Fallimento
You
build up hope
But
failure is all you know
A Baelfire non piaceva sentire sua madre urlare.
«Mamma?» pigolò.
«Perché sei arrabbiata?»
Milah tacque e si voltò di colpo a guardarlo.
«Bae…» esalò il
papà, stringendosi al proprio bastone. «Credevo
dormissi».
Lui scosse la testa. «Mamma?»
La donna era paralizzata, e il rossore della furia defluì
rapidamente dalle sue guance. «Oh, Bae…»
disse, andandogli incontro, «non sono arrabbiata, sono
solo… Non la sono».
Il bambino la scrutò, poi lanciò uno sguardo al
viso del papà, ora pieno di sollievo.
Quando la mamma lo avvolse in un abbraccio morbidissimo, Baelfire
chiuse gli occhi, rassicurato.
Ci era riuscito. Aveva aggiustato tutto.
«Papà?
Quando torna la mamma?»
«Lei…
non tornerà».
«Perché
no?»
Baelfire correva nel bosco, la mantella che frusciava dietro di lui.
Nel pugno, stringeva saldamente il fagiolo che gli aveva dato la Fata
Turchina.
Sarebbe andato tutto bene, si disse.
Una volta privo di poteri magici, suo padre sarebbe tornato ad essere
un brav’uomo. Non avrebbe più ucciso delle persone
innocenti. Qualsiasi traccia di un ghigno maligno ed ebbro di potere
sarebbe scomparsa dal suo volto, i suoi occhi sarebbero divenuti di
nuovo buoni e gentili.
Certo, forse sarebbe stato difficile ambientarsi nel nuovo mondo, ma
insieme ce l’avrebbero fatta. Loro due sarebbero tornati ad
essere una famiglia.
«Padre? Padre,
dove sei?»
Una manina gli scuoteva la spalla con insistenza.
«Bae?»
Il ragazzino si svegliò di soprassalto.
«Michael» esclamò. Si tirò
su, puntellandosi con un gomito. «Che cosa ci fai in
piedi?»
Il bambino strinse il proprio orsacchiotto di pezza. «Posso
dormire con te?»
Baelfire lo guardò, preso in contropiede… Ma poi
accennò un sorriso e sollevò un lembo delle
proprie lenzuola. «Vieni».
Il bambino non se lo fece ripetere due volte, e
s’infilò nel letto accanto a lui.
Quella notte, Baelfire non ebbe incubi per la prima volta dopo tanto
tempo. Forse le cose stavano davvero andando per il meglio.
«Non
lascerò che distrugga la tua famiglia, e non
c’è altro modo. Devi lasciarmi andare».
Baelfire inspirò a pieni polmoni una boccata
d’aria. Sale e salsedine.
Si sporse sul parapetto, cercando di immaginare i fondali marini.
Era un bel pensiero, molto meglio dell’atroce nostalgia che
provava per i Darling. O dei continui sogni su suo padre…
Una mano lo agguantò per la collottola, tirandolo indietro.
«Bae! Vuoi finire in pasto alle sirene?»
Il ragazzino rivolse a Killian un sorriso furbo. «Non sarei
mai caduto».
L’uomo scosse il capo e gli scompigliò i capelli
con un mezzo sospiro.
Baelfire sentì il cuore più leggero. Non era una
famiglia, ma qualcuno teneva a lui.
«Non lasciarmi a
loro!»
«E
io cosa ci guadagno?»
Neal osservò le gocce che rigavano il parabrezza, mentre la
pioggia tamburellava insistentemente sul tetto dell’auto.
Nel sedile accanto al suo, Emma – la cosa migliore che gli
fosse mai capitata – si strinse nel giaccone verde che
indossava.
A Neal non sfuggì il brivido che la scosse. «Hai
freddo?»
Emma lo guardò. Capì subito che quella domanda
era un invito e, con un sorriso fugace, si spostò ed
andò a schiacciarsi contro il suo fianco.
Prima di incontrarla, Neal aveva freddo in continuazione. Ora le
strofinò le spalle, cercando di scaldarla per bene.
Insieme ad Emma, si sentiva a casa.
«Tu la ami,
bene… Allora fa’ quello che
è meglio per lei».
«È
quello che sto cercando di fare».
«Devi
lasciarla».
Note:
Ricordate quella volta in cui Nealfire era felice e poi per un motivo o
per l’altro è andato tutto male? Ah,
già. Che sciocca. Questa è stata tutta la sua
vita.
Considerazioni allegre a parte, tutte le drabble sono di 100 parole, e
naturalmente le battute citate alla fine di ciascun pezzo vengono dal
telefilm. (La prima viene da una scena eliminata in cui Bae
è un cosino che ti spezza il cuore.)
Per finire, i versi in corsivo citati sotto il titolo sono parte della
canzone Iridescent
dei Linkin Park.
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