Lady
War
Capitolo
14: Bruciante sensazione di sconfitta
Una
luce, limpida e abbagliante: Claire la vide levarsi d'improvviso nel
cielo buio, rischiarando la scura foresta nella quale era immersa e al
cui interno aveva continuano a vagare senza meta assieme a Toma fino a
quel momento, isolata dal resto del gruppo e indecisa su come
proseguire.
Non appena ne sentì il boato squarciare il silenzio e le
tenebre, un'espressione preoccupata le irrigidì il viso.
Strinse
con involontaria forza la propria frusta, mentre fissava il Finder
negli occhi e vi leggeva forse la sua stessa identica conclusione.
Non ci fu bisogno di parole. I due, dopo essersi scambiati uno sguardo
più che complice, si diedero a una disperata corsa tra gli
alberi, per andare in soccorso dell'Esorcista che aveva evocato la
propria Innocence.
E poi, forse, avrebbero ottenuto quello per cui stavano letteralmente
impazzento: risposte ai seccanti quesiti che quel posto lugubre e
tenebroso aveva indotto loro a creare nella propria mente.
L'Esorcista aveva estratto la propria arma dal fodero, gli occhi di
ghiaccio puntati verso l'orizzonte scuro. Ovunque un bagliore come
quello s'accendesse, c'era il cento per cento di probabilità
di
incappare in Akuma. E a giudicare dalla portata della luce, di
considerevole grandezza, la situazione per Leda non doveva essere delle
più rosee.
Ma non ci fu preoccupazione nei pensieri di Claire, no;
c'era irritazione. Perché quella novellina si era
dislocata
dal
gruppo? Perché aveva deciso di fare di testa sua?!
Una volta salvata, l'avrebbe uccisa lei stessa per l'arroganza con cui
aveva deciso di prendere le redini della situazione senza neanche
chiederglielo. Era lei il leader del gruppo, in fondo!
Non poteva permettere che di punto in bianco una novellina insicura e
incapace arrivasse e le portasse via la posizione che lei aveva
faticato a raggiungere in anni e anni di servizio, devota solo ed
unicamente alla causa della guerra, per la quale aveva combattuto con
ardore ogni battaglia contro il Conte. Era inaccettabile!
- Toma, aumenta il passo! - ordinò tutto d'un fiato, mentre
con
un agile balzo schivava una radice invisibile tra l'erba secca e i
cespugli.
Il Finder, abituato anch'egli ad un ritmo veloce e sostenuto come
quello, non se lo fece ripetere e obbedì. Nessun segnale di
fatica pareva volesse carpirli, tanto erano forti e sicuri delle loro
capacità.
Ma quella novellina... avrebbe fatto altrettanto?
Il mal di testa aveva deciso di concederle un po' di tregua, per cui
aveva potuto approfittare dell'attimo di distrazione dei sui nemici per
portarsi con un agile scatto lontano dal raggio d'azione della coda
squamata del grosso lucertolone. La divisa si era leggermente sgualcita
su più punti, inoltre era tutta impolverata. Nonostante
questo,
però, Leda ebbe ugualmente la forza e la tenacia per
rimettersi
in piedi in maniera un po' maldestra, ed evocare la propria Innocence
affinché l'aiutasse nella battaglia che si sarebbe di
lì
a poco scatenata.
Questa volta le cose sarebbero andate diversamente. Lei non era
più una ragazzina semplicemente scontrosa e remissiva. Nel
poco
tempo che aveva trascorso all'Ordine, aveva potuto comprendere, anche
se solo superficialmente, i veri sentimenti di quei guerrieri che per
lungo tempo aveva odiato. Aveva capito quali valori muovessero
veramente le loro azioni, e quali fossero le ragioni della loro
scomparsa. E non aveva potuto fare a meno di provare vergogna. Vergogna
e compassione al tempo stesso. Non erano dei cordardi, come aveva
sempre penstato, no: erano eroi. Esattamente come nei suoi racconti
d'infanzia. Eroi che proteggevano il mondo e la sua gente. Miti che
acquisivano sembianze concrete, reali.
Avevano dei difetti, e alcuni di questi offuscavano la luce pura e
divina della quale erano portatori, ma certamente non l'avrebbero
fermata.
E lei avrebbe fatto lo stesso, lasciando che pian piano l'odio e la
rabbia fluissero e divenissero forza da scatenare senza riserve contro
i veri nemici dell'umanità. I cari che aveva perduto, quelli
che
ancora poteva salvare... sarebbero stati il mondo che avrebbe protetto
anche a costo della vita, da quel giorno in avanti!
Jeremy aveva ripreso il controllo delle proprie azioni. La pistola,
stretta saldamente nel pugno, era puntata contro l'Esorcista, pronta a
sparare in qualsiasi momento. Che cosa fosse successo, lo sapeva solo
lui. Ad un tratto, qualcosa... era entrato nella sua testa. Un sibilo
freddo, lineare e fastidioso che per un attimo lo aveva reso sordo a
qualsiasi cosa succedesse attorno a lui, strappandolo con forza dal
mondo in cui si trovava. Un acuto stridente, vagamente simile ad
una voce di essere umano. O forse...
Noah?, pensò mentre caricava lentamente il colpo, il suo
obbiettivo finalmente a portata di tiro. Qualcuno che aveva volutamente
interferito con i suoi pensieri per distrarlo, ecco chi era stato ad
agitarlo tanto. L'ira lo assalì, per essers lasciato
cogliere
impreparato. Avrebbe riferito presto l'accaduto al Conte: se c'era
un traditore tra le sue fila, sarebbe stato meglio per il suo Maestro
saperlo. Ma prima...
- Non credere di aver guadagnato un vantaggio, mia cara -
sentenziò, tombale e sinistro - Ti colpirò
comunque.
Leda non poteva immaginarsi come avrebbe fatto, dato che nemmeno ci
vedeva. Ma ripensando all'episodio nelle fogne non le riuscì
difficile crederlo. In quel momento, un sorrisetto sfrontato le
colorò il viso, vivace. Lei più di tutti sapeva
quanto
male potessero fare delle parole, e quelle non l'avevano minimamente
sfiorata.
- Non ho mai pensato di sfruttarlo - ammise, la voce guidata
dall'orgoglio e le lame di Innocence piazzate davanti al viso, in
atteggiamento difensivo - Non ne ho bisogno, credimi.
Jeremy sfoggiò un ghigno spaventosamente contorto,
sentendosi
preso in giro, e per giunta in un modo così gretto.
- Davvero?
Lo sparo partì, preciso e letale. Un piccolo lampo di luce
illuminò la canna della pistola, arrivando a toccare gli
alberi
più vicini. Il boato che ne conseguì si estinse
ancor
prima di realizzarsi, come risucchiato dal silenzio di
quell'inquietante foresta.
Ma leda era preparata al colpo. Non si sarebbe più lasciata
sopraffare come una bimbetta!
Fece scivolare rapidamente il piede il avanti piegando appena il
ginocchio, determinata, e sollevò il braccio destro ponendo
la
lama tra la pallottola e la sua fronte. Scintille di attrito, poi una
nuvoletta sottile di fumo grigiastro si sollevò dall'arma. E
questa volta fu lei a esporre un ghigno che già pregustava
la
vittoria. Il bossolo non aveva neanche scalfito la superficie bianca e
opaca dell'osso. Era anzi caduto a terra con un sordo tintinnio
metallico e lì era rimasto silente, tra l'erba e la polvere.
Ma Jeremy non sembrò curarsene, probabilmente
perché si
aspettava già una reazione del genere. Sapeva che gli
Esorcisti
non erano semplici esseri umani, non era la prima volta che li
affrontava quindi era già consapevole del fatto che in
quanto ad
abilità combattive erano superiori alle normali prede; non
erano
sprovveduti, andavano trattati con cautela, senza esporsi troppo ma
soprattutto senza lasciarsi trascinare dagli eventi. Per quanto potente
fosse la sua Innocence, quella mocciosa non era impeccabile. E a lui
sarebbe bastato il minimo errore da parte sua per eliminarla. Un solo
unico errore. Doveva solo studiare le sue mosse, giocarci, capire il
suo stile, le sue convinzioni... e poi, distruggerla. Demolire le mura
del suo cuore, sbaragliandola sotto tutti i fronti, renderla impotente,
ammansire il suo animo guerriero fino ad sopprimerlo nel silenzio. Come
se avesse dovuto schiacciare una banale mosca, un insetto schifoso e
inutile. E non gli sarebbe servito che un attimo.
Altri due colpi seguirono velocemente il primo, sparati con la stessa
mano ferma e convinta. Un sorriso tetro e malsano colorò
sinistramente il suo viso di nera malvagità.
Leda ripeté lo stesso movimento per le altre due pallottole,
che
rimbalzarono come palline di gomma verso il nulla, perdendosi tra
l'erba e i cespugli in lontananza. Ma non si era accorta che per farlo
si era spostata, portandosi più a destra dalla sua
presecente
posizione. Nel momento in cui se ne accorse, un altro sparo
illuminò il campo di battaglia e questa volta fu un miracolo
per
lei schivarlo. Ad uscirne tragicamente strappata, fu la spallina della
divisa, ma a parte quello la giovane non aveva riportato ferite gravi.
Tuttavia, il suo avversario non volle darle tregua, spedendole contro
nuovi proiettili, veloci e impossibili da deviare. Parò
anche
questi, sfruttando entrambe le proprie lame per unirle e formare
così un impenetrabile scudo a forma di croce, che poi divise
bruscamente tragliando l'aria con un colpo secco e deciso. Doveva
tornare nel punto da cui si era mossa, alla svelta. Aveva capito le sue
intenzioni: constringerla a correre e spostarsi per tornare alla
portata dell'Akuma rettile. Ma lei non ci sarebbe cascata. Quei
bastardi avevano finito con le prese in giro.
Ma se anche si fosse tenuta a debita distanza, come si sarebbe evoluto
il combattimento? Lei non poteva attaccare da lontano, non possedeva
attacchi come il Crown Edge di Allen o gli Insetti della Prima
Illusione di Kanda. Da quel punto di vista era svantaggiata. Come
sarebbe riuscita a portare lo scontro vicino a lei senza tuttavia
lasciarsi colpire dal lucertolone?
Impossibile dirlo. Per ora, non poteva far altro che bloccare i colpi
di Jeremy e difendersi. Finché avesse avuto due avversari
contro
cui confrontarsi, non sarebbe andata molto lontano.
Altri spari rimbombarono tra gli alberi. Altri tintinnii metallici
scalfirono il suolo. La battaglia procedeva monotona e serrata, senza
dare accenni al voler passare a una fase successiva. Ma poi, fu il
momento per la fazione nemica di schierare in campo ogni risorsa.
L'Akuma rettile perse la pazienza, sbatté violentemente la
coda
a terra facendola tremare e dopo qualche istante prese a correre
incontro all'Esorcista ringhiando mostruosamente, con una furia
implacabile. Pareva un treno pronto a schiantarsi e distruggere ogni
cosa. Il suo muso squamato era spalancato, a mostrare le lunghe file di
denti aguzzi e la bava che scendeva copiosa.
E ora?!, pensò Leda parando l'ultima pallottola. Il bestione
veniva verso di lei troppo in fretta. Il terreno collassava sotto il
suoi piedi, cosicché le appariva difficoltoso trovare un
appiglio per non scivolare. Non poteva parare quella carica
inarrestabile, poteva solo... scappare!
Senza pensarci due volte gli diede energicamente le spalle e mettendo
tutta la forza nei propri passi si diede a una disperata fuga tra gli
alberi. Evitando con dei prodigiosi balzi le radici sporgenti, e
tagliando di netto i rami sul suo cammino con le lame di Innocence,
continuò a scendere lungo la montagna senza mai voltarsi.
Senza
ripensamenti, solo con i muscoli indolenziti e il fiatone a
perseguitarla.
Poi, accadde qualcosa. Davanti a lei, improvvisamente,
brillò un
colpo: fece appena in tempo a piegarsi all'indietro e scivolare con le
ginocchia sul terreno, che un'altra pallottola spuntata da
chissà dove le passò fulminea a pochi centimetri
dal
naso. Finita a terra, con la faccia nella polvere, alzò la
testa
e...
- L'avevo detto che ti avrei colpita - Jeremy era a pochi centimetri a
lei, sogghignante. La pistola era puntata sulla sua fronte.
Leda smorzò il proprio respiro affaticato, stringendo i
denti
per la rabbia. Era solo un bugiardo. Un brutto bastardo che non aveva
fatto altro che prenderla in giro, dall'inizio alla fine. Lo avrebbe
distrutto, Akuma o umano che fosse!
- Non ora!! - gridò a pieni polmoni scagliando la lama
sinistra
contro i suoi piedi. Il ragazzo schivò il colpo con un salto
all'indietro, ma l'Esorcista si era già rialzata e si stava
allontanando. Puntò la pistola e sparò, freddo,
impassibile.
Leda sentì un dolore atroce alla spalla. La pallottola
l'aveva
colpita, anche se di striscio, lacerandole la divisa. Sangue caldo
colò silenziosamente macchiandone il pesante tessuto.
- Visto? - sussurrò Jeremy con un sorriso inquietante. Alla
fine, aveva mantenuto la parola. Ma non era ancora abbastanza. Il suo
cuore doveva fermarsi definitivamente, e non sussultare spaventato.
Doveva fermarsi...
L'inseguimento riprese.
La giovane sentì le pesanti falcate del lucertolone dietro
di
lei, e una risata tretra e spaventosa accompagnarle. Il sangue le si
gelò nelle vene. Come avrebbe fatto?! Doveva ragionare,
ragionare!
Ragiona Leda, forza!!, si impose mentalmente, mentre
troncava di netto un lungo ramo pieno di foglie che le sbarrava la
strada.
Era ovvio che quel ragazzo, per quanto fosse completamente cieco,
possedeva delle capacità fuori dal comune. Komui glielo
aveva
detto: ogni Akuma evoluto possedeva una personalità
distinta, e
un potere particolare che lo caratterizzava. A rigor di logica, per
estraniarla dal gruppo come aveva fatto sotto le sembianze di spettro,
aveva usato una tecnica simile al teletrasporto. Qualcosa che gli aveva
permesso di spostarsi istantaneamente da un luogo all'altro.
Probabilmente si era comportato allo stesso modo anche nella sede
Nordamerica, per entrare nel tunnel bloccato da Tyki. Era scaltro, quel
bastardo, e lei doveva batterlo in astuzia. Probabilmente il trucco che
aveva usato per disegnare il pentacolo non avrebbe funzionato,
però forse...
- Sì, posso anticipare la sue mosse! - disse tutto d'un
fiato,
mentre ancora correva come una pazza nella foresta - E se il suo
obbiettivo è fermarmi... !
Un altra scintilla di luce brillò di fronte a lei. E questa
volta
sapeva come sarebbero andate le cose. Roteò su se stessa e
tagliò di netto la pallottola che stava per colpirla con un
movimento preciso e letale del braccio. Ma non si fermò.
Continuò a correre, gridando furiosa, e con il medesimo
colpo
riuscì a beccare l'Akuma con un rapido fendente. Jeremy non
fu
capace di evitarlo in tempo, e lasciò che la lama di
Innocence
lo ferisse al petto. Un lungo taglio si aprì, pulito e
perfetto,
all'altezza dello stomaco. Una scia di sangue nero e tossico
sgorgò come inchiostro sul terreno e sui suoi vestiti.
Leda lo vide crollare a terra, totalmente impreparato, e un folle
vittorioso sorriso le illuminò il volto, raggiante. Si
avvicinò, puntandogli la lama alla gola ed esercitando
appena
una lieve pressione su di essa. La situazione si era ribaltata, a ben
vedere...
- Che effetto fa quando sei tu a strisciare a terra? -
domandò,
il tono di voce paurosamente incrinato dalla rabbia. Ecco, il momento
era finalmente giunto. Lo avrebbe ucciso lì, in quel
momento.
Non voleva altro. La sua vendetta si sarebbe compiuta!
Jeremy tossicchiò un po' di sangue nero e oleoso, mentre la
ferita provocata dall'Innocence divorava, erodendola, la sua pelle; la
sua maschera da essere umano, unico ponte che ancora impediva a Leda di
riferirsi a lui con il termine "mostro", nonostante il profondo odio
che nutriva nei suoi confronti.
- Devo dire... - ansimò, sfoggiando irriverente un ghigno
diabolico - ... che voi umani siete decisamente nati per questo!
E poi, di nuovo, il dolore. Leda sentì ancora il proprio
respiro
spezzarsi, mentre veniva scaraventata con violenza a terra da un altro
colpo di coda del lucertolone, rotolando nella polvere e perdendo il
controllo della propria Innocence, che si disattivò senza
che
lei potesse farci nulla. Cadde senza ritegno sul terreno duro e rigido
sulla spalla ferita, che le provocò un dolore allucinante.
Quando fece per rialzarsi, tremolante e scossa ma tuttavia non
intontita come la volta precedente, sentì il braccio
scricchiolare paurosamente, e subito dopo dolerle tanto forte da darle
l'impressione che potesse staccarsi da un momento all'altro.
Imprecò a denti stretti, stringendosi la divisa insaguinata:
si
era rotto. Una lama era fuori uso.
Alzò lo sguardo. L'Akuma rettile era corso in aiuto del
compagno, aiutandolo ad alzarsi in una maniera sorprendentemente
gentile e premurosa.
La giovane li osservò esterrefatta, mentre cercava di
sopprimere a forza il dolore.
- Jeremy! - esclamò preoccupato il rettile, mentre aiutava
il
superiore ad alzarsi. Questo parve non sentirlo nemmeno, nonostante la
voce grave e cavernosa fosse spaventosamente imponente nel suo
penetrare nei cuori di chi l'ascoltava, facendoli tremare.
Ripiombò anzi a terra tastando nervosamente il
terreno in
cerca della propria pistola, che nella caduta era finita poco lontano
da lui. La ferita continuava a buttare fuori liquido nero e viscido,
assieme a viti e ingranaggi che si dissipavano come carta bruciata
appena tintinnavano sinistramente sull'erba. Eppure, a Jeremy sembrava
non importare. L'unica cosa cui sapeva pensare era la sua arma. Quella
che, sebbene fosse proprio di fronte a lui, non riusciva a prendere. Le
mani sporche di sangue battevano la terra con forza e impazienza, in
cerca dell'oggetto perduto, quasi fosse stato il prezioso bastone su
cui si reggesse per non cadere.
Leda non capiva il motivo di tanta follia. Perché si
comportava così?!
- La... la mia pistola... - la voce incrinata dalla preoccupazione, le
dita che non riuscivano a raggiungere nulla. L'Akuma era cambiato
radicalmente rispetto ai minuti precedenti, nei quali era sembrato
pervaso unicamente da antichi e inquietanti instinti da animale
assassino. Perché... ?
Fu il lucertolone che, con un gesto fin troppo generoso,
afferrò
per lui l'arma e la pose infine tra le sue mani. Il suo squamoso indice
era grande almeno quanto una di esse. Il ragazzo ferito la strinse
più forte che poté, assicurandosi che fosse
ancora
intatta. Poi, fece per alzarsi, e quando il compagno tentò
di
aiutarlo, lo respinse malamente. Anche se a malapena riusciva a
reggersi in piedi da solo...
Leda lo vide di nuovo prendere la mira su di lei. Ma era serio? Stava
rischiando di morire... e pensava ancora ad eliminarla?!
- Lascia stare Jeremy! Ci penso io ad uccidere quella mocciosa! - gli
ringhiò contro il lucertolone, cercando di bloccarlo.
Tentativo
inutile. Non riuscì a fargli abbassare il braccio, seppur
questo
tremolasse e desse l'impressione di poter cadere da solo da un momento
all'altro.
- No! Devo... ucciderla... io... - mormorò, con voce
spezzata e
sofferente, la mano libera penzolante al fianco. Sudava freddo e
ansimava. Leda non poteva credere che avesse davvero intenzione di
spararle. Eppure... non se la sentì di darsi retta. Se
avesse
voluto, avrebbe potuto riuscirci davvero. Era questo ciò di
cui
aveva più paura.
Però... lei non era ancora fuori combattimento!
Decise di alzarsi, senza scappare. I suoi occhi rassegnati si fissarono
su Jeremy. E provò solo pena. In fondo, non era che un
giocattolo rotto, un'esistenza vitrea e spenta. Impossibile sarebbe
stato per lei dire come si sarebbe comportato: se avesse sparato o
meno. Ma in ogni caso, ormai aveva perso il grado di
pericolosità attribuitogli in precedenza. Sarebbe stato un
gioco
distruggerlo.
La lama di Innocence rimasta brillò lievemente squarciando
la
pelle del polso e comparendo in tutta la propria lunghezza. La giovane
la mise davanti a sè, intenzionata ad attaccare i due Akuma.
Non
si sarebbe lasciata intimorire da una minaccia. Non più.
Avrebbe
combattuto fino all'ultimo, e li avrebbe cancellati per sempre.
- Vi pentirete di tutte le atrocità che avete commesso! -
gridò furiosa, mentre si lanciava a gran velocità
verso i
due avversari. Teso il braccio in avanti, era più che pronta
a
colpire.
Tuttavia, il destino decise per lei in maniera diversa. Prima che
potesse anche solo avvicinarsi, un lampo di luce incandescente esplose
tra lei e i suoi obbiettivi, come un fuoco d'artificio partito da
chissà dove. Non riuscì a scansarlo, e
tornò a
rotolare per terra, inerme di fronte a quel colpo improvviso. Terra,
sassi e foglie... una nube di detriti si sollevò nel buio,
nascondendo abilmente l'esecutore di quel gesto.
- Rialzati, incapace! Non abbiamo ancora finito! - Claire apparve tra
la nebbia confusa di polvere ed erba che le volteggiava attorno
impazzita come una ballerina nella tempesta, elegante e tagliente. E
Leda vide arrivare con lei una lanterna, stretta da Toma, e un cipiglio
a dir poco rabbioso che le corrucciava orribilmente il viso lungo e
raffinato. E poteva benissimo intuire per quale motivo lo stesse
rivolgendo unicamente a lei, piuttosto che ai due Akuma.
Nella mano libera stringeva la propria frusta, la quale brillava
stranamente di un rosso vivo e intenso, come se potesse prendere fuoco
da un momento all'altro. Vene di magma bollente scorrevano
sull'impugnatura e sulla corda, pulsando di vita. Senza ribattere fece
quanto le era stato sgarbatamente richiesto, e sfoderando di nuovo Bone
Blade si pose assieme a lei di fronte ai propri nemici, di nuovo. Ora
sì che quei bastardi potevano dirsi in svantaggio!
A luci accese per loro che erano ancora incolumi sarebbe stato
più semplice combattere. Inoltre, il ragazzo cieco era
ferito
piuttosto gravemente e aspettarsi da lui grandi manovre non avrebbe
più impedito il combattimento. Avrebbero vinto, sicuramente.
La
vendetta non doveva più aspettare di essere portata a
termine.
Ma prima che potessero anche solo muoversi, udirono chiara e spaventosa
la risata di Jeremy. Leda gli rivolse con uno sguardo tutta la pena e
la rabbia che provava per lui. Era proprio patetico.
- Siete venuti tutti... ma che bella cosa! - sghignazzò,
pallido come un cencio, mentre faticava persino a reggersi in piedi -
Credete davvero... che noi "giocattoli"... siamo degli stupidi?!
Cosa stava dicendo?
Leda serrò le labbra, facendosi improvvisamente curiosa nei
confronti della sua ambigua affermazione. Facendo un passo in avanti
con la lama puntata verso di lui; brillava come diamante sotto la
flebile luce della lanterna di Toma.
- Ormai è finita per voi, risparmiatevi gli indovinelli! -
sentenziò fin troppo brutale, stringendo i pugni dalla
rabbia. Doveva ucciderlo, ora; terminare il lavoro, una volta per
tutte. Ma quando accennò un passo nella sua direzione,
sentì Claire rivolgerle un'occhiata glaciale che
lasciò intendere benissimo quanto il suo comportamento la
irritasse. Si fermò. E ricambiò iraconda lo
sguardo con altrettanta ferocia.
- Perché fai così?! Lo sai cos'ha fatto quel
bastardo? Ha raso al suolo la sede Nordamerica! - le gridò,
la voce appena incrinata dal dolore.
La bionda spalancò appena gli occhi, sorpresa, fissandosi
poi su i due Akuma: davvero quel mingherlino aveva... ? Eppure nemmeno
ci vedeva!
- Lui mi ha portato via la mia famiglia. Ha tolto la vita a persone
innocenti, che non avevano fatto nulla di male! - continuò
Leda, ora con gli occhi lucidi.
Perché ancora parlare di quei terribili eventi le faceva
male. Sentiva il fuoco che quel giorno funesto aveva divorato gli
edifici, donne, uomini e bambini bruciarle dentro, nel petto: una
rabbia inestinguibile, una maledizione che sempre l'avrebbe
accompagnata come uno stendardo squarciato, unico ricordo del suo
passato e dei giorni felici che le erano stati portati via impunemente,
senza motivo. Chiuse gli occhi, mentre cercava di trattenere le
lacrime, mentre cercava di darsi un contegno. Non doveva lasciarsi
andare, non doveva dare la soddisfazione a quel mostro, che ora era ad
un passo dalla morte eppure trovava il coraggio, o forse si sarebbe
dovuto dire la sfacciataggine, di beffarsi di lei e delle persone che
le avevano voluto bene.
Bone Blade risplendette di un'insolita luce biancastra. Claire se ne
accorse, senza riuscire a nascondere il proprio stupore.
- Deve morire! Deve marcire all'Inferno per questo!! -
terminò la giovane Esorcista, la voce graffiata dall'ira e
gli occhi che brillavano come percorsi lampi e tuoni.
Poi, di nuovo, le sue parole vennero troncate da un'altra improvvisa
risata, roca e mostruosa. Questa volta si trattava dell'Akuma rettile,
che si stava avvicinando al compagno per sostenerlo.
- Non hai sentito, stupida Esorcista?! Noi non siamo che giocattoli,
nelle mani del nostro costruttore. Non è noi che devi
odiare, ma coloro che hanno ordinato l'attacco, mocciosa!
- Già... - gli fece eco Jeremy, indicandola con la pistola,
barcollante - Io al tuo posto... mi guarderei le spalle... da quelli
che credi... stiano al tuo fianco...
- Cosa? - domandò Leda, spalancando gli occhi. Che cosa
significava quella frase?
- Eh eh... e soprattutto... - continuò il ragazzo, ormai
allo stremo delle forze - Prima di ucciderci... dovreste pensare a voi
stessi!
Grida.
Dal fondo della montagna, invasero il silenzio come fastidiosi ronzii
di vespe nelle orecchie, insistenti e spaventosi. Claire si
voltò, e vide le fiamme generare rossi bagliori di morte che
illuminavano sinistramente il sottobosco. E strabuzzò
sconcertata gli occhi quando realizzò con orrore che
provenivano dal campo. Quello in cui si trovavano tutti i Finder.
Quello che era rimasto indifeso.
D'impulso impugnò saldamente la propria frusta e senza
pensarci due volte si diresse a passo svelto verso i due Akuma.
- BASTARDOOO!! - il grido fu talmente forte e carico d'ira che Leda
sentì la terra tremare sotto i suoi piedi. La corda pulsante
di magma bollente schioccò vivacemente sul terreno, mentre
la luce che l'avvolgeva aumentava rapidamente d'intensità.
Ancora un altro colpo, eseguito con precisione e freddezza, ed ecco che
robuste fiamme avvolsero l'arma come un vortice d'incandescente
splendore tramutandola in una gigantesca corda infuocata, che Claire
fece roteare sulla propria testa senza timore. Un repentino colpo di
braccio, e la frusta fu scagliata con una forza impressionante su i due
Akuma, mentre da essa si espandevano onde di calda energia.
- Prendete questooooo!! - gridò l'Esorcista generando
così mura di fuoco che si lanciarono come furie contro i
loro obbiettivi, distruggendo qualunque cosa trovassero sul loro
cammino.
Fu il rettile a reagire per primo: con un movimento animato da
incredibile agilità, si pose fra le fiamme e il proprio
compagno ferito, venendo travolto in pieno. Un'esplosione devastante
scosse energicamente le fronde degli alberi, e una pioggia di foglie
bruciate piovette nella foresta, fortunatamente senza provocare
incendi. Per qualche motivo, l'Innocence non arrecava danni
all'ambiente. Non più di quanti ne avrebbe potuti sopportare.
Quando il fumo si diradò, Leda spalancò gli occhi
inorridita. L'enorme lucertola aveva fatto da scudo al compagno, e ora
la sua schiena squamosa si era... tramutata in pietra! Pietra chiara,
friabile, che si disgregò come sabbia portandosi via gran
parte di quel corpo possente e all'apparenza incalfibile. Dove le
fiamme avevano toccato la pelle verde metallico, l'avevano lentamente
indurita come pietra, per poi sgretolarla senza pietrà.
Era questa l'Innocence di Claire. Un'arma pericolosa e potente che lei
stessa aveva denominato Medusa's Whip, la frusta di Medusa. Ed ora,
l'imponente mostro faticava a muoversi, temendo di finire in polvere
ancor prima di accorgersene. Ma nessuno poté credere al suo
gesto: aveva davvero protetto quel ragazzo?!
E, ancor più sconcertante, sembrava non badare minimamente
alla propria critica condizione. L'unica cosa che fu in grado di dire,
era solo un nome:
- Jeremy! Jeremy! - chiamò invano il compagno, che ora, tra
le sue braccia, non rispondeva più, né dava cenni
di movimento.
Dopo essersene reso conto, il suo sguardo da bestia infuriato
andò a Leda, che si sentì come trafitta da mille
lame ghiacciate, in tutto il corpo. Deglutì a vuoto,
avvertendo su di sé una spaventosa aura omicida nei propri
confronti.
- Ti uccideremo, dannata mocciosa!! - le ringhiò contro,
mentre la sua pelle si disfaceva tramutandosi in polvere che si perdeva
nel vento della notte - Ti ammazzeremo!! Ti taglieremo a pezzi!!
Una strana brezza prese a soffiare, sinistra. Sotto ai due Akuma il
terreno iniziò improvvisamente a cedere, a sciogliersi...
fino a che non si fu tramutato in un'enorme specchio nero e liquido,
come uno stagno d'inchiostro. I loro corpi cominciarono ad essere
risucchiati da quella superficie fluida e oleosa. Ma prima che
potessero scomparire del tutto, gli occhi dorati dell'Akuma intravidero
un movimento tra gli alberi: un fruscio sospetto, rapido e sommesso, e
poi... un bagliore, come di qualcuno che si era appena velocemente
spostato per non essere individuato. Ma lui ci riuscì, e
poco prima che il suo muso fosse inghiottino dalle tenebre, a denti
stretti ringhiò:
- Tu... !
E poi, il silenzio. Tutto scomparve, tutto tornò alla
normalità; una parola che purtroppo il gruppo non fu in
grado di assaporare a dovere.
- Andiamo! - gridò Claire riponendo la frusta al fianco e
facendo segno a Toma e Leda di raggiungere con lei il campo.
Corsero, corsero come pazzi per la foresta, con la lanterna del Finder
ad illuminare il loro cammino. Però, più si
avvicinavano, più il silenzio si faceva pericolosamente
preoccupante. Quando furono infine giunti al limitare del bosco, Claire
scostò con sgarbo l'ultimo ramo sporgente e...
ciò che vide fu solo cenere.
Non c'era una singola tenda che fosse stata risparmiata. Ogni cosa era
stata data alle fiamme, divorata, cancellata per sempre. Un orribile
odore di fumo ristagnava sgradole nell'aria, intasando i polmoni delle
due Esorciste che, senza esitare, si addentrarono nel campo
più approfonditamente alla ricerca di una qualche anima che
ancora respirava.
Niente. Dei numerosi Finder che avrebbero dovuto vedere, non ne
ritrovarono che i vestiti impolverati. Le apparecchiature erano
danneggiate. I golem erano stati fatti a pezzi. Non c'erano parole per
descrivere il massacro che quella notte era stato compiuto. Non c'era
rabbia che avrebbe potuto punire a dovere i responsabili di quel
drammatico e brutale omicidio di massa.
Leda camminava tra i cadaveri ridotti in cumuli di sabbia nera con il
cuore che le batteva all'impazzata, la mano poggiata sul naso per
impedire che l'acre odore di morte le offuscasse la mente con ricordi
che non aveva voglia di rivivere.
Poi, ad un tratto, alcune macerie di una tenda dietro di lei
crollarono, e subito si mise in posizione di guardia, pronta a
fronteggiare con ardore qualunque minaccia. Ma non si trattava di
un'Akuma.
- Tyki! - esclamò sorpresa di rivedere il Noah dopo tanto
tempo. Gli andò incontro con passo affrettato, per
accertarsi che stesse bene - Dove diavolo eri finito?!
L'uomo si grattò perplesso la nuca, scompigliandosi tutti i
capelli alla ricerca di una risposta sensata.
- Mi sono perso nella foresta... poi ho notato delle luci e le ho
seguite - disse con sguardo basso. Temeva una qualsiasi reazione da
parte della ragazza e infatti poco dopo gli arrivò un
colossale pugno in testa.
- Perso?! - Leda ripeté quella parola con disgusto e
irritazione - Sei solo un cretino! Non hai pensato di rimanere col
gruppo, e di dare una mano? Damerino scemo!
- Modera i toni, mocciosetta! - le rispose a tono il Noah, afferrandole
il braccio e scanzandolo malamente - Non è stata colpa mia
se all'improvviso vi siete tutti divisi!
- E invece sì! Avresti potuto seguirmi! - lo
attaccò senza mollare la giovane, con rinnovata energia - Mi
hanno quasi ammazzata!
- E io cosa dovrei centrare? - fece Tyki con sguardo assente, mentre si
sturava un orecchio con aria da menefreghista.
Ma Claire apparve dal nulla interrompendo il loro litigio, la
compostezza di un vero generale a renderla l'equivalente di un blocco
di ghiaccio, rigido e irremovibile.
- State zitti, incapaci! - tuonò furiosa, colpendo entrambi
con un pugno da vero maestro - Guardatevi attorno! Vi sembra questo il
momento di fare gli idioti?! Abbiamo fatto il gioco di quei bastardi e
ora il campo è devastato!
Aveva ragione, dannatamente ragione. Avevano perso, dopotutto. Non
avevano raccolto alcuna Innocence, si erano lasciati manovrare dal
nemico e, peggio di tutto, vite innocenti e volenterose si erano
dissolte nel nulla senza che loro potessero muovere un muscolo. Quella
missione poteva considerarsi più che fallita.
E Leda lo comprendeva appieno. Ora che attorno a sé non
vedeva che cadaveri e distruzione, lo comprendeva. Quella era la
guerra, il conflitto che da millenni si stata portando avanti senza
pause, senza tregue, nel mondo grigio che l'accoglieva triste e
funesto. E finalmente capiva anche quanto importante fosse il loro
compito di Esorcisti; quanto difficoltoso fosse compierlo, accettarlo,
e viverlo in ogni suo attimo, sia buono che cattivo. Per quante vite
avrebbero potuto salvare, molte altre sarebbero diventate ingredienti
di quel calderone d'odio e vendetta che il Conte rimestava sadico e
maligno, in attesa di poter scatenare la propria arma finale sul mondo
ancora una volta.
Mille sfide l'avrebbero attesa da quel momento in poi, ma questa volta
non sarebbe rimasta in piedi a guardare. Non avrebbe più
lasciato che altri decidessero per lei, che le imponessero la loro
volontà. Avrebbe combattuto da vera guerriera, dimostrando
tutto il proprio valore. Avrebbe protetto Alan con le unghie e coi
denti. Nessuno l'avrebbe più fermata.
Leda fece una promessa, quella notte: che avrebbe lottato anche a costo
della vita per porre fine a tutto quello, a tutte le lacrime, a tutto
il sangue che scorreva copioso, a tutto il male che divorava la terra;
che si sarebbe dedicata anima e corpo a quella nobile causa, come aveva
sempre voluto, cedendo i vecchi malsani rancori al passato, e
accogliendo nuove speranze per un futuro più luminoso e
sereno.
Sì, sarebbe diventata la vera lady della guerra.
Angolo di Momoko
Eeeeeed eccomi qui :D
Ok, mi rendo conto che il capitolo è piuttosto lungo, ma ho
voluto metterci dentro l'intera lotta, senza dividerla a
metà. Quindi, spero che riusciate a leggere tutto! xDD
Non ho molto da dire, se non che questa non è la fine della
storia. Tra qualche mese potrete leggerne il sequel, con un mucchio di
cambiamenti, che sono anche il motivo di questa mia scelta. Ebbene
sì, dalla prossima volta le cose cambieranno radicalmente!
Si entrerà in una nuova fase della storia, che spero di
trattare meglio di questa in ogni caso! Andiamo, lo so che lo state
pensando: i vecchi capitoli sono da mettersi le mani tra i capelli xDD
Ok, ora mi dileguo, non voglio stare qui a cianciare e dire roba
inutile con voi che vi leggete non so quante pagine di capitolo,
quindi, voglio passare ai ringraziamenti!! Ovviamente, mando un bacione
stra mega schioccoso a tutti quelli che hanno letto, messo tra le
seguite/preferite/ricordate la storia, ma soprattutto volevo
ringraziare di cuore Myrae, Kanda_90,
Asami chan,
chicy, La Strega di
Ilse, Xablerot, Fauna96,
kassy382 e Snow_White_Queen per
aver
recensito, oltretutto dandomi tanti consigli per migliorare e
spronandomi sempre di più! Vi voglio tanto bene *W* E ora
Leda, dillo anche tu! :3
Leda: ma io non dico proprio niente! Mi hai fatto patire per
quattordici capitoli, e vuoi pure che ringrazi?!
Momoko: Leda cara, obbediscimi o sarà peggio per te
♥ *Possessione Conte del Millennio version mode=on*
Leda: Ugh... va bene! Grazie per avermi perseguitata come stalker nel
mio infernale viaggio che non vorrei ripetere per nulla al mondo!!!
Momoko: ... Leeeeeeeeda? ♥
Leda: *facendo uno sforzo apocalittico* ......... G-grazie per aver
letto la mia storia, carissimi
lettori!
Spero di potervi rivedere anche la prossima volta, e ovviamente spero
anche di fare un lavoro ancora migliore che possa piacervi come questo!^^
A prestooooo,
Momoko <3
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