Capitolo 28
"Come pensavo. Babbo
natale non è venuto e non ha realizzato il mio desiderio. A
quanto pare, non basta fare la brava bambina soltanto a natale"
Ryuga era riuscito per un miracolo a tornare a casa. Le
gambe
faticavano a reggergli e il petto gli doleva da impazzire. Si richiuse
l'uscio alle spalle e scivolò lentamente contro la parete,
fino a
toccare terra. Aveva il respiro affannato per lo sforzo enorme di
trattenere le lacrime. Si riscosse sentendo dei passi venire nella sua
direzione:" Allora, sei riuscito a darle la canzone?" Era Ben, con un
sorriso allegro stampato in volto. Il blader alzò con molta
lentezza la faccia, ma decise di non guardarlo negli occhi per non
mostrare le occhiaie profonde che gli solcavano le guance, date dal
pianto
consumato poco prima:"No... e non credo che riuscirò a
dargliela
mai più..." Mugulò, soffocando un singulto. Il
bruno fece
un ampio gesto col braccio:" Suvvia, non cominciare a fare il
drammatico, vedrai che domani ce la..." Si bloccò appena
vide il
suo sguardo, isterico e appannato:" Se...n'è...andata"
Biascicò, prima di scoppiare in lacrime. Il possessore
dell'Ultimatrix finalmente capì. Non riuscendo a proferire
parola, si inginocchiò di fronte a lui e lo
abbracciò.
Ryuga non lo allontanò, anzi tentò di reprimere i
singhiozzi contro la sua maglietta nera, stringendo così
forte
la presa da farsi diventare le nocche completamente bianche.
Il giorno di natale. Sarebbe dovuta essere la giornata più
felice di tutte, invece per loro era totalmente da dimenticare. Si
erano radunati tutti nella radura nella quale Julie arrivava sempre.
Ovviamente c'era anche lei, "pronta" a tornare a casa. Aveva lo sguardo
basso e afflitto e camminava lentamente. Una volta che fu nel mezzo
dello spiazzo erboso, respirò un'ultima boccata di
quell'aria
che sapeva di affetto. Si voltò verso i suoi amici:"Ragazzi,
lo
so che ora siete dispiaciuti perchè me ne vado... ma
è
questo il mio destino...non posso sottrarmi ad esso, per quanto atroce
sia. Però voglio che serbiate sempre un bel ricordo di me"
Si
avvicinò a Kagome:"Kagome, amica mia, io e te siamo
diventate
molto amiche, ci siamo dette tutto e ci capivamo solo con uno sguardo,
sei preziosa per me" La sacerdotessa si asciugò le lacrime.
Le
due si abbracciarono:"Mi mancherai Julie" Sussurrò,
cominciando
a piangere:"Anche tu" Si staccarono e si sorrisero. Julie
proseguì verso Yuma e Astral:" Ragazzi, il vostro legame mi
ha
colpito fin dall'inizio, e anche il vostro modo di affrontare le cose.
Spero di poter apprendere da voi il segreto dell'energia al massimo"
Yuma le sorrise dolcemente:" Siamo noi che dobbiamo imparare da te la
gentilezza. Per cominciare ti abbiamo fatto un regalo" Il ragazzino le
porse una carta di Duel Monster. Sailor Moon la prese, facendo
attenzione a non rovinarla, e fece un'espressione stupita quando
riconobbe di che mostro si trattava:" Ma...ma questa è Mago
Gagagà, la prima carta che ti regalò tuo padre!
Non posso
accettare..." Astral scosse la testa:" Tanto sappiamo che ce la
restituirai" Gli occhi blu di Julie si illuminarono. Annuì
convinta e proseguì:" Inuyasha e Sesshomaru, non si
può
certo dire che voi due siate i fratelli più affiatati,
però siete molto simpatici e quando unite le forze diventate
imbattibili" Gli tese la mano, ma il mezzo demone la
abbracciò:"
E' inutile che ti fingi seria Julie, non lo sarai mai" Disse Sesshomaru
con un lieve sorriso:"Grazie ragazzi" Quando sciolsero l'abbraccio,
Inuyasha le fece il simbolo di vittoria, che lei ricambiò
con un
occhiolino Mosse un altro paio di passi:"Gwen, grazie a te ho scoperto
un'infinità di cose e ho potuto viaggiare per il mondo.
Grazie
davvero" Le porse il libro, ma la rossa sorrise:"Tienilo tu,
consideralo come un portafortuna" La bruna se lo strinse al
petto:"E...infine, Ben, il mio migliore amico, se stessi qui a
ringraziarti per tutto quello che hai fatto, non mi
basterebbe un
anno intero" Il ragazzo la attirò a sè:"Oh, vieni
qui" Si
abbracciarono dolcemente.Dopo Ben vennero Tori, Rio, Shark e Kite.
Finiti i saluti, Julie tornò al centro dello
spiazzo. D'un tratto Kagome si ricordò di una cosa
fondamentale:" Ehi, ma dov'è finito Ryuga?!" Julie, sentendo
pronunciare quel nome, strinse i pugni:"Oh, tranquilla Kagome, ho
già avuto modo di salutare Ryuga quindi non ci sono
problemi" La
nera annuì, e Sailor Moon si apprestò a recitare
la
formula.
Camminava per le strade di Tokyo, deserte per via delle feste. Teneva
le mani in tasca e aveva un'espressione corrucciata. Il cuore aveva
già smesso di battere da un pezzo, e lo stomaco non era
messo
certo meglio. Non faceva che pensare a quanto era accaduto la sera
prima. Perchè la ragazza non era rimasta con lui? Avrebbe
potuto
decidere, ma non l'aveva fatto, perchè? Sorrise amaramente.
No.
Lei non poteva decidere. Che sciocco era stato a formulare quel
pensiero. Il campanello di una bicicletta che veniva giù a
tutta
velocità lo distrasse. Fece appena in tempo a spostarsi,
prima
che lo investisse, ma nel compiere quel gesto rapido, gli era caduto
tutto il contenuto della tasca. In un altro momento avrebbe urlato e
inveito contro quel pirata della strada, ma in quel momento non aveva
voglia neppure di fare rissa. Si abbassò lentamente.
Raccolse la
maggior parte delle cartacce, ma la sua mano esitò, quando
dovette raccattare la foto di lui e Julie al luna park. La prese e la
guardò per un attimo:"Ah, ho dimenticato di
ridargliela...uff,
che seccatura" L'immagine si bagnò. Una volta. Due volte.
Tre
volte:"Ma cosa...mi...?" Si toccò le guance. Piangeva.
Strano,
non era triste, era solo svuotato, allora perchè le lacrime
non
ne volevano sapere di fermarsi? L'albino realizzò:-Ah,
capisco-
pensò:-E' su Julie che io facevo affidamento. Sulla
gentilezza
di Julie. Ma ora è tutto finito. E' evidente che se Julie
torna
nel suo mondo, è perchè quel tizio non le
è del
tutto indifferente. Ed è altrettanto chiaro che se Banjo la
sposa è perchè la ama... in altre parole sono
attratti
l'uno dall'altra... stando così le cose io... non posso
più restare vicino a Julie, non posso più
camminare al
suo fianco- riappoggiò la fotografia per terra e si
alzò
lentamente:- La persona che gli starà accanto... non
sarò
di certo io... e questo non mi va...- Il suo viso divenne puro dolore:"
Bene, per niente!" Cominciò a correre velocemente,
singhiozzando
senza freno. Arrivò alla radura ma... lei non c'era. Sotto
lo
sguardo stupito e sconcertato di tutti, il ragazzo guardò
prima
a destra e poi a sinistra:"Julie...! Julie...!" Urlava tra i
singhiozzi. I suoi fratelli erano allibiti, non l'avevano mai visto
versare lacrime per niente e per nessuno. Ryuga cadde a terra tenendosi
il viso:" Julie! Julie! Sigh, sigh, Julie! Julie!" Non riusciva a
smettere era in preda ad una crisi isterica. Un dolore così
profondo e grande non l'aveva mai provato. Kagome soffocò in
principio un pianto, vederlo così era una sofferenza per
tutti.
Inuyasha era sbigottito. Mosse un tentennante passo in avanti:"
Fratello..." Sussurrò, ma Sesshomaru gli mise una mano sulla
spalla, scuotendo la testa e chiudendo gli occhi. Non c'era niente che
avrebbe risollevato Ryuga in quel momento.
Julie tornò a casa, e subito fu accolta da Tabatha e
Cordelia,
che la salutarono con un grosso abbraccio e un caldo sorriso:"Ci
chiedevamo dove fossi finita! I tuoi arriveranno domani pomeriggio
e..." La bruna alzò la mano, bloccandola:"Ti ringrazio
Cordelia... ora per favore vorrei ritirarmi nelle mie stanze, sono
molto stanca" Cordelia, vedendola così risoluta, non
aggiunse altro. Si limitò a fare una riverenza
estremamente educata e a far passare la contessina. Julie
cominciò da subito ad assumere la posa austera e composta
che il
suo lignaggio le imponeva. Salì molto lentamente le scale,
ma
una volta in corridoio, non resse più. Cominciò a
correre
fino alla sua camera, e quando si richiuse la porta alle spalle, si
gettò a capofitto sul letto, piangendo disperatamente, al
tempo
strano e stretto di quel tamburo che chiamasi cuore.
Passarono le settimane. Due. Tre. Ryuga non avrebbe saputo dirlo con
certezza. Sapeva solo che da molto tempo aveva perso la cosa
più
preziosa a cui potesse mai anelare. E stare lì senza di lei
era
come svegliarsi sotto un'unica metà di cielo, come camminare
con
una sola scarpa. Lui era solo una metà di cuore senza di
lei...
ma era tutto normale no?
Che vuoi che sia
si tratta solo di
cambiare la mia vita
niente di che, niente di
niente
mi basterà
far finta di essere vincente
e magari si, buttarmi
nel lavoro
o imbarcarmi in un
viaggio inconcludente
o solamente stare
semplicemente male
Questo era quello che gli suggeriva la mente, fare
qualcosa, o rimanere nel dolore più profondo...
Che vuoi che sia
vederti andare
è stato solo un colpo al cuore
e non so ancora, o non
so bene
se tutto questo
è parte dello stesso amore,
fino a ieri un'abitudine
importante
oggi invece mi ferisce e
mi sorprende.
Ma a parte le parole
mi manchi da morire.
Questo era quello che invece gli diceva quel muscolo che ormai non
utilizzava da giorni... e giorni... e giorni... Il tempo passava e
scorreva su di lui come un fiume in piena, e più tentava di
autoconvincersi che andava tutto bene, che c'era sicuramente passata
tanta gente prima di lui, più la sua anima si sgretolava
lentamente, consumandolo dall'interno. Quanto tempo era che non
mangiava? Non lo sapeva... quanto tempo era che non parlava? Non ne
aveva idea... era chiuso in un mutismo innaturale da chissà
quanti giorni. Nessun cambiamento, nessun miglioramento...
Ho
provato a non pensarti e a non pensare,
ho cercato un'altra
storia da inventare,
ma il mondo continua a
girare.
E vorrei cercare di
tornare indietro,
per fermare il tempo e
per ricominciare,
ma il mondo continua a
girare.
E mi manca la tua pelle,
e mi manca il tuo
sapore,
e mi manchi .......
Il suo sorriso, le sue labbra dolci e morbide. I suoi
occhi, blu
come il mare, ti ci potevi specchiare dentro. Quella sua
ingenuità così pura e quel suo carattere da
donna, un
connubio perfetto e terribile. La prima volta che gli aveva sorriso...
un colpo al cuore, un infarto rapido come una freccia. Mai falsa,
sempre così gentile, nonostante lui la trattasse
malissimo...
amore, amore, amore, non avrebbe potuto provare altro se non questo
sentimento così forte e così verace...
Che vuoi che sia. che
vuoi che sia .....
Che vuoi che sia questo
terribile disordine che ho dentro.
Sei andata via, soltanto
via,
e solo adesso me ne sto
rendendo conto.
Ma se il tempo cura
tutte le ferite,
lascerò che
il tempo faccia il suo lavoro.
Ma mentre sto a
aspettare
mi manchi da morire.
La sua vita non sarebbe stata più la stessa,
mancava un
calore dolce e genuino. Un affetto che solo una persona può
dare... che solo Julie poteva andare... la sua Julie... se pensava che
da quel momento in poi, l'avrebbe toccata un altro uomo, gli saliva il
sangue al cervello... nessuno l'aveva mai desiderata quanto lui,
NESSUNO, eppure lui era forse l'unico che non era riuscito ad averla...
E non basta fare finta
di star bene
o ripetersi che
è tutto regolare,
che il mondo continua a
girare.
È successo
certamente a tanta gente,
mi ripeto che non
c'è da starci male,
che il mondo continua a
girare.
Aveva le mani incrociate nei capelli. Se le
guardò per un
momento... con quelle stesse mani era riuscito a toccarla, ad
accarezzare quel suo bel viso, a stringere possessivo le sue curve da
donna... un corpo perfetto, che non aveva da invidiare a nessuna
modella. Ma non era solo questo che lo faceva impazzire di lei... lei
era l'unica donna bella e intelligente. Più di una volta
l'aveva
sentita disquisire su argomenti seri, parlava in una maniera favolosa,
senza mai incepparsi e senza alcuna incertezza. Forse sapeva
più
cose di tutti loro messi insieme, ma non si era mai vantata. Diceva
sempre che lui era perfetto... ma forse per lei era più
adatto
un tipo sofisticato e raffinato come Banjo... dopo tutto lei meritava
solo il meglio...
E mi manca il tuo
silenzio,
e mi manca un
pò d'amore
e mi manchi ......
Che vuoi che sia, che
vuoi che sia .....
Ora le sue mani erano più grosse e munite di
artigli...
si era finalmente rivelato per quello che era... un mostro. In fondo,
non sarebbe stato giusto... Julie non doveva vivere con una persona del
genere accanto... avrebbe finito per farle del male... come con tutte
le persone che gli stavano accanto...
Kagome lo osservava preoccupata. Erano la bellezza di tre settimane che
non toccava cibo e non parlava con nessuno. Rimaneva in quella
posizione, curvo su sè stesso a fissare ora il pavimento,
ora il
muro. Non sapevano più che fare, ma nessuno osava
avvicinarsi.
Ben sospirò pesantemente e strinse i pugni, abbassando lo
sguardo. Doveva pur esserci un modo per farlo rinsavire. Anche a lui
Julie mancava terribilmente, ma non certo quanto a lui, questo era
chiaro... l'unica maniera per uscirne era prendere il toro per le
corna... prese un respiro e si fece coraggio. La sacerdotessa lo
osservò cambiare posa e atteggiamento:"Che vuoi fare...?"
Gli
domandò con un filo di voce:" Kagome, qualsiasi cosa
succeda,
non intervenire...nè tu, nè nessun altro" La nera
provò a dissentire, ma vedendo il ragazzo così
risoluto,
finì per accettare. Solo Ben avrebbe potuto svegliarlo in
quel
momento. Il bruno, si sforzò in un sorriso che risultasse
quantomeno credibile. Mise le mani in tasca come suo solito, e
cominciò ad avvicinarsi a Ryuga. Si mosse molto lentamente,
senza fretta. Quando l'albino si accorse di un movimento alle sue
spalle, aprì leggermente la bocca, mostrando le
zanne:"Ehilà amico!" Disse il possessore dell'Ultimatrix. Il
blader si girò di tre quarti:"Sparisci..."
Biascicò con
un tono di voce bassissimo, che non gli era mai appartenuto:"Guarda che
voglio solo scambiare quattro chiacchiere, niente di più"
Continuò imperterrito l'altro, non curandosi dei rischi che
stava correndo. Inuyasha affiancò Kagome, con un'espressione
allibita sul volto:"Ma che vuole fare...si farà ammazzare!"
Scandì, portando una mano all'elsa di Tessaiga. La
sacerdotessa
gli bloccò il braccio, facendo di no con la testa. In quel
momento il mezzo demone capì... Ryuga ringhiò
sommessamente:"Non mi hai sentito...ti ho detto di sparire..."
"Ti ho sentito, ma siccome mi sembra una cosa cretina rimanere da solo
in un angolo per tutto questo tempo, ho preso la decisione di non
ascoltarti" Il blader cominciò ad ansimare
violentemente:"Stai
mettendo a dura prova la mia pazienza" Ben, fece spallucce:" Allora, mi
vuoi dire perchè sei così giù?"
"Lasciami stare... io... io sono un mostro e come tale devo essere
trattato...quindi sparisci prima che ti uccida" Assunse un'espressione
interrogativa:"Un mostro? E chi ha detto che sei un mostro?" Ryuga
scattò in avanti con un ringhio leonino, prendendolo per la
maglia e tirandolo sù:" Non mi sfidare ragazzino..." Ben
assottigliò gli occhi, aveva raggiunto il suo
obiettivo:"Picchiami, avanti, fammi male...se questo può
farti
stare meglio"
"Tu non sai cosa è meglio per me"
"Solo tu lo sai... non è così?! Perchè
ti comporti
a questo modo?! Io sono tuo amico dannazione con me puoi parlare!"
"IO NON HO AMICI!" Urlò così forte che Kagome
rimase
terribilmente spaventata:"Una persona come me è destinata a
rimanere sola! Nessuno riesce a starmi accanto! Anche Julie se
n'è andata per colpa mia e soltanto mia!"
"Non darti colpe che non hai! Sai che Julie deve sposarsi, tu non
c'entri niente!" L'albino, accecato dalla rabbia, alzò gli
artigli, ma si fermò prima di colpirlo:"Non ne saresti
capace"
Lo sfidò il bruno:"Ah sì?! DAVVERO?!"
Un'artigliata
poderosa. Gli sferrò un'artigliata poderosa. Il tempo parve
fermarsi. La guancia destra di Ben era squarciata in tre parti e
grondava di sangue, ma lui non aveva voltato la faccia nemmeno quando
Ryuga aveva inferto il colpo. Continuava a fissarlo negli occhi. Dopo
qualche secondo il blader si riscosse. Si guardò le mani,
rosse
e gocciolanti. Il respiro accellerò, e gli occhi
trabalarrono:"Che cosa... ho fatto...?" Si guardò intorno,
spaventato come un animale a cui vengono rapiti i cuccioli.
Scappò via, correndo. Appena fu a distanza di sicurezza, il
bruno cadde in ginocchio, tenendosi la guancia ferita. Sia Kagome che
Inuyasha si precipitarono ad aiutarlo. Forse, aveva rischiato la vita e
forse era stata una mossa troppo avventata... ma Ben era sicuro che il
suo migliore amico avrebbe riflettuto, a lui bastava questo per
sentirsi subito incredibilmente meglio.
Erano tre settimane ormai che era tornata a casa. I suoi genitori erano
fieri di lei, l'atteggiamento che aveva tenuto in quelle settimane era
stato impeccabile. Ormai trascorreva quasi tutte le giornate a provare
abiti da cerimonia, a suonare e a intavolare "piacevoli" chiacchierate
col suo futuro sposo. Il suo cuore nel frattempo era perso
chissà dove, l'unica cosa certa era che avesse smesso di
battere. Non lo sentivi nemmeno se ti avvicinavi al petto con le
orecchie spianate. La verità era una sola: il cuore l'aveva
lasciato nell'altro mondo, nel suo VERO mondo. Andare avanti senza
cuore era una cosa difficilissima, ma la cosa ancora più
faticosa era portare avanti quella estenuante mascherata senza mai
poter cedere. Non passava giorno che non pensasse a Ryuga, al suo
Ryuga... tutto quello che aveva sempre voluto e che avrebbe sempre
voluto. Fosse stato per lei sarebbe anche andata a vivere in una
baracca sperduta nel mondo, pur di poter stare con la persona che amava
di più al mondo. Invece era costretta a passare il resto
della
sua vita con un uomo che non amava nemmeno un po'. Se le avessero
chiesto perchè si era innamorata proprio di Ryuga, lei non
avrebbe saputo che rispondere. Già, perchè lei lo
aveva
amato dal primo istante in cui i loro sguardi si erano incrociati,
eppure lui era stato scontroso all'inizio...per molto tempo non l'aveva
considerata altro che una ragazzina... Ed era stata sopratutto colpa
sua, avrebbe dovuto dichiararsi prima e fargli capire da subito cosa
voleva, invece aveva sempre esitato, dimostrando di non essere
abbastanza determinata per ottenere ciò che desiderava. Era
sempre così, anche con suo padre non era mai stata sincera
per
paura che qualcosa potesse sfuggirle di mano... ma in questo modo non
aveva fatto che peggiorare la situazione, arrivando addirittura al
punto di doversi sposare contro la sua volontà. Che codarda,
non
era neppure capace di gestire la sua vita, questo continuava a
ripetersi, facendosi sempre più male. E mentre lei si
pugnalava
con le sue stesse mani, gli altri soffrivano. Per colpa
sua.
Entrò lentamente in quella che prima era la
stanza di
Julie. Era tutto in ordine, non una virgola fuori posto. Apparentemente
la ragazza non aveva lasciato tracce del suo passaggio. Ma ad una
più attenta analisi, Ryuga scorse la divisa di Julie
accuratamente piegata sopra il letto. Si avvicinò esitante,
come
se non volesse rovinare il ricordo della bruna con la sua presenza
estranea. Sorrise amaramente vedendo gli abiti. Prese delicatamente il
gilet, e se lo portò al naso: aveva ancora il suo aroma di
lavanda e gelsomino. Dal taschino cadde qualcosa. L'albino si
chinò a raccoglierlo. Era un quadernino nero, dove la
ragazza
appuntava ciò che succedeva giornalmente. Ryuga si sedette a
gambe incrociate, cominciando a sfogliarlo. Dalle pagine spuntava
qualcosa di appuntito: era l'angolo di una fotografia. Il cuore
dell'albino perse diecimila battiti quando vide di che immagine si
trattava: l'aveva scattata Kagome, loro si erano incontrati da poco e
continuavano a litigare. Anche in quella foto si vedeva che erano
chiaramente presi da una discussione, e avevano guardato in direzione
dell'obiettivo troppo tardi per cambiare le loro espressioni
"arrabbiate". Un dolce e amaro sorriso si fece strada sulle labbra del
ragazzo.
Cercava disperatamente il suo fondotinta. Ma dove l'aveva lasciato?
Frugò dappertutto, ma del barattolino non c'era alcuna
traccia.
D'improvviso si ricordò di un posto nel quale non aveva
guardato: la borsa che aveva riportato indietro dal mondo di Ryuga.
Anche quel solo oggetto le provocava una terribile tempesta di ricordi.
La prese e con lentezza estrema cominciò a rovistarci
dentro.
Tirò fuori tutto il contenuto, finchè non
trovò
ciò che stava cercando sul fondo della borsa. Ma non era
l'unica
cosa. Tastando, la ragazza si accorse della presenza di una busta di
carta. La estrasse:"E questa cos'è?" Domandò
sottovoce.
Non c'era un solo singolo segno su di essa, niente.
Provò
a girarla. Il suo cuore perse diecimila battiti. In bella grafia vi era
scritto:"Ryuga"
Abbassò lo sguardo, afflitta. Ebbe un attimo di esitazione,
non
sapeva se aprirla o no. Aveva paura del suo contenuto. Un bussare
sommesso la tolse dall'imbarazzo di dover decidere:" Julie, mia cara
sono io, vostro padre vi vuole urgentemente" Era la voce calma e pacata
di Banjo. Julie sospirò e si sforzò in un
sorriso:"Arrivo" Rispose, appoggiando la busta sul comodino. Prima di
andarsene le diede un ultimo sguardo.
Stava prendendo a pugni il suo sacco, come al solito. Ogni colpo era un
missile, potente e preciso. Più pensava a Julie,
più gli
veniva voglia di spaccare qualunque cosa gli capitasse sotto mano. Le
mani gli dolevano per via dell'allenamento intensivo che aveva
condotto. Ben quattro ore di filate di pugni. Perchè faceva
tutto questo? Non avrebbe saputo spiegarselo nemmeno lui. Forse non era
per sfogo, quanto per punizione che si infliggeva quel dolore. Per
rimproverarsi di non essersi dichiarato prima e per non essere riuscito
a tenere Julie al suo fianco. Ormai era notte fonda. Non lo sapeva
perchè aveva guardato l'ora, ormai lo scorrere del tempo non
lo
riguardava più, lo intuiva dal blu scuro del cielo, visibile
grazie alle finestre poste sul muro portante della palestra:"Problemi
d'insonnia?" Ironizzò una voce proveniente dall'ingresso. Il
blader si voltò appena, quanto gli bastò per
vedere che
era Ben:"A che mi serve dormire...non sono più capace di
sognare" Rispose tra un colpo e l'altro. Ben, sorrise beffardo e si
avvicinò, cominciando a girargli attorno:"Sai, sei alquanto
patetico, non mi sorprende che Julie ti abbia mollato" A queste parole,
Ryuga bloccò il sacco con una mano sola:"Non sei nemmeno
stato
capace di darle l'affetto che meritava, sei davvero un essere
insignificante" Continuò imperterrito il possessore
dell'Ultimatrix, non curandosi dello sguardo assassino del blader:"Con
un carattere simile, ci credo che nessuno ti è mai rimasto
accanto" Basta, era decisamente troppo. Con un gesto fulmineo, Ryuga
scattò in avanti, afferrandolo per il colletto della
maglietta e
alzandolo di tre centimetri da terra:"Stammi a sentire, merdina, non ho
nessuna intenzione di farmi insultare da un povero stolto come te,
Julie è mia chiaro?! SOLO MIA! Nessuno può
sperare di
portarmela via!" Gridò, con tutto il fiato che aveva in
corpo.Aveva sprecato così tante energie che ora ansimava.
L'espressione di Ben si addolcì moltissimo, un sorriso gli
comparve sul volto:"Lo stai dicendo alla persona sbagliata" La furia di
Ryuga mutò progressivamente in sorpresa. Allora non pensava
veramente quello che gli aveva detto. Era solo per spronarlo. Lo rimise
giù. Aveva ragione, quelle erano esattamente le parole che
avrebbe dovuto urlare in faccia a Banjo. Julie era solo sua, e nessuno
sarebbe mai riuscito a portarla via da lui finchè era in
vita.
Doveva andare a prenderla. Doveva riportarla indietro. E' inutile
tentare di vivere senza l'altra parte del cielo. Spinto da una nuova
motivazione, corse verso l'uscita, ma proprio quando si
trovò
sull'uscio, si ricordò di una cosa molto importante.
Ripercorse
tutto il tragitto all'indietro, abbracciando l'unico che era stato
capace di farlo rinsavire. Il bruno rimase un attimo incerto, non si
aspettava certo un gesto del genere. Poi però
ricambiò
affettuosamente. Quando si staccarono, il blader gli mise una mano
sulla spalla:"Ben... io...mi dispiace per oggi....e..."
"Tranquillo, il tuo segreto è al sicuro con me" Gli fece
l'occhiolino, e Ryuga, sollevato, ricambiò con un'annuita
decisa:"Va' ora, Julie ti aspetta" Fu l'ultima cosa che Ben gli disse,
prima che l'albino partisse in quarta verso la sua camera. Una volta
arrivato, raccolse due cose necessarie per il viaggio: lo smoking che
gli aveva regalato la sua ragazza e il frammento di cuore. Sfortuna
vuole che mentre il ragazzo stava uscendo, stesse passando Inuyasha,
che si prese una sonora portata in faccia, che lo fece cadere. Ryuga se
ne accorse,e correndo sul posto scandì:"Ciao Inuyasha! Scusa
Inuyasha! Addio Inuyasha!" E riprese subito a correre verso l'uscita.
Il mezzo demone si massaggiò la testa con una faccia
allibita:"Ehi ma dove stai andando?!" Gli gridò dietro:"A
riprendermi ciò che è mio!"
Rispose il blader senza fermarsi:- Ti riporterò a casa
Julie, costi quel che costi- pensò.
Raggiunse la radura e prese un profondo respiro. Guardò il
cielo:- Dio, lo so che probabilmente non è giusto tutto
questo,
e so anche che mi odierai- Sorrise avvinto:"Ma non me ne importa
affatto!" Si girò di scatto:" Voglio andare...
Oltre
il tempo e lo spazio!
Angolo
autrice
Per farmi perdonare dall'altra volta, ho pubblicato in tempo record!
Allora, finalmente Ryuga si è deciso a svegliarsi e a
tornare da
Julie! Cosa succederà? Si mostrerà a Julie o
agirà
senza farle sapere niente? E che cosa avrà in mente per
evitare
il matrimonio? Tutto questo e molto altro nel prossimo capitolo:
Operazione:matrimonio col botto! Non mancate!Ringrazio vivamente Veiss per il logo!
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