrendersi.
Stiles
si alzò in piedi. Ci doveva essere qualcosa che potesse fare.
Però, anche se avesse trovato un bastone, ricordava che fine
avesse fatto la sua mazza da baseball, frantumata in mille pezzi dai
gemelli Alpha.
Improvvisamente, sentì lo sgommare di una moto e si voltò a vedere cosa succedeva.
Sorrise,
riconoscendo Scott. Il suo migliore amico scese dalla moto ancora in
movimento, lasciando che si ribaltasse su di un fianco e corse ad
aiutare Derek.
Un attimo dopo, fece il suo arrivo anche l'Impala di Dean e Sam, con entrambi i fratelli a bordo.
Anche
Stiles si fece avanti, aiutando un malconcio Derek ad allontanarsi
dalla zona calda. Quando notò che stesse per accasciarsi, lo
frenò prima che cadesse a terra e gli avvolse il braccio intorno
alle spalle. «Stai bene?»
«Sì, sì, va tutto bene, sto bene» rispose l'altro, che più che sofferente, sembrava stanco.
Stiles
lo aiutò facendolo sedere e gli controllò il corpo alla
ricerca di ferite. Le poche che aveva non erano gravi e si stavano
già rimarginando completamente, compresa quella al fianco.
Lentamente, anche il respiro si regolarizzò.
«Sto bene, Stiles, non preoccuparti.»
Se
voleva preoccuparsi, si preoccupava. Derek si metteva in pericolo e lui
doveva far finta di nulla, eh, no! «Oh, sta zitto! Mi preoccupo,
non dirmi di non preoccuparmi» replicò, arrabbiandosi. Si
spinse in avanti e lo baciò.
Finalmente.
Ci avevano girato intorno dal loro primo bacio e non aveva aiutato il
fatto che fossero stati interrotti più volte o che ci fosse
sempre qualcosa di più importante a cui pensare. In quel
momento, però, non importava. La battaglia era finita, l'Alpha
era stato scoperto, Stiles poteva tirare il fiato e godersi il momento
che tanto aveva agognato.
Quando
Derek non rispose, Stiles si tirò indietro, temendo di aver
frainteso i segnali. Oddio, che fosse stato solo un caso che l'altro
l'avesse baciato, si era trattato solo di un modo per zittirlo?
Si
fissarono negli occhi, li distanziavano ancora pochi centimetri di
distanza, poi Derek avvolse le mani attorno al suo viso e unì di
nuovo le loro labbra.
Era come se Derek si fosse preso un momento per riflettere, per poi gettare al vento qualsiasi motivo lo spingesse a non osare. Per fortuna.
Stiles
si perse in quel bacio, quasi dimenticandosi di dove si trovasse e cosa
stesse succedendo qualche metro più in là.
Si
aggrappò alla maglietta di Derek con una mano e l'altra
l'appoggiò sulla spalla, avvicinandosi un po' di più e
facendo scontrare i loro corpi.
Al secondo tentativo, poteva confermare che le labbra di Derek erano morbide come gli erano sembrate la prima volta.
Non
avrebbe più voluto staccarsi, fregandosene del fatto che
avessero scelto il momento peggiore in assoluto per baciarsi.
Oddio, si stavano baciando. Era ancora un pensiero incredibile, ma non avrebbe potuto esserne più felice.
Dopo un tempo non definito, si separarono.
Stiles lo fissò, con il fiato corto. «Grazie. Di avermi salvato, insomma.»
Derek annuì con il capo. Continuava ad essere una persona di poche parole.
Stiles
si passò una mano tra i capelli, con fare nervoso. «Beacon
Hills ha bisogno di te, sai» buttò lì.
Un sorriso addolcì i lineamenti dell'altro. «Resterò, l'avevo già deciso.»
Ricambiò
il sorriso, poi si decise a concentrarsi su quello che riguardava il
vero motivo per cui erano lì, in quel parcheggio vuoto.
Si
girò e vide Peter a terra, con Scott che torreggiava su di lui e
i cacciatori che gli puntavano le armi addosso. Respirava, quindi
doveva essere ancora vivo, svenuto forse.
Aveva anche ripreso la forma umana.
Scott
si precipitò verso di loro, mentre Dean e Sam caricavano Peter
in macchina, sul retro. Probabilmente volevano ucciderlo da un'altra
parte, non si faceva illusioni su questo, ed erano già stati
abbastanza fortunati da non aver attirato l'intero centro cittadino con
il casino dovuto allo scontro.
«Ragazzi, state bene?» chiese Scott, apprensivo.
«Oh,
eccome!» esclamò Derek, con un tono strano. Si alzò
in piedi e si scrollò con nonchalance la polvere dai pantaloni,
gesto che fece ridacchiare Stiles e assumere un'espressione ebete.
Scott pareva confuso. «Mi sono perso qualcosa?»
«Capelli
sconvolti, bocche tumefatte... state insieme?» chiese Dean,
sorpreso, poi fissò in lontananza, come se stesse pensando a
qualcosa o qualcuno in particolare. Sam guardò suo fratello e sembrava che stesse facendo fatica a trattenere una risata.
«Si
potrebbe anche dire così» rispose Stiles, mentre Derek
rimaneva in silenzio – tanto per cambiare – e guardava con
interesse l'asfalto ai suoi piedi.
«Ehm, okay. Se siete contenti voi, lo sono anch'io» disse Scott.
«Grazie,
amico» replicò lui, battendogli una mano sulla spalla. Poi
si fece serio, perché c'era ancora qualcosa che non capiva.
«Allison, Isaac dove sono? Cos'è successo
all'appuntamento?»
Gli
altri risposero alle sue domande, raccontandogli delle esplosioni e
delle frecce, di come Isaac e i gemelli fossero rimasti feriti e di
come Allison si stesse prendendo cura di loro. Nulla di grave,
comunque, si sarebbero ripresi presto.
«La vostra automobile è aperta!» esclamò Derek in quel momento, riferendosi all'Impala di Dean e Sam.
«Cosa?!» disse il primo, mentre si voltavano entrambi.
Effettivamente,
la portiera dei sedili posteriori era spalancata e l'abitacolo vuoto.
Peter li aveva fregati di nuovo ed era scomparso.
***
Dean e Sam si trovavano nel parcheggio del motel insieme a Scott, Derek
e Stiles. Avevano già salutato Peeta e sua nonna – Dean
era contento che fossero riusciti a salvarli entrambi – e ora si
sarebbe rimesso in marcia con suo fratello.
Peter
se n'era andato, forse aveva cercato il mezzo più veloce per
sparire ed aveva lasciato la città da un pezzo.
Non
importava, lui e Sam non gli avrebbero permesso di fuggire a lungo, lo
avrebbero trovato, prima o poi, e avrebbero chiuso qualche conto.
Sam
rivelò a Scott e gli altri i loro progetti, mentre Dean si
rivolse a Derek: «Conosci qualche persona da cui potrebbe
rifugiarsi?»
L'altro
ci pensò su e alla fine scosse il capo. «Non che io
sappia. L'unico altro nostro parente in vita è mia sorella Cora
e non andrebbe mai da lei.»
«Non importa, lo rintracceremo in ogni caso.» Dean fatica a perdonarsi di essersi fatto giocare come un pivello.
«Lasciate la città, allora?» chiese Scott.
Dean
sollevò le spalle. «Il nostro lavoro qui è finito.
C'è bisogno dei Winchester... da qualche altra parte.»
«C'è molto altro là fuori? Con cosa avete avuto a che fare?» chiese Stiles, scalpitante.
Dean poteva immaginarlo fare ricerche sul suo portatile, un po' come suo fratello.
«Più di quanto potresti immaginare» disse Sam con un sorriso, senza approfondire.
In
realtà, c'era davvero poco da scherzare. Aveva avuto a che fare
con mostri che ancora gli davano i brividi. Per il disgusto, per lo
più.
«Ora
è meglio che andiamo. Fate i bravi e non sentirete più
parlare di noi.» Parlò con tono amichevole, ormai aveva
accettato che il branco di Scott fosse formato da bravi ragazzi e non
importava se ululavano alla luna, di tanto in tanto. Da quando Scott
aveva salvato suo fratello, si era pentito di aver sospettato di loro e
di non aver avuto fiducia. Esistevano anche mostri buoni e loro lo
erano.
Si salutarono, poi Dean e Sam si allontanarono a bordo della loro Impala.
Era
convinto che Beacon Hills avrebbe avuto di nuovo problemi con il
soprannaturale, come se fosse inevitabile, ma non c'era molto di cui
preoccuparsi. Quella città aveva davvero qualcuno che si
preoccupava per essa e li stava guardando in quel momento, attraverso
lo specchietto retrovisore.
Sorrise e premette il piede sull'acceleratore.
[... the end.]
Spazio Autrice:
Siamo arrivati alla fine di questa storia. Da autrice, mi sento molto,
molto triste. Cominciai a scriverla a settembre 2013, terminandola solo
sei mesi dopo, con i quattro mesi di pubblicazione, è quasi un
anno che sto dietro a questa storia. Ci sono molto affezionata e, anche
se mi rendo conto che ci sono cose che avrei potuto fare meglio,
prendere decisioni diverse, tengo a questa storia così
com'è e mi auguro che a voi sia piaciuta. Qualsiasi commento in
proposito è ben accetto.
Il finale era stato deciso quasi immediatamente e sono contenta di come
alla fine sia uscito, perché ho inserito tutto quello che avevo
preventivato.
Gli Sterek hanno il loro momento e finiscono insieme, ma non volevo
mettere dichiarazioni varie perché mi sembrava fuoriluogo e
troppo presto. Qualcosa provano e prima o poi se lo diranno, ma ora
sono felici così, diciamo. XD
Il crossover si conclude con la vittoria su Peter (che però
riesce a fuggire e non muore) e con i due team che si separano da...
amici, quasi. Hanno avuto il loro incontro in questa storia e ora
ritornano alle rispettive vite.
Dicevo... Peter non muore. Il cattivo non trionfa, ma non viene nemmeno
sconfitto. Mi sembrava una fine molto da... Peter, ecco (e poi lo amo,
quindi non ci tenevo a fargli fare una brutta fine. XD).
Grazie per avermi seguito per tutti e i sedici capitoli. Ora la
sottoscritta sta lavorando ad una nuova long su Teen Wolf (ancora
Sterek, ovviamente!), ma è un lavoro lungo e complesso (e io
sono solo all'ottavo capitolo!), quindi non ho idea di quando
verrà postata. Spero che questa estate e le future ferie mi
permettano di lavorarci come si deve.
Grazie ancora. :)
Ilaria
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