Una seconda possibilità
capitolo 7 - L'ora di agire
Oddio non ho parole
veramente non so come scusarmi per tale ritardo. Scusatemi ragazze
veramente non volevo è solamente che dall'8 luglio che manco e sono
tornata ieri. Sfortunatamente a causa di gravi problemi familiari non ho
avuto ne il tempo ne la possibilità di aggiornare me ne scuso. Non
pretendo che ora voi ritorniate a commentarmi o a seguirmi. Vi lascio al
capitolo dicendo solo che sarò immensamente felice se tutto tornerà come
prima ma se caso mai così non sarà fa nulla riconosco la mia immensa
colpa. Scusatemi e ora vi lascio al 7 capitolo : Ora di agire
- Edward ? - una voce matura, e un
tocco leggero sulla porta mi distraerono
dalla mia lettura.
- Si Carlisle ? - dissi chiudendo
il libro con un sospiro. Il vampiro mi venne incontro e si sedette sul
divano a fanco a me. Cercai il telecomando dell’impianto stereo e fermai
le melodia di Debussy.
- Edward cosa ha detto Bella ? -
chiese in ansia. Era nervoso si vedeva.
- Ha detto che per lei va bene, ma
è spaventata di non riuscir a sopportare la sete e fare, beh tu sai
cosa...- dissi abbassando lo sguardo. Carlisle sospirò.
- Edward, dovremo inscenare
qualcosa lo sai varo ? - chiese fissandomi. Topazio determinato contro
Topazio confuso.
- In che senso Carl. ? - Chiesi.
Davvero ero così stupido da Non capire era davvero diventato
tutto fin troppo scontato per me ?
Il vampiro sospirò, ancora. Quella
giornata per lui era piena di sospiri ma non di sollievo.
- Edward Bella non potrà andare in
giro subito. Come nasconderemo la sua assenza ? - capii. Mi bastò lo
sguardo di Carlisle per capirlo. Non dovetti manco leggergli i pensieri.
Bella doveva essere finta morta.
Dovevo ancora una volta vedere il suo funerale.
- Edward. - mi chiamò mio padre.
- Sto bene - mentii. Ero un buon
mentitore, ma in quel caso non ingannai nessuno.
Il mio cuore fermo era sanguinante
nonostante tutto. Io dolevo. Dolevo per lei. Come un lampo un flashback
percorse la mia mente.
FlashBack.
- Jake mi dispiace tanto.- un
uomo vecchio e su una sedia a rotelle diede una pacca sulla spalla al
giovane inginocchiato al suolo con il volto rigato dalle lacrime.
- Charlie come sta – singhiozzò
il ragazzo.
- è distrutto. – sospirò lieve
l’anziano.
- se almeno avessero trovato il
corpo. – piagnucolò ancora il licantropo.
Un sussulto. Un mio sussulto. Il
corpo. Se avessero trovato il corpo. Sapevo a chi si riferivano. Lo
sapevo. Non lei. Lei non poteva…essere…morta.
Quando tutti se ne andarono mi
sporsi in avanti lasciando il mio nascondiglio. Indugiai per momenti
fino a quando con convinzione mi avvicinai all’ovulo sul quale c’era una
foto di una ragazza sorridente. Accarezzai le lettere in rilevo e
riconobbi le forme. La i, la s, la a, b, e, l, l, a, s, w, a, n. Un
sussulto, un singhiozzo. Nessuna lacrima e il nome composto da quelle
lettere che riecheggiava nella mia mente. Isabella Swan.
Fine FlashBack
Mi riscossi dal mio momento
d’assenza e tornai a fissare il capofamiglia,
- Edward sappiamo cosa tu abbia
passato quando, beh, si sai hai visto, i suo…- disse cautamente.
Con ancora gli occhi persi nel
vuoto annuii.
- Pensa che questa volta sarà solo
un inscenata – mi consolò abbozzando un sorriso. Ma io non rispondevo
ero assente perso nei miei pensieri occupati dalle immagini di quel
giorno.
I giorni scorrevano lenti e io allo
scadere di ognuno di essi perdevo un briciolo di me al pensiero che
Bella si potesse nutrire di umani. Improvvisamente li silenzio di casa
Cullen fu interrotto dal campanello. Bella era fuori alla mia porta con
le labbra tese in un sorriso raggiante e gli occhi chiusi.
- Ciao Edward ! – esclamò frizzante
senza aprire gli occhi.
- Bella ? – la chiamai con tono
interrogativo e inarcai un sopracciglio confuso.
- Si Edward – rispose allegra
molleggiando lievemente sulle punte.
- Bella perché hai gli occhi chiusi
? – chiesi con un sospiro.
- Potresti sorprenderti – disse con
un sorriso. Capii. Non voleva che io vedessi i suoi occhi dannatamente
rossi.
- Bella…- iniziai chiamandola ma
poi feci una pausa dove raccolsi il mio coraggio- Non devi preoccuparti
degli occhi ro…- non finii la frase perché lentamente schiuse gli occhi.
Rimasi a bocca aperta. Quando i suoi occhi furono aperti vidi il loro
colore. Caramello.
- Ho deciso Edward. – disse
sprizzando felicità da tutti i pori – mi nutrirò di sangue animale e
quando sarò pronta uscirò di casa ! – esclamò determinata.
Mi fiondai su di lei abbracciandola
fortemente senza timori di stritolarla. Catturai le sue labbra avido di
lei. Mi muovevo su quelle piccole labbra deciso e la presi in braccio
correndo velocissimo nella mia stanza. Senza accortezze la lasciai
cadere sul divano e mi fiondai su di lei senza indugi. Le mie mani
riprendevano confidenza con il suo volto con il suo corpo maturato e
perfezionato durante la trasformazione. Bella rideva lievemente durante
le piccole pause che le concedevo. Era felice e lo ero anch’io. Con
quelle frasi Bella mi rese felice. La riconobbi. Rividi la mia
Bella. Incominciai a sbottonarle i primi bottoni della camicetta e lei
sussultò sotto al mio corpo che la schiacciava. Tuttavia mi lasciò fare.
Continuai fino a toglierla e quando stavo per toglierle il reggiseno
sembrò rinvenire e mi fermò.
- Edward – disse in un sussurro. Ma
non mi fermai. Anzi continuai più deciso.
- Edward – riprovò con più forza e
li incominciai a tentennare.
- Edward – disse un ultima volta e
io finalmente mi staccai da lei.
- Scusa…- dissi mortificato.
- No non scusarti Edward- rispose
sorridendomi.- E solo che non ho un bel ricordo dell’ultima volta e
vorrei che non accadesse così per caso voglio fare le cose per bene –
disse guardandomi di sottecchi le sorrisi e la baciai a stampo finendo
così quella serata.
Dopo una settimana decidemmo che
oramai era momento d’agire. Eravamo tutti seduti in salotto.
Alice era fra le braccia di Jasper
che fissava la poltrona vuota dove poco tempo dopo si sarebbe dovuto
sedere Carlisle. Emmet e Rosalie invece erano seduti sulle scale. Emmet
stringeva da qualche scalino più in altro la bionda cingendole la vita.
Esme invece era seduta vicino a Bella e le accarezzava i capelli con
fare affettuoso mentre lei singhiozzava impaurita. Io invece andavo su e
giù per la stanza sbuffando di continuo. Ero teso, anzi, tesissimo.
Carlisle rientrò da lavoro e si
sedette sulla poltrona vuota dopo aver appoggiato la sua 24’ore e aver
appeso l’impermeabile nell’entrata.
- Buona sera ragazzi. – disse con
un sorriso.
- ciao Carl. – dicemmo tutti all’insuono.
- Allora ragazzi come sapete è ora
d’agire. – iniziò mio padre. – Jasper, Emmet – li chiamò rivoglendogli
uno sguardo. Loro annuirono. – Andate all’obitorio e cercate un corpo
simile a quello di Bella. – ordinò a loro.
- Rosalie –chiamò quest’ultima
rivolgendole uno sguardo e lei annuì – tu avrai il compito di
manomettere l’auto di bella. – Rosalie annuì e velocemente sparì.
- Esme – disse guardando dolcemente
la coniuge. – Prepara una stanza per Bella – e rivolse un sorriso alla
mia amata.
- Alice – chiamò e sorrise anche a
lei – Va a prendere gli effetti personali di Bella. – e anche Alice
sparì dopo aver sussurrato “si” a Carl.
- Edward, Bella – ci chiamò
sorridendo.
- Andate a caccia – ed ebbi un
sussulto.
Era arrivato il momento.
Era arrivato
Ora, avrei visto la mia Bella
Predatrice.
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