Un libro di troppo

di Mary CM 93
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Avevo ragione: sarebbe stata una svolta per il nostro rapporto quella cena.
Due settimane più tardi, all’incirca, ho lasciato Giorgio, senza neppure riuscire a dare una valida spiegazione riguardo la mia scelta, per di più proprio dopo che mi aveva presentato i suoi genitori. Il padre, invece, mi aveva mostrato i genitali, ma sono poi dettagli, non piccoli, ma pur sempre dettagli.
Giorgio è poi stato preso per quel lavoro da fotografo a Milano, grazie ai meravigliosi scatti creati con Sara, la quale ormai lavora come sua modella e non solo.
Lei, improvvisamente cambiata e desiderosa di innamorarsi, ha preso alla lettera il mio consiglio di qualche mese prima sul fatto di fidanzarsi con il figlio di Andrea.
Esatto, ormai è già un po' che stanno insieme. Inutile dire che mi sono dovuta trasferire: Giorgio era sempre più frequentemente a casa nostra, il che, come situazione, per l’ennesima volta, era tremendamente imbarazzante, sia per lui, che per la sottoscritta. Certo, sarebbe dovuto esserlo anche per Sara, ma, per sua fortuna, non è mai stata dotata di grande sensibilità, compensa, però, con una terza abbondante di seno e questo è sufficiente, sotto alcuni punti di vista, forse, anche necessario.
Insomma, ora abito in un monolocale, non ho più contatti con Sara e Giorgio da qualche tempo, saltuariamente ricevo sms o mail d’amore di Andrea, alle quali non ho mai risposto, tuttavia ho letto la trama del suo nuovo romanzo: “G.: l’amante che cambiava nome”. Non l’ho comprato e mai lo farò.
Eccomi qui, dunque, tra mille formule, qualche pagina svolazzante, la mia preziosa tavola periodica, i capelli arruffati e lo smalto sbeccato, che ho appena raccontato come sono stata “doppiamente fottuta”.
Ah, ho acquistato un coniglio nano: l’ho chiamato Stronzio.




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