Sono davvero soddisfatta del mio lavoro.
Tutto è cominciato durante l'estate dei miei quindici anni. Trovai un povero
cane ferito sul vialetto di fronte casa mia, una mattina presto, uscita per
prendere una boccata d'aria.
Non so dire bene come l'animaletto fosse arrivato lì, ma sta di fatto che io
lo vidi, in fin di vita.
Non riuscii a capire subito di che razza fosse perchè era ridotto davvero
molto male: qualche crudele individuo l'aveva praticamente scuoiato vivo, e la
bestiola ora respirava a fatica distesa sul freddo asfalto, coperta
completamente di sangue.
Quell' immagine agghiacciante però non mi spaventò. Invece di scappare in
casa urlando, entrai in punta di piedi e sgattaiolai fino alla camera dei miei
genitori, dove in un sussurro spiegai a mio padre la situazione; mia madre non
c'era perchè era andata a stare qualche giorno da un'amica che aveva perso da
poco il marito.
Lui capì al volo e prese una coperta dall'armadio, dopodichè uscimmo entrambi
silenziosamente per non svegliare i miei tre fratelli minori, di otto, dieci e
dodici anni.
Alla vista del cane avvertii la sensazione di disgusto che provò mio padre
verso quel gesto che era stato compiuto. Avvolse il cane nella coperta e lo
portammo nel salone di casa, poi io rimasi in compagnia di quel corpicino che
pareva senza vita, mentre lui telefonava al veterinario della città,
chiedendogli di venire perchè avevamo un problema serio e urgente.
Il veterinario, un uomo brizzolato sulla cinquantina, arrivò quasi
immediatamente e alla vista dell'animale disse che era necessario portarlo nel
suo ambulatorio, così caricò il fagottino sulla sua macchina e ci disse che ci
avrebbe fatto sapere.
Fortunatamente riuscimmo a salvare quel cucciolo e lo tenemmo con noi
trattandolo nel miglior modo possibile e donandogli tutto l'affetto che meritava
e di cui aveva bisogno.
Tutt'ora Rocket mi fa compagnia quando mi sento sola e ci sono
affezionatissima.
Sono passati dieci anni ormai da quella mattina di agosto e noi non ci siamo
mai separati, siamo cresciuti insieme e siccome non sopportavo l'idea di
lasciarlo mi sono trasferita con lui nel mio nuovo appartamento.
Ma dovevo parlare del mio lavoro, o sbaglio?
L'episodio di Rocket ha ispirato tutto, mi ha davvero cambiato la vita.
Ai tempi non avevo capito immediatamente il motivo per cui gli avessero fatto
una cosa simile e ne avevo discusso a lungo con mio padre che mi aveva parlato
della crudeltà e dell'egoismo di alcuni uomini. Io avevo sentito frasi del
genere molte volte, non vi avevo mai creduto pienamente, ma la tragedia capitata
al mio piccolo volpino ne era stata la conferma.
Così, cominciai a documentarmi sui modi per combattere quelle atrocità e
navigando su internet mi imbattei su vari siti di organizzazioni che lottavano
per la tutela dei diritti degli animali e la cancellazione di quei gesti crudeli
compiuti dall'uomo.
Una di queste organizzazioni attirò la mia attenzione più di altre, perchè si
rivolgeva soprattutto a gente giovane, io infatti ero determinata ad impegnarmi
in quell'attività il più presto possibile.
Incoraggiata dalla mia famiglia che non aveva dubitato per un attimo della
mia scelta, perseguii gli studi necessari al mio curriculum per entrare a far
parte dell'associazione e compiuti i ventidue anni riuscii a diventarne un
membro attivo.
Di che mi occupo? Durante la settimana aiuto gli altri ad organizzare gli
eventi, a pubblicizzare la nostra attività e sbrigo anche noiose questioni
burocratiche, solo quelle più semplici però, perchè le più complesse sono
compito di membri con più esperienza. Nei week end invece prendo parte a
conferenze, faccio volantinaggio, visito gli animali ospitati presso il nostro
centro oppure ve ne porto altri che trovo per strada in condizioni poco
felici.
Oggi ad esempio ho in programma un'intervista con un personaggio famoso, di
cui non ho nemmeno capito l'identità precisa.
Di solito a queste cose ci pensa un'altra ragazza, Marina, ma siccome è a
casa in maternità spetta a me sostituirla temporaneamente.
E' la mia prima intervista e sono prevenuta, voglio dire, si sa che i vip non
sono mai gente alla mano, o almeno, è quello che succede nella maggior parte dei
casi. Molti fingono di essere coinvolti nella causa per la difesa degli animali,
mentre in realtà non gliene importa nulla, tranne che la loro immagine venga
pubblicizzata e che vengano considerati degli eroi dalla gente, come se non
avessero già abbastanza fan.
Arrivo come al solito in anticipo al centro, dove devo incontrare quest'
individuo enigmatico (non so nemmeno di che sesso sia) così mi fermo a
chiacchierare un pò con la gente che c'è di servizio e faccio un salto al
rifugio degli animali che sta a un centinaio di metri dall'edificio
principale.
Pare che oggi sia arrivata una nuova cucciolata, Giorgio, il custode, mi
informa "Questi piccolini li hanno trovati stamattina al limite del bosco, la
mamma è stata investita da una macchina lì vicino"
"Che sfortuna! Poverini, sono così carini. Chissà che uno di loro non abbia
voglia di venire a fare compagnia al mio Rocket." esclamo io rivolta al ragazzo
dai capelli rossicci
"Se ne vuoi adottare uno sai benissimo che non ci sono problemi, poi di una
come te ci fidiamo ciecamente" mi sorride cortese, però io in quel gesto ci vedo
sempre qualcosa di più, ogni volta che chiacchiero con lui mi pare che ci stia
provando, come in questo preciso istante.
"Ci penserò" gli rispondo ricambiando il sorriso con aria disinvolta "Sai,
non vorrei che Rocket diventasse geloso" In effetti il mio fedele amico comincia
a ringhiare ogni volta che entra uno sconosciuto, non so come potrebbe prendere
l'arrivo di un altro della sua specie in casa.
"Ok, poi fammi sapere allora, magari si potrebbe andare una sera a bere
qualcosa e parlarne più con calma"
Eccolo, mi chiedevo quando ci sarebbe arrivato "Beh, se è solo per quello sì,
magari posso portare anche Davide e un'amica"
Davide è il mio ragazzo da due anni, anche se in questo momento le cose tra
di noi non vanno benissimo, infatti ci siamo presi una pausa di riflessione, ma
indipendentemente da questo non ho proprio voglia di accettare una proposta di
Giorgio, visto che mi sento ancora legata. E poi il rosso non è nemmeno il mio
tipo.
Lui pare un pò deluso dalle mie parole, così accenna un saluto "Adesso torno
al lavoro. Buona giornata!"
"Buona giornata anche a te."
***