Online

di Ink Heart
(/viewuser.php?uid=721626)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Welcome user 0002

NB: Le parti scritte in corsivo indicano i pensieri del protagonista, non li ho inseriti tra i trattini per differenziarli dal normale dialogo e quindi li ho messi tra le virgolette (“esempio”).
Un'altra piccola informazione, la rappresentazione che darò alla rete è puramente personale, quindi è un concetto soggettivo, astratto e finto. La rete non ha un luogo fisico, ho solo voluto dargliene uno io!

-Buona lettura, Ink Heart

Capitolo 2°
Welcome user 0002 

La sua percezione dell’essere era, similmente a quella di un sogno in fase di dormiveglia, solamente mentale e non fisica, era proprio come la rete, solo un concetto relativo, chi poteva dire che esistesse realmente un Nate.
“Devo essere svenuto per via della scossa, quello che leggo (scritta “login”) è solo nella mia mente che per la frequenza con cui la vedo è ormai entrata nel mio subconscio” pensava mentre, lentamente, il suo corpo si andava ricreando sotto forma di migliaia di pixel, dalla traccia color platino che era un insieme polveroso di codici binari. La sua nuova materializzazione virtuale fu portata a compimento in pochi secondi “veloce come un falco” pensò quando finalmente percepì le braccia, un secondo immediatamente dopo la materializzazione dell’ultimo pixel, aprì gli occhi.
Un unico, immenso, luminoso e neutro colore si stagliava per non si sa quanto, nessuna dimensione era relativamente presente in quel sistema, tutto era bianco, tutto nessuna differenza, solo egli era rimasto negli stessi abiti con cui era vestito nel mondo “reale”, il pigiama color smog e le pantofole blu con una scritta gialla ormai sbiadita, che un tempo era “Good” nella pantofola sinistra e “Night” in quella di destra.
Abbasso il capo, per osservarsi, sì, era totalmente identico a come era in precedenza, non una cellula (pixel) in meno, c’era comunque qualcosa di strano, era come dire, troppo liscio, non aveva calletti o graffi, in nessuna parte del corpo, nemmeno le rughe, l’unica appendice esterna erano i peli. Sfiorò il braccio sinistro, ma al tocco, senti come se toccasse del vetro, era totalmente glabro, i peli era come disegnati, ma la cosa più sconcertante era che, al suo tocco per qualche secondo, rimaneva una traccia binaria di colore verde lime, come la stringa del prompt dei comandi di qualsiasi vecchio pc, cercò di leggerla ma senza successo, era sì, le solite cifre 0 e 1, ma sembravano indecifrabili ai suoi occhi, come se non le avesse mai viste prima di allora.
Sollevò il volto, ma niente da fare tutto bianco, non capiva se si trovava in una zona vasta quanto l’Asia o in una quanto egli stesso e quindi impossibilitato a muoversi, sfatò quest’ultima quando fece un passetto in avanti, notò nel terreno una traccia binaria come quando si era sfiorato, ma niente neanche stavolta riuscì a leggerla.
Cercava di capire, senza successo, cosa era accaduto, quali eventi lo avevano fatto finire lì, ma soprattutto che cosa poteva definire per “lì”, non era svenuto e di questo ne era certo, poi pensò a quello che la sua retina aveva letto prima di materializzarsi nuovamente: “Login”.
-Lo…gin- ripeté lentamente, nemmeno un secondo passò da quando aveva sillabato quel vocabolo, che una voce metallica, ma estremamente familiare, come ad esempio una voce di una segreteria telefonica ramificata, chiese un’altra parola che usava e leggeva (e trovava) spesso:
-Password-
Aveva chiesto una password, ma quale, ne aveva a decine, tutte diverse, una per ogni sito che la richiedeva, aveva buona memoria certo, ma non sapeva quale scegliere, provò con quella che forse era la più banale, ma la prima che aveva usato per l’accesso ad un gioco online che faceva all’età di 10 anni, il suo nome, tutti ne avevano uno e tutti lo avevano usato almeno una volta in una password
-Nate Clare- disse lentamente e scandendo ogni lettera
-Password errata, numero tentativi rimasti 2-
-Che significa! Ehi! Che significa 2 tentativi! Che succede se li termino? Rispondete!- urlò allarmato, proprio come quando per il pesce d’aprile del 2000 gli avevano detto che una cellula hacker era riuscita a infiltrare un piccolo “Millennium Bug” nel computer della sua banca, e quindi i suoi soldi e i dati del suo conto corrente erano andati in mani sbagliate, era pure svenuto, al risveglio aveva regalato, al suo simpatico amico, un gancio alla mascella.
-Password errata, numero tentativi rimasti 1-
Aspetta ha preso quelle parole come una password, sono nei guai ho una sola possib..” il suo pensiero fu rotto dalla sua bocca che spontaneamente, inizio a dire cifre binarie, che non comprendeva, ma che allo stesso tempo riteneva gli fossero famigliari:
-001010011010111001001001101000101-
Arrivato a metà della stringa ricordò, era il codice con cui aveva risolto il suo “Millenium Bug”, lo ricordava benissimo, aveva trovato il codice in poche ore e ne era stato più che fiero.
-Password corretta-
Cadde sul posto, per lo shock, non sapeva come ci fosse riuscito, non sapeva nemmeno quali forze e conoscenze avevano permesso che quelle parole, o meglio cifre, uscissero dalle sue labbra, ma ci era riuscito ed era corretto, tutto qui.
-Loading 1%-
Un caricamento? Per cosa?”  pensò mentre una barra davanti ai suoi occhi progrediva, come un treno in corsa.
-Loading 35%-
-Loading 50%-
-Loading 75%-
-Loading 99%-
Ci siamo” trattenne il respiro e chiuse gli occhi, non avrebbe sopportato la scritta “100%” che apparve un secondo dopo, ma ad occhi chiusi vide solo un misero riflesso sulle sue palpebre.
-Caricamento completato-
Aprì gli occhi rilassato, per vedere invece un numero che gli ribollì nel sangue, gli annodò la gola e gli diede un tuffo al cuore, peggiore della vista del “100%”:

WELCOME USER 0002
“2?!”
To be Continued





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2756804