con te nemmeno tutte le pagine
del mondo
Ci ho pensato.
Al
fatto che siamo arrivati anche noi al “siamo soli
assieme”. Una di
quelle cose stupide e sdolcinate e tutto. Siamo soli assieme. Come
quando nell’area attorno a me l’unica cosa che
c’è è quella dannata
scrivania con il pc, pieno di documenti word da far paura. Come quando
tu sei circondato da mille persone e alla fine sei solo comunque.
Siamo
soli assieme. Che frase di merda, le ho sempre odiate. E, con questa,
tutte le altre migliaia di cose sdolcinate che le altre coppie si
dicono e sussurrano. Siamo soli assieme. Ti va? E poi ti porto in un
posto migliore, sei tu il mio posto migliore. E poi le coccole ed i
baci ed i film sul divano. Ed i messaggi la mattina.
Poi scopro che quando
si è dentro fino al midollo certe cose le speri.
Ed
io posso pure, Harry, posso pure sperarle ma alla fine non mi piacciono
perché non ci piacciono. Non hai un cuore di pietra e non
siamo
distanti, ma questa cazzata del siamo soli assieme mi ha scaldato un
po’ e ci ho pure riflettuto sopra. Come quando mi hai detto
‘voglio
stare il più possibile con te’ ed io mi sono
scottata. Solo che lì mi
sembravi più tu.
Non lo so, Harry, mi
fa strano pronunciare il tuo
nome perché non ho mai provato questa sensazione, del
maschile su di
me. E quindi le tue frasi sono le più belle di tutte, anche
se siamo
arrivati a questo siamo soli
assieme
che fa proprio schifo. Come quando hai fumato tutto il pomeriggio
seduto su una sedia bianca in plastica, con gli occhiali da sole fissi
sul naso e gli amici attorno. Ed io ti osservavo da sopra, seppure a
debita distanza perché non volevo farmi scoprire.
(e poi
chissà se lì eri da solo)
Alla
fine me l’hai detto, che fumare ti rende felice. Ed io mi
sono sentita
male per te, perché sei così giovane ma ricerchi
la bellezza in una
cosa effimera, che si distrugge fra le tue mani e che alla fin fine
distrugge te. E io te l’ho confessato, alla fine, che voglio
solo
provare un tiro. Ma mi hai bloccata e poi hai sorriso e la tua risposta
non l’ho mai sentita o non l’hai mai detta.
Mi sei piaciuto sin da
subito, Harry, con i pezzi a metà e nemmeno uniti, con le
frasi
difficili e quelle fatte, con la verità che è
più bella sulle labbra.
Voglio
stare il più possibile con te.
Mi
vibra la cassa toracica, e poi tutte le dita e poi il respiro si
è
mozzato. Dannazione, Harry, nessuno ti ha mai detto che non ho mai
avuto qualcuno? Qualcuno da voler così bene, da stringere e
da
abbracciare in questo modo intimo?
Nessuno l’ha
mai fatto perché io, prima di te, non avevo nessuno.
E poi, Harry, credo
che alla fine sia un po’ vero, che siamo soli assieme. Resta
il fatto che sia una frase di merda.
Voglio
stare il più possibile con te.
Mi viene
l’ansia, non so spiegarlo, mi scende il cuore nella pancia e
batte così forte da farmi dimenticare di te.
Voglio
stare il più possibile con te.
Non
abbiamo una scadenza, eppure perché suona così
male, adesso? Prima la
felicità e poi il nervoso. Harry, la tua felicità
è nelle sigarette
mentre io la ripongo in te e questo fa male. E poi tu vuoi stare con me
che mi basta e allora mi sto zitta.
Ma io ti amo di un
amore
irruento, Harry, come le onde e il vento frustrante, quello che ti
spettina i capelli al punto che rovini la messa in piega. Anche io
voglio stare il più possibile con te, ma sono fifona e non
lo dico, mi
manca il coraggio e mi sembra che ci sia una data di scadenza grazie a
queste parole.
Ma tu mi vuoi come le
onde e il vento frustrante?
Come la sensazione
bruciante e prepotente di quando mi guardi con gli occhi che hanno
appena pronunciato quelle parole.
Voglio
stare il più possibile con te.
Mi
fa tutto male perché nulla di questo corpo è
più mio, è volato via con
te e il tuo desiderio di stare con la suddetta ragazza.
Oh, Harry, scrivo di
te più me perché non siamo un noi,
perché non so far altro.
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