Qualche istante dopo parla, senza smettere di fissare il vuoto, quasi come se
si stesse rivolgendo a sè stesso e si trovasse solo in macchina.
"E' stata senza dubbio la vigilia di Natale più inaspettata che potessi
passare"
Non so come mai ma non credo totalmente alle sue parole, possibile che per
una rockstar sia così insolito portarsi a letto la prima che incontra? Forse
sono i soliti luoghi comuni, quindi non esprimo il mio dubbio ad alta voce.
Lui si riscuote dai suoi pensieri e sposta la sua attenzione su di me "Che
hai? Hai perso la parola?"
"No...solo...mi sento un pò in imbarazzo, tutto qui" le guance mi si
infiammano
"E perchè, scusa? Ci troviamo entrambi nella stessa situazione, mi pare.
Abbiamo commesso uno sbaglio e ce ne siamo resi conto giusto in tempo"
"Quindi sei convinto al cento per cento che stavamo facendo un errore...."
dico queste parole a voce bassissima, ma sono sicura che lui mi ha sentita.
Attendo che risponda ma niente.
"Tra qualche giorno ci trasferiamo negli Stati Uniti per un tour di qualche
settimana, poi proseguiremo per il Giappone e poi di nuovo in Europa" dice per
cambiare argomento
"Sarà stressante immagino. E' il primo tour che fate così lungo?" voglio
assecondarlo.
Annuisce "Sinceramente non mi sarei aspettato di farne uno così presto,
all'inizio sembrava che la gente proprio non volesse saperne della nostra
musica, ma poi qualcosa di noi li ha colpiti"
"Io non vi ho mai visti suonare dal vivo, ma immagino che chi lo ha fatto si
sia reso conto che avete del talento"
Lui si gira incuriosito verso di me e mi domanda "Quindi tu non hai mai
sentito neanche una nostra canzone?"
"Beh, proprio nessuna no. Ho ascoltato per la prima volta Tears don't Fall
mentre venivo all'intervista"
"Ah, il nostro nuovo singolo. E cosa ne pensi?"
"Bellissima." Al momento riesco a dire solo quello, avrei un sacco di cose da
chiedergli sul testo, sulla scelta delle parole, se si tratta di un'esperienza
che ha vissuto veramente, ma mi sento frenata da qualcosa. Non so, è come se io
abbia paura di conoscere la verità che fino a poche ore prima mi incuriosiva
tantissimo.
Matt aggrotta ancora un sopracciglio e con aria interrogativa ripete
"Bellissima?"
"Sì, mi piace. Gran bel testo e bella melodia" Perchè non riesco a dire cose
meno banali?
Lui annuisce "Anche io amo il testo di quella canzone, è una delle migliori
che ho scritto fino ad ora"
Devo fargliela quella maledetta domanda, sicuramente non ne avrò più
l'occasione. Faccio un respiro profondo e chiedo "L'hai scritta dopo che ti è
successo qualcosa di particolare?"
I suoi occhi azzurri si illuminano e la sua espressione è indecifrabile,
estremamente seria però. Si passa una mano tra i capelli con un gesto che non
posso fare a meno di trovare maledettamente sexy, sembra riflettere un momento,
poi abbozza un sorriso, alza le spalle "Ti lascio immaginare quello che
vuoi"
Ecco che ritorna il suo lato irritante, lo so che lo fa apposta perchè ha
capito che sono curiosa! Cerco di prenderlo sullo scherzo "Bene, non vuoi
svelarmi le tue malefatte in campo sentimentale, ok, allora non ti faccio più
domande"
"Non sembri una vera giornalista, sai?" mi prende ancora in giro "Se fossi
stata una vera giornalista avresti insistito finchè non ti avessi detto la
verità"
"Ma questa è una normale conversazione, mica un'intervista. Riesco ancora a
tenere lavoro e vita privata separati."
Mi guarda dubbioso.
"Cosa c'è? Non mi credi?"
Continua a fissarmi con quella sua aria di scherno, arriccia anche un pò le
labbra per accentuare.
"Dai! Per chi mi hai presa?" Non posso fare a meno di ridere pronunciando
queste parole, la faccia che fa mentre gli parlo è buffissima e adorabile allo
stesso tempo e mi fa venire voglia di abbracciarlo.
Ci guardiamo per un pò negli occhi, piano piano quella sua smorfia svanisce e
torna serio "Il fatto è che non voglio rendere triste nessuno." poi continua,
come se niente fosse "Tuo padre tra quanto arriverà?"
"Uhm....vediamo, normalmente ci metterebbe circa un quarto d'ora, ma
considerando la neve ci vorrà una mezzoretta, calcolando che l'ho chiamato
cinque minuti fa, sarà qui tra poco più di venti minuti"
"Wow! Come sei brava a fare i calcoli!"
"Ti diverti proprio a prendermi in giro eh?"
"Si capisce così tanto?"
"Perchè credevi che nessuno se ne accorgesse?"
"Perchè mi credevi così ingenuo?"
"E tu mi credevi così stupida?"
"E tu mi credevi così arrogante?"
"Ok, la smettiamo con questa conversazione di altissimo livello?"
"Ok, la smettiamo di parlare usando solo domande?"
"Si, ci sto."
"Si, ci sto anche io."
Ridiamo insieme, la sua risata è un suono unico, rimango incantata a guardare
il suo sorriso ancora una volta, lui se ne accorge e mi fissa di rimando.
Distolgo lo sguardo, imbarazzata, devo inventarmi un'altra domanda....direi
che si può tornare sul tema Natale, sì, mi sembra proprio perfetto!
"Dimmi, trascorrerai il Natale da amici, hai detto. Ci saranno anche gli
altri componenti della band?"
"Non ne sono sicuro, forse ci sarà Moose, ma Padge e Jay non so."
"Capisco..." Pensa, pensa a qualcosa per ingannare il tempo, devi parlare per
evitare di pensare, per evitare di ricordare quel suo profumo, quei suoi muscoli
contratti mentre ti stava sopra..."Ma, come è passare praticamente metà della
tua vita con loro? Voglio dire, litigate spesso?"
Lui sorride, senza guardarmi direttamente, come se stesse pescando nella
memoria qualche momento esilarante "Spesso no, però ci sono delle discussioni a
volte. Più che altro sono dispute scherzose, ci piace punzecchiarci."
"Ah..." guardo l'orologio, mio padre dovrebbe arrivare tra non molto.
"Come mai mi fai queste domande?" Ha ancora quel sorriso sul volto
"Semplice curiosità" rispondo alzando le spalle
"Lo sapevo che la tua anima da giornalista era sempre presente"
"Ancora con sta storia? Sono curiosa di natura, ok? Non c'entra niente il
fatto che io sia una giornalista o meno"
"Wow...una giornalista impicciona, niente di peggio al mondo"
"Ahahah ha parlato la rockstar arrogante"
"Io sarei arrogante?" chiede puntandosi un dito sul petto
"Sì, vedi altri pazzi scatenati qui intorno?"
"Con questo cosa vuoi insinuare? Che tutte le rockstar siano pazze e
scatenate?"
"Era solo un modo di dire...cosa c'è, hai la coda di paglia?"
"No. Piuttosto tu, ho visto che te la prendi molto quando ti si da
dell'impicciona, è perchè è la verità e tu lo sai benissimo"
Sembriamo due bambini che fanno un discorso senza senso, però almeno così la
tensione è calata un pochino.
Sto per controbattere quando vedo due fari in lontananza, deve essere per
forza mio padre, a quest'ora non passano macchine da queste parti.
"Credo che mio padre stia arrivando" mormoro rivolta a Matt
"Peccato, stavo cominciando a divertirmi a prenderti in giro"
Gli sorrido e poi scendo dalla macchina, l'aria fredda della notte mi
colpisce in pieno viso, ha smesso di nevicare, ma la temperatura non è calata
per niente.
Anche lui scende dall'auto e si posiziona di fianco a me.
Mi volto verso di lui per stringergli la mano "Allora, ti ringrazio per tutto
quello che hai fatto per aiutarmi. Spero di rivederti."
Lui non risponde subito, fa solo un lieve cenno con la testa, io allora
ritraggo la mano e la sventolo per fare segno a mio padre, visto che ora è a
poco più di duecento metri di distanza.
Matt però mi prende per un polso, mi attira a sè e mi fa girare fino a
ritrovarmi il viso a due centimetri dal suo, colta alla sprovvista mi viene
instintivo ritrarmi, ma lui ancora più deciso mi spinge contro la macchina e mi
bacia a lungo.
Il contatto con le sue labbra mi manda ancora una volta in estasi, il loro
contrasto con l'aria fredda che mi circonda mi spiazza totalmente.
Ormai mio padre ci ha raggiunti con l'auto, ma prima di lasciarmi andare Matt
stacca poco le labbra dalle mie e sussurra "Non finisce qui, cara la mia
Lizzie"
Poi molla la presa e ci ritroviamo distanti l'uno dall'altra, mezza
balbettante e ancora interdetta, saluto mio padre che è sceso dall'auto con
un'aria un pò allarmata.
Fortunatamente non dice niente di imbarazzante, stringe semplicemente la mano
a Matt e lo ringrazia per non avermi abbandonata lì in mezzo, si offre anche di
riaccompagnarlo.
Il cantante però declina gentilmente l'invito. Forse perchè non vuole far
preoccupare ancora di più mio padre, facendogli vedere che razza di posti
frequenta.
Mi sorride ancora una volta, i miei occhi incontrano i suoi azzurri e pieni
di malizia e poi si allontana nella direzione opposta che noi dobbiamo prendere
con la macchina.
Lo guardo andarsene e non posso fare a meno di pensare alle ultime ore che
sono trascorse da quando l'ho conosciuto quel pomeriggio, chiudo gli occhi e mi
sembra di sentire ancora le sue mani sul mio corpo e le sue labbra sul collo. Mi
chiedo se con quella sua ultima frase abbia voluto dire che intende rivedermi,
se come una parte di me anche una parte di lui avrebbe voluto compiere quella
piccola follia.
"Beth?" La voce di mio padre mi riporta alla realtà, ma è questione di un
attimo perchè quando riprende a parlare sono tornata a pensare all' irrealtà di
questa vigilia di Natale.
FINE