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Autore: LyraB    10/08/2014    2 recensioni
Il caso Doyle è più intricato del previsto: pochissimi sospetti, alibi di ferro e mancanza di prove. Non basterà nemmeno l'aiuto di una vecchia conoscenza del CBI per risolverlo, anche perchè nel frattempo John il Rosso ha deciso di tornare in campo, pronto a tutto pur di distruggere definitivamente il suo eterno rivale. Tra disegni su Disneyworld, tazze di tè ormai fredde e cartelloni di prima elementare, sarà l'ultimo incontro tra Jane e la sua nemesi. Un incontro che potrebbe rivelarsi più scioccante del previsto.
-- Seguito di "Scarpette Rosse"
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Patrick Jane, Red John, Teresa Lisbon, Un po' tutti | Coppie: Jane/Lisbon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Al di là del rosso dell'arcobaleno'
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L'unica cosa che le faceva capire di essere ancora viva era la voce di Patrick, che rompeva con il suo timbro morbido il silenzio ovattato della cucina.
Quando il suo consulente l'aveva raggiunta, Teresa tremava al punto tale che lui aveva dovuto stringerle le mani sulle spalle e obbligarla a guardarlo negli occhi per permettergli di far rallentare un po' i battiti del cuore. Un po' accompagnandola e un po' trascinandola l'aveva costretta poi a sedersi alla penisola della cucina e nel più completo silenzio le aveva preparato un tè. Ora era seduto davanti a lei e mentre Teresa tentava di respirare e mandare giù qualche sorso di tè al miele, lui continuava a ripeterle che avrebbero risolto tutto.
- Andrà tutto bene, Lisbon. Fidati di me. -
Teresa annuì, ma all'improvviso la paura la riassalì e dovette appoggiare la tazza sul tavolo per evitare di farla cadere, passandosi poi le mani tremanti sul viso per impedirsi di scoppiare disperatamente in lacrime. Patrick doveva avere notato tutti gli stati d'animo che si facevano guerra dentro di lei, perchè quando fece per prendere di nuovo in mano la sua tazza la mano calda del consulente si strinse attorno alle sue dita gelate.
- La riporteremo a casa. - Le disse in un sussurro.
Teresa strinse le labbra, mentre gli occhi le si riempivano di lacrime. Il disegno di Dorothy era posato sulla penisola accanto a loro e la bambina disegnata li guardava con il suo sorriso allegro e spensierato. Nulla, in quel disegno, faceva intuire lo smile disegnato sul retro. E anche se non era fatto con il sangue ma con un pennarello, poco importava: era l'inconfondibile firma di John il Rosso.
- Dobbiamo denunciare la scomparsa. - Disse Teresa con un filo di voce. - Dobbiamo dirlo al CBI, avvertire i federali, iniziare le indagini. -
- Meglio di no. -
- Jane, non abbiamo tempo per i giochetti! -
- No, certo che no. Ma avere altra gente intorno ci renderebbe solo le cose più difficili: se lo dici al capo o all'FBI ci toglieranno il caso e non solo dovrai passare le giornate a sfuggire a curiosi e giornalisti, ma in più non saranno in grado di fare niente di utile. Se esistono delle persone in grado di riportare a casa Dorothy, Lisbon, sono quelle in questa stanza. -
Un attimo di silenzio seguì le sue parole, poi fu Teresa a parlare.
- Non me la sento di affrontare questo caso. -
Si alzò, posò la tazza vuota nel lavandino e si passò una mano sul viso.
- Devo dormire un po'. - Disse.
- D'accordo. -
Teresa lo accompagnò alla porta e un attimo prima che Patrick uscisse alzò timidamente gli occhi verso di lui.
- Grazie per essere venuto. - Mormorò.
- Qualunque cosa per te, Lisbon. - Replicò lui con un sorriso.
Teresa chiuse la porta, appoggiandosi al battente e chiudendo gli occhi. Era stata una serata così assurda che non aveva idea nemmeno di che ore fossero, così lanciò uno sguardo al display del lettore dvd sotto la televisione: segnava l’una e quarantacinque.
Sicura che non avrebbe chiuso occhio nemmeno un istante, Teresa si diresse verso la poltrona, rannicchiandosi tra i cuscini e cercando di accantonare per qualche ora la sensazione di disperazione che le aveva lasciato addosso la firma di John dietro al disegno di Dorothy.



Sdraiato sul divano dell'open space, Patrick attendeva i passi di Teresa sul linoleum da almeno un'ora: Grace e Wayne erano arrivati da un pezzo, ma di lei nessuna traccia.
Si mise seduto e guardò i suoi colleghi chiacchierare serenamente, seduti alle loro scrivanie con i loro caffè in mano, sentendosi esentati dal dover iniziare a lavorare vista la mancanza del loro capo; Grace si sentì osservata e gli scoccò un sorriso imbarazzato.
- Posso fare qualcosa per te, Jane? - Gli domandò poi.
Per tutta risposta Patrick si alzò, diretto all'ufficio di Teresa: senza neanche bussare spalancò la porta sperando di vederla seduta alla scrivania… ma lei non c'era.
Aggrottando le sopracciglia, tornò nell'open space.
- Avete visto Lisbon? - Domandò.
Grace e Wayne si scambiarono un'occhiata.
- Non è ancora arrivata. - Disse la ragazza.
- È strano. - Sentenziò Kimball, avvicinandosi alla sua scrivania con un caffè fumante in mano. - Non è da lei essere in ritardo. -
- No, in effetti no. - Disse Rigbsy.
- Provo a chiamarla. - Propose Grace, prendendo il telefono.
- Meglio di no. - Intervenne Patrick. Davanti alle occhiate interrogative degli altri, il consulente minimizzò: - Come avete detto voi, non è da Lisbon fare tardi. Avrà degli impegni, o magari è già arrivata ed è dal capo. E poi voi avrete di sicuro molte cose da fare: vado io a cercarla di persona. -
Grace, Wayne e Kimball si scambiarono occhiate eloquenti, poi fu Kimball a prendere in mano la situazione:
- D'accordo. - Disse. - Mettiamoci al lavoro. Avvisaci se la trovi. - Disse poi, rivolto a Patrick.
- Contaci. - Patrick recuperò il telefono e la giacca dal divano e fece per uscire.
Invece di allontanarsi, però, salì le scale diretto al sottotetto dove si era accampato. Si avvicinò alla vetrata impolverata e avviò con aria preoccupata una chiamata verso il cellulare di Teresa.
La voce registrata della segreteria telefonica lo fece riattaccare  e rimase a fissare il display del cellulare per lunghissimi minuti, prima di prendere le chiavi dell'auto e uscire.
Trascorse la mattina in giro per Sacramento, passando continuamente davanti a casa di Teresa e  attaccandosi al campanello per mezz'ora ogni volta che decideva di fermarsi. Fece un giro ai grandi magazzini, al parco pubblico, arrivò perfino alla periferia di Sacramento, nel quartiere dove avevano trovato Dorothy l'anno precedente.
Rientrò al CBI all'ora di pranzo con aria afflitta e determinata insieme. Evitando Wayne, Grace e Kimball si preparò un tè e andò a sedersi sul divano dell'ufficio di Teresa per pensare.











Ecco qui, piccolo aggiornamento prima di ripartire per le vacanze!
Grazie a chi si è fermato a leggere e soprattutto a chi ha commentato,
grazie, grazie di cuore! Mi sento sempre superesaltata quando leggo le vostre parole!

Il prossimo capitolo dovrebbe arrivare intorno al 24 agosto,
ma vi anticipo già che conterrà una delle mie scene preferite, perciò: stay tuned!

Di nuovo buona estate a tutti!!!

Flora
   
 
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