Voglio
strappare l'intonaco a morsi e avere un coniglio che ride. Mi sento
osservato, devo ruotare la mia testa quadrata a 360° e rimanere
serio. Ma non ci riesco e allora arrivano le delusioni, quelle
riservate alle persone non-belle. D'altronde gli umanoidi carismatici
diventano sempre più grandi e si aspettano che gli diamo una
medaglia, una di quelle color oro e porpora, con il loro nome e la
firma di un sindaco corrotto e di un direttore triste. E se lo meritano
perché hanno giocato al gioco delle sedie nascendo
già seduti e poi sono affamati e mangiano di tutto, ma
proprio di tutto. E le persone non-belle devono azzannarsi e stringere
patti con un diavolo vestito come l'insegnante dei Pink Floyd, quello
che ci butta tutti in un tritacarne e ci trasforma in martelli. Ma le
belle persone non fanno niente, nuotano nel fango di diamanti, gettano
stracci verdi e si autoconvincono di essere fumatori. Sono perfettamente
capaci di fare tutte queste cose, specialmente l'ultima e la penultima.
Ma anche quella prima della penultima e quella prima ancora. Io direi
di alzarci sulle mani e fare loro un grande applauso. Con i piedi.
Adesso la faccenda è molto scura, prima era troppo chiara.
Una delle belle persone continua a ripetere:
"Guarda che bello il nostro trofeo. Ci sono parole sotto, sopra e
sottosopra".
Io vorrei lavorare in una fabbrica di oro fuso e stampargli in faccia
il suo trofeo. Ma non posso e quindi mi devo limitare a non odiare.
Tutti i giorni parlo con il mio non-fratello. Nessuno l'ha mai liberato
dalla sacca e il sole è stato così arrogante da
non baciargli la fronte. Ha visto solo un bagliore rosso. Poi l'abisso
nero.
E lui non mi vuole e mi guarda male. Di notte lo sento piangere dalla
disperazione ma a me va peggio perché non ho mai raggiunto
il podio e devo continuare a camminare lo stesso.
Però posso sempre guardare le belle persone e applaudire.
E scrivo senza cervello, con l'unico scopo di darmi soddisfazione. La
mia casa è viva, gli elettrodomestici parlano tra di loro. E
tutto tace mentre un pettirosso canta guidato dal fantasma di una
ragazza. Ma io ho un amnesia semi-involontaria e non mi
ricordo chi è che sto guardando. Il metallo esce dalle casse
dello stereo, ingorgando la mia gola con frasi tutte nere e grigie ma
di forme diverse tra di loro. Il mio collo è stato
sovraccaricato di concetti troppo reali quindi li vomito fuori,
sporcando lo sporco e amando il Nonsense serio.
Ad ore alterne e puntuali vado in piazza e uso due lenti per cercare le
belle persone. Mi inchino e applaudo.
"Diamo loro il mal-sentimento che chiedono" mi dicevo. Stavo facendo
una buona azione. O forse imitavo semplicemente gli altri.
E il gruppetto di belle persone cresceva e cresceva, fino a diventare
un pallone gonfiabile blu con uno stemma dorato che occupò
la piazza e soffocò i non-belli. Però dovevamo
essere tutti felici, no?
Mi ritrovarono morto e autosepolto in mezzo alla strada. Avrei voluto
alzarmi e non riuscire a dormire, ma la falce scuoteva la lama e diceva
di no. Allora continuai ad applaudire le belle persone, mentre la mia
anima le insultava. E parlavo ripetendo sempre le stesse cose, ero in
astinenza da vernice.
Il mio applauso non sarebbe mai terminato. Serviva per aiutare e
sostenere le povere, belle persone.
Credo.
|