Capitolo
13
Calore
Notte
tra giorno 5 e giorno 6
Il
bambino si voltò con aria assassina verso i fratelli che
avevano osato disturbarlo e li vide.
Gaara
si bloccò per un lunghissimo istante durante il quale anche la
sabbia s'accasciò al suolo, ma fu solo un secondo, subito dopo
quegli occhi soli si riempirono di pura follia.
"Mamma,
perchè non sono come lui? Perchè tu non ci sei? Mamma!"
il suo fu un urlo spaventoso, raccapricciante.
Kushina
si mise subito davanti al figlio con fare protettivo.
"Mamma
che succede?" chiese il bambino, spaventato.
"Sta
fermo e non muoverti."
Kushina
guardò Gaara e la sabbia addensarsi intorno al suo viso,
sfigurandolo. Capì subito che Suna aveva mandato il suo
Jinchuuriki. Era crudele, davvero crudele. Che cosa aveva dovuto
sopportare quel povero piccolo? Kushina aveva già capito che
era qualcosa troppo grande per lui. La madre sembrava il suo unico
punto fermo ed insieme il suo più grande dolore. Un gelo
partito dal cuore le attraversò tutto il corpo, quello era un
bambino che necessitava d'amore, l'amore di cui tutti i Jinchuurik
avevano bisogno, amore che evidentemente la madre non poteva dargli.
Naruto
scatto verso la madre, lei non poteva farsi male, non poteva
permetterlo! Non riuscì a fare un passo. Due braccia lo
fermarono. Naruto iniziò a divincolarsi, ma Itachi gli disse:
"Sta
fermo, così l'aiuterai di più."
"Lasciami!
Devo aiutare la mia mamma!"
Naruto
continuava a divincolarsi senza riuscire a liberarsi.
Kushina
si voltò verso di loro, incerta. Doveva fidarsi?
Gaara
guardava il bambino biondo con tanta invidia. Doveva ucciderlo.
Perchè il bambino poteva avere una madre e lui no? Perchè
poteva avere la medicina e lui no? Perchè?Anche lui era vivo.
Itachi
vide la sabbia alzarsi e lo sguardo omicida volto verso di loro,
anzi, su Naruto. Attivò subito il Mangekyou e presto Susanoo
li avvolse tutti e due. Naruto sgranò gli occhi, che cosa
stava succedendo? Perché quella cosa arancione li stava
proteggendo dalla sabbia?
Itachi
tremava, s'impose di fermarsi, doveva resistere. Sapeva di essere
allo stremo delle forze, foveva resistere solo un altro po'. Solo un
altro po'.
Kushina
guardò tutta la scena con occhi sbarrati. Capì di
potersi fidare del piccolo Itachi. Ora il suo problema era un altro.
"Fermati!"
iniziò, ma il piccolo Jinchuuriki non le diede retta, non si
girò nemmeno.
Il
suo viso adesso era sfigurato, la sabbia aveva preso ad addensarsi in
delle masse, che lo rendevano sempre più simile a Shukaku.
Kushina
si girò, quindi, verso gli altri due bambini, voleva della
risposte.
"Perchè
siete qui?" chiese.
Temari
e Kankuro indietreggiarono impauriti. La Jinchuuriki del Kyuubi era
molto pericolosa e, adesso che Gaara era completamente impazzito, si
trovavano tra due fuochi. Misero mani alle loro armi, non se ne
sarebbero andati facilmente.
Itachi
aveva raccolto abbastanza energie. Cercò di regolarizzare il
respiro.
Appena
la sabbia sarebbe caduta, avrebbe fatto il Genjutsu. Non poteva più
aspettare. Si sentì un urlo fendere l'aria e la sabbia cadde.
Guardò
verso il bambino. Adesso il suo viso era deformato, ma non fu
difficile incontrare il suo sguardo. Era puntato su Naruto ed era
completamente folle. Subito dopo, peró, i suoi occhi divennero
vitrei. Era caduto nell'illusione.
Itachi
era stanco, non ce la faceva più. Aveva usato troppo
chakra. Lasció Naruto, ma in quel momento i suoi occhi
tornarono da soli più scuri della nera pece e le sue gambe non
lo ressero più.
Crollo,
ma frenò la caduta sorreggiendosi con le mani. Ansimava.
Naruto
si voltò preoccupato verso di lui.
"Stai
bene?"
Itachi
gli fece un mezzo sorriso. Cercò di regolarizzare il respiro e
si alzò faticosamente.
Kushina
si voltò verso il ragazzo che aveva capito essere un spia di
Konoha.
"Grazie."
disse, ma Itachi era già andato via. Sorrise tristemente e si
voltò a guardare quello che era stato il loro nemico.
In
quel momento era più indifeso che mai e sembrava solo un
bambino, un bambino che sarebbe potuto benissimo essere suo figlio e
Naruto sarebbe potuto essere benissimo quel bambino. Fece un passo
verso di lui. Adesso fermo e immobile sembrava ancora più
piccolo. La sabbia era caduta dal suo volto. Kushina s'avvicinò
ancora di più e vide il Kanjii sulla sua fronte. Amore.
Sentì qualcosa smuoversi dentro.
Era
così piccino... S'avvicinò ancora e lo strinse in un
abbracciò. Quel corpicino era così gracile...
Era
gracile almeno quanto era indifeso e fragile emotivamente.
Continuando a stringerlo fece passare in lui un po' del suo Chakra
per sveglialo dall'illusione.
Gaara
era confuso, che stava succedendo? Poi sentì due braccia
accoglienti stringerlo. Due scie d'un caldo liquido scesero giù
dai suoi occhi. Stava piangendo. Pian piano e con molta incertezza
alzò le braccia per stringere anche lui la donna che gli stava
dando la medicina. Le lacrime iniziarono a scendere più
copiosamente e sentì la donna strigerlo più forte.
Finalmente era felice.
Quel
momento idilliaco fu interrotto da un Naruto imbronciato.
"Mamma!
Ma che cosa stai facendo? Puoi abbracciare solo me!" disse
indignato e geloso allo stesso tempo. La sua mamma non poteva mica
abbracciare il primo bambino che le capitava a tiro! Era lui il suo
bambino.
"Sta
zitto, Naruto! O stasera niente ramen, tebane!" Al che, il
visino di Naruto sbiancò e perse completamente ogni voglia di
protestare. Però la mamma era ingiusta, non poteva minacciarlo
col ramen! Anzi, con la sua assenza!
Kushina
sciolse l'abbraccio e sorrise dolcemente a Gaara.
Il
bambino la guardò con un visino teneramente sconvolto.
Naruto
si sentì, di nuovo, in dovere d'intervenire. S'avvicinò
con passo solenne a Gaara e parlò con voce ancora più
seria.
"Se
la mia mamma ti vuole bene, devi essere per forza mio amico."
disse porgendogli la manina, " Io sono Naruto."
Gaara
guardò quella mano tesa e sentì un calore piacevole
invederlo da dentro. Lo faceva stare bene. La strinse con incertezza.
"Io
mi chiamo Gaara."
"Bene,
da ora in poi noi siamo amici!" disse Naruto facendo un sorriso
a trentadue denti.
Gaara,
a sua volta, fece un mezzo sorriso, Naruto sarebbe stato il suo primo
amico.
Tutto
quel calore non gli era familiare, ma era bello, incredibilmente
bello.
Non
poteva uccidere la Jinchuuriki e non l'avrebbe fatto. Non gli
importava che cosa avrebbe detto suo padre.
Angolo
autrice
Eccomi
risorta come una fenice per postare un nuovo capitolo, cosa ne
pensate?
È
uno di quelli che mi piacciono di più, fatemi sapere
thera
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