21
Capitolo
21
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Il
corridoio era
dannatamente freddo. Quasi rimpiangeva la calda stanza nella quale era
stata poco prima. Sapeva però che se avesse provato ad
entrare
al calduccio avrebbe solo perso tempo. Sospirando continuò a
camminare nell'oscurità con passo felpato. Si
accostò ad
una porta, sperando magari di captare qualche informazione.
- Oh, Dio, sì ancora, oh...! - Immediatamente
capì che
era ancora nel corridoio dedicato alla festa, sperava di beccare magari
dei servitori. A quanto pare doveva cercare ancora. Si era tolta le
scarpe per evitare di fare rumore con il tacco, e poi era
più
facile combattere scalzi. Al ballo, se non fosse ricorsa al suo potere
celato, si sarebbe scapicollata per terra con gli alti stivaletti
indossati. Ma ora che doveva agire
nell'ombra era costretta a confidare unicamente sulle sue
capacità di assassina. I servi non percorrevano quel
corridoio;
era evidente che gli scagnozzi dell'uomo che doveva interrogare non
amavano essere disturbati. Arrivò infine all'ingresso,
quello
dove erano stati accolti da...
- Phil - sussurrò vedendo un'ombra veloce arrivarle addosso.
Estrasse l'attizzatoio dal vestito e scansò la carica del
maggiordomo, che impugnava sicuro una mannaia. L'uomo si
fermò
prima che la lama potesse danneggiare la carta da parati, e
parò
l'affondo della donna. Si separarono, guardandosi in cagnesco.
- Ma guarda, una shinigami che partecipa ai festini... questa mi
mancava.
- Shinigami, dici? Oh, ma io detesto il lavoro d'ufficio!
- ... Oh, capisco. Quindi tu sei uno di quegli esseri chiamati
"shinigami infernali", giusto?
- Shinigami infernali? Cielo, davvero chiamano con un'appellativo
tanto brutto una signorina come me? - chiese lei sprezzante cominciando
a studiare l'avversario.
- Shinigami perchè raccogliete le anime... Infernale
perchè la vostra malvagità fa invidia perfino a
Satana in
persona. Non è difficile.
- Che cattivo... allora io come dovrei chiamarti? Emerito stronzo ti
piace? - disse lei partendo alla carica. Phil alzò la
mannaia,
che risplendè alla luce della luna che filtrava dalle
finestre,
e mirò al fianco della donna. Razael sentì un
dolore
acuto al fianco, e affondò l'attizzatoio nello stomaco
dell'avversario. Phil cadde ginocchioni portandosi una mano al ventre,
mentre Razael cadde a terra, la mannaia affondata per metà
nella
carne. L'estrasse sofferente, sputando sangue. Tremava per il dolore.
Phil prese un respiro, e con un'urlo estrasse la Death Shite.
- Maledetta... puttana... - disse con il sangue che scorreva dalla
bocca. Razael sentì le lacrime pungerle gli occhi,
provò
ad alzarsi su un gomito ma si riaccasciò avvertendo il
dolore
colpirla come una scarica elettrica per tutto il corpo. Affannosamente
represse quel dolore atroce, e riuscì a mettersi in
ginocchio.
Phil si alzò in piedi, l'attizzatoio stretto nella mano.
Razael
sapeva che se fosse stata colpita anche in modo non letale avrebbe
comunque perso
abbastanza sangue da morire. Il maggiordomo alzò l'arma, e
con
ferocia puntò alla testa della nemica. In un disperato gesto
Razael afferrò il tappeto sul quale erano e lo
tirò,
facendo perdere l'equilibrio all'uomo. Razael raccolse la mannaia, e
rialzatasi con la forza della disperazione l'affondò nel
mezzo
della testa di Phil, che lasciò la presa sull'attizzatoio.
Cadde
a terra, portandosi dietro la donna che non voleva lasciare la presa
sull'arma. Razael gli cadde sopra l'ampio petto, col respiro mozzo.
Si alzò, osservando sconcertata il sangue che macchiava
entrambi. La testa dell'uomo era spaccata nella parte superiore,
riusciva a vederne il
cervello tagliato dalla lama. Orripilata rimase per qualche attimo
immobile, quando improvvisamente lui l'afferrò per i polsi.
Non
riuscì a trattenersi e urlò dallo spavento. La
presa sui
suoi polsi era ferrea e dolorosa. Si dimenò con tutte le sue
forze, colpendolo fino a quando non liberò la mano destra.
Estrasse la mannaia e cominciò a colpirlo selvaggiamente al
volto, al petto, a qualunque cosa gli appartenesse. Non vedeva dove
colpiva sebbene i suoi occhi fossero sgranati in un'espressione di
furore
e spavento allo stesso tempo. Si fermò dopo un tempo
indefinito,
quando ormai la parte davanti del corpo dell'uomo era irriconoscibile.
Il muro era macchiato dal sangue,
e una larga pozza di nero liquido si allargava sotto di lui.
Lasciò cadere la mannaia, che atterrò nel lago di
sangue
con un disgustoso suono metallico ovattato dal liquido denso. Ci voleva
ben altro per uccidere un
demone, ma sapeva che per il momento non l'avrebbe infastidita. Si
rialzò, raccolse l'attizzatoio e se ne andò senza
preoccuparsi di nasconderne il corpo. Tanto non sarebbe riuscita a
pulire tutto il sangue, nascondere il cadavere sarebbe stata una
perdita di tempo. Improvvisamente avvertì un pizzicore
dietro la
nuca. Una sensazione di pericolo che ben conosceva. Storse il naso.
Demone. Potente.
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Apparve
sulla soglia del corridoio un ragazzo in mise da cameriere. Aveva i
capelli color prugna scuro e dei begli occhi dorati.
S'inchinò
davanti a Razael, che era terribile nell'aspetto. Impugnava
l'attizzatoio
con la mano destra, mentre con la sinistra premeva lo squarcio sul
fianco destro. L'abito era stracciato, intriso di sangue come il suo
volto, che tradiva una grande sofferenza fisica. Il ragazzo non
sembrò
minimamente scosso da questo, ma con un gesto l'invitò a
seguirlo. Razael prese un respiro profondo e lo seguì.
Camminava
deciso fra i corridoi, sicuro della direzione da prendere. Razael non
fece domande, le sue risposte sarebbero arrivate per tempo. La sua
vista ogni tanto si annebbiava, e ogni passo le ricordava che aveva un
taglio che per poco non la sventrava. Il ragazzo
arrivò davanti ad un'enorme portone nero, e
bussò. La
porta cigolò sui cardini, aprendosi lentamente. La stanza
era
immersa nell'oscurità al punto che nemmeno gli occhi
d'aquila
della donna riuscivano a distinguere nulla.
- Infine ci incontriamo - disse una voce femminile con tono morbido. Un
paio di occhi rossi emersero dall'oscurità,
seguiti subito dopo da delle fiammelle improvvisamente apparse sul
soffitto, che scesero
lentamenente fino a depositarsi sugli stoppini di alcune candele nere
su dei
candelabri gotici. Una luce tenue rischiarò l'ambiente, ma
grazie alla sua vista eccezionale Razael vide tutto come illuminato
dalla luce del sole estivo. Una donna era sgraziatamente seduta sul
divano. Aveva la pelle scura e i capelli argento, gli occhi demoniaci
rossi, le labbra scure severamente serrate e le forme abbondanti
strette in un body di
pelle nera. Indossava alti stivali neri e guanti di pizzo. Due demoni
servitori, identici al ragazzo che l'aveva scortata fin lì
le
stavano pettinando i lunghissimi capelli.
- Temo di non avervi mai vista prima. - disse Razael tirando indietro i
capelli.
- C'è bisogno di vedersi per conoscersi da sempre? - disse
la donna con un sorriso malvagio sul volto.
- Quella vostra posa non ha nè grazia nè
sensualità. Siete volgare. - disse alludendo alla posa
scosciata
della donna.
- Divertente detto da una prostituta.
- Sono una governante.
- Sì, credici - disse lei alzandosi in piedi. Sorrise
furbescamente, facendo un paio di passi verso la donna.
- Un demone che può permettersi dei demoni servitori non
è da poco - osservò Razael lasciando perdere le
formalità.
- Concentrati su di me per piacere.
- Qual'è il tuo nome?
- Non ne ho. Per i mortali sono Hannah.
- Sono Razael. Dunque immagino sia tu il famoso capo di cui parlano
tutti.
- Sì, hai indovinato. Allora sei tu la donna di cui John
parla
sempre. - Razael avvertì una stretta dolorosa allo stomaco.
-
Devi essere proprio speciale per essere sempre al centro dei suoi
pensieri.
- é uno schifoso malato morboso, tutto qui.
- Oh, non ricambi i suoi sentimenti?
- Come fa un'essere come John a lavorare come scagnozzo di una
demonessa? - Chiesee Razael senza troppi giri di parole.
- Quando si assaggiano le carni di una demonessa se ne
rimane estasiati fino al punto di obbedire come un cagnolino - disse
lei sorridendo. Razael s'infiammò, gli occhi risplendenti di
lucida rabbia.
- Quell'essere disgustoso... Un'onta per noi! - disse a denti stretti.
- Lo ucciderò.
- Gelosa?
- Disgustata.
- Quanto sei divertente - disse incrociando le braccia. Razael
tremò. Era ferita, e non aveva avuto il tempo di
riprendersi. La
colluttazione con John, poi lo scontro con Phil... e ora questo. Aveva
perso molto sangue, e a differenza degli Shinigami e dei Demoni una
grossa perdita di sangue poteva portarla alla morte. Strinse i denti.
Avrebbe lottato fino alla fine.
- Prima rispondi a delle domande.
- E chi sei per imporlo?
- Rispondi ed eviterò di farti troppo male - disse
stringendo l'attizzatoio nervosamente. Hannah sorrise.
- Immagino che tu debba solo confermare dei dubbi.
- Le anime delle prostitute che fai uccidere le mangi tu. La
vendita di organi al mercato nero era una bella copertura per gli
umani, ma non abbastanza per gli shinigami. Come hai fatto a
nasconderti a loro?- La demonessa poggiò l'indice sulle
labbra,
come per incitarla al silenzio.
- Perchè uno di loro mi è amico. - Razael
sussultò.
- Uno shinigami che cela la sua presenza... riesce a nascondere le
anime raccolte anzitempo... e allo stesso tempo te le lascia divorare...
- Madam Butterfly. Uno strano, ma facile da convincere - disse Hannah
camminando rasente al muro e giocherellando con le fiamme di alcune
candele, che assumevano un colorito violaceo quando erano sfiorate
dalle sue dita.
- Immaginavo. E quelle ragazze che lavorano per lei...
- Per lui/lei sono come delle figlie. Quando, un secolo fa ormai, si
era ritirato dal lavoro, ha deciso di vivere fra i mortali. Ha messo su
questa casa di piaceri e ha allevato con cura quelle puttane - disse
leccandosi le labbra all'idea delle anime che potevano nutrirla. -
Quando ho provato a mangiarmi una di queste, morta per aborto,
è
intervenuto. Mi ha promesso molte altre anime, a patto che non mi
nutrissi delle anime delle sue amate figlioccie. Pertanto ho messo su
questa finta banda mafiosa, e con questi festini mi procuro sempre
talmente tante anime che delle volte tanta abbondanza mi nausea -
confessò come se stesse illustrando il modo più
alla moda
di acconciarsi i capelli. - In pratica, le prostitute che non lavorano
per lei, irritate dalla concorrenza e ingolosite dai ricchi pagamenti
delle ragazze di Butterfly, cercano sempre di entrare nel giro. Peccato
non ne escano più. - Vide Razael stringere i denti, e
un'improvvisa aura minacciosa avvolgerla.
- Non vuoi assumere la tua vera forma? Ancora non ci sveli la tua vera
natura? - Chiese Hannah incuriosita.
- Posso facilmente batterti anche senza usare appieno la mia forza. -
disse la governante inferocita dalla spiegazione dettagliata della
demonessa.
- Puoi facilmente morire. Questo corpo è troppo debole per
sostenere questo tipo di scontri. Come ti è venuto in mente
di
scegliere una forma simile...? - Razael improvvisamente sorrise, le
labbra sporche di sangue.
- Non ho mai potuto scegliere. Nemmeno tu puoi ora. Sarai portata al
cospetto del Destino. -
Hannah sbuffò divertita.
- Credi davvero che starò buona buona a farmi portare a
destra e manca da te?
- Non saprei, forse da morta sì. - Hannah sorrise.
- Attaccate.
- I tre gemelli partirono all'attacco. Razael trovò
difficile
seguire i loro movimenti. Lo spazio era ristretto, la perdita di sangue
le faceva girare la testa. Scartò i loro attacchi, e
cercò di ricorrere all'attizzatoio temporaneamente
trasformato
in Death Shite. Li vide estrarre delle armi. Una spada, una lancia e
un'ascia. E lei aveva un pezzetto di ferro appuntito. Sentì
l'adrenalina rilasciata dall'eccitazione per la battaglia e la rabbia
scorrerle nelle vene. Grazie a questa non avvertiva più il
dolore al fianco, nè la nausea per la perdita di sangue,
nè la debolezza e la stanchezza. Ora i suoi occhi riuscivano
a
seguire i movimenti dei demoni. Vide improvvisamente gli occhi di
Hannah brillare, e partire alla carica verso di lei.
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- Ma guarda,
si danno le feste e non mi invitate - John era sulla soglia della
porta, e guardava Razael a terra. Respirava lentamente, ricoperta dal
sangue, l'attizzatoio insanguinato nelle mani di Hannah.
- Oh oh, ti hanno conciata per le feste eh honey? - chiese guardando i
tre demoni a terra. - Beh ti sei fatta valere...
- Che vuoi John? - disse Hannah alterata dandogli le spalle. John la
guardò.
- Ahahahahaha! Ti ha ferita al volto eh? Non dirmi che te la sei presa
per un graffietto... - Hannah si girò, rivelando l'occhio
destro
cavato e l'orecchio macellato. - Ahia. Sembra doloroso.
- Sono intervenuta perchè pensavo sarebbe stato facile
abbatterla, ma mi sbagliavo - disse sprezzante gettando via
l'attizzatoio grondante di sangue. Si passò una mano sul
viso, e
immediatamente le ferite si rimarginarono. - John caro, vieni qui -
disse con voce sensuale. L'uomo sorrise e le si avvicinò,
prendendola per i fianchi e baciandola con selvaggia passione. Si
fermarono sentendo un rumore. Guardarono Razael, seduta a terra con la
schiena appoggiata al muro e la testa china sul petto. Improvvisamente
alzò il volto e la sua voce proruppe in una fragorosa
risata.
- Ma guarda! Che cagnolino fedele! - Un fiotto di sangue le invase la
gola, sporcandole le labbra spaccate. - Un essere ignobile che va
dietro ai più bassi istinti... Ah! E pensare che saremmo
dovuti
essere d'esempio agli Shinigami...!
- Oh honey mi dispiace... Ma vedi, io e lei abbiamo un contratto -
disse mostrando il dorso della mano sinistra, sul quale si
delineò lentamente l'impronta di un marchio azzurro.
- Contratto un cazzo! - urlò lei guardandolo con odio. I
suoi
occhi cominciavano ad assumere una sfumatura oro, e intorno a lei
l'aria si
deformava come se il suo corpo fosse surriscaldato. Si alzò
in
piedi, senza curarsi delle ferite gravissime. - Noi dovevamo
estinguerci secoli fa, John. Portiamo avanti da troppo tempo questa
storia! Quante, quante anime ci hanno nutrito? Quante le abbiamo
lasciate in balia di demoni e angeli caduti, eh? Il nostro era un
compito preciso. Strappare le anime ai demoni e agli angeli,
perchè una lotta fra di loro per le anime avrebbe rotto
l'equilibrio. Noi siamo votati a mantenere quest'equilibrio,
più degli Shinigami! - John
sorrise, staccandosi da Hannah e avvicinandosi a Razael, che lo
guardava imperiosa. Le sue ferite si stavano lentamente rimarginando.
- Sai honey cosa succede se lottiamo fra di noi, vero? - Razael lo
guardò divertita.
- Se muore uno, muoiono tutti. Hai firmato la tua condanna a morte
quando hai ucciso il primo di noi. - John sospirò,
guardandola
incantato.
- Sei bellissima quando assumi la tua vera forma. - La donna si rese
conto di essersi troppo lasciata trasportare, e avvertiva il potere che
pian piano si stava sbloccando in lei. Immediatamente si
calmò.
- Razael... Guardati. Il tuo potere non è nulla se
confrontato
con il mio. Potrei ucciderti subito. Ma perchè, invece di
ucciderci a vicenda, non formiamo un fronte unito? Insieme potremo
dominare sulla terra e sul cielo, dalla vetta della montagna
più
alta al mare più profondo. Che ne dici? - mormorò
allungando la mano marchiata verso di lei. Razael esitò per
un
momento, e poi appoggiò la sua mano sinistra sul palmo
aperto.
John sorrise.
- Dico: vai alla malora - disse sorridendo lei afferrando il polso di
John e alzando la mano destra. Impugnava la spada che aveva strappato
al demone servitore, nascondendola per tempo sotto di lei. Con un'urlo
l'abbattè sul braccio sinistro dell'uomo, troncandolo di
netto e
velocissima infierì un secondo colpo al petto.
John barcollò all'indietro, il volto contorto in
un'espressione
di sbalordimento. Hannah imprecò e partì
all'attacco.
Razael schivò le unghie della donna che cercarono di cavarle
gli
occhi, e abbassandosi affondò la lama nel petto della donna,
che
boccheggiò. Cadde a terra, guardandosi orripilata la ferita.
John strinse i denti mentre cercava di frenare l'emorragia con la mano
destra.
- Hai trasformato... quella spada in una Falce... - strizzò
gli
occhi, portando il moncone sul petto. I tre demoni servitori si erano
nel frattempo
ripresi, e corsero a soccorrere la demonessa. La sollevarono esanime, e
sparirono in una nube di fumo. Razael guardò la mano
sinistra
nella quale stringeva ancora il braccio mozzato dell'uomo. Questo si
trasformò subito in polvere, sgretolandosi fra le sue dita.
John
si rialzò a fatica, la parte sinistra del corpo leggermente
intorpidita.
- Ci vorrà tempo... per risistemare questo... - disse fra
sè e sè guardandosi il moncone. - Honey... che
bambina
cattiva che sei. Hai anche annullato il contratto che avevo fatto con
quella tizia...
- Perchè quando ti ucciderò non voglio
interferenze -
disse lei stancamente. Prima di tornare a casa doveva passare da una
parte. Poi avrebbe finalmente detto addio a quell'avventura terribile.
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- Parla. Non ho
intenzione di far del male alle tue ragazze, ma se mi costringi a te
potrei farne tanto.
- N-no....! - Razael strinse i denti, la
poca pazienza esaurita. Fracassò un tavolo vicino
abbattendoci
la spada, e poi la puntò alla gola dell'uomo.
- Ti do un'ultima possibilità, poi ti ammazzo come un cane.
-
Madam Butterfly cominciò a singhiozzare, il cerone di trucco
ormai sfaldato. Stava tranquillamente calcolando gli incassi che quella
nottata poteva portargli, quando nella casa aveva fatto irruzione la
giovane Sarah ricoperta di sangue. Inizialmente spaventato, quando vide
che molto di quel sangue le apparteneva le si era avvicinato
preoccupato, per tutta risposta lei aveva tirato fuori una spada e
aveva cominciato
a minacciarlo dicendo di sapere tutto. Dopo un'iniziale momento di
incomprensione lei lo aveva spinto a terra con una forza mostruosa,
piantandogli in faccia due occhi spiritati; solo allora Madam Butterfly
aveva capito che la sua copertura era saltata.
- Devi dirmi come facevi a nascondere tutto questo agli shinigami! -
Lui deglutì, non voleva rivelare quel segreto che custodiva
gelosamente da tempo, ma la vita gli premeva di più.
- I Cinematic Record.
- Come? Come fai ad usarli per impedire che tutto questo venga a galla?
- disse Razael senza preoccuparsi di togliere la spada dalla gola
dell'interlocutore. Lui rimase per qualche attimo in silenzio, ma venne
sollecitato a parlare dalla fredda lama che gli graffiava la gola.
- L-Li modifico!
- TI HO DETTO DI SPIEGARMI
COME
FAI! - Urlò ormai esaurita la donna, afferrandolo per i
capelli
e strattonandolo con violenza. Alle grida di dolore di Butterfly, a cui
si sommarono fortissimi rumori, alcune
ragazze accorsero sul posto, e rimasero inorridite dalla visuale che
gli si parò davanti. La hall era stata praticamente
distrutta, i
bei tappeti dilaniati. La carta da parati appariva come bruciata, e il
bancone che figurava appena davanti la porta era stato ridotto a un
cumulo di legno scheggiato. Osservarono a bocca aperta la nuova
arrivata, Sarah, ricoperta di sangue che impugnava una spada e
riusciva a dominare senza troppi problemi un'armadio quale era Madam.
Urlarono portando le mani alla bocca. La donna alzò
lentamente
lo sguardo su di loro. Incapaci di reagire, le ragazze rimasero
immobili. Con uno scatto felino, Sarah apparve davanti al gruppetto
sulla sua sinistra, afferrando una ragazza con un abito verde smeraldo.
Le compagne urlarono.
- Andatevene di qui! - Gridò Razael per sovrastare le urla
di
paura. Senza pensarci due volte le ragazze si precipitarono fuori dalla
casa. Si sentirono dei tumulti ai piani superiori, ma nessuno si
azzardò a scendere. Nella stanza ora gravava un silenzio
surreale, interrotto soltanto dal respiro affannoso della ragazza presa
in ostaggio da Razael.
- Jessica! No! Fermati Sarah!
- Altrimenti? - chiese Razael puntando la spada alla gola della ragazza
che teneva stretta a sè. Madam divenne serio.
- Non le faresti mai del male. - La donna rimase per qualche altro
attimo ferma, mentre la ragazza stava cominciando a singhiozzare. Un
sorriso si stagliò sul suo volto.
- Dici? - Buttò a terra la prostituta e gettò la
spada da
una parte, poi trascinò per i capelli la ragazza fino al
bancone
distrutto. Madam cominciò a studiare una strategia possibile
per
strappare dalle grinfie di quel demone la sua protetta; puntò la spada che era stata buttata via. Mentre Sarah si muoveva lentamente verso il bancone, trascinando per i capelli Jessica, arrivò all'arma, nascondendola dietro la schiena e preparandosi a colpire. Una volta arrivata alla vecchia scrivania distrutta, con un calcio
Razael scostò i pezzi di legno, rivelando la base costellata
di
spuntoni e grossi chiodi pericolosamente appuntiti. Afferrandola nuovamente per i
capelli, Razael portò il viso della prostituta a pochi
centimetri dalle schegge.
- Parla o le consumo gli occhi qua sopra. - disse freddamente. Madam
impallidì, mentre la stretta sulla spada si faceva spasmodica.
- NOOO! Jessica! JESSICA! Lasciala, maledetta puttana!
- Parla! - esclamò Razael spazientita. La ragazza
gridò
cominciando a piangere e dimenandosi con tutte le sue forze, rendendosi conto che quella pazza poteva veramente infliggerle un dolore atroce.
- Prima lasciala andare!
- Mi sa che non hai capito. Qui sono io che comando! E ho poco tempo
prima che arrivino gli Shinigami! Ancora niente? - Visto l'ennesimo
tentennamento dell'uomo, Razael decise di sollevare un poco il viso
della ragazza proprio sopra un chiodo sporgente, per poi abbatterci
senza pietà la testa della ragazza, che cominciò
ad
urlare. Il sangue sprizzò dalla ferita macchiando il volto
della
carnefice. Madam lasciò la presa sulla spada, che cadde a terra, mentre si rialzava impetuosamente.
- Li modifico! Sarebbero dovute morire tutte in anticipo, ma
modificando i Cinematic Record agli shinigami le loro anime scompaiono
dalla lista! Vi taglio la parte della loro morte! Ora basta! - Razael
ascoltò impassibile nonostante
la ragazza continuasse ad urlare. Poi la lasciò abbandonata
sul
tavolo. La giovane prostituta si alzò immediatamente a
sedere,
cercando di frenare con le mani la copiosa perdita di sangue
dall'occhio. Lo shinigami corse verso di lei, stringendola fra le
braccia e cercando di tamponare la ferita con la sua gonna. Razael lo
guardava quasi severa.
- Se ti avessi torturato non avresti parlato. Guarda che ho dovuto
fare. Se avessi voluto collaborare non saremmo finiti qui. - E in
un'attimo sparì, lasciando una casa di piaceri distrutta e
una
ragazza che sarebbe morta dissanguata di lì a poco.
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