NB: Le parti scritte in corsivo
indicano i pensieri del protagonista, non li ho inseriti tra i trattini per differenziarli
dal normale dialogo e quindi li ho messi tra le virgolette (“esempio”).
Un'altra piccola informazione,
la rappresentazione che darò alla rete è puramente personale, quindi è un
concetto soggettivo, astratto e finto. La rete non ha un luogo fisico, ho solo
voluto dargliene uno io!
-Buona lettura, Ink Heart
Capitolo
2°
Welcome
user 0002
La sua percezione
dell’essere era, similmente a quella di un sogno in fase di dormiveglia,
solamente mentale e non fisica, era proprio come la rete, solo un concetto
relativo, chi poteva dire che esistesse realmente un Nate.
“Devo essere svenuto per via della scossa, quello che leggo (scritta “login”) è solo nella mia mente che per la frequenza
con cui la vedo è ormai entrata nel mio subconscio” pensava mentre,
lentamente, il suo corpo si andava ricreando sotto forma di migliaia di pixel,
dalla traccia color platino che era un insieme polveroso di codici binari. La
sua nuova materializzazione virtuale fu portata a compimento in pochi secondi “veloce come un falco” pensò quando
finalmente percepì le braccia, un secondo immediatamente dopo la
materializzazione dell’ultimo pixel, aprì gli occhi.
Un unico, immenso,
luminoso e neutro colore si stagliava per non si sa quanto, nessuna dimensione
era relativamente presente in quel sistema, tutto era bianco, tutto nessuna
differenza, solo egli era rimasto negli stessi abiti con cui era vestito nel
mondo “reale”, il pigiama color smog e le pantofole blu con una scritta gialla
ormai sbiadita, che un tempo era “Good” nella pantofola sinistra e “Night” in
quella di destra.
Abbasso il capo,
per osservarsi, sì, era totalmente identico a come era in precedenza, non una
cellula (pixel) in meno, c’era comunque qualcosa di strano, era come dire,
troppo liscio, non aveva calletti o graffi, in nessuna parte del corpo, nemmeno
le rughe, l’unica appendice esterna erano i peli. Sfiorò il braccio sinistro,
ma al tocco, senti come se toccasse del vetro, era totalmente glabro, i peli era
come disegnati, ma la cosa più sconcertante era che, al suo tocco per qualche
secondo, rimaneva una traccia binaria di colore verde lime, come la stringa del
prompt dei comandi di qualsiasi vecchio pc, cercò di leggerla ma senza
successo, era sì, le solite cifre 0 e 1, ma sembravano indecifrabili ai suoi
occhi, come se non le avesse mai viste prima di allora.
Sollevò il volto,
ma niente da fare tutto bianco, non capiva se si trovava in una zona vasta
quanto l’Asia o in una quanto egli stesso e quindi impossibilitato a muoversi,
sfatò quest’ultima quando fece un passetto in avanti, notò nel terreno una
traccia binaria come quando si era sfiorato, ma niente neanche stavolta riuscì
a leggerla.
Cercava di capire,
senza successo, cosa era accaduto, quali eventi lo avevano fatto finire lì, ma
soprattutto che cosa poteva definire per “lì”, non era svenuto e di questo ne
era certo, poi pensò a quello che la sua retina aveva letto prima di
materializzarsi nuovamente: “Login”.
-Lo…gin- ripeté
lentamente, nemmeno un secondo passò da quando aveva sillabato quel vocabolo,
che una voce metallica, ma estremamente familiare, come ad esempio una voce di
una segreteria telefonica ramificata, chiese un’altra parola che usava e
leggeva (e trovava) spesso:
-Password-
Aveva chiesto una
password, ma quale, ne aveva a decine, tutte diverse, una per ogni sito che la
richiedeva, aveva buona memoria certo, ma non sapeva quale scegliere, provò con
quella che forse era la più banale, ma la prima che aveva usato per l’accesso
ad un gioco online che faceva all’età di 10 anni, il suo nome, tutti ne avevano
uno e tutti lo avevano usato almeno una volta in una password
-Nate Clare- disse
lentamente e scandendo ogni lettera
-Password errata,
numero tentativi rimasti 2-
-Che significa!
Ehi! Che significa 2 tentativi! Che succede se li termino? Rispondete!- urlò
allarmato, proprio come quando per il pesce d’aprile del 2000 gli avevano detto
che una cellula hacker era riuscita a infiltrare un piccolo “Millennium Bug”
nel computer della sua banca, e quindi i suoi soldi e i dati del suo conto
corrente erano andati in mani sbagliate, era pure svenuto, al risveglio aveva
regalato, al suo simpatico amico, un gancio alla mascella.
-Password errata,
numero tentativi rimasti 1-
“Aspetta ha preso quelle parole come una
password, sono nei guai ho una sola possib..” il suo pensiero fu rotto
dalla sua bocca che spontaneamente, inizio a dire cifre binarie, che non
comprendeva, ma che allo stesso tempo riteneva gli fossero famigliari:
-001010011010111001001001101000101-
Arrivato a metà
della stringa ricordò, era il codice con cui aveva risolto il suo “Millenium
Bug”, lo ricordava benissimo, aveva trovato il codice in poche ore e ne era
stato più che fiero.
-Password
corretta-
Cadde sul posto,
per lo shock, non sapeva come ci fosse riuscito, non sapeva nemmeno quali forze
e conoscenze avevano permesso che quelle parole, o meglio cifre, uscissero
dalle sue labbra, ma ci era riuscito ed era corretto, tutto qui.
-Loading 1%-
“Un caricamento? Per cosa?” pensò mentre una barra davanti ai suoi occhi
progrediva, come un treno in corsa.
-Loading 35%-
-Loading 50%-
-Loading 75%-
-Loading 99%-
“Ci siamo” trattenne il respiro e chiuse
gli occhi, non avrebbe sopportato la scritta “100%” che apparve un secondo
dopo, ma ad occhi chiusi vide solo un misero riflesso sulle sue palpebre.
-Caricamento
completato-
Aprì gli occhi
rilassato, per vedere invece un numero che gli ribollì nel sangue, gli annodò
la gola e gli diede un tuffo al cuore, peggiore della vista del “100%”:
WELCOME USER 0002
“2?!”
To be Continued