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Autore: Mew_Chicca    26/08/2008    6 recensioni
Non avevo mai visto la mia bella così dura e questo mi spiazzò. Corsi via dopo il suo rifiuto senza una meta. Sono passati 400 anni da quando l'ho persa e non riesco a credere ai miei occhi ora che con le sue guance tinte di un lieve rossore viene presentata dal professore alla classe come nuova alunna -Questa storia riprende da quando Edward e bella si sono lasciati con la sola differenza che Bella non si butta dallo scoglio ed Edward non è tornato fino a quando dopo ben tre anni non riuscendo a vivere senza di lei le chiede perdono. Lei pultroppo non lo accetta e lui distrutto la lascia vivere.Dopo ben 400 anni Edward rivede una persona defunta da tempo e ciò lo porterà quasi ad impazzire. Il destino gli ha concesso una seconda possibilità.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una seconda possibilità

capitolo 7 - L'ora di agire

Oddio non ho parole veramente non so come scusarmi per tale ritardo. Scusatemi ragazze veramente non volevo è solamente che dall'8 luglio che manco e sono tornata ieri. Sfortunatamente a causa di gravi problemi familiari non ho avuto ne il tempo ne la possibilità di aggiornare me ne scuso. Non pretendo che ora voi ritorniate a commentarmi o a seguirmi. Vi lascio al capitolo dicendo solo che sarò immensamente felice se tutto tornerà come prima ma se caso mai così non sarà fa nulla riconosco la mia immensa colpa. Scusatemi e ora vi lascio al 7 capitolo : Ora di agire

- Edward ? - una voce matura, e un tocco leggero sulla porta mi distraerono

dalla mia lettura.

- Si Carlisle ? - dissi chiudendo il libro con un sospiro. Il vampiro mi venne incontro e si sedette sul divano a fanco a me. Cercai il telecomando dell’impianto stereo e fermai le melodia di Debussy.

- Edward cosa ha detto Bella ? - chiese in ansia. Era nervoso si vedeva.

- Ha detto che per lei va bene, ma è spaventata di non riuscir a sopportare la sete e fare, beh tu sai cosa...- dissi abbassando lo sguardo. Carlisle sospirò.

- Edward, dovremo inscenare qualcosa lo sai varo ? - chiese fissandomi. Topazio determinato contro Topazio confuso.

- In che senso Carl. ? - Chiesi. Davvero ero così stupido da Non capire era davvero diventato tutto fin troppo scontato per me ?

Il vampiro sospirò, ancora. Quella giornata per lui era piena di sospiri ma non di sollievo.

- Edward Bella non potrà andare in giro subito. Come nasconderemo la sua assenza ? - capii. Mi bastò lo sguardo di Carlisle per capirlo. Non dovetti manco leggergli i pensieri.

Bella doveva essere finta morta. Dovevo ancora una volta vedere il suo funerale.

- Edward. - mi chiamò mio padre.

- Sto bene - mentii. Ero un buon mentitore, ma in quel caso non ingannai nessuno.

Il mio cuore fermo era sanguinante nonostante tutto. Io dolevo. Dolevo per lei. Come un lampo un flashback percorse la mia mente.

FlashBack.

- Jake mi dispiace tanto.- un uomo vecchio e su una sedia a rotelle diede una pacca sulla spalla al giovane inginocchiato al suolo con il volto rigato dalle lacrime.

- Charlie come sta – singhiozzò il ragazzo.

- è distrutto. – sospirò lieve l’anziano.

- se almeno avessero trovato il corpo. – piagnucolò ancora il licantropo.

Un sussulto. Un mio sussulto. Il corpo. Se avessero trovato il corpo. Sapevo a chi si riferivano. Lo sapevo. Non lei. Lei non poteva…essere…morta.

Quando tutti se ne andarono mi sporsi in avanti lasciando il mio nascondiglio. Indugiai per momenti fino a quando con convinzione mi avvicinai all’ovulo sul quale c’era una foto di una ragazza sorridente. Accarezzai le lettere in rilevo e riconobbi le forme. La i, la s, la a, b, e, l, l, a, s, w, a, n. Un sussulto, un singhiozzo. Nessuna lacrima e il nome composto da quelle lettere che riecheggiava nella mia mente. Isabella Swan.

Fine FlashBack

Mi riscossi dal mio momento d’assenza e tornai a fissare il capofamiglia,

- Edward sappiamo cosa tu abbia passato quando, beh, si sai hai visto, i suo…- disse cautamente.

Con ancora gli occhi persi nel vuoto annuii.

- Pensa che questa volta sarà solo un inscenata – mi consolò abbozzando un sorriso. Ma io non rispondevo ero assente perso nei miei pensieri occupati dalle immagini di quel giorno.

I giorni scorrevano lenti e io allo scadere di ognuno di essi perdevo un briciolo di me al pensiero che Bella si potesse nutrire di umani. Improvvisamente li silenzio di casa Cullen fu interrotto dal campanello. Bella era fuori alla mia porta con le labbra tese in un sorriso raggiante e gli occhi chiusi.

- Ciao Edward ! – esclamò frizzante senza aprire gli occhi.

- Bella ? – la chiamai con tono interrogativo e inarcai un sopracciglio confuso.

- Si Edward – rispose allegra molleggiando lievemente sulle punte.

- Bella perché hai gli occhi chiusi ? – chiesi con un sospiro.

- Potresti sorprenderti – disse con un sorriso. Capii. Non voleva che io vedessi i suoi occhi dannatamente rossi.

- Bella…- iniziai chiamandola ma poi feci una pausa dove raccolsi il mio coraggio- Non devi preoccuparti degli occhi ro…- non finii la frase perché lentamente schiuse gli occhi. Rimasi a bocca aperta. Quando i suoi occhi furono aperti vidi il loro colore. Caramello.

- Ho deciso Edward. – disse sprizzando felicità da tutti i pori – mi nutrirò di sangue animale e quando sarò pronta uscirò di casa ! – esclamò determinata.

Mi fiondai su di lei abbracciandola fortemente senza timori di stritolarla. Catturai le sue labbra avido di lei. Mi muovevo su quelle piccole labbra deciso e la presi in braccio correndo velocissimo nella mia stanza. Senza accortezze la lasciai cadere sul divano e mi fiondai su di lei senza indugi. Le mie mani riprendevano confidenza con il suo volto con il suo corpo maturato e perfezionato durante la trasformazione. Bella rideva lievemente durante le piccole pause che le concedevo. Era felice e lo ero anch’io. Con quelle frasi Bella mi rese felice. La riconobbi. Rividi la mia Bella. Incominciai a sbottonarle i primi bottoni della camicetta e lei sussultò sotto al mio corpo che la schiacciava. Tuttavia mi lasciò fare. Continuai fino a toglierla e quando stavo per toglierle il reggiseno sembrò rinvenire e mi fermò.

- Edward – disse in un sussurro. Ma non mi fermai. Anzi continuai più deciso.

- Edward – riprovò con più forza e li incominciai a tentennare.

- Edward – disse un ultima volta e io finalmente mi staccai da lei.

- Scusa…- dissi mortificato.

- No non scusarti Edward- rispose sorridendomi.- E solo che non ho un bel ricordo dell’ultima volta e vorrei che non accadesse così per caso voglio fare le cose per bene – disse guardandomi di sottecchi le sorrisi e la baciai a stampo finendo così quella serata.

Dopo una settimana decidemmo che oramai era momento d’agire. Eravamo tutti seduti in salotto.

Alice era fra le braccia di Jasper che fissava la poltrona vuota dove poco tempo dopo si sarebbe dovuto sedere Carlisle. Emmet e Rosalie invece erano seduti sulle scale. Emmet stringeva da qualche scalino più in altro la bionda cingendole la vita. Esme invece era seduta vicino a Bella e le accarezzava i capelli con fare affettuoso mentre lei singhiozzava impaurita. Io invece andavo su e giù per la stanza sbuffando di continuo. Ero teso, anzi, tesissimo.

Carlisle rientrò da lavoro e si sedette sulla poltrona vuota dopo aver appoggiato la sua 24’ore e aver appeso l’impermeabile nell’entrata.

- Buona sera ragazzi. – disse con un sorriso.

- ciao Carl. – dicemmo tutti all’insuono.

- Allora ragazzi come sapete è ora d’agire. – iniziò mio padre. – Jasper, Emmet – li chiamò rivoglendogli uno sguardo. Loro annuirono. – Andate all’obitorio e cercate un corpo simile a quello di Bella. – ordinò a loro.

- Rosalie –chiamò quest’ultima rivolgendole uno sguardo e lei annuì – tu avrai il compito di manomettere l’auto di bella. – Rosalie annuì e velocemente sparì.

- Esme – disse guardando dolcemente la coniuge. – Prepara una stanza per Bella – e rivolse un sorriso alla mia amata.

- Alice – chiamò e sorrise anche a lei – Va a prendere gli effetti personali di Bella. – e anche Alice sparì dopo aver sussurrato “si” a Carl.

- Edward, Bella – ci chiamò sorridendo.

- Andate a caccia – ed ebbi un sussulto.

Era arrivato il momento.

Era arrivato

Ora, avrei visto la mia Bella Predatrice.

  
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