L'unica cosa che le faceva capire di essere ancora viva era la voce di
Patrick, che rompeva con il suo timbro morbido il silenzio ovattato
della cucina.
Quando il suo consulente l'aveva raggiunta, Teresa tremava al punto
tale che lui aveva dovuto stringerle le mani sulle spalle e obbligarla
a guardarlo negli occhi per permettergli di far rallentare un po' i
battiti del cuore. Un po' accompagnandola e un po' trascinandola
l'aveva costretta poi a sedersi alla penisola della cucina e nel
più completo silenzio le aveva preparato un tè.
Ora era seduto davanti a lei e mentre Teresa tentava di respirare e
mandare giù qualche sorso di tè al miele, lui
continuava a ripeterle che avrebbero risolto tutto.
- Andrà tutto bene, Lisbon. Fidati di me. -
Teresa annuì, ma all'improvviso la paura la
riassalì e dovette appoggiare la tazza sul tavolo per
evitare di farla cadere, passandosi poi le mani tremanti sul viso per
impedirsi di scoppiare disperatamente in lacrime. Patrick doveva avere
notato tutti gli stati d'animo che si facevano guerra dentro di lei,
perchè quando fece per prendere di nuovo in mano la sua
tazza la mano calda del consulente si strinse attorno alle sue dita
gelate.
- La riporteremo a casa. - Le disse in un sussurro.
Teresa strinse le labbra, mentre gli occhi le si riempivano di lacrime.
Il disegno di Dorothy era posato sulla penisola accanto a loro e la
bambina disegnata li guardava con il suo sorriso allegro e spensierato.
Nulla, in quel disegno, faceva intuire lo smile disegnato sul retro. E
anche se non era fatto con il sangue ma con un pennarello, poco
importava: era l'inconfondibile firma di John il Rosso.
- Dobbiamo denunciare la scomparsa. - Disse Teresa con un filo di voce.
- Dobbiamo dirlo al CBI, avvertire i federali, iniziare le indagini. -
- Meglio di no. -
- Jane, non abbiamo tempo per i giochetti! -
- No, certo che no. Ma avere altra gente intorno ci renderebbe solo le
cose più difficili: se lo dici al capo o all'FBI ci
toglieranno il caso e non solo dovrai passare le giornate a sfuggire a
curiosi e giornalisti, ma in più non saranno in grado di
fare niente di utile. Se esistono delle persone in grado di riportare a
casa Dorothy, Lisbon, sono quelle in questa stanza. -
Un attimo di silenzio seguì le sue parole, poi fu Teresa a
parlare.
- Non me la sento di affrontare questo caso. -
Si alzò, posò la tazza vuota nel lavandino e si
passò una mano sul viso.
- Devo dormire un po'. - Disse.
- D'accordo. -
Teresa lo accompagnò alla porta e un attimo prima che
Patrick uscisse alzò timidamente gli occhi verso di lui.
- Grazie per essere venuto. - Mormorò.
- Qualunque cosa per te, Lisbon. - Replicò lui con un
sorriso.
Teresa chiuse la porta, appoggiandosi al battente e chiudendo gli
occhi. Era stata una serata così assurda che non aveva idea
nemmeno di che ore fossero, così lanciò uno
sguardo al display del lettore dvd sotto la televisione: segnava
l’una e quarantacinque.
Sicura che non avrebbe chiuso occhio nemmeno un istante, Teresa si
diresse verso la poltrona, rannicchiandosi tra i cuscini e cercando di
accantonare per qualche ora la sensazione di disperazione che le aveva
lasciato addosso la firma di John dietro al disegno di Dorothy.
Sdraiato sul divano dell'open space, Patrick attendeva i passi di
Teresa sul linoleum da almeno un'ora: Grace e Wayne erano arrivati da
un pezzo, ma di lei nessuna traccia.
Si mise seduto e guardò i suoi colleghi chiacchierare
serenamente, seduti alle loro scrivanie con i loro caffè in
mano, sentendosi esentati dal dover iniziare a lavorare vista la
mancanza del loro capo; Grace si sentì osservata e gli
scoccò un sorriso imbarazzato.
- Posso fare qualcosa per te, Jane? - Gli domandò poi.
Per tutta risposta Patrick si alzò, diretto all'ufficio di
Teresa: senza neanche bussare spalancò la porta sperando di
vederla seduta alla scrivania… ma lei non c'era.
Aggrottando le sopracciglia, tornò nell'open space.
- Avete visto Lisbon? - Domandò.
Grace e Wayne si scambiarono un'occhiata.
- Non è ancora arrivata. - Disse la ragazza.
- È strano. - Sentenziò Kimball, avvicinandosi
alla sua scrivania con un caffè fumante in mano. - Non
è da lei essere in ritardo. -
- No, in effetti no. - Disse Rigbsy.
- Provo a chiamarla. - Propose Grace, prendendo il telefono.
- Meglio di no. - Intervenne Patrick. Davanti alle occhiate
interrogative degli altri, il consulente minimizzò: - Come
avete detto voi, non è da Lisbon fare tardi. Avrà
degli impegni, o magari è già arrivata ed
è dal capo. E poi voi avrete di sicuro molte cose da fare:
vado io a cercarla di persona. -
Grace, Wayne e Kimball si scambiarono occhiate eloquenti, poi fu
Kimball a prendere in mano la situazione:
- D'accordo. - Disse. - Mettiamoci al lavoro. Avvisaci se la trovi. -
Disse poi, rivolto a Patrick.
- Contaci. - Patrick recuperò il telefono e la giacca dal
divano e fece per uscire.
Invece di allontanarsi, però, salì le scale
diretto al sottotetto dove si era accampato. Si avvicinò
alla vetrata impolverata e avviò con aria preoccupata una
chiamata verso il cellulare di Teresa.
La voce registrata della segreteria telefonica lo fece
riattaccare e rimase a fissare il display del cellulare per
lunghissimi minuti, prima di prendere le chiavi dell'auto e uscire.
Trascorse la mattina in giro per Sacramento, passando continuamente
davanti a casa di Teresa e attaccandosi al campanello per
mezz'ora ogni volta che decideva di fermarsi. Fece un giro ai grandi
magazzini, al parco pubblico, arrivò perfino alla periferia
di Sacramento, nel quartiere dove avevano trovato Dorothy l'anno
precedente.
Rientrò al CBI all'ora di pranzo con aria afflitta e
determinata insieme. Evitando Wayne, Grace e Kimball si
preparò un tè e andò a sedersi sul
divano dell'ufficio di Teresa per pensare.
Ecco
qui, piccolo aggiornamento prima di ripartire per le vacanze!
Grazie a chi si è fermato a leggere e soprattutto a chi ha
commentato,
grazie, grazie di cuore! Mi sento sempre superesaltata quando leggo le
vostre parole!
Il prossimo capitolo dovrebbe arrivare intorno al 24 agosto,
ma vi anticipo già che conterrà una delle mie
scene preferite, perciò: stay tuned!
Di nuovo buona estate a tutti!!!
Flora
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